Mighty Optical Illusions, come dice il nome, in genere raccoglie immagini di illusioni ottiche. Ma in questo caso l'”illusione” è un test matematico (niente di eccezionale: bisogna fare delle somme con numeri di due cifre).
Quando ho provato il test immaginavo che alla fine ci sarebbe stata una di quelle somme tipo “3099+1” a cui si tende a rispondere “4000”: non mi sarei aspettato la domanda finale (non aritmetica), né mi sarei aspettato che la mia risposta fosse parzialmente uguale a quella divinata, nonostante non avessi fatto il test pensando in inglese! (diciamo che non sono sinestetico, per non dare spoiler). Se avete voglia di indicare nei commenti il vostro risultato, vediamo se sono un caso patologico oppure no…
_Uno studio in grigio_ (libro)
Esistono libri che si scoprono per caso. In questo caso (Augusto Gamba, Uno studio in grigio : racconto scientifico, Sabatelli 1968, pag. 171) il libro mi era stato prestato vent’anni fa da un mio allora collega (classe 1948, quindi era all’università quando il testo uscì nel 1968): riuscire a ritrovarlo è stata un’impresa, perché è fuori catalogo da una vita e non se ne trovano copie neppure nei soliti canali di rivendita di libri usati. Google Books afferma di averne scansionata una copia dalla University of California, ma non la fa vedere per ragioni di copyright; per fortuna la Sormani a Milano ha una copia che mi sono preso in prestito. Del resto è già difficile trovare notizie dell’autore, Augusto Gamba: in compenso le illustrazioni del libro sono di Benito Jacovitti, e almeno quel nome dovrebbe essere sufficientemente noto.
Il testo di per sé spiega la termodinamica di base: ma detto così è riduttivo. In effetti Gamba spiega già nella sua prefazione che il libro “deve dare l’idea di «che cosa è la fisica?» soprattutto a coloro che fisici non saranno, ma avvocati e commercialisti.” Ci sono così vari racconti, a parte l’inizio che naturalmente è ripreso da Uno studio in rosso (il protagonista narrante è Watson, anche se il contraltare si chiama Alberto Fisi in quanto fisico), che mettono in una specie di pratica le idee teoriche alla base della termodinamica. È vero che i racconti sono un po’ datati, da una pseudo Rivoluzione Culturale alla creazione del Mercato Comune Europeo: ma a mio parere non tolgono affatto nulla al piacere della lettura. A mio parere il libro si pone nella categoria dei migliori testi divulgativi “ludici”, e pensare che ha quasi cinquant’anni è davvero incredibile. Se proprio dovessi fare un appunto, devo segnalare che il finale è un po’ tagliato con l’accetta, ma non si può pretendere tutto dalla vita. Però diciamocelo: sarebbe bello poter avere una riedizione del libro, almeno in formato elettronico. Chissà se Sabatelli ci penserà mai!
a Google piacciono i telefonini
Io ho settato il mio Google Calendar in modo che mi vengano mandati via SMS gli avvisi degli “eventi” (per mancanza di un titolo migliore) che mi sono segnato. Ai bei tempi mi ero salvato come “Google” il numero di telefonino (americano) da cui provenivano, cioè +16504509500.
Da alcune settimane, però, gli SMS mi arrivano da numeri italiani che cambiano spesso: al momento ho visto +393484775541, +393497657402, +393490038373, +393497653886, +3493420468976. Non è che stiano chiedendo ai loro dipendenti di spedire direttamente loro gli avvisi?
quiz per il dì di festa: Test Your Grammar With Beyoncé And Friends
Niente di complicato, in fin dei conti il primo maggio è la festa dei lavoratori. Solo sei domande per questo quiz, che prendono frammenti di testo da varie canzoni e chiedono se sono grammaticalmente corrette o no. Per la cronaca, ho sbagliato i Tears for Fears, anche se avrei dovuto accorgermene subito. Come si dice a proposito di Star Trek: “to boldly split infinitives that no one had split before”!
Ho esaurito il bonus-fortuna per il 2014
Stamattina ho portato all’asilo i bimbi, ho inforcato la bicicletta (la porto a mano quando sono con loro) e sono arrivato in ufficio un po’ prima del solito, anche perché dovevo andare dal dentista. Arrivo, faccio per prendere il portafoglio per timbrare, e scopro che non c’è.
A questo punto comincio a darmi del coglione sesquipedale. So perfettamente che i pantaloni che avevo addosso hanno una tasca posteriore troppo piccola, e già lunedi stavo perdendo il portafoglio, tanto che ieri me l’ero messo nella tasca della giacca; stamattina me ne ero dimenticato. Riprendo la bici, faccio tutto il percorso all’indietro (contromano) perché uno spera sempre per il meglio: nulla da fare. Arrivo a casa, per bloccare tutte le carte possibili e impossibili, e vedo che un collega mi aveva cercato. Lo chiamo, e mi dice che hanno chiamato giù dalla portineria perché una signora aveva trovato il portafoglio. Mi faccio dare il numero, chiamo, e vado.
Per la cronaca: il portafoglio conteneva tutto. Per trovare un recapito telefonico (che non avevo da nessuna parte) la signora ha provato a chiamare la palestra (dove non vado più da una vita); poi ha visto i bigliettini di resto della mensa Telecom ed è andata a cercare la sede corrispondente. (Ok: in ufficio, a parte percularmi, hanno detto che bastava digitare nome e cognome su Google… ma il numero di telefono non l’avrebbero comunque trovato). E non ha neppure voluto una ricompensa.
è più importante restaurare o distribuire?
Ieri sera ho scoperto (via Macchianera) che la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è uno degli enti destinatari del 5 per mille. Nulla di male. Però, leggendo il loro progetto, io qualche dubbio ce l’avrei. Il loro progetto consiste nel restaurare parte dei libri della fondazione: per la precisione, quelli che «fanno parte della collana Universale Economica edita dalla Colip tra il 1949 ed il 1954». Ora, io non ho proprio l’animo del collezionista, e quindi potrei essere poco obiettivo: però l’idea di restaurare libri e poi chiuderli negli scaffali di una fondazione non è che mi dica molto. Preferirei di gran lunga una ristampa anastatica, per preservarne il formato (e non solo il testo, insomma); fatto così mi pare una cosa più per la fondazione che per il mondo, e non mi metto neppure a commentare sul fatto che «attravero una donazione diretta di €25 […] il nome del booksaver sarà impresso sulla copia restaurata del libro originale». Immagino poi che i testi nella collana, o meglio le traduzioni, siano tutte sotto copyright, quindi di renderle liberamente disponibili non se ne parla nemmeno.
Ecco: ora dovrei segnalare la possibilità di devolvere il 5 per mille a Wikimedia Italia. Però in questo caso sarei piuttosto fuori tema: si parla spesso di far partire un progetto per creare ebook liberi a partire dalle opere presenti su Wikisource, ma sarei un bugiardo se vi dicessi che riusciremo a farlo nel breve termine. Con i soldi che otteniamo facciamo tante cose per la cultura, ma non (ancora) i libri. Dunque volete salvare i libri? Vi consiglio allora Liber liber. Garantisco che io con loro non c’entro nulla, gli faccio pubblicità del tutto gratuitamente :-)
Siti pericolosi
Il proxy aziendale blocca una gran quantità di siti. Non so cosa succede con quelli pornografici, ma posso assicurare che quelli di condivisione file lo sono: una grande scocciatura, ma riesco a capire la logica dietro questa scelta (scambio di file: sì, li puoi scambiare anche via Facebook e Google+, ma…) e quindi mi lamento solo silenziosamente. Ci sono poi altri stranissimi casi, tipo il blog di Licia che parla solo di lessico e terminologia: ma forse il problema è che ne uccide più la lingua (italiana, inglese, italiese) che la spada.
Però il giorno di Pasqua mi sono trovato, mentre guardavo un post sul telefonino, un link bloccato per “sito pericoloso”. Il sito era web.archive.org, che come probabilmente sapete è semplicemente una raccolta di testi (nemmeno di immagini) dalla rete. Ho scritto chiedendo lumi al “supporto navigazione” e stamattina è arrivata la risposta: Il sito è bloccato perché inserito nella categoria “Anonymizing Utilities“ .
due papi + due papi
Come chiosa Spinoza, Abbey Road oggi è Popey Road. Quello che mi sta lasciando perplesso è tutta questa gente che si lamenta dell’happening della doppia canonizzazione senza averne alcun titolo o interesse diretto. Immagino che chi abiti a Roma possa avere tutti i diritti a lamentarsi; un cattolico potrebbe avercela con la santificazione di Karol Wojtyla che in fin dei conti dal punto di vista di Santa Romana Chiesa ha sì fatto audience, ma ha avuto dei seri problemi interni – e non parlo della pedofilia, ma del rafforzamento delle congregazioni rispetto al clero secolare. Peccato che tutti quelli che vedo commentare non appartengano a nessuna delle due categorie: e allora che ve ne importa? O pensate che così vi si noti di più?