Giovedì ero a Torino a un incontro per dirigenti e quadri Telecom. Ci è stato chiesto di compilare un questionario – via telefonino, peccato che nell’auditorium i telefonini non pigliassero – dove occorreva mettere in ordine di importanza quindici concetti chiave. Purtroppo non esiste un dio dell’usabilità, altrimenti quelli di Comunicazione Interna sarebbero già stati fulminati da mo’.
Inutile dire che a vincere il sondaggio è stato il magico sintagma “Customer Satisfaction” che fa tanto fine al giorno d’oggi, un po’ come dire “duepuntozero” se si parla di internet. Meno inutile, almeno per quanto mi riguarda, notare che “Etica” è finito al dodicesimo posto; sempre comunque meglio di “Autonomia decisionale e operativa” che è tredicesima e di “Chiarezza degli obiettivi” quattordicesima. Mi sembrava di essere tornato in SIP.
Arrestate quel giornale!
Leggo che Niccolò “Ruthless” Ghedini ha annunciato urbi et orbi – o almeno ad Affaritaliani – che sta “provvedendo a depositare in Spagna una denuncia nei confronti de El País” per le foto di Villa Certosa pubblicate dal quotidiano spagnolo, che nell’occasione mette anche la traduzione italiana dell’articolo: sono cose.
Non sono un leguleio e quindi potrei sbagliarmi, ma c’è una cosa che non mi torna nel ragionamento del successore di Previti. Il fatto che quelle foto siano state sequestrate in Italia non implica certo automaticamente che acquistarle all’estero sia un reato. Il cittadino italiano Zappaddu potrebbe in effetti essere incriminato per aver scattato foto e averle poi vendute, ancorché all’estero; ma se la legge spagnola non vieta quelle cose, El País non ha problemi. Lo so che non è nemmeno detto che Ghedini la faccia davvero, la denuncia, e che tanto la sciura Maria non si accorge della differenza: ma qualcuno mi sa illuminare?
(poi è chiaro che nel ventunesimo secolo o si fa come la Cina o bisogna rivedere completamente il concetto di censura, visto che per l’informazione i confini nazionali non esistono più: ma quello è un altro post)
Viaggio in treno
Michele Boldrin scrive di come si viaggia in alta velocità in Spagna.
Casualmente ieri ho preso il Frecciarossa da Milano a Torino e ritorno. Non mi metto a parlare dell’enorme velocità media di 125 Km/h – e non sono nemmeno partito da Porta Nuova, ma di una piccola cosa. All’andata una signorina ha distribuito ai passeggeri una brochure sull’aumento di capitale Enel: sembrava uno dei “viaggi delle pentole”, il tutto al modico prezzo di 30.50 euro.
Incomprensioni
Per chi cavolo voto?
A questo giro sono messo molto male. Almeno l’anno scorso avevo fatto una scelta di campo (non posso scegliere il candidato? allora annullo il voto), ma stavolta non ho questa scusa.
Alle Europee ho al momento due scelte: votare l’esponente del Partito Democristiano che perlomeno a Bruxelles in questi anni ci è stata, oppure fare il cosiddetto voto inutile per Sinistra e L’ennesimasuadivisione; per le provinciali, posto che Penati non lo voto, mi sa che butterò la mia croce su qualcuno che non penso prenderà nessun seggio.
Qualunquismo, lo so. Non me ne vanto, ma è così.
L’amantO
Leggo da Orientalia4All che (Rutto) Libero scomoda nientepopodimeno che l’intellettuale Marcello Veneziani per far sapere al mondo che Dario Franceschini avrebbe un amante. Senza apostrofo. Ecco qua l’articolo completo, senza che vi tocchi finire sul sito del quotidiano di Feltri dove tanto non potreste comunque leggerlo se non sganciate prima la lira.
A me che Franceschini abbia un amante o un’amante – a parte che tecnicamente non essendo sposato non sono certo che il termine sia corretto – non fa né caldo né freddo; mi preoccupa molto di più che abbia scritto non uno, ma due romanzi. Mi chiedo solo se il PresConsMin si senta così accerchiato da dover cercare di sviare in questo modo l’attenzione dalle sue amichette, con risultati piuttosto scarsi visto che l’articolo era di ieri e ad esempio io fino a oggi pomeriggio non ne sapevo nulla.
Aggiornamento: (h 17:30) Mi si fa notare che Franceschini è sposato e ha due figlie, ergo il mio inciso è errato. Il resto non cambia, però.
Giornalismo d’inchiesta all’italiana
Se uno straniero che comprende bene l’italiano ma non è addentro alle italiche vicende venisse in questi giorni in Italia e leggesse i quotidiani, si accorgerebbe che al Giornale hanno preparato una trappola per smascherare… i colleghi dell’Espresso; e che al Corriere della sera pubblicano testimonianze sgrammaticate, mistiche, aeree, linguistiche per un malinteso senso di par condicio rispetto a quanto scritto da Repubblica.
Nel primo caso è chiaro che l’amore fraterno porta Paolo B. a fare di tutto, pur se con scarsi risultati; il secondo caso è più difficile da catalogare e potrebbe semplicemente essere frutto della sempiterna lotta tra i due quotidiani piu venduti d’Italia (eccetto quelli sportivi). Ma il nostro straniero penso ne dedurrebbe che i Veri Poteri Forti in Italia sono i giornali. Perché altrimenti fare inchieste su di essi?
_Cibo per la mente – I_ (libro)
Rispetto al libro precedente della coppia veneta già apparso nella collana, stavolta (Dario De Toffoli e Dario Zaccariotto, Cibo per la mente – I, RBA Italia – Sfide matematiche 29, 2009 [2004], pag. 190, € 9,99) questo “Cibo per la mente”, con sottotitolo “mantenere in forma il cervello giocando”, è più interessante. Probabilmente la scelta di avere ogni tanto delle “pagine grigie” dove vengono mostrati vari giochi di tavoliere, noti come il Mastermind o meno noti come Twixt o Venice Connection, è vincente. Poi per quanto mi riguarda i problemi posti non sono così acchiappanti, ma credo che possano essere apprezzati da un lettore appasionato sì di giochi numerici, ma non pazzo come me. Il lettore in questione troverà anche alcuni problemi classici di matematica ricreativa, e potrà finalmente sapere quali sono le nostre perversioni mentali!