Carnevale della Matematica #32: GOTO Matem@ticaMente
Avete sempre avuto paura della matematica, e non osate dirlo in giro (o peggio, ve ne vantate anche?) Beh, potrebbe essere la volta buona per leggere quanto presentato da Annarita Ruberto nell’edizione odierna del Carnevale della Matematica, con tema appnto la Matofobia. Come sempre, il lavoro di Annarita è enorme… per fortuna ci sono tutte le festività natalizie per riprendersi dalla scorpacciata!
Ne approfitto per ricordare che il prossimo Carnevale sarà ospitato qui sulle Notiziole di .mau.: il suo tema, visto che siamo all’inizio dell’anno, è «matematica e calendari». Poi come sempre siete liberi di non seguire il tema :-)
Sessismo
Visto che erano sottocosto e il prezzo era buono, abbiamo acquistato un paio di confezioni formato famiglia di pannolini Pampers. La scatola, oltre che servire come vagone del treno per i giovini, aveva un codice che permetteva di poter vincere dei libri del Battello a Vapore; le istruzioni, rigorosamente col tu, spiegavano che per prima cosa bisognava iscriversi al sito. Ma è la frase seguente che mi ha lasciato perplesso: «Dopo esserti attivata, […]»
Detto in altro modo, si direbbe che i signori Pampers (le signore Pampers?) ritengano assurdo che un essere umano di sesso maschile possa non dico cambiare un pannolino a un bambino, ma anche solo comprarli e/o iscriversi a un concorso legato ad essi; probabilmente la cosa sarebbe perniciosa ed esporrebbe il poveretto al pubblico e muliebre ludibrio…
polo
Il termometro che ho qui in ufficio (e che in genere segna 24 gradi e mezzo quando ce ne sono al massimo 21) in questo momento dice 18.3 Celsius. Ho freddo col maglione addosso. Non solo il riscaldamento (ad aria) non funziona, ma ogni tanto parte per conto suo nonostante il termostato sia su OFF e butta aria fredda che nemmeno con le caramelle dello scoiattolo. Inutile dire che nessuno è venuto a verificare nonostante le nostre rimostranze.
Per fortuna me ne vado per tre giorni a un corso di aggiornamento in altra sede :-)
riqualificazione professionale
A quanto pare, una clausoletta del contratto di solidarietà dice che io e gli altri 29000 dipendenti dobbiamo firmare una [dichiarazione di immediata disponibilità» nella quale assicuriamo che siamo pronterrimi a eventuali corsi di riqualificazione professionale. (Sì, dobbiamo firmarla. Non basta compilarla online dopo essere entrati in un sito sicuro con password e tutto).
Tutto legale, ma come mi riqualificano? Restituendo all’agricoltura le mie braccia rubate?
ATM e il tram di Natale
Innanzitutto un aggiornamento sui miei tentativi di passare all’ATM Point per farmi cambiare la tessere RicaricaMI. Venerdì mattina, essendoché c’era sciopero dei Cobas e la metro era, a differenza di altre volte, chiusa, stranamente non c’era praticamente coda, non c’era l’omino deputato a dare i numerelli (forse era in sciopero?) e sono riuscito a ottenere il cambio della tessera. L’impiegato allo sportello, a dire il vero, mi ha detto che per loro quel carnet era stato regolarmente usato; quando ho replicato “e allora perché non lo si vede inserendo la tessera nella distributrice di biglietti?” se n’è tornato nel backoffice e dopo qualche minuto mi ha consegnato tessera e ricevuta. Ma questa è una storia solo mia.
Quella che invece è una storia di tutti è il servizio di superficie. Un venerdì alle 17 ci si immagina di essere in un’ora di punta, il servizio ridotto è stato fatto a inizio settimana. Lo sciopero era terminato alle 12.45, e quindi immagino ormai il servizio fosse tornato normale. Eppure la palina dava il 12 con un’attesa di 13 minuti, il 16 di 20 minuti, e abbiamo aspettato venti minuti il 4 al capolinea prima che un tram si degnasse di arrivare. Può essere che Catania abbia sentito il foehn, pardon il favonio, e pensato di mettere l’orario estivo? Ah, no. Non può essere così. In piazza Cordusio stava girando un tram tutto con le lucine bianche natalizie e la scritta “il Comune di Milano augura buone feste”. Per loro fortuna, le maledizioni non riescono a far presa sulle parti elettriche.
gioco della domenica: CuberXtreme
Io sono sempre convinto che il migliore dei giochi Sokoban-like sia il capostipite. Però a quanto pare il progresso progredisce, e questo CuberXtreme presenta grafica in 3d e una serie di cubi con caratteristiche speciali, giusto per complicare ancora di più le cose. Si vede che sto invecchiando.
(via Passion for Puzzles)
Dio è un matematico (libro)
Ci sono cose il cui recondito significato ammetto mi sfugge. Com’è che il titolo originale di questo libro (Mario Livio, Dio è un matematico [Is God a mathematician?], Rizzoli 2009 [2009], pag. 397, € 20, ISBN 978-88-17-00999-7, trad. Carlo Capararo e Andrea Zucchetti) è in forma di domanda, mentre nella traduzione italiana abbiamo un’affermazione chiara e tonda? Abbiamo forse più certezze o credenze? A parte questo dubbio esistenziale, il libro cerca di dare una risposta alla ormai classica domanda su come mai la matematica abbia “un’irragionevole efficacia” (sono parole del fisico Eugene Wigner) nel descrivere i fenomeni fisici: e peggio ancora, scoprire che tecniche matematiche studiate per conto proprio dopo vari anni (o secoli…) entrano prepotentemente in scena adattandosi a una nuova teoria. La prima parte, dove si parla dei grandi geni che hanno dato una vera svolta alla matematica del loro tempo, è molto ben trattata e davvero piacevole; l’ultimo capitolo, in cui si passa dalla storia alla filosofia matematica, mi pare molto più debole. Livio, a differenza della maggior parte dei matematici, non è un platonista. Detto in altri termini, non crede nell’esistenza dei concetti matematici astratti in una specie di iperuranio; o se preferite, luipensa che la matematica sia fondamentalmente inventata, e non scoperta. Come ogni concetto filosofico, è ben difficile riuscire a convincere qualcuno della bontà delle proprie idee: anche esempi come quello dei matematici indiani che non avevano il concetto di numero primo e di rapporto aureo portano piu che altro a una critica del concetto di nominalismo. Una cosa esiste anche se nessuno la vede o le dà un nome… Non garantisco infine sulla qualità della traduzione, visti almeno un paio di svarioni che non sarebbero affatto dovuti essere.