Tanto lo sapete tutti chi ha inventato Internet

Non so se vi sia capitato di vedere questo articolo dell’edizione milanese del Corsera. La parte più interessante non è quella su Jimbo Wales che preferisce la marchetta col quotidiano al parlare con chi in Italia contribuisce a curare Wikipedia: anche se c’è chi si lamenta, comprendo la Realpolitik di avere una grancassa per la prossima raccolta di fondi. (Ecco, io avrei magari chiesto di avere uno o due rappresentanti dei wikimediani italiani accanto a lui durante l’incontro).
Molto più divertente scoprire come Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera (grassetto mio), riesca ad affermare che Internet «nasce da un’intuizione di Al Gore, quindi da un politico.» Sono queste le cose che a me fanno cascare le braccia, soprattutto considerando che non sono state pronunciate da un avventore al bar ma da una persona che un minimo di conoscenze dovrebbe averle. Poi ci si chiede come mai la Rete da noi è in questo stato.

Due cosettine ormai vecchie

A mente fredda vorrei aggiungere alcune considerazioni su due fatti della scorsa settimana. Si sa che i miei processi mentali sono lenti…
Per la bocciatura del lodo Alfano, è verissimo che già oggi non tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vedi ad esempio l’immunità per il presidente della Repubblica, che nelle sue funzioni può essere processato solo per alto tradimento. Ma la Corte non ha affermato che il Lodo viola l’articolo 3, ma la coppia data dal 3 e dal 138, quello delle modifiche costituzionali. Traduzione in italiano: visto che la Costituzione prevede l’uguaglianza di base salvo eccezioni nella Costituzione stessa, l’unico modo per fare delle differenze tra cittadini è farlo per legge costituzionale, fine della storia. Scritto così non mi pare così complicato, no? (Ah, pensare che Napolitano senta i giudici costituzionali prima di promulgare una legge per quanto importante è più o meno equivalente a pensare che esiste Babbo Natale. Il presidente può prendersi la responsabilità di non controfirmare una legge se la ritiene manifestamente incostituzionale (oltre che senza copertura di spesa, ma questo esula dal nostro discorso); se come sembra la Corte Costituzionale ha votato a maggioranza significa che qualche dubbio poteva anche esserci a priori.
Sulla frase rivolta da Silvio Berlusconi a Rosy Bindi durante Porta a Porta il problema non è banalmente l’insulto sulla sua intelligenza (sulla bellezza non eccessiva dell’esponente del PD credo siano tutti d’accordo). Se ne sentono di peggiori insulti, dalle accuse di pompinarità alle battute sull’intelligenza di Maurizio Gasparri. Quello che però sembra essere sfuggito è il contesto in cui è stata pronunciata: all’interno di una discussione politica dove tra l’altro il premier non era nemmeno invitato. Chiudere così la discussione significa affermare implicitamente di non avere argomenti per controbattere, un po’ come il bambino che se ne va portandosi via il suo pallone se non gli piace come sta andando il gioco. Riconosciamogli però una grande abilità: nessuno se n’è accorto.

Venerdì pavàno da relatore ufficiale

Causa impegni pregressi presi prima dell’esistenza autonoma di Cecilia e Jacopo, venerdì mattina parteciperò al convegno “From Diderot to Wikipedia: an Epistemological Revolution?” che si terrà al Centro Altinate di Padova con un intervento intitolato “Wikipedia, i Pòkemon e la teoria della complessità nei sistemi emergenti”, dove racconterò tante cose sull’enciclopedia libera a un pubblico molto acculturato. Non state a guardare l’appellativo “matematico” affibbiatomi nel pieghevole, è solo per distinguermi dai filosofi. È vero che dovrò prendere il treno delle 6:35 per arrivare in orario, ma è anche vero che in questo periodo la notte non si dorme mai troppo :) e non dovrebbe essere difficile svegliarsi in tempo.
I curiosoni potranno trovare qui sotto un link alle mie slide quando le avrò terminate… insomma la prossima settimana, direi. Le slide non dicono molto, ma le note collegate sì.
Aggiornamento: (15 ottobre) Sono persino riuscito a terminare le slide in anticipo! Le trovate sul sito di Wikimedia Italia, in formato ODP (OpenOffice Impress, noi si ama i formati liberi non appena li si possono usare)

Serratura spaccata

Ieri mattina Anna è andata alla sede milanese dell’Humana, visto che in qualità di fieri genitori di due gemelli paghiamo il latte artificiale la metà del prezzo ufficiale e quindi non vale nemmeno la pena prenderlo all’estero. Per sbaglio non ha preso il mazzo di chiavi con l’apertura centralizzata ma l’altro; così quando è arrivata a destinazione ha provato a chiudere le porte con la chiave… scoprendo che entrambe le serrature erano state forzate, e quindi la chiave non entrava più. Ovviamente non sappiamo quando la cosa è capitata, perché le chiavi non le usiamo mai (per dire, nemmeno quella del tappo benzina.. Ho fatto il pieno oggi, e quello precedente risaliva a fine agosto)
Considerando che quel coglione del tentato ladro non è nemmeno riuscito a fare nulla, oltre ad augurargli una dissenteria per una settimana buona gli consiglierei di andare a lavorare, che magari sa fare di meglio.

La scommessa di Monty Hall / 2

Ecco, non riesco mai a capire perché tutti quelli che sono così convinti che nel problema di Monty Hall sia indifferente cambiare porta non accettano mai la mia scommessa. Sono soldi da guadagnare facile, no? E allora perché non accettare questa mia bella scommessina, fatta alla luce del sole e verificabile indipendentemente da chiunque?
Scherzi a parte, mi sa che anche le più granitiche credenze si possano incrinare un poco quando uno debba iniziare a metterci su dei soldi; purtroppo però rimane questa schizofrenia per cui nonostante tutto non si cambia idea. Se ad ogni buon conto non avete davanti a voi un fondamentalista probabilistico, eccovi alcune possibilità per convincerlo che in effetti nel problema di Monty Hall in versione standard conviene cambiare porta.
(1) Ripetere più volte l’esperimento. Come nella scommessa da me proposta, se invece di un singolo evento se ne hanno parecchie decine tra loro indipendenti è facile accorgersi se in media la porta iniziale nasconde un’auto una volta su tre oppure una su due. Il buffo è che la Legge dei Grandi Numeri, per come è recepita dalla gente comune, è assolutamente errata; eppure dà loro molte più sicurezze della logica corretta di questo problema.
(2) Aumentare il numero di porte. Se invece di tre porte ce ne fossero un milione, voi scegliete la numero 1 e Monty apre tutte le altre tranne la 142857, oltre ovviamente alla 1, siete ancora così sicuri che l’auto non tia dietro la porta 142857? Visto che il caso è logicamente identico a quello con tre porte, la risposta dovrebbe essere la stessa.
(3) Mettersi a esplicitare i casi possibili. Per simmetria si può supporre di scegliere la porta numero 1; a questo punto si può clonare la famigerata scelta, enumerando i sei casi possibili in teoria, controllando quali sono i quattro possibili in pratica, e valutando le varie possibilità. Questa è la soluzione più debole, nel senso che è difficile convincere l’interlocutore che sia corretta; immagino che la colpa stia nell’abitudine di considerare tutti i casi come equiprobabili, e non accorgersi che i due sottocasi che si hanno quando l’auto era proprio dietro la porta da lui scelta sono appunto sottocasi e quindi la loro unione sia equivalente alla probabilità degli altri casi.
(4) Calcolare la probabilità a posteriori con il teorema di Bayes. Pur essendo l’unica che dà la certezza che la risposta sia corretta è quella meno preferita; l’evoluzione della razza umana non ha richiesto in effetti di impratichirci con le probabilità a posteriori.
(5) Prima di aprire una porta, Monty dice al concorrente “vuoi confermare la porta scelta, oppure cambiare con entrambe le altre porte? Io in ogni caso poi aprirò una tra due porte che non hai scelto inizialmente.” Se l’interlocutore riesce a convincersi che la formulazione è esattamente equivalente, allora la scelta è immediata.
Ho tralasciato apposta l’argomento “Monty può sempre aprire una porta con dietro una capra, qualunque sia la scelta del concorrente” perché, come vedremo tra poco, può essere fuorviante.
Detto tutto questo, non credo che se qualcuno è convinto di avere ragione gli si possa far cambiare idea; insomma, non perdeteci troppo tempo. In compenso, può essere simpatico vedere qualche scenario in cui tutto quello che ho scritto è falso. Naturalmente il trucco c’è: sto leggermente cambiando le ipotesi iniziali. Suppongo però sempre che la probabilità iniziale che l’auto si trovi dietro una porta sia 1/3 in ogni caso.
(1) Dopo che il concorrente ha scelto una porta e Monty ne ha aperta un’altra, arriva di corsa un’altra persona che conosce come funziona il gioco ma non sa quale sia stata la scelta del concorrente. Per costui le due porte sono assolutamente equivalenti, visto che non ha nessun dato su cui basarsi.
(2) Monty apre una porta davvero a caso tra le due che ha a disposizione, con il rischio di mostrare l’automobile e terminare il gioco con ignominia. In caso contrario, il concorrente può scegliere assolutamente a caso tra le due porte: però bisogna ricordarsi che alcune delle possibilità iniziali non sono più possibili a posteriori, e quindi la situazione è cambiata.
(3) Il concorrente sa che Monty ama la porta numero 3 e la apre sempre, se ne ha la possibilità. Se lui ha scelto la porta 1 e Monty apre la 2, è certo che l’auto stia dietro la 3, e quindi è obbligatorio cambiare scelta. Se invece apre la 3, è indifferente cambiare o no porta.
Qual è la morale di tutto questo? che bisogna sempre verificare molto attentamente le ipotesi, e non bisogna mai fidarsi troppo della propria intuizione!