Mi è capitato di leggere l’intervista a Elena Cattaneo dopo gli insulti di Jake Gasparri ed Elwood Bondi ai senatori a vita che non si presentano mai. Lascio agli altri i confronti con altri assenteisti cronici e le dotte elucubrazioni sulla teoria dell’insultare l’avversario, e mi limito a leggere l’intervista: non tanto l’occhiello quanto il testo vero e proprio. L’onorevole Cattaneo afferma: «Ho partecipato a tutta la discussione. L’ho trovata molto interessante dal punto di vista politico, ma alla fine ho deciso di non votare. Credo che la scienza non c’entri con questo tipo di scelta. E considerata la natura della mia nomina ho ritenuto che il mio voto non dovesse essere espresso. Finora ho votato due volte: per la fiducia al governo Letta un mese fa e ieri notte (martedì, ndr) per l’approvazione della legge di stabilità. In quei due casi ho pensato che fosse importante partecipare perché era in gioco il futuro del governo e del paese.»
Ora, io non avrei avuto problemi se l’onorevole Cattaneo avesse affermato qualcosa come “per dare un voto informato sulla decadenza di Silvio Berlusconi avrei dovuto studiare tutta la documentazione al riguardo: sono cose che posso e voglio fare per argomenti che riguardano tutti i cittadini, ma non per un caso singolo”. Sarebbe stata una scelta onesta e fors’anche coraggiosa. Peccato non sia stato così; e peccato che se uno la mette giù così nemmeno la fiducia al governo e l’approvazione della legge si stabilità “c’entrino con la scienza” (a parte l’implicita illogicità di avere un senatore che intenda occuparsi solo di un singolo tema: per quelle cose basta e avanza usare i tecnici).
Con il suo comportamento, l’onorevole Cattaneo dà ragione a chi vuole eliminare l’istituto dei senatori a vita (si, lo so, in primis è la Lega che li vuole abolire: so what?). Se tu accetti di fare il senatore, ancorché a vita, accetti di operare come senatore, senza nasconderti dietro chissà quali scuse. Altrimenti lascia perdere. Oppure ci inventiamo il senatore onorario: niente stipendio, niente diritto di voto, ma solo lo status di senatore. La cosa è meno stupida di quanto possa sembrare, considerando che in fin dei conti i senatori a vita hanno dato lustro alla patria…
Decadenza
Sarà, ma questo voto odierno sulla decadenza di Silvio B. da senatore della Repubblica Italiana avremmo potuto risparmiarcelo. Avrei capito un voto sull’incostituzionalità della legge Severino, o almeno sulla sua non applicabilità a eventi retroattivi: non che a me appaia incostituzionale, ma non sono io quello che deve giudicare al riguardo.
Visto che *quel* voto non c’è stato, adesso non c’era nulla da votare: la legge è quella, l’aveva votata anche il Pdl (non per nulla fa schifo :-) ) e la decadenza sarebbe dovuta essere automatica. Invece no: ci siamo dovuti sorbire ancora una volta il teatrino.
Beh, io oggi ero a fare il check-up e poi me ne sono andato a fare la spesa, quindi il teatrino me lo sono schivato. Adesso però mi tocca leggere tutte le manifestazioni di giubilo (e i simmetrici pianti) e non mi passa davvero più… abbiate pietà!
ah, questi anonymous…
Nello scorso weekend Friendfeed è stato fondamentalmente giù. In realtà alcuni fortunati che usavano strane interfacce continuavano a usarlo, e io per esempio ricevevo su Google Talk i messaggi diretti a me (ma non potevo rispondere, perché quel sistema non funziona più da anni). Quando poi il tutto è ripartito, gli amichetti hanno scovato questo post, che mostrava come uno dei tanti sedicenti Anonymous si fosse vantato su Twitter di aver buttato giù “one of the biggest social networks” (hahaha!) contro la censura che esso opera. Nel post l’autore sembrava essere convinto che il sedicente Anonymous non avesse capito che la “censura” fosse semplicemente la sua incapacità di capire che la ricerca all’interno di Friendfeed non funziona da una vita; leggendo però questo thread si direbbe che p01yN0Nym0u5 abbia effettivamente visto cancellato il suo account precedente per spam. Cosa si può dedurre da tutto questo?
– esiste ancora qualcuno che ogni tanto dà un’occhiata alle segnalazioni di spam su Friendfeed, il che significa che a Facebook sanno che Friendfeed esiste.
– sapere che esiste ancora non significa che Friendfeed sia seguito specificatamente da qualcuno: per farlo ripartire si è dovuto trovare un amico-di-amico che sapesse quale bottone schiacciare.
– fare un attacco DDoS è alla portata di qualunque imbecille (e uno convinto che Friendfeed sia un grande social network *è* imbecille, oppure si è fumato roba non troppo buona)
Non so quale sia l’opzione più deprimente.
al passo!
Leggo sul sito della BBC che la RAF è stata condannata perché faceva fare passi troppo grandi alle reclute di sesso femminile durante le marce di esercitazione; alcune reclute hanno avuto danni alla colonna vertebrale e pelvici e hanno iniziato una battaglia legale contro il ministero della Difesa, battaglia che hanno vinto.
A me il tutto pare una emerita cazzata: non per la condanna in sé, quanto per l’ovvia discriminazione. È chiaro che se i cadetti uomini sono tutti dal metro e 80 abbondante in su una donna alta un metro e 65 non può fisicamente sopportare lo stesso allenamento. Ma allora perché dovrebbe farlo un uomo alto un metro e 65? E se mi dite che l’esercito non accetta uomini troppo bassi, mi dite perché dovrebbe accettare donne della stessa altezza? Solo perché sono donne?
Quizzino della domenica: Per la strada, andando a Camogli
Questo indovinello è antichissimo: tanto per dire, un problema simile appare addirittura nel Liber Abaci di Fibonacci. Dopo tutti questi secoli, sapreste risolverlo?
Per la strada, andando a Camogli,
incrociai un uomo con sette mogli.
Ogni moglie aveva sette sacche,
in ogni sacca sette gatte,
ogni gatta sette gattini.
Fra gatti, gatte, sacche e mogli,
in quanti andavano a Camogli?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p139.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.
_La voce del padrone_ (libro)
Lem è etichettato come scrittore di fantascienza. Non sono mai riuscito a capire bene il perché: per quello che mi riguarda è uno scrittore, punto. Ad ogni modo questo suo libro (Stanisław Lem, La voce del padrone [Głos pana], Bollati Boringhieri 2010 [1968], pag. 243, € 16, ISBN 978-88-339-2126-6, trad. Vera Verdiani) lo si può definire “fantascienza” solo se prendiamo l’ipotesi alla base, che l’umanità ha scoperto uno strano segnale dallo spazio contenuto in un fascio di neutrini, e mettiamo i paraocchi. In realtà il testo è molto più legato alla nostra cara vecchia Terra e agli uomini, con una vena negativa (Lem ce l’ha contro tutti, dai politici ai filosofi, dalla religione alla scienza, e all’umanità tutta) ben rappresentata dall’impossibilità di trovare alcun senso compiuto ma solo piccoli frammenti che forse sono, o forse no, parti del “messaggio” inviato da non si sa bene chi.
Sono due le cose che mi hanno stupito: che il libro non fosse stato tradotto in italiano se non nel 2010, e che sia così attuale anche oggi. La seconda cosa si spiega appunto con il fatto che non si parla di fantascienza in senso proprio: gli amici dei mostri e dei viaggi spaziali probabilmente non apprezzeranno questo libro. Per quanto riguarda la prima, forse il problema era la guerra fredda: uno scrittore del blocco dell’est (che naturalmente ha ambientato la storia negli USA, non credo che l’Unione Sovietica avrebbe apprezzato di fare una figura barbina…) faceva fatica a essere pubblicato in Occidente, nonostante il successo di Solaris.
Gli unici dubbi che ho sono sulla traduzione di Vera Verdiani, che usa un registro molto pesante (ma non posso sapere se sia Lem stesso che abbia scelto questo registro, e quindi la traduzione sia corretta non solo formalmente ma anche praticamente…) e su un paio di marchiani errori matematici che mostrano che le bozze non sono state rilette accuratamente; però consiglio caldamente la lettura anche a chi non è un fan della sf.
Segantini e copyright
Se siete tra i ventun lettori del mio blog probabilmente (correlazione, non causa-effetto) siete anche attenti ai temi su diritto d’autore e quanto collegato, quindi saprete che l’AGCOM (sì, il garante per le comunicazioni) sta quatta quatta cercando di emanare un regolamento che sostituirebbe l’attuale legge sul diritto d’autore (sì, un regolamento, non una legge) per quanto riguarda il diritto d’autore online.
Ho ora scoperto da Guido Scorza che la scorsa settimana il relatore speciale delle nazioni unite per la promozione e tutela della libertà di informazione, Frank La Rue, ha affermato che l’AGCOM deve mettere in pratica le leggi che il Parlamento italiano promulga, e non il viceversa. Apriti cielo! Il dinamico duo AGCOM-SIAE ha subito alzato gli scudi, e il Direttore Generale della Siae Gaetano Blandini, «chiede a decine di associazioni di categoria di scrivere alle più alte cariche dello Stato (con indirizzi allegati) per denunciare quanto sia singolare che ricevano questi personaggi che sembrano rappresentare piuttosto i grandi signori di internet e non ascoltino, invece, chi rappresenta la produzione artistica del Paese».
Ma questo l’ha già scritto Scorza, ed è inutile che io lo ripeta: piuttosto sono andato a leggere l’articolo sul Corsera di Edoardo Segantini riguardo alla cosa. Inviterei anche voi a leggere l’articolo prima di proseguire con i miei soliti vaneggiamenti.
Letto? Compreso? Avete trovato dati a supporto della prosa di Segantini? Se sì, per favore, passatemeli. Io non avevo molto tempo, e mi sono solo soffermato sulla frase «tale Frank La Rue, che ogni tanto appare nei cieli italiani» che cozza leggermente con «Frank La Rue […] for the first time in Italy on an official visit» che ho trovato qua, e che mi fa tanto pensare ad un argumentum ad hominem. Non ho poi ben capito la frase «Film, fiction, libri, giornali, musica, riviste e videogiochi sono una parte fondamentale della produzione artistica e creativa. Un pezzo di made in Italy che va difeso e promosso in Italia e all’estero»: il regolamento AGCOM verrà anche applicato negli stati canaglia come gli USA?
Mettiamola così: ci saranno i “grandi signori di Internet”, ma mi sa che qui da noi ci siano anche altri “grandi signori”. Vedendo questo post di Quintarelli di due anni e mezzo fa direi però che la risposta (almeno diretta) da Segantini non ce l’avremo. Peccato.
leoni
I due leoncini nati nello zoo di Gaza sono morti dopo due giorni. Secondo la BBC, il direttore dello zoo avrebbe affermato che il personale non aveva l’esperienza necessaria per seguirli, e che non hanno potuto ottenere i vaccini dall’Egitto a causa del blocco. (“The zoo’s manager said staff were inexperienced in caring for them and could not get vaccines from Egypt due to the blockade on the territory.”)
Già quando avevo saputo che i due leoni adulti erano stati portati a Gaza attraverso i tunnel (non troppo) segreti che collegano Gaza con l’Egitto il mio commento era stato un silenzioso WTF. Non sono uno di quelli che pensa che occorrerebbe importare solo le cose di prima utilità, ma non credo che avere due leoni fosse così importante per gli abitanti di Gaza, che tra l’altro dovrebbero anche sapere cosa significhi essere in gabbia. Adesso non posso fare altro che chiedermi un po’ di cose:
– che vaccini servirebbero nei primi due giorni di vita?
– non si erano accorti che la leonessa era incinta? Preparare il personale dello zoo era un’altra di quelle cose “non di prima priorità”?
– perché mai il valico di Rafah (che – ricordo – è tra Gaza e l’Egitto, non Israele) è come al solito bloccato?
Ma si sa che io sono un malpensante.