Ci sono troppe cose da fare perché io riesca ad appassionarmi della querelle tra Il Fatto Quotidiano e il Presidente della Repubblica, quindi non sono andato a sfrucugliare fino in fondo. Però mi sembra che ci sia un problema di fondo.
Cominciamo dall’inizio: se le famigerate intercettazioni dove si sente la voce di Napolitano sono irrilevanti, queste dovrebbero non solo essere state distrutte ma non si sarebbe nemmeno dovuto sapere nulla della loro esistenza: questo sia se sono con Giorgio Napolitano che se sono con Maurizio Codogno oppure Silvio Berlusconi. Da questo punto di vista essere PresRep non deve contare nulla.
Ma passiamo al punto più generale: si può intercettare il Presidente della Repubblica? La Costituzione (articolo 90) scrive
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.
Credo concordino quasi tutti sul fatto che l’irresponsabilità del PresRep è una norma a sua garanzia, perché non rimanga ostaggio di chissà chi. Spero molti concordino anche che se l’ex ministro Mancino telefoni a Napolitano lo stia facendo non (solo) perché Nappy è un suo amico di lunga data ma anche perché è il Presidente della Repubblica, quindi sta implicitamente esercitando le sue funzioni: ogni riferimento a presunte nipoti di ex capi di stato è casuale. Mi resta però un dubbio: intercettare (pur senza andare a giudizio, anche perché comunque non sarebbero i giudici palermitani a poterlo fare) è equiparabile ad accusare? Io così sui due piedi direi di no, ma non essendo giurista né costituzionalista non ci metterei la mano sul fuoco. Voi invece che ne pensate?