Quest’estate la mia azienda, per indorare la pillola del contratto di espansione che ci taglia non voglio sapere quanti soldi, ha deciso di darci un buono di 200 euro per le bollette. Il buono in questione viene gestito da Edenred. Tutto bene, si fa per dire. Innanzitutto, le spese accessorie come il canone RAI non possono essere rimborsate, e fin qua nulla di male. Però quando a fine ottombre è partita la campagna pareva che le utenze da rimborsare dovevano essere intestate al dipendente e non al consorte, e che le accise e l’Iva non entrassero nel computo delle spese. A casa mia le bollette sono intestate ad Anna; mi sono quindi detto “vabbè, prenderò i buoni benzina che sono una fregatura ma sempre meglio che nulla”. Poi l’azienda ci ha detto “no, abbiamo scherzato: accise e IVA contano, e la bolletta può essere intestata anche a qualcun altro, fintantoché la paghi tu”. Che bello, penso. Solo che occorrevano alcuni giorni per aggiornare i sistemi, quindi dovevo aspettare il 16 novembre… ma farlo entro il 23 novembre, perché altrimenti non mi davano il bonus.
Alla fine il 22 riesco a compilare il modulo, avendo una bolletta giusto di 218 euro che meno 18 del canone facevano 200 euro. Invio il tutto, non prima di avere telefonato al numero verde perché non mi era chiaro se nella parte “importo bolletta” dovevo mettere 200 o 218 euro. Risposta: “è uguale”. Il 23 mi arriva un rifiuto, perché non avevo allegato le autocertificazioni richieste. Occhei, colpa mia che le avevo compilate ma non allegate; gliele rimando al volo. Il 25 mi arriva un secondo rifiuto, perché “Non tutte le spese presenti all’interno della documentazione sono rimborsabili (es. canone Rai, pannelli fotovoltaici). E’ necessario effettuare la richiesta inserendo l’importo riferito alle sole spese rimborsabili.” Ritelefono al numero verde, risponde Milena (gentilissima) a cui faccio presente che le spese rimborsabili sono appunto 200 euro; lei corregge il totale della bolletta e mi dice “dovrà aspettare lunedì per il rimborso”. Nema problema, faccio io. Lunedì mi è arrivato un nuovo rifiuto: stavolta non è un modulo prefabbricato perché Giorgio mi scrive
Gentile Beneficiario,
alle richieste di rimborso è necessario anche allegare un'evidenza di pagamento
Inoltre, la informo che le richieste di rimborso per le utenze domestiche, così come le relative modifiche e/o integrazioni, erano effettuabili entro il 23/11
Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti
Stavolta mi sono arrabbiato davvero, e ho risposto “(a) L’evidenza di pagamento ovviamente c’è, è il file ec.jpg dove si vede che il conto corrente da cui è intestata l’utenza è cointestato anche a me
(b) Il 23.11 avevate tutta la documentazione, anche se evidentemente non l’avete consultata (vedi punto precedente)” (in effetti l’estratto conto bancario l’avevo già inviato sin dall’inizio, dopo aver pecettato quello che non c’entrava). Non che mi aspettassi nulla, ma almeno mi sono sfogato. E invece ieri mattina mi hanno comunicato che “la tua richiesta di rimborso inviata il 30/11/2022 relativa alla categoria UTENZE DOMESTICHE, è stata approvata.” Insomma l’importante è essere assertivi.
È vero. Bompiani, anche se per abitudine ha messo il DRM su questo ebook, non lo fa pagare (la Treccani l’avrebbe subito messo a un euro). Ma non riesco davvero a capire il senso di pubblicare un libro, con ISBN e quant’altro, il cui testo vero e proprio è lungo 9829 caratteri, in pratica un (lungo) articolo. Carino, interessante visto che ci ho imparato qualcosa di nuovo, ma pur sempre un articolo. Diciamo che sono i misteri dell’editoria italiana. Come scrivevo, nulla da eccepire sul ricordo di Vonnegut fatto da Vincenzo Mantovani: alcuni flash sulla sua difficoltà a farsi conoscere, anche se comunque riusciva a guadagnare; il fatto che non sia in realtà un autore di fantascienza ma più che altro uno scrittore che ha usato le sue conoscenze scientifiche; infine la genesi di Mattatoio n. 5. Non una biografia, appunto, ma dei flash.
Potrei parlare a lungo della doppia mossa dell’attuale governo, che da un lato ha alzato a 60 euro il limite sotto il quale non è obbligatorio accettare pagamenti non in contanti e dall’altro ha eliminato il credito di imposta sulle commissioni bancarie sui pagamenti con carta (che quindi al commerciante non costavano nulla); ma stavolta preferisco focalizzarmi su un classico errore che si trova praticamente sempre sui giornali ma non solo. 

Un punto positivo di questo libretto è la ricerca di esempi della vita reale, e non semplicemente dalla necessità di completare le operazioni, per spiegare come mai il sistema numerico è stato ampliato dai numeri naturali agli interi ai razionali. (Il passaggio agli interi con il dare e avere è tra l’altro tipicamente indiano: i numeri negativi sono nati proprio in questo modo). A parte questo, però, ho trovato il libro piuttosto confusionario, mischiando livelli diversi; non lo consiglierei per capire come si è arrivati ai complessi.