IBLC – bioetica, informatica e legge

Sapendo che tra i miei lettori si trova gente di ogni tipo, e sapendo che queste notiziole sono sempre ben rappresentate nelle ricerche, mi pregio di segnalarvi la conferenza Italian Biotech Law Conference, che tratta di biotecnologie, informatica e diritto in un colpo solo ed è arrivata alla quarta edizione.
IBLC 2008 si terrà martedì 8 aprile a Milano, al Palazzo delle Stelline: sarà breve – mezza giornata – ma intensa, e su un tema che non è poi così fantascientifico come può sembrare: «Gen-Etica e BioBanche: tra mercato e schedatura giudiziaria»
L’iscrizione tra l’altro è gratuita, anche se obbligatoria: se i vostri interessi incrociano quei campi, potrebbe davvero valere la pena di pensarci su.

redditi degli onorevoli: guardiamo in fondo alla classifica!

Sono stati pubblicati i redditi 2006 dei parlamentari. Chissà perché, tutti vanno a vedere che Silvio B. ha dichiarato 139.245.570 euro: non solo una cifra assolutamente incomprensibile all’atto pratico, ma anche una cifra relativamente insensata, visto che ad esempio per quanto ne so i proventi azionari possono essere tassati a parte senza metterli nella dichiarazione dei redditi. Mi pare molto più interessante guardare il fondo della classifica, dove si nota che deputati e senatori hanno come limite inferiore 124.000 euro, e molti dei leader sono vicini a quella cifra. Questo mi fa immaginare che, a differenza di cosa capitava alcuni anni fa, le prebende ottenute in quanto onorevoli sono indicate nella dichiarazione dei redditi – e soprattutto che tali prebende sono appunto sui 124.000 euro anni. Ora, questa è una cifra che si riesce a concepire: ad esempio è ben più del doppio del mio stipendio, con l’aggiunta che io ci pago le tasse su, loro se non ricordo male no (il che di per sé non è un problema, non sono così iconoclasta io). E fa capire perché il Piddì chiede ai suoi “candidati sicuri” un contributo spese tra i 30.000 e i 50.000 euro: che volete che siano?
Tornando al reddito di Silvio, faccio comunque notare che quest’anno è stato maggiore della somma degli stipendi (non dei redditi) di tutti i deputati e senatori. Le conseguenze ve le traete voi :-)

torna il phishing sui telefonini

Ugo mi ha detto che ieri ne hanno parlato anche al tiggì. Non so nulla, la tivvù non la guardo: so solo quello che capita a me :-)
Il messaggio che ho ricevuto stamattina è un classico, a parte una strana minuscola e il punto iniziale:
.Ci SONO MESSAGGI PER TE!
chiama da tel. fisso 89.94 377 91
info e costi www.imessaggi.net/
Il mittente è un numero che a prima vista può sembrare Vodafone, visto che è +37493893766 e un mezzo dislessico come me può leggere “347”: ma in realtà questo è un numero telefonico armeno, e in effetti il messaggio è stato spedito dall’Armenia: il centro servizi ha infatti come numero +37493297333. In pratica, qualcuno ha comprato con un forte sconto un pacco di sms dagli armeni, e lo sta usando per spammare amabilmente la gente.
Ma la parte più interessante è quella che riguarda il sito www.imessaggi.net. Casualmente non si trova traccia dell’899 indicato nel messaggino; c’è solo una presa per i fondell… no, scusate il tecnicismo, una noticina in fondo alle condizioni d’uso che afferma verbatim «Il suo numero non è presente nessun database, il messaggio che ha ricevuto potrebbe esserle stato inviato da un utente del sito.» A parte che io un amico così lo menerei, vi lascio immaginare che razza di disclaimer possa essere. Ma che offre esattamente questo sito? Un fantasmagorico servizio. Tu chiami un numero 899, e «puoi inviare la bellezza di 270 sms al prezzo strepitoso di 15 euro IVA compresa, poco più di 5 cent cadauno!» Occhei, è più vicino a sei centesimi che a cinque, ma la matematica non deve essere il forte di questi amici; tra l’altro, i 270 SMS sono assolutamente contingentati – massimo 9 al giorno per trenta giorni consecutivi – quindi il costo pratico è ben più alto, e con ogni probabilità se una persona deve inviare tutti quei messaggi fa più in fretta a comprarsi una carta servizi dell’operatore che gli interessa.
Ma chi sono questi amiconi di “imessaggi.net”? Non si sa. Il Whois riporta infatti questo:
PrivacyProtect.org
P.O. Box 97
All Postal Mails Rejected, visit Privacyprotect.org
Moergestel
null,5066 ZH
Tel. +45.36946676
Insomma, si sono premuniti per la loro privacy di usare un servizio anonimizzatore dei dati personali… e si sa che quando si tratta di soldi gli svizzeri sono muti come tombe. Vabbè. Ma tanto voi affezionati lettori non ci sareste mica cascati, vero?

Previsioni elettorali

Alberto Biraghi in questo giro è decisamente schierato per il non-voto alle prossime elezioni (di per sé lo sono anch’io, ma si sa che non sono un tipo militante). Oggi presenta due link al riguardo. Uno (purtroppo) è di beppegrillo™, che afferma di sapere già chi verrà eletto. Effettivamente il Vate Telematico ha ragione, nel senso che anch’io potrei indicare tranquillamente cinquecento deputati e duecento senatori che saranno “premiati” dalla votazione “popolare”. Ricordatemi che prima delle elezioni devo fare un post sull'”elettore marginale” e uno sul “meglio non votare per il mio partito”, tra l’altro.
Avrei invece dei dubbi sulla seconda citazione, da Peter Gomez: non tanto perché dice che al Senato non ci sarà una maggioranza certa – questo lo sappiamo già in tanti, anche se alla tivù non lo dicono – né perché dice che Sìlviolo deve stare attento perché sondaggi troppo alti potrebbero portare a un’astensione del suo elettorato – cosa possibile. Quello su cui non concordo è la frase finale: «il rischio ingovernabilità non è un effetto perverso del porcellum. È invece il secondo obiettivo di una riforma pensata e votata nel 2005 quando tutti davano per certo il trionfo del centro-sinistra». Scusate, ma non vedo proprio B. a farsi da parte per avere un governo tecnico. Secondo me lui contava su una riforma elettorale fatta dal centrosinistra per ritornare ad avere un premio di maggioranza nazionale e fare fuori gli altri anche al Senato… Vedremo tra poco più di un mese.

Quanto costa sposarsi! (se ti chiami Paul McC. …)

Si direbbe che la telenovela McCartney-Mills stia definitivamente per terminare, con la sentenza di divorzio (direttamente dalla BBC, che ovviamente chiama l’ex Beatle “Sir”, noblesse oblige). La sentenza obbligherà lo scarrafone a versare 24 milioni di sterline e rotti (quasi 32 milioni di euro) alla sua ex moglie: parecchi più dei quasi 16 milioni proposti dal nostro, ma molti meno dei 125 chiesti dalla fanciulla, che comunque, pur dicendosi “very very happy” ricorrerà comunque in appello perché “è preoccupata della sicurezza della loro figlia”.
La maggior parte dei fan del quartetto di Liverpool ormai dimezzato aveva già espresso più di un dubbio sulla decisione del nostro di sposarsi, e adesso scuote la testa perplesso. Ma sapete qual è la cosa più triste? Per trovare i soldi, Paul si limiterà a vendere a iTunes i diritti delle canzoni dei Beatles. Se la cifra fosse stata più alta, sarebbe probabilmente stato costretto a fare qualche disco serio, impegnandosi un po’ invece che buttare fuori le prime cose che gli vengono in mente. Voi forse non sapete la storia dietro Tug of War (un bellissimo disco): era già pronto quando John Lennon venne ammazzato. Scioccato, Paul chiese a George Martin un giudizio, e l’altro – uno dei pochi che poteva permetterselo – rispose “guarda, tre brani sono ottimi, altri due passabili, il resto è da buttare via”. E incredibilmente il nostro si rimise al lavoro, e tirò fuori ad esempio un brano come “Here Today” che a mio parere è una delle migliori canzoni da lui scritte.
Aggiornamento: (18 marzo) La Mills era stata fraintesa. Si è infatti corretta, dicendo che “non vale la pena ricorrere per quanto riguarda il giudizio”, ma si appellerà contro la pubblicazione della sentenza, perché “contiene troppi dettagli di me e di mia figlia”. Probabilmente non ci aveva mai pensato.

Spe Salvi (libro)

[copertina] Dopo Deus Caritas Est, la seconda enciclica di papa Ratzinger (Benedetto XVI, Spe Salvi, Libreria Editrice Vaticana 2007, pag. 101, € 2, ISBN 978-88-2097991-1) tratta della speranza. Si possono fare delle scommesse se un’eventuale terza enciclica sarà sulla fede :-) A parte questa battuta piuttosto scontata, ammetto che questa enciclica mi ha piuttosto deluso. Io da un’enciclica mi aspetto un testo che, anche se non a livello di dogma, riporta il pensiero ufficiale della Chiesa Cattolica. Qua, almeno nella prima metà dell’enciclica, abbiamo tutta una serie di dottissime citazioni papali che con la speranza c’entrano ben poco, e al limite riguardano la fede, non la speranza. Tutte cose che in una lectio magistralis mi stanno molto bene, ma qua mi sembrano piuttosto forzate. C’è poi naturalmente il leit-motiv di questo papa, vale a dire lo scontro diretto contro il concetto scientifico moderno. Il guaio di base da Bacone in poi, secondo Ratzinger, è legato al passaggio da un’idea “comunitaria” a una individualistica, passaggio che è stato persino assorbito dalla teologia cristiana (sezione 25). Il metodo scientifico ridarebbe infatti all’uomo il dominio sull’universo, dominio che aveva perso col peccato originale (16), facendo diventare così irrilevante la fede (17). Il progresso è “ragione e libertà”, entrambe volte direttamente contro fede e Chiesa (18). Il pensiero marxiano viene liquidato facendo notare che manca di una pars construens, come visto nella sua applicazione leninista (21). Naturalmente Benedetto XVI ce l’ha anche con il cattolicesimo attuale e rimpiange i bei tempi andati, con le offerte a Dio delle proprie piccole fatiche (40).
Dal punto di vista teologico, probabilmente non c’è nulla di nuovo, ma non sono certo un teologo di vaglia: ci sono però punti interessanti. La parte sulla fede “performativa” e non “informativa” (10), ad esempio, oppure il fatto che la libertà dell’uomo è intrinsecamente insopprimibile (24). La speranza deve inoltre essere verso qualcosa di infinito (30), il che porta inevitabilmente alla speranza nel Giudizio Finale: una bella immagine, che associa alla giustizia divina la speranza. L’ultima parte dell’enciclica, oltre a darle il titolo, è in effetti la più interessante dal punto di vista teologico, anche se la sezione finale sulla Vergine Maria dà quasi l’aria di essere stata aggiunta all’ultimo momento.
Onestamente, però, mi aspettavo qualcosa di più: è un po’ come quei temi che si fanno senza nessun errore di grammatica, scritti anche benino, ma che non scaldano per nulla il cuore.

figuraccia

Occhei, non sono stato io tecnicamente a tradurre quel capitolo del libro, ma è anche vero che ce lo siamo letti in tre almeno tre volte ciascuno.
Eppure c’è rimasto un “friction” – in un contesto di leggi fisiche – che è stato reso come “frizione” e non come “attrito”. Stavo preparando la traduzione delle note finali e l’erroraccio mi si è spiattellato lì in faccia.
Che qui va ancora bene, visto che le prime bozze non ci sono ancora state consegnate: se anche il redattore non se ne accorgesse, abbiamo tempo di correggere. Ma altre cose?

Tibet

free Tibet   free Tibet
Il Tibet sta lontano. Il Tibet è lì in cima alle montagne. Il Tibet ci ha il Dalai Lama che se non l’avessero mandato in esilio sarebbe un sovrano autocratico che nemmeno il Papa. Il Tibet è ormai cinese, la Cina è molto importante per i commerci, e quest’anno ci sono le Olimpiadi che noi ci siamo preparati così bene, e poi qui a Milano vogliamo fare l’Expo 2015 e bisogna tenersi buoni i cinesi che sennò quelli fanno votare i loro amici per Smirne e ce la prendiamo nel didietro.
Chissenefrega. Io tifo Tibet.
(per maggiori informazioni, più che sentire i tiggì consiglio di leggere Enrica, che è la vera esperta)
(Immagini scopiazzate da domblr via tanta gente, e Mantellini)