Io continuo a chiedermi a quanta gente poi interessi tutta questa storia della casa di Montecarlo che fu di AN, adesso è abitata dal “cognato” di Fini e magari è anche sua via società offshore registrata nell’isola delle mozzarelle (o delle bufale?)
Se io fossi un (neo)fascista, probabilmente la cosa mi farebbe piuttosto incazzare, perché quella casa era stata donata per la causa e non per la famiglia. Ma visto che così non è, se la vedano con lui i sodali di Fini, che non sono quelli del PdL ma appunto i vecchi aennini che si devono essere piuttosto imbolsiti dopo la svolta di Fiuggi, visto che un bel pestaggio prima non se lo sarebbero certo fatto mancare. Io tanto il compagno Gianfranco non l’avrei comunque votato: qualunque sia la verità in questa faccenda il mio giudizio generale non cambia.
Detto tutto questo, mi piacerebbe sapere da qualcuno di quelli che stanno sbraitando contro il Presidente della Camera quale sarebbe la differenza con l’acquisto di Villa San Martino, a parte naturalmente il fatto che l’acquirente all’epoca era un semplice imprenditore.
gioco della domenica: Fragger Lost City
Seguito di Fragger (ne avevo parlato un paio di mesi fa), anche in Fragger Lost City dobbiamo ammazzare tutti i nemici – piuttosto immobili, a dire il vero: diciamo che sono delle semplici sagome bersaglio, così non sprechiamo sangue inutilmente – lanciando loro delle granate e scegliendo opportunamente angolo e potenza di fuoco. Sempre utile per riposarsi da una sessione di lavoro.
(via Passion for Puzzles)
_Professor Stewart’s Hoard of Mathematical Treasures_ (libro)
Dopo che nel 2008 il Cabinet del professor Stewart entrò prepotentemente nella Top Ten dei libri più venduti nel Regno Unito – si vede che lì la matematica ogni tanto riesce ad arrivare al grande pubblico – l’accademico britannico fa il bis con questo “tesoretto” (Ian Stewart, Professor Stewart’s Hoard of Mathematical Treasures, Profile Books 2009, pag. 339, Lst 12.99, ISBN 978-1-84668-292-6), sempre costruito mischiando fatti e fattoidi matematici senza troppo ordine, anche se a dire il vero alcuni di essi sono opportunamente posti uno a fianco dell’altro. Vi sembrerà strano, ma per una volta ho trovato il sequel meglio dell’originale! Da un lato Stewart non ha fortunatamente esagerato con i giochi di parole, dall’altro – avendo già sfruttato molte delle curiosità matematiche per così dire “comuni” – è stato costretto a pescare novità che spesso lo sono davvero, almeno per uno come me che pure di matematica ricreativa ne mastica parecchia. Per i non angolofoni non resta che sperare che Codice traduca anche questo volume, e lo affidi allo stesso traduttore :)
tablet aPad- MID
In un impeto di consumismo, ho provato a comprare un clone cinese di un tablet: questo aPad-MID, da LightInTheBox.
Iniziamo a dire le cose buone: mi è arrivato in una settimana, e l’ho pagato 130 euro comprese spese di spedizione. Per il resto? Beh, non mi interessava un iPad, quindi il fatto che il monitor fosse 7″ e non 9″ mi stava più che bene. Né mi importava l’assenza di una videocamera, e la risoluzione 800×480 non sarà il massimo, ma è sufficiente. Purtroppo non solo non c’è un accelerometro, ma non sono nemmeno riuscito a trovare un sistema per ruotare lo schermo a mano, e questo non è bello.
La connessione wi-fi richiede un router di una certa potenza, ma poi regge bene; la tastiera virtuale è qualcosa a cui non mi abituerò purtroppo mai, e il touchscreen (non capacitativo) mi pare lentuccio. Ammetto di non aver provato siti flash; gmail si vede benino, e nal Market Android ho trovato come lettore ebook Aldiko, che – una volta che si mettono per bene le impostazioni avanzate – mi pare davvero buono. Ah, la versione di Android è la 1.6, e non sembra sia possibile fare un upgrade alla versione 2. I video si vedono – o almeno io li ho visti – nelle versioni ridotte per telefonino; l’audio è decente. Non basatevi sul “manuale di istruzioni”, più o meno delle dimensioni di un paio scarsi di fogli A4 e scritto in Engrish.
Insomma, non un grande risultato; aggiungiamo poi che adesso con dieci euro in più avrei potuto prendere questo modello in offerta… ma si sa che la sfiga in questi casi è sempre in agguato.
vai avanti tu
Domani i tre candidati alle primarie milanesi del centrosinistra faranno un confronto faccia a faccia. Allo Zelig.
TARSU 2
Ricordate il mio problema con la TARSU? Bene, ieri sono stato contattato da un impiegato, che mi ha chiesto i dati della pratica per verificare se era arrivata, «perché in passato il fax dava ok anche se era finito l’inchiostro, e quindi non si poteva leggere la denuncia». Per fortuna adesso «i fax vengono salvati su hard disk», quindi non ci sono problemi. Facendola breve, la pratica era regolamente arrivata, è stata regolarmente protocollata, e prima o poi verrà regolarmente gestita; per il momento non devo pagare per la vecchia casa, e mi arriverà una notifica di storno.
Apprezzabile la velocità con cui sono stato contattato, e le spiegazioni dell’impiegato; però il pensiero di come funzionano queste banche dati mi fa rabbrividire ancora adesso.
frecciarossaspuntata
È passata poco più di una settimana dallo strombazzato lancio del collegamento col Frecciarossa (due coppie di corse al giorno, mica peperoni padani!) tra la stazione Centrale di Milano e l’aeroporto di Malpensa. Stranamente nessuno ha fatto caso che il collegamento ci mette la bellezza di quarantadue minuti per compiere il percorso. Google Maps mi dice che in auto ci si metterebbero 46 minuti: immagino che i tempi siano molto ottimistici, almeno in alcune fasce orarie, ma in fin dei conti ci sono cinquanta chilometri di distanza. A che serve – a parte che per far pagare uno sproposito – mettere un treno ad alta velocità e poi farlo andare come un accelerato?
Offrite al Corsera un GPS!
Il Corriere della Sera è un giornale con sede a Milano. Oggi il dorso milanese, tra gli articoli sull’esondazione del Seveso e il caos che ne sta seguendo, ha aggiunto una foto con didascalia “Migliaia di automobilisti sono rimasti intrappolati, ieri, in viale Fulvio Testi e viale Zara”.
Bene: la foto mostra l’incrocio tra viale Lunigiana e via Melchiorre Gioia: distanza da viale Zara 1,1 km, distanza dalla sede del giornale in via Solferino 2,3 km. Mi sfugge la logica di fare una foto in un punto che non c’entra un tubo con quanto aggiunto in didascalia, e non riesco a capire come sia possibile che nessuno se ne sia accorto (o peggio, che se ne siano accorti e abbiano lasciato perdere).