Foolproof (libro)

Nelle prime righe di questo libro Hayes scrive “la matematica è troppo divertente per essere lasciata solo ai matematici”. Aggiunge inoltre che lui non è un cittadino di Matelandia, ma una persona che si è trasferita lì e ha cercato di comprendere usi e costumi dei suoi cittadini. In effetti la sua formazione è più da informatico, tanto che negli anni ’80 teneva la rubrica di Computer Recreations sullo Scientific American, mentre ora scrive su American Scientist. Lo troviamo così a dissezionare il famosissimo aneddoto di Gauss bimbetto e la somma della serie di numeri trovata al volo, tracciando le innumerevoli versioni per capire come il folklore matematico abbia man mano abbellito la storia; nel frattempo spiega come la differenza tra l’approccio del giovane Carl Frederick e quello di un programma al computer abbia ripercussioni importanti. Ma molte di queste meditazioni matematiche, pur non entrando a fondo nella teoria sottostante, sono davvero interessanti: segnalo quella sui numeri quasicasuali, sullo spettro del Riemannio (una correlazione a prima vista inimmaginabile tra gli zeri della zeta di Riemann e gli spettri degli elementi chimici), su un modo alternativo alla virgola mobile di memorizzare i numeri su un computer, che permette di aumentare l’ampiezza dei numeri rappresentabili conservando una estrema precisione nei valori prossimi allo zero, e soprattutto il gioco di Zenone. Una gioia per appassionati e semplici turisti!

(Brian Hayes, Foolproof : and Other Mathematical Meditations , MIT Press 2017, pag. 248, $24,95, ISBN 9780262036863)
Voto: 5/5

PosteItaliane, più veloci della luce

Le italiche poste non mi hanno consegnato un pacchetto “perché non ero in casa”. (certo, virgola, certo). Però la mia mancata presenza è nel futuro, come si vede. Sanno qualcosa che io non so?
(ho scritto su Twitter, finché regge, vediamo che dicono. Anche nel caso in cui l’ora di mancata consegna sia del tutto casuale, mi sarei aspettato almeno un avviso in buca delle lettere… e invece nulla)

Aggiornamento: (19:45) Da Twitter hanno risposto

Ciao, per questo tipo di invii sono previsti 2 tentativi di consegna. Se in entrambi i casi il destinatario è assente, ha 10 giorni di tempo per ritirare la spedizione presso l’ufficio postale indicato sull’avviso lasciato dal corriere (nei 10 giorni è incluso il sabato)
Ti invitiamo ad attendere il secondo tentativo di consegna, grazie.

Tutto bellissimo, ma la consegna mancata continuava a essere nel futuro…

Non balzate subito alle conclusioni


Le domande qui sopra arrivano da una scheda di verifica del National Centre for Excellence in the Teaching of Mathematics. Nella prima, si afferma che 1074183 è un multiplo di 11 (è vero, non preoccupatevi) e si chiede di scrivere i tre multipli di 11 successivi; fin qua nulla di particolare. Anche la seconda domanda non dà problemi: le cifre del numero sono riordinate, ottenendo 3817401 che è un multiplo di 7; si chiede di scrivere i tre multipli di 7 successivi precedenti. I guai arrivano con la nuova permutazione delle cifre, che dà 1813047 che è un multiplo di 3: la domanda è stavolta “scrivete i tre multipli di 6 immediatamente successivi a questo numero”. Siete capaci di trovarli?

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Notizie non pervenute

Mia mamma vive in un paesino di montagna abbastanza sperduto e quindi con difficoltà ad avere un prete anche a mezzo servizio: Don Meo, l’ultimo parroco, è ormai messo davvero male e non ce la fa più da qualche anno. Nelle ultime due estati è così arrivato un giovane prete etiope, don Speranza (il suo nome in tigrino è Tesfa, che appunto significa “speranza”), che se non ho capito male stava studiando in Italia. L’anno scorso non spiccicava quasi una parola in italiano, quest’estate andava un po’ meglio, a parte gli “angéli” :-)

Stamattina, al telefono, mia mamma mi fa “ti ho detto di don Speranza?” e alla mia risposta negativa mi racconta che era tornato in patria ma pare che ci sia una repressione da parte del regime locale e quindi gli hanno suggerito di scappare: è prima andato in Germania da alcuni parenti, e adesso dovrebbe essere ospitato dal parroco giù a metà della valle dove vive mia mamma. In effetti ho fatto una ricerca e ho trovato questo articolo di ottobre che parrebbe confermare la storia. Mi chiedo solo come mai non se ne sia sentito parlare…

Bruce Nauman, Neons Corridors Rooms (mostra)

Giovedì scorso sono andato all’Hangar Bicocca a vedere la mostra di Bruce Nauman in visita guidata (da Stefano Bartezzaghi, direi un’ottima scelta visto il tipo di opere di Nauman). Purtroppo avevo un altro impegno e non ho potuto rimanere fino in fondo, saltando tra l’altro l’opera Raw Materials all’esterno della struttura – o meglio, ci sono passato così di fretta che non ho potuto apprezzarla.

Cosa ha capito un ignorante come me? Che Nauman non è un autore per claustrofobi, come si può vedere nei corridoi da lui creati dove si può passare solo stando girati oppure che finiscono in una stanzetta triangolare; ma anche nella doppia gabbia dove si può entrare per sentirsi davvero circondati. Ho però notato che usa anche altre tecniche, come i neon (tipo la buonanima di Dan Flavin), spesso insieme ai giochi di parole; la giovanile Get Out of My Mind, Get Out of This Room è poi una rappresentazione plastica del “non pensare all’elefante”, come ha detto Bartezzaghi. Sicuramente gli ampi spazi dell’Hangar Bicocca sono un ottimo contrasto a opere di questo tipo, che vengono evidenziate ancora di più. È chiaro che se l’arte concettuale non vi dice nulla potete lasciar perdere la mostra, e probabilmente tutto l’Hangar Bicocca; in caso contrario potete però divertirvi.

Pensioni, la solita sola

La spesa pensionistica va male, per le ottime ragioni che molti giovani sono assunti con sgravi contributivi e comunque c’è sempre meno gente che lavora. (L’inflazione e la crescita del valore formale delle pensioni è abbastanza irrilevante, se il PIL nominale cresce della stessa quantità). Il risultato è che andare in pensione con un po’ di soldi sta diventando già ora un miraggio (ne so qualcosa io) e lo sarà ancora di più per il futuro. E che ti pensa il governo e nella fattispecie Giorgetti, dice il Corriere e rilancia Il Sole? Semplice. I lavoratori che hanno maturato i requisiti per la pensione di anzianità può restare al lavoro, senza più versare contributi, così “una parte di questa cifra entrerebbe in busta paga con un aumento pulito del 10 per cento.” Chiaramente i giornalisti spiegano che “la misura avrebbe lo scopo di non privare il sistema Italia di competenze acquisite e specializzazioni”, ma la realtà è diversa.

Un lavoratore dipendente versa circa il 33% del suo lordo in contributi pensionistici: il 9 percento e qualcosa direttamente, il resto dall’azienda in modo trasparente. Quindi il 10% in più per il lavoratore significa un 23% in meno per l’azienda, che in effetti potrebbe avere più interesse a trattenerti (ma ricordo che la legge permette il licenziamento del lavoratore privato per raggiunta pensione solo nel caso di pensione di vecchiaia, quindi più che di interesse parlerei di vantaggio). Lo Stato ci guadagna pure, perché pagherà quella pensione più tardi. Chi ci perde è al solito il lavoratore, che per qualche anno avrà un 10% in più ma poi avrà una pensione più bassa. Peccato che su questo punto si glissi…

non accettare l’irrilevanza


Dev’essere davvero terribile per molta gente accorgersi che nessuno li considera più, e dovere quindi trovare sempre nuove provocazioni per un titoletto. Per me è solo triste.

(Sì, è ovvio che in Rai avrebbero dovuto accorgersi della maglia e fargliela togliere, anche se erano solo le prove: si sa, è sempre facile che ci sia qualche manina che mandi fuori i video. Ma secondo voi, gliene importava qualcosa, se non il fatto che anche per loro era tutta pubblicità alla trasmissione? Come dice Artibani, Memento Auditel Semper. Tristissimo)

Carnevale della matematica #164: GOTO MaddMaths! !

E anche questo mese siamo riusciti ad avere un Carnevale della Matematica, questa volta ospitato da MaddMaths! con il tema “Comunicare la matematica”. Sì, la matematica si può e si deve comunicare, non è vero che l’unico modo possibile per insegnarla è sparare teoremi addosso ai poveri studenti…