la PA pagherà a 60 giorni?

Secondo questo articolo della Stampa, che stranamente non ho visto ripreso in giro, c’è stato un accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva destinata a limitare i ritardi di pagamento delle fatture. Tranne che nel settore sanitario, dove il limite è portato a 120 giorni, le pubbliche amministrazioni europee dovranno emettere pagamento a 60 giorni, o altrimenti pagare un interesse legale dell’8% annuo. Per le trattative tra privati, i 60 giorni sono consigliati, «salvo accordi differenti tra le parti» (e sarà divertente…) Si direbbe una rivoluzione copernicana: ma…
Innanzitutto la direttiva non esiste ancora. Anche quando sarà pubblicata, sono concessi due anni prima che i vari parlamenti nazionali si adeguino, senza contare le solite procedure di infrazione che noi italiani conosceremmo molto bene se solo qualcuno ce le ricordasse. Poi c’è un simpatico problema che non sembra sia stato recepito da nessuno. Se è vero che il debito della PA italiana è tra i 30 e i 60 miliardi, diciamo 45, e possiamo supporre che adesso i pagamenti siano a 180 giorni (se non è vero, qualcuno commenti), significa che spostiamo all’indietro pagamenti intorno ai 15 miliardi di euro, quasi un punto di PIL. Belle cose per chi quei soldi li aspetta, ma cosa diciamo agli inflessibili custodi di Maastricht? Che sforiamo sì, ma solo perché stiamo diventando buonini? Mi sa che anche questo finirà in una bolla di sapone.

Vi preghiamo di selezionare la sua banca per ricevere dei soldi

Bisogna dire che i phisher stanno diventando sempre più creativi, anche se hanno sempre dei grossi problemi con la lingua italiana (ma chi non ne ha?)
L’ultimo messaggio che mi è arrivato mi manda a un sito dove devo rispondere ad alcune domande per un sondaggio per conto della Coca-Cola; finito il sondaggio casco su una pagina (http://agrogarden.hu/include/coke_italia/coke_italia/refundportal.htm, ma non so quanto reggerà) dove appunto mi si prega di selezionare la mia banca. Chissà se qualcuno userà il codice utente pippo, password pippo, per entrare nel BCC…
Ah, oltre alla frase del titolo vi segnalo che “Ogni persona che prende il sondaggio vincerà 150 euro”. Mica male, no?
Da questo punto di vista, bisogna dire che l’altro phisher (immagino russo, visto che le lettere accentate mi si visualizzano come caratteri cirillici) che mi scrive

Questo messaggio и stato inviato da eBay .
Il tuo nome non и stato indicato in modo da garantire l’autenticitа del messaggio.

fa tanto ricordare i virus elboniani…

Ridondanza delle forze dell’ordine

Ieri nel tardo pomeriggio, mentre pedalavo per tornare a casa, attraversando via Zuretti ho visto una camionetta della polizia e una dei carabinieri. Facendo un po’ di mente locale ho immaginato che il tutto avesse a che fare con il presidio in ricordo di Abba, che era stato ammazzato giusto da quelle parti; e in effetti dando rapidamente un’occhiata al marciapiede davanti al bar teatro del fatto ho visto una trentina scarsa di persone, molte più della media.
Per la cronaca, il bar è a 150 metri dall’incrocio e quindi dalle forze dell’ordine, il che significa che se mai fosse capitato qualcosa avrebbero dovuto stabilire qualche record di velocità: ma diciamo che hanno fatto così perché volevano essere discreti. Quello che non mi torna è perché ci fossero polizia e carabinieri. Non bastava un solo corpo? Avevano bisogno di testimoniare a vicenda che cosa avevano fatto?

Perché “matematico” folle?

Otto mi segnala questo articolo della Stampa, che inizia con il paragrafo «Un matematico folle è in fuga nelle campagne svizzere armato di un fucile, e 300 agenti delle truppe speciali gli sono alle calcagna dalla metà della scorsa settimana», evidentemente riprendendo il “mathématicien fou” (alto due metri…) con cui si apre l’articolo di Le Monde.
Ho fatto un’ammetto rapida ricerca sul nome Peter-Hans Kneubühl (ma lo sapete che gli hanno persino dedicato una pagina Facebook?) e ho scoperto che nessun sito in lingua tedesca – ammesso che quello che parlano nella Svizzera tedesca sia effettivamente tedesco – racconta del suo passato; sono stati i francofoni che hanno scoperto che il tipo si era laureato all’Ecole polytéchnique fédérale de Zurich ed è un ingegnere matematico. Però né a Le Monde né a La Stampa è venuto in mente di scrivere “Un ingegnere folle è in fuga”, ecc. ecc.; sia mai che qualcuno possa pensare che un ingegnere sia capace di chissà quali malefatte. Poi si parla di pregiudizi :-(

Carnevale della Matematica #29 – GOTO Rudi Matematici

Stamattina (all’ora ufficiale 09:29, nel caso non ve ne siate accorti) i Rudi Matematici hanno presentato l’edizione numero 29 del Carnevale della Matematica. Annuncio semplicemente la new entry Mariano Tomatis, ricordo che Popinga ospiterà la numero 30, e che sono aperti i posti per avere la gioia di tenere da voi un’edizione del Carnevale (per scrivere un post per il Carnevale c’è sempre tempo!)

Math Jokes 4 Mathy Folks (libro)

[copertina] Le barzellette sui matematici (da soli o in compagnia di altre categorie) sono tante, anche se chi non è del campo magari non le conosce. Tanto per dire, anch’io nel mio blog ne ho raccolte alcune. C’è però chi è arrivato a un livello superiore: G. Patrick Vennebush ha preparato un intero libro (Patrick Vennebush, Math Jokes 4 Mathy Folks, Robert Reed Publishers 2010, pag. 117, $11.95, ISBN 9781934759486 ) trascrivendo queste battute e barzellette. Devo subito avvisare il possibile lettore: non solo bisogna avere una conoscenza di matematica, ma bisogna sapere l’inglese molto bene perché parecchie delle battute sono delle freddure che si basano sulla pronuncia delle parole. (Non sempre: la battuta che apre il libro è “- Cosa dice lo 0 all’8? – Che bella cintura che hai!” Il caso classico è quello di π che si pronuncia come “pie”, torta, ma ce ne sono molti altri. Probabilmente è meglio centellinarsi la lettura, anche perché il troppo stroppia… oppure, se preferite, iscrivetevi al suo blog e leggete cosa viene raccontato man mano :-)

stalker di casa nostra

Ieri mi è arrivato un commento (su un vecchio post in cui parlavo di me stesso come faccio di solito) che iniziava così: «Un po´di giorni fa ho scritto al blog di quella serpe schifosa, che di certo e’ il figlio di puttana e, parrebbe, certamente, anche pedofilo *** […] »; vi lascio immaginare il prosieguo.
Posso anche scrivere nome e cognome della sedicente mittente del messaggio (Antonella Rebuffini), perché tanto Google non ritorna nessun risultato a suo nome, e quindi immagino sia un nome fasullo; sicuramente l’indirizzo email che ha messo non esiste.
Ora io non so chi sia ***, e anche se lo sapessi e convenissi con il giudizio della sedicente signora o signorina Rebuffini non mi sognerei mai di scriverlo, nemmeno anonimamente; facendo una ricerca sul suo nome-e-cognome bisogna però dire che la maggior parte dei primi risultati che appaiono sono insulti nei suoi confronti, il che significa che forse a qualcosa tutto questo stalking serve (dal punto di vista di chi lo stalking lo fa, intendo). Però non mi pare comunque così bello andarsi a intrufolare in casa altrui per scrivere queste cose. A voi piacerebbe che qualcuno arrivasse a casa vostra e cominciasse a imbrattarla con scritte varie contro Berlusconi?