Un mio lettore (lascio l’anonimato per sicurezza, se vuole può tranquillamente appalesarsi nei commenti) mi ha fatto notare questa modifica alla voce di Wikipedia relativa a Vittorio Pasteris, dove si aggiunge un dubbio sulla sua effettiva “enciclopedicità” (tradotto dal wikipediese, sul fatto che la voce meriti l’inserimento nell’enciclopedia)
Per chi non fosse addentro a queste cose, Pasteris ha lavorato per La Stampa prima di finire l’anno scorso in esilio a Genova. Come poi sapete, esiste una giornalista della Stampa che si chiama Anna Masera: non posso ovviamente essere certo che l’utenza Anna Masera corrisponda alla signora Masera, ma è un fatto che il secondo e unico altro contributo di tale utenza a oggi sia consistito nel migliorare la voce su Anna Masera, il che fa pensare che comunque la persona sia una sua ammiratrice (oh, fin dall’antichità la gente prendeva i nomi dei propri eroi per scrivere le cose!) e che ce l’abbia con Pasteris.
Posso dire che il tutto, visto da fuori, è piuttosto divertente?
errori di valutazione
Era due settimane che riuscivo a dribblare la pioggia e andare comunque a lavorare in bicicletta, ma stamattina non ce l’ho proprio fatta. Uscito di casa, ho visto passarmi davanti una 86 e ho deciso di prenderla. Risultato: (executive summary) 52 minuti per andare in ufficio, mentre a piedi ce ne metterei 40.
L’86 non fa un percorso da A a B, ma una buona approssimazione di una curva di Peano, con una serie di convoluzioni in parte dovute alla viabilità di Milano nord bloccata da non so quante linee ferroviarie su più livelli, in parte alle vie della zona che sono ancora quelle dei paesini inglobati alla metropoli negli anni 1920, e in parte alle scelte di ATM di “servire il territorio”. I primi due punti sono poi in comune con tutti gli automobilisti, il che significa trovarsi completamente bloccati per un bel pezzo.
L’unico punto a favore è che il bus era così vuoto (probabilmente perché sostanzialmente inutile…) che mi sono seduto e mi sono messo a scrivere :-)
il compleanno nell’Era Socialcosista
La settimana scorsa era il mio compleanno, il che è significato passare la giornata a rispondere agli auguri degli amici al telefono, per email o via sms. (No, gli amichetti di Facebook non mi hanno fatto gli auguri: per il momento ho ancora la possibilità di fare in modo che la mia data di nascita non sia visibile).
Ma nel ventunesimo secolo ci sono anche tutti i servizi web che hanno in pancia i miei dati personali. Risultato:
– ore 0:01, auguri da IWBank Forums
– ore 0:30, auguri da Cartaviaggio (con 500 punti bonus, meglio che nulla)
– ore 6:31, auguri da Toluna
– ore 10:11, auguri da Miles&More (giochino stupido per vincere il terzo giorno gratis con Avis dopo averne pagati due)
Mah, forse era meglio come funzionava una volta.
Cinegiornale Luce
Non so se vi sia capitato di leggere il comunicato stampa del Governo italiano relativo alla “positiva conclusione del Vertice di Bruxelles a sostegno delleuro.”
D’accordo, si sa che in questi casi si tende sempre ad esagerare il proprio contributo. Però c’è modo e modo di esagerare. Quando leggo «Un impulso fondamentale allo sblocco dei serrati negoziati sul piano di salvataggio delleuro ieri allEcofin lha dato il Presidente Berlusconi quando, poco prima dell1 di notte, ha chiamato al telefono il Cancelliere Merkel.» e poi ancora «La lotta contro il tempo per arrivare ad un risultato utile prima dellapertura dei mercati asiatici si faceva, quindi, sempre più serrata. In questo contesto si moltiplicavano i contatti tra le cancellerie e i relativi sherpa, impegnati a trovare una soluzione che potesse soddisfare le rispettive esigenze.», il tutto condito dai bollettini medici come «A complicare ulteriormente lo scenario stava contribuendo purtroppo limprovvisa indisposizione del ministro delle Finanze tedesco.», la mia mente si distacca dalla realtà. Vedo delle immagini in bianco e nero sgranate e leggermente accelerate, e al sottofondo del ronzio di una cinepresa ascolto una voce stentorea declamante le epiche frasi che fanno da contorno a questa grande vittoria dell’italica nazione, ancor oggi faro per l’Europa duemila anni dopo che le legioni romane portarono alle barbare genti germaniche la civiltà.
L’unica parola che stona nel contesto è “sherpa”: possibile che nella lingua ove il sì suona non si potesse trovare un sinonimo?
Social Media Camp – il resoconto
Occhei. Alla fine venerdì sono stato al Social Media Camp. Per la cronaca, sembra ci fossero state 400 richieste, tra cui sono stati selezionati i centoventi fortunati… oltre alle guest star Nicola Mattina e soprattutto lui: Massimo Mantellini, che è arrivato con l’organizzatore del convegno (il capo del gruppo “Internet e Media” di Telecom relazioni esterne) facendo in modo che mi toccasse il primo intervento e che venissi preso per i fondelli per tutto il giorno come il Tim (Berners-Lee) della situazione.
Non si può dire che ci fosse una struttura de-organizzata, la scaletta è stata rigidamente seguita come non mi è capitato quasi mai di vedere in un meeting ufficiale: però l’ambiente era informale, e soprattutto nel pomeriggio si vedeva la gente piuttosto a proprio agio, il che ha dell’incredibile. A parte qualche problema organizzativo – a nessuno era venuto in mente non dico di aprire un blog al riguardo, ma almeno di mandare la lista dei partecipanti – ho notato che i presenti erano davvero interessati e, se non proprio ottimisti, almeno speranzosi, cosa che non capita certo in genere di questi tempi in Telecom: e si direbbe che anche da parte aziendale sembra esserci un interesse genuino. Tutto questo non basta per produrre qualcosa: però è un punto di inizio, e se son rose fioriranno.
Non sono più abituato
Erano almeno due anni che non prendevo più un aereo. Tra l’altro, sono così rincoglionito da non aver pensato che, visti gli orari previsti e l’informalità dell’incontro, avrei potuto tranquillamente andare in treno. Ho così scoperto cose belle e brutte su come funzionano i voli.
Linate era vuoto. È vero che era venerdì, ma una volta alle 7 del mattino c’era il caos. Stavolta non c’era nessuno. In compenso non ho capito perché dopo aver fatto il checkin telefonico sono andato alla macchinetta e mi assegnavano un altro posto, e poi al banco ho avuto ancora un terzo posto.
Stavo entrando con una bottiglietta d’acqua, che ho tolto subito prima del metal detector; in compenso sono ancora capace a ricordarmi di non tenere cose metalliche. Il volo di andata è partito in orario, il che vista l’ora è assolutamente incredibile; oltre alla salvietta rinfrescante, i nuovi paradigmi danno anche la bustina di gel disinfettante; quello di ritorno, semivuoto come l’altro ma con i posti bloccati, ha avuto tre quarti d’ora di ritardo che sono fortunatamente stati compensati dal mio essere arrivato abbastanza presto da anticipare il volo di quarantacinque minuti.
Draquila
Non stessimo parlando di Sandro Bondi, crederei che la sua mossa di non andare al Festival di Cannes perché quei cattivoni hanno accettato, sia pure fuori concorso, il film Draquila di Sabina Guzzanti fosse voluta, perché anche all’estero qualcuno andasse per curiosità a vedere il film e capisse quali veleni vengono gettati sul povero governo italiano, così illuminato.
Però con Bondi non si può mai dire.
gioco della domenica: Ice Cube Bear
Diciamocelo: che un orso polare imprigionato nel ghiaccio possa venire liberato buttandolo nell’acqua antartica mi pare un po’ poco fisico, o biologico che dir si voglia.
Però questo Ice Cube Bear è un gioco davvero carino, di quelli dove bisogna studiare l’effetto delle mosse che si fanno per riuscire a ottenere il risultato voluto.
(via Passion for Puzzles)