Si sente subito che questo relativamente vecchio testo sulla casualità, dal titolo che sicuramente rende meglio in italiano che nell’originale (David Ruelle, Caso e caos [Hasard et chaos], Bollati-Boringhieri “Saggi scientifici” 1992 [1986], pag. 192, € 21, ISBN 9788833906836, trad. Libero Sosio) è stato scritto da un fisico. Lo stile è indubbiamente diverso da quanto avrebbe fatto un matematico, e credo che il lettore curioso lo troverà sicuramente accettabile, ancora di più al giorno d’oggi: avere capitoli brevissimi, di poche pagine ciascuno, aiuta la lettura. L’approccio alla matematica del caos è a mio parere reso molto bene, partendo dal caso e mostrando come caso e caos non sono affatto la stessa cosa. Ho trovato molto interessante la parte centrale, dove il concetto di entropia è spiegato in maniera diversa dal solito e soprattutto viene fatto un parallelo molto interessante tra la visione classica e quella quantistica; non ho capito perché anche Ruelle – ma dev’essere una mania dei fisici – decida poi di fare metafisica nelle ultime pagine del libro, che si possono tranquillamente trascurare. Nulla da eccepire sulla traduzione: ma com’è che Libero Sosio ha anche tradotto dal francese, e non solo dall’inglese?
quizzino letterario
Oggi è il 20 settembre, anniversario della breccia di Porta Pia (quest’anno ci sono persino le autorità vaticane durante la commemorazione… non c’è più religione. Chissà se c’è ancora la messa riparatrice che veniva detta ogni anno).
Ma c’è un libro il cui inizio è posto proprio il 20 settembre. Chi si ricorda qual è?
gioco della domenica: Finders Seekers
Io sono vecchio, ricordo ancora con gioia gli adventure solo testo della Infocom, e comunque non riuscivo a risolvere nemmeno quelle. Comunque se qualcuno apprezza il tema, Smart Kit presenta questo Finders Seekers, avventura grafica che richiede di scoprire cosa è successo a nostro zio, scomparso improvvisamente in Africa a differenza di Walter Veltroni che alla fine in Africa non ci è proprio andato…
Servizi di emergenza
Occhei, è da tre ore e mezzo che siamo senz’acqua in casa, presubimilmente causa esondazione Seveso. Non capisco bene come possa succedere, ma fa lo stesso. Quello che è certo è che ho provato più volte a chiamare il numero del servizio idrico milanese: arriva la voce registrata che mi fa sapere che la mia chiamata verrà registrata “per sicurezza” (non si sa bene di chi o di che cosa), il messaggio prosegue dicendo che gli operatori sono tutti occupati, e la linea viene immediatamente buttata giù.
Bella forza, direte voi, sono tutti a telefonare! Certo, e il punto è proprio quello. Possibile che non sia venuto in mente a nessuno di modificare il messaggio registrato dando subito le informazioni sui tempi presunti di riattivazione del servizio idrico? Troppo complicato?
(P.S: che Metropolitana Milanese, che gestisce il servizio idrico milanese non si sa per quale logica, «ha garantito tutti i servizi di emergenza» mi fa tanto piacere. Quando poi sento che «sta predisponendo un piano studi per evitare questi continui problemi nella zona Nord del capoluogo lombardo», mi vien voglia di rotolarmi dalle risa…
50 grandi idee di matematica (libro)
<!–[se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va' su Galileo!]–> Ci sono molte collane divulgative, e anche per quanto riguarda la matematica la Very Short Introduction di Timothy Gowers è insuperabile. Però ogni collana ha un pubblico di riferimento, e secondo me queste “50 grandi idee” sono più adatte al grande pubblico. I temi, in questo caso (Tony Crilly, 50 grandi idee di matematica [50 mathematical ideas you really need to know], Edizioni Dedalo 2009 [2007], pag. 208, € 16, ISBN 978-88-220-6809-5, trad. Laura Bussotti) quelli matematici, sono infatti trattati in pillole, quattro pagine cadauno; la trattazione è naturalmente di base, ma arriva anche a temi non banali tipo l’ultimo teorema di Fermat e l’ipotesi di Riemann (con un erroraccio non so se nel testo originale o nella traduzione, che comunque è scorrevole). Molto bella l’idea della linea temporale in fondo nelle prime due pagine, che dà un’idea di quando e come i concetti si sono sviluppati; meno indovinate a mio parere le frasi chiave che terminano i capitoletti, frasi che a volte mi sembravano piuttosto stupide. Ma a parte questa pecca il libro è assolutamente consigliabile se avete sempre avuto paura che la matematica sia troppo complicata e avete il coraggio di provare a cambiare idea.
TARSU
Quando ci è arrivato il modulo della TARSU, non ci siamo preoccupati più di tanto. Poi ci ho dato un’occhiata, e ho scoperto che la tassa era dovuta per la casa vecchia, e non per la nuova. Naturalmente avevo fatto il fax di cessazione e nuova accatastazione; e d’altra parte i bollettini sono stati spediti alla casa nuova, mica alla vecchia.
Ho provato a scrivere all’email di Equitalia Esatri, che sono quelli che si cuccano i soldi: dopo soli otto giorni mi hanno comunicato che loro cuccano solo i soldi, e non entrano nel merito. Ho provato ad andare nel sito del comune di Milano; a parte che la procedura di autenticazione se non chiede la taglia delle proprie mutande ci va molto vicino, non ho trovato nulla. Ho provato a chiamare il call center unico 020202; in quattro minuti ho ricevuto un numero di pratica e mi è stato detto che la risposta arriverà entro venti giorni. Questo significa in pratica che Anna o il sottoscritto dovremo andare a fare una coda non meglio identificabile negli uffici sotto il Duomo per capire qualcosa.
Poi il comune piange miseria.
ristrutturazione onirica
Stanotte, nei rari momenti in cui i giovini mi hanno permesso di dormire, a un certo punto ho sognato che Enrico Fermi veniva intervistato da un qualche giornale: non in qualità di fisico, ma di tuttologo at large, come è d’uso da noi.
Non mi preoccupa più di tanto il fatto che nel sogno non mi ricordassi che Fermi è morto da più di mezzo secolo; in fin dei conti i sogni sono fatti apposta per evitare queste pinzallacchere. Quello che mi preoccupa è che nel sogno ho modificato la data di nascita di Fermi, portandola dal 1901 al 1916, perché in questo modo potevo tranquillamente accettare che un ultranovantenne venisse intervistato. Il mio inconscio è un rompipalle quasi quanto la mia parte conscia.
la PA pagherà a 60 giorni?
Secondo questo articolo della Stampa, che stranamente non ho visto ripreso in giro, c’è stato un accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva destinata a limitare i ritardi di pagamento delle fatture. Tranne che nel settore sanitario, dove il limite è portato a 120 giorni, le pubbliche amministrazioni europee dovranno emettere pagamento a 60 giorni, o altrimenti pagare un interesse legale dell’8% annuo. Per le trattative tra privati, i 60 giorni sono consigliati, «salvo accordi differenti tra le parti» (e sarà divertente…) Si direbbe una rivoluzione copernicana: ma…
Innanzitutto la direttiva non esiste ancora. Anche quando sarà pubblicata, sono concessi due anni prima che i vari parlamenti nazionali si adeguino, senza contare le solite procedure di infrazione che noi italiani conosceremmo molto bene se solo qualcuno ce le ricordasse. Poi c’è un simpatico problema che non sembra sia stato recepito da nessuno. Se è vero che il debito della PA italiana è tra i 30 e i 60 miliardi, diciamo 45, e possiamo supporre che adesso i pagamenti siano a 180 giorni (se non è vero, qualcuno commenti), significa che spostiamo all’indietro pagamenti intorno ai 15 miliardi di euro, quasi un punto di PIL. Belle cose per chi quei soldi li aspetta, ma cosa diciamo agli inflessibili custodi di Maastricht? Che sforiamo sì, ma solo perché stiamo diventando buonini? Mi sa che anche questo finirà in una bolla di sapone.