truffa o cattiva internazionalizzazione?


Mentre andavamo a caccia di un costume di carnevale per Jacopo, ci è uscito questo.
Ora, io non sono nato ieri (diciamo che sono nato l’altro ieri), quindi non mi stupisco più di tanto che la didascalia reciti che quello è il mostro Sulley (notare la e) su licenza (ufficiale!) della Monster Academy™. Al limite chiederei lumi su questa Academy. Fin qua, insomma, siamo nell’usuale “gli affari sono affari”.
Ma il titolo «Descrittivo del prodotto : / Costume Sully Monsters University™ bambino» non è “leggermente” fuorviante? C’è qualche esperto che mi sa dire la liceità della cosa?
(per la cronaca, Jacopo ha semplicemente sentenziato che Sullivan “è troppo magro”)

Aggiornamento (28 febbraio) dopo aver comprato e ricevuto il costume, posso dire che la mia ipotesi iniziale era totalmente fuori strada, e Sergio aveva ragione. Il prodotto arriva dalla Francia, dove Monsters University è Monsters Academy e Sully è Sulley. Insomma, il problema è la cattiva traduzione.

#altramatematica: ultima occasione

Sono ormai due mesi che la collana di 40k Unofficial è stata lanciata. Il prezzo di lancio degli ebook è stato di 99 centesimi, ma dalla settimana prossima i testi avranno il prezzo standard di 1,99€; insomma, se siete ancora indecisi, questo è il momento giusto per acquistarli.
Vi ricordo i tre titoli sinora usciti:

  • Maurizio Codogno, Matematica e infinitoKindleePub
  • Peppe Liberti, Più per meno divisoKindleePub
  • Paolo Alessandrini, La matematica dei Pink FloydKindleePub

(e poi non so se dovrei dirlo qui, ma sta per essere pubblicato un nuovo libretto…)

ha senso inquinare le proprie ricerche?

Tra i software oggi in offerta attraverso Shareware On Sale c’è 1-abc.net Search Engine Confuzer, che nella sua descrizione specifica che «1-abc.net Search Engine Confuzer opens search engine websites automatically with fake and random search expressions you would never search for by your own. So, the more you use this program, the less all these search engine giants will understand what your real interests are – and times with your personalized web banners are hopefully over very soon.»
Occhei, forse non sono abbastanza paranoico, ma quella degli annunci pubblicitari personalizzati è l’ultima delle mie preoccupazioni, forse perché non mi capita così spesso di cercare accessori pornofetish o cose del genere, o forse perché ho sviluppato la capacità di non vedere gli annunci pubblicitari standard (e ammazzo tutti i flash e popup). Voi che ne pensate?

“mica l’ho fatto apposta”

Stamattina, come tutte le mattine, ho portato i bimbi all’asilo: uno sul portapacchi della bicicletta, che porto a mano, l’altro per mano. (A metà strada si fa il cambio, e c’è una contabilità molto precisa di chi inizia giorno dopo giorno, per la cronaca). Essendoché era appena smesso di piovere, non ho fatto il mio solito percorso che taglia per i giardini e una via chiusa, dove i marciapiedi sono pieni di pozzanghere, ma sono passato per la via principale e poi la traversa che porta all’asilo.
Mentre eravamo su questa vietta, un imbecille è passato, ha preso in pieno una pozzanghera e ci ha lavati. Cecilia, che al momento era seduta, si è salvata; io ho avuto la parte finale dei pantaloni bagnati; Jacopo, che sfortunatamente era sul lato del marciapiede vicino alla strada, è rimasto completamente inzuppato. Quando dico “completamente” intendo che arrivati all’asilo ho messo il suo cappotto sul termosifone e gli ho dovuto cambiare pantaloni e calzini: quando un’ora dopo sono rientrato a casa e Anna ha visto lo stato dei pantaloni ha sgranato gli occhi. (E per fortuna che all’asilo ci chiedono di lasciare un cambio, che non si sa mai)
Quel coglione, dopo che gli ho urlato uno “stronzo” che si sarà sentito almeno a duecento metri di distanza, ha ancora avuto il coraggio di fermarsi, dire che non l’aveva mica fatto apposta, e che in fin dei conti non era successo nulla (il tutto mentre aveva in mano un telefonino). L’unica cosa che mi scoccia è che io ero così tanto incazzato che non ho preso il numero di targa, altrimenti l’avrei scritto qua.
(Bisogna dire che Jacopo l’ha presa molto bene. Arrivati all’asilo, la prima cosa che ha fatto è stata andare tutto garrulo dalla bidella a farle vedere come era tutto bagnato…)

_Big Data_ (libro)

[copertina] I Big Data sono l’araba fenice dell’informatica: che ci siano ognun lo dice, cosa siano nessun lo sa. O meglio, qualcuno lo sa ma si tiene ben stretta la nozione, e non riesco a dare loro tutti i torti. Devo però dire che leggendo questo libro (Viktor Mayer-Schönberger e Kenneth Cukier, Big Data : A Revolution That Will Transform How We Live, Work and Think, John Murray 2013. ISBN , pag. 257, Lst. 7,99, ISBN 9781848547933) qualche idea in più me la sono fatta. Innanzitutto, il concetto fondamentale da ricordare è che con i Big Data non si parla più di rapporto di causa-effetto ma semplicemente di correlazione; in secondo luogo che i Big Data buttano completamente all’aria l’approccio statistico usato in questi due secoli. Invece che fare fatica a cercare un campione ben rappresentativo si piglia tutto, compresi i dati errati, e si vede quello che si può tirare fuori. Tutto questo lo si trova nel primo capitolo del libro: se avete fretta potete fermarvi qua.
Gli altri capitoli sono un po’ ripetitivi: ci sono molti case study, soprattutto ma non solo sui Soliti Noti (Amazon e Google), e i concetti introdotti sono quelli dell’uso secondario dei dati (si prende tutto perché non si sa mai che correlazioni ci si possa inventare in futuro) e dei rischi per la privacy (anonimizzare i dati serve a poco, quando ce ne sono così tanti che alla fine si riesce a trovare una correlazione con altissima probabilità: ma questo era già noto a chi sapeva fare le ricerche in rete negli anni ’90). Una disamina più puntuale la potete leggere da Boris Limpopo; per quanto mi riguarda mi posso dire soddisfatto del libro.

L’algebra di Ezio Mauro

Andrea mi segnala questa frase dall’editoriale odierno di Ezio Mauro su Repubblica (grassetti miei):

«Tutto questo ha accentuato la fragilità congenita del ministero, forte dalla cintola in su (per il buon credito di Enrico Letta in Europa), debole in Italia per la gestione troppo prudente di una somma algebrica dei veti incrociati in una maggioranza spuria, con il minimo comun denominatore come risultato.»

Domanda: secondo voi Mauro sa di cosa sta parlando?

un math-o-gram per san Valentino

Desmos è una calcolatrice grafica online, che permette di fare cose piuttosto complicate, tipo animazioni (che matematicamente parlando sono funzioni parametriche nel tempo t). Per dimostrarlo, gli sviluppatori hanno pensato di creare un sito per inviare Valentines molto matematizzate.
Immagino che non siano per tutti, ma provate a dare loro un’occhiata…