Geografia politica

[che c'entra la Serbia?] Ieri a Trieste c’è stato un vertice a tre tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Naturalmente il Corriere della Sera, come immagino tutti i quotidiani italiani, ha un articolo al riguardo (pagina 19), e anzi ha mandato un inviato, tal Marzio Breda, che ha scritto il suo articolo (almeno per oggi lo trovate qui) e l’ha consegnato alla redazione.
La redazione, appunto. Redazione che prende l’articolo, lo controlla, immagina che il lettore medio non riesca a capire a quale nazione si riferisca il presidente Napolitano, e quindi chiosa inserendo una n.d.r.: il paese che il nostro presidente si augura possa entrare presto a far parte dell’Unione Europea è “ovviamente” la Serbia.
Caro ignoto redattore della versione cartacea del principale quotidiano italiano: c’è un vertice fra tre nazioni, che stanno sulle due sponde dell’Adriatico. Due di esse (Italia e Slovenia) fanno parte dell’Unione Europea, la terza (Croazia) no. Secondo te, a quale nazione si stava effettivamente riferendo Napolitano? E cosa mai ti ha fatto decidere di aggiungere una nota insensata per spiegare una cosa già implicitamente scritta nel testo?

Tremonti e le pensioni

Il nostro ministvo dell’Economia Giulio Tremonti è tutto felice, tanto che racconta a destra e manca che non era affatto un refuso la norma inserita nella manovra finanziaria che fa saltare il tetto dei quarant’anni di contributi per avere il diritto di andare in pensione, e anzi che «la riforma è stata fatta passare in Italia con un emendamento senza alcuna protesta, nella pace sociale, senza un solo giorno di sciopero».
Lasciamo perdere che a me sta estremamente sulle palle uno che si vanta di avere fatto le cose di nascosto, come se fosse un merito; c’è un’altra cosa che non mi torna per nulla. Ormai la parte di lavoratori che va in pensione con il sistema retributivo (tot % della media degli ultimi stipendi per ogni anno di lavoro) si sta riducendo, e tra qualche anno arriveranno quelli col metodo misto come me. Per noi la fregatura era già insita nella riforma Dini, che dice a grandi linee “più giovane tu vai in pensione, meno soldi ti do ogni anno, perché il sistema deve funzionare con la tua speranza di vita”. Niente da eccepire, la cosa di per sé è giusta. Questo però significa che allo Stato – se le cose sono state fatte bene – non cambia nulla se io voglio andare in pensione prima o dopo, visto che i soldi che tirerà fuori saranno sempre gli stessi. E allora perché bisogna togliere obbligatoriamente il tetto dei quarant’anni di contributi?

tutta colpa di Wikipedia

L’altro giorno, nel quadro della mia vita-da-single, ho fatto una lavatrice di roba colorata. In mezzo c’era anche una polo a righe bianche e blu (con una righina lilla in mezzo) che adesso è rosina e blu (sempre con la righina lilla in mezzo).
Il capo di vestiario colpevole? Beh, c’erano solo due cose rosse. Tendo a escludere i bermuda, visto che le tinture dei pantaloni sono in genere più stabili e soprattutto sono piuttosto vecchi. Resta solo la maglietta rossa “Be Bold” di Wikipedia, che è stata abbastanza grassetta da buttare fuori colore anche con un lavaggio a 40 gradi. È proprio vero che Wikipedia è il Male.
(tralasciamo comunque che ho messo il Perlana al posto dell’ammorbidente…)

parliamo un po’ con i testi davanti

Sono andato a cercare sul sito della Camera informazioni su cosa succede con questo disegno di legge sulle intercettazioni: ecco qua il risultato.

Art. XXX:
[omissis]
2. E’ vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare.
3. Se si procede al dibattimento, non è consentita la pubblicazione, anche parziale, degli atti del fascicolo per il dibattimento, se non dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, e di quelli del fascicolo del pubblico ministero , se non dopo la pronuncia della sentenza in grado di appello. E’ sempre consentita la pubblicazione degli atti utilizzati per le contestazioni.
[omissis]
5. Se non si procede al dibattimento, il giudice, sentite le parti, può disporre il divieto di pubblicazione di atti o di parte di atti quando la pubblicazione di essi può offendere il buon costume o comportare la diffusione di notizie sulle quali la legge prescrive di mantenere il segreto nell’interesse dello Stato ovvero causare pregiudizio alla riservatezza dei testimoni o delle parti private. Si applica la disposizione dell’ultimo periodo del comma 4.
[omissis]
Art. YYY
1. Salve le sanzioni previste dalla legge penale, la violazione del divieto di pubblicazione previsto dagli articoli 114 e 329 comma 3 lettera b) costituisce illecito disciplinare quando il fatto è commesso da impiegati dello Stato o di altri enti pubblici ovvero da persone esercenti una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato.
2. Di ogni violazione del divieto di pubblicazione commessa dalle persone indicate nel comma 1 il pubblico ministero informa l’organo titolare del potere disciplinare.
Art. ZZZ
1. L’intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di altre forme di telecomunicazione è consentita nei procedimenti relativi ai seguenti reati:
a) delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
b) delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
c) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope;
d) delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive;
e) delitti di contrabbando;
f) reati di ingiuria, minaccia, usura, abusiva attività finanziaria, abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato, molestia o disturbo alle persone col mezzo del telefono;
f-bis) delitti previsti dall’articolo 600-ter, terzo comma, del codice penale, anche se relativi al materiale pornografico di cui all’articolo 600-quater.1 del medesimo codice.
[omissis]

Vi pare che sia un testo così liberticida? Parliamone.
Aggiornamento: (13 luglio) Contrordine, compagni e amici! a causa di una deprecabile serie di refusi non ho postato il testo del ddl intercettazione, ma gli attuali articoli 114, 115 e 266 del Codice di procedura penale, come del resto correttamente citato nei link qui sopra. Mi scuso per il deplorevole errore.

Sono famoso

Ieri mattina dopo colazione Anna e io eravamo a letto a leggere. A un certo punto lei mi fa “ehm… qui sei citato”. Guardo, do un’occhiata al testo, e dico “in effetti questo l’ho scritto io”.
Il libro, per la cronaca, è La trama lucente di Annamaria Testa, che parla di creatività: non so perché, ma c’è un capitolo sulla creatività in matematica e a pagina 101 viene riportata (definendomi come “il matematico Maurizio Codogno”, e so già che qualcuna mugugnerà) la mia descrizione dell’aneddoto probabilmente apocrifo di Gauss che aveva sommato al volo i numeri da 1 a 100; il tutto preso da una delle pagine matematiche del mio sito.
La mia scalata alla notorietà è però tarpata, perché non sono citato nella bibliografia, ma solo nell’indice dei nomi :-( (sì, in bibliografia ci sono anche URL e non solo libri)

gioco della domenica: Icosien

Nonostante quello che dica Passion for puzzles, in Icosien – per una volta un gioco francese – si richiede di costruire un percorso euleriano, non hamiltoniano su certe figure. Nel caso non sappiaste cosa voglia dire “percorso hamiltoniano”, è un percorso che tocca tutti i vertici di un grafo, saltando eventualmente alcuni lati; qui dobbiamo invece passare per tutti i lati, toccando eventualmente più volte per uno o più vertici. Il percorso lo si disegna con un pezzo di spago, passando intorno ai chiodi che lo tengono fermo (io ci ho perso un po’ di tempo per capirlo, ma non faccio testo). Venti figure: provatele!

E i cestini?

Stamattina Anna e io abbiamo preso la metro, e per una serie di ragioni l’abbiamo presa a Zara M3. Abbiamo anche preso Stampa e Repubblica, e Anna voleva buttare via il cellophane del supplemento di quest’ultima. Peccato che giù ai binari non ci fosse nemmeno un cestino: ci sembrava quasi di essere a Parigi dopo l’allarme bombe di una decina d’anni fa, con tutti i cestini sigillati.
Posso immaginare la ragione: stanno cambiando tutti i cestini delle stazioni (da Sondrio in su erano belli nuovi) e si sono momentaneamente fermati. Però non sarebbe stato più logico togliere i vecchi e mettere quelli nuovi contemporaneamente?