gioco della domenica: Tetris Labs

No, non è un Tetris, o qualcosa di simile. In Tetris Labs, di Tetris ci sono solo i pezzi che cascano e che servono all’omino (in stile Commodore o Atari…) come ausilii per andare a raggiungere il fiorellino che è il punto di arrivo in ogni schema. Nulla di trascendentale, ma l’idea di mischiare due cose completamente diverse è carina.
(via Passion for Puzzles)

_Giovanni Keplero aveva un gatto nero_ (libro)

[copertina]L’autore del libro (Marco Fulvio Barozzi (Popinga), Giovanni Keplero aveva un gatto nero – Matematica e fisica in versi , Scienza Express “narrazioni”, pag. 132, € 9, ISBN 978-88-96973-02-8) in quarta di copertina si definisce così: “Popinga insegna davanti a una platea disattenza quando non intimamente ostile e si consola con la letteratura”. Conoscendolo, mi sa che anche la prima parte della frase sia vera. In questa sua raccolta di poesie matematiche e fisiche – ma forse “poesia” è un termine riduttivo: nelle prime pagine si spiega quali tipi di versi ha usato, dai limerick alle incarrighiane, dagli haiku ai maltusiani ai fib – Popinga mette la scienza in una posizione buffa: il significato di quello che scrive è indubbiamente vero, ma il significante spiazza il lettore. O magari a volte è il significante a dare la forma più importante, come in questo esempio che riporto più giù in interezza perché mi è piaciuto davvero: se il tutto non fosse chiaro, andate a cercare che cos’è la contrazione di Lorentz, e poi rileggete il limerick (ricordandovi che le rime dovrebbero essere AABBA)

I limerick relativistici hanno la distinzione
di essere affetti da una contrazione,
che di Lorentz è detta:
non è barzelletta,
né finz.

Se devo fare un appunto alla vena poetica del nostro, sperando lui non sia come il personaggio simenoniano da cui prende il nome d’arte, è che i suoi maltusiani non hanno il ritmo che mi aspetterei da loro: anche l’orecchio vuole la sua parte. Detto ciò, correte a ripassare la vostra fisica e matematica!

sempre gialli sono

[Giappone o Cina?]Licia mi segnala la foto che ieri campeggiava in prima pagina del Corsera online, come accompagnamento della notizia sul nuovo terremoto in Giappone. L’analisi che fa Licia è semplice: da un lato la vegetazione sembra un po’ troppo in stato avanzato di fioritura per essere all’inizio d’aprile, ma soprattutto sembra incredibile che in una nazione come il Giappone ci sia gente che vada in moto senza casco… e inoltre – ma qui lascio giudicare alla parte femminile dei miei ventun lettori – «una giapponese non si metterebbe mai quell’orrenda giacchetta bianca e rossa ;-)»
Visto che già in passato il Corriere è scivolato sulle foto (e non parliamo nemmeno di copyright…) il dubbio è se non lecito almeno comprensibile, anche se a onor del vero tineye non mi ha dato risultati.

matematica nei fumetti

Oggi tra le strisce che guardo regolarmente ci sono ben tre vignette matematiche: eccole qua.
Abstruse Goose disegna una citazione di Paul Halmos: per studiare matematica non basta leggerla, ma bisogna combatterla. Questo probabilmente vale per ogni materia, tranne al più le poesie da imparare a memoria – lì il combattimento è di un altro tipo – ma per la matematica probabilmente è ancora più vero, visto che un Vero Matematico non impara nulla a memoria ma si ricostruisce una sua mappa mentale per trattare gli argomenti (credo).
Saturday Morning Breakfast Central mostra i diversi approcci di una studentessa e di una navigata professoressa alla domanda “è possibile esprimere π come una frazione?” La studentessa, avendo appunto studiato a pappagallo, risponde subito di no: non è possibile, perché Lambert dimostrò 250 anni fa che π è un numero irrazionale. La professoressa non si scompone affatto, e risponde “π/1”. Dove stava scritto che la frazione doveva avere numeratore e denominatore interi? Già in generale bisogna sempre stare attenti a quanto viene detto e non detto, ma in matematica la cosa è ancor più necessaria.
Infine esco un po’ dal seminato con questa vignetta del sommo Makkox, titolo “il negro di Schrödinger”. Negro è una licenza artistica, visto che si parla dei tunisini non voluti da nessuno; e anche la matematica (o più precisamente la fisica) è solamente una scusa per parlare di cose molto più serie. Però è interessante notare come appunto la si possa usare per questo scopo, cosa che molti avrebbero sicuramente pensato impossibile!

Manifestando

Stamattina, mentre io e il bipasseggino arrancavamo col solito ritardo in via Murat andando verso il nido, sono passato davanti alle strutture temporanee appositamente preparate per appiccicarci su i manifesti elettorali. Come probabilmente sapete, tali strutture sono rigidamente divise per partiti e fiancheggiatori (e già qua vorrei sapere chi è che ha scelto tale nome). Bene, c’erano quattro persone con manifesti e colla, che stavano probabilmente rimirando il lavoro fatto: su tutti gli spazi erano stati affissi manifesti della Lega Nord (quelli standard con Alberto da Giussano, in piccolo sul suo scudo il leone della Serenissima, e probabilmente il cognome di Bossi – ammetto di non aver fatto un’analisi molto attenta e quindi non giurerei su quest’ultimo particolare. Per onor di cronaca, in quel punto il marciapiede è parecchio stretto, e gli attacchini si sono spostati non appena mi hanno visto, senza che io dovessi come mio solito urlare “permesso!” con voce nient’affatto piacente.
L’unica cosa positiva che vedo è che nessuno aveva ancora appiccicato manifesti (c’erano i resti di quelli dell’anno scorso, casualmente anch’essi della Lega Nord). Per il resto, non mi aspetto nemmeno una sanzione pecuniaria; quando mai sono riusciti a farne una, per un qualsivoglia partito o movimento?
Aggiornamento: (7 aprile) i manifesti – ho controllato stamattina – dicono “Con il federalismo Milano capitale”. Il nome dell’Umberto è nel simbolo del partito, per la cronaca… e formalmente non ci sono ancora i numerelli per gli spazi, quindi è un po’ difficile dire che hanno preso gli spazi altrui.

103 curiosità matematiche (libro)

[copertina] La coppia di ingegneri Balzarotti-Lava ormai ci ha preso gusto a scrivere libri per Hoepli a proposito di numeri, formule e affini. Dopo averci raccontato delle successioni di numeri interi stavolta (Giorgio Balzarotti e Paolo P. Lava, 103 curiosità matematiche, Hoepli 2010, pag. 389, € 27, ISBN 978-88-203-4556-3) il duo presenta un certo numero di “curiosità matematiche”, come del resto dice il titolo stesso. A dire il vero non sono 103 ma qualcuna di più; il capitolo 102 è infatti diviso in più parti, per non oltrepassare il numero fatidico. Fatidico e non magico; secondo gli autori il 103 è stato scelto per caso all’inizio della stesura del testo. Solo che poi avevano preparato una svalangata tale di proprietà del numero, con cose di cui non mi sognavo neppure l’esistenza, che avranno pensato fosse uno spreco lasciarle perdere. Il libro è molto disuguale: sono raccontate proprietà essenzialmente numeriche e alla portata di tutti, nel senso che non ci sono grosse dimostrazioni da fare ma solo ricerche al calcolatore, ma ci sono anche proprietà analitiche che confesso di aver saltato a piè pari, anche perché non sempre la prosa degli autori è poi così scorrevole, e certi temi diventavano piuttosto ostici… il che non è bello, in un libro che si dovrebbe leggere per divertimento (non mettetevi a ridere). Ultima nota di demerito per i diversi refusi, un po’ troppo per un libro che in fin dei conti costa 27 euro. In definitiva, simpatico ma non da fare salti di gioia.

suggerimenti per la campagna elettorale

Siamo in campagna elettorale, e i manifesti seipertré punteggiano la città, con testi anche aritmeticamente improbabili, come quello che promette 61000 posti l’anno in più grazie ad Expo (e quindi, visto che di anni ce ne sono cinque prima di arrivarci, più di 300000 posti in tutto nel 2015: adesso capisco perché continuino a costruire case e uffici…)
Ma una campagna elettorale dovrebbe essere anche fatta da piccole cose: eccone una. Sabato scorso Anna e io abbiamo portato i bimbi al giardino Wanda Osiris (non lo sapevate? a Milano non ci sono più nuove vie da battezzare, e quindi si è cominciato a dare i nomi a un qualunque giardinetto di almeno 100 mq o giù di lì) Nel giardino c’è un’area giochi bimbi, dove hanno anche riparato l’altalena che quest’inverno era stata scassata. L’area sarebbe chiusa con una recinzione in legno, il che è utile per evitare che il bimbo scappi per la tangente. Peccato che una porta fosse spalancata, e nessuno cercasse di chiuderla. Ci sono andato io e ho scoperto che era stata scassata da qualche imbecille, e quindi il chiavistello non riusciva più a chiudere. A dire il vero anche una seconda porta era stata scassata, ma almeno lì il tutto reggeva ancora, anche se a malapena.
Ora non so quanto costi riparare quei cancelletti, ma non credo sia tutta quella spesa. Più difficile sperare che qualcuno degli appositi uffici comunali si accorga della cosa e provveda alla riparazione: vorrebbe dire che effettivamente c’è chi pensa alla città, almeno una volta ogni cinque anni. Vedremo…