lavori di casa

Chi mi conosce sa la mia abilità nel fare i lavoretti di casa. Vi lascio immaginare la mia gioia quando stasera Anna mi ha detto “ah, Cecilia grande [la tata/colf, non la figlia] mentre puliva i vetri della cucina ha fatto qualcosa di strano, dovresti vedere come rimettere a posto i fili della tenda a pacchetto”.
Io odio le tende a pacchetto. Non ho mai capito come funzionino.
Ad ogni modo, dopo aver messo a nanna la gioventù sono andato a vedere la situazione: fortunatamente la tenda sull’altro mezzo vetro era rimasta indenne e quindi avevo uno specimen da controllare. Mi gratto un po’ la testa e capisco perché non funzionava: nella miglior tradizione “facciamo finta di nulla” i fili sono stati messi su in modo casuale. Occhei, li tolgo e li rimetto giusti: o almeno quello è il concetto di base. Peccato che questi fili siano ormai vecchiotti e morbidi, e non passino attraverso i buchi che naturalmente sono a due metri e venti di altezza e in orizzontale.
E qual è il problema, penso? Prendo un ago da lana, ci infilo il filo e lo faccio passare. Peccato che l’ago più grande che ho trovato aveva l’asola troppo piccola. A questo punto sono andato a cercare dello scotch, ho attaccato il filo all’ago con lo scotch e con tanta pazienza (e tantissimi smadonnamenti) ho rimesso tutto in sesto. Diciamo che se anche solo metà degli smadonnamenti è andata a buon fine la tata non la vedremo per un bel po’.

Quizzino della domenica: dadi

Un grosso dado è posato su un tavolo. Cesare vede tre facce: quella in alto e due laterali. Anche Calpurnia, davanti a Cesare, vede tre facce: le due laterali che Cesare non vede e quella in alto. La somma dei tre numeri visti da Cesare è 14, quella dei numeri visti da Calpurnia è 10. Qual è il numero sulla faccia nascosta del dado?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/mate/problemi/p039.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

_Aquiliade_ (libro)

[copertina] Come è possibile che all’inizio del IX secolo ab urbe condita – insomma, alla fine del primo secolo dopo Cristo – un generale romano e suo figlio stiano andando a vedere qualche crocifissione su una biga a vapore? Spiegarlo qui rovinerebbe la sorpresa, quindi vi lascio al libro (Somtow Sucharitkul, Aquiliade, Urania 1021 (1986), pag. 224, trad. Olivia Crosio) scritto da un ancora più improbabile autore tailandese. Vi basti sapere che Roma ha sfruttato le invenzioni di Epaminondas per attraversare l’Atlantico e conquistare (si fa per dire) alcune province indiane. Aquila, capo della tribù dei Lacotii, è stato nominato senatore e fa la sua bella figura con la toga e il cappello piumato, soprattutto quando il Watson… ehm, il protagonista, il generale Titus Papinianus (Papinianus è il secondo nome di Sucharitkul per la cronaca) è costretto a diventare governatore della Lacotia e cercare la Cina.
La prima parte di questa ucronia è probabilmente la più divertente, e anche l’ultima più direttamente fantascientifica non è male; la parte mediana è invece un po’ troppo esagerata, visto che cerca di mettere insieme troppe cose senza limitarsi a far vedere il conflitto tra le usanze romane e quelle indiane. Carini alcuni riferimenti romani: i libri di scienza fantastica, Asimovius e le Fondationes li riconoscerete tutti, ma forse avrete qualche problema a capire chi è P. Josephus Agricola… che pure è un esperto di questo tipo di storie.

Leoni o pecore

Io ci avevo anche pensato, ai foglietti autoadesivi da appiccicare sui parabrezza di chi parcheggia in modo altamente subottimale. Però questa qua mi pare più che altro una marchetta, di risultato pratico nullo (anzi, visto che il foglietto è plastificato, se tanto mi dà tanto aumenterà la spazzatura non biodegradabile per le strade). D’altra parte se uno fa il conto di quante pubblicità di automobili si vedono o si ascoltano non ci vuole molto a capire che la situazione non cambierà. Proprio non è possibile ottenere un attestato che permetta di fare multe previa prova fotografica da inviare al comando dei vigili urbani? Migliorerebbe anche il bilancio comunale…

troppe elle

tra i messaggi di spam di oggi c’era un phishing bancario dalla sintassi generalmente corretta, anche se la semantica lascia abbastanza a desiderare e magari %USERNAME% non è proprio un nome di utente:
testo procura per avvocato Costa
Gentile Cliente,
grazie per esserti registrato su http://bancadellladriatico.com/agenzia/roma/index.php
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Puoi accedere ai servizi di vodafone.it tramite login con la tua Username %USERNAME% e la password scelta in fase di registrazione.
Hai dimenticato la tua password? Richiedila direttamente online.
http://bancadellladriatico.com/agenzia/roma/index.php
Cordiali saluti.
Servizio Clienti Vodafone

(il mittente è un improbabile info@legnocamuna.com)
Ci ho messo qualche istante prima di capire che il link non era a http://bancadelladriatico.com/ :-)

Carnevale della Matematica #50: GOTO Crescere Creativamente

Mica ci sono solo gli Europei di calcio! Oggi è il 14 del mese, e quindi abbiamo il Carnevale della Matematica, ospitato questa volta da Rosalba, e impreziosito dai disegni dei “suoi” bambini.
Già che ci sono, ricordo che l’edizione numero 51 sarà chez Popinga, e avrà due temi, per celebrare le Olimpiadi londinesi e la festa nazionale francese che capita proprio il 14 luglio: a) La matematica dello sport, b) La matematica in Francia da François Viéte a Cedric Villani.

Bici in itinere

Leggo sul Post questa lettera e scopro il sito Bici in itinere. Il latinorum è necessario, perché si parla proprio di un tipo di infortunio “sul lavoro”. Dovete sapere che secondo varie sentenze della Cassazione chi lavora ha una copertura assicurativa particolare non solo per gli infortuni sul lavoro, ma anche nel caso di infortuni sul tragitto casa-ufficio – “in itinere” significa “durante il percorso”; questo naturalmente se si sta prendendo la strada normale e non si fanno chissà quali deviazioni. Questo vale se si va a piedi o si usano i mezzi pubblici: se uno va in automobile sono problemi suoi, a meno che non ci siano mezzi pubblici a disposizione.
Peccato che la bicicletta sia un mezzo privato, e quindi se subissi un incidente mentre vado in ufficio non ci sarebbe la copertura di incidente sul lavoro. Peggio ancora: come si legge qui (a parte il refuso :-) ) l’interpretazione attuale è che la copertura varrebbe se sto percorrendo una pista ciclabile: insomma, una presa per i fondelli doppia. La colpa non è dell’INAIL, come la FIAB spiega nel post succitato; la legge è quella, ci possono essere interpretazioni estensive ma non ci si può estendere più di tanto. Bisognerebbe cambiare la legge, equiparando l’uso della bicicletta al camminare: sarà possibile?
(p.s.: paradossalmente usare BikeMi è dunque permesso?)

Sostituite

A Roma hanno inaugurato la diramazione B1 della metropolitana, costringendo il sindaco a farsi una notte in piedi per poter arrivare alle 5:30 a tagliare il nastro.
Come (giustamente) capita in questi casi, la rete dei trasporti urbani viene modificata per sfruttare meglio la metropolitana: nulla di strano. Si spostano linee di bus, se ne creano magari di nuove e se ne sopprimono altre che sono diventate inutili o doppioni.
Però all’ATAC la parola “sopprimere” deve sembrare inutilmente cattiva, e “soppressa” è qualcosa che si mangia: così nella loro mappa si parla di linee “sostituite”. Sostituite col nulla, ovviamente, visto che non è specificato cosa usare al loro posto…