sfiducia

Su Repubblica di oggi ci sono i risultati di un sondaggio sul gradimento di politici e istituzioni varie. Il commento di Ilvo Diamanti è molto sintomatico. Diamanti infatti fa notare come la fiducia in Berlusconi in tre mesi è scesa dal 61 al 44%: in pratica, un quarto di consensi in meno. Glissa poi per quanto possibile sulla fiducia a Veltroni, che è crollata dal 65 al 40%: più di un terzo delle persone che ancora a marzo, indipendentemente dalle loro opinioni politiche, lo consideravano affidabile ha cambiato idea. Direi un ottimo risultato politico, tenuto conto che a fare l’opposizione (come sa il Bertinotti) dovresti avere dei vantaggi.
A dire il vero è ancora peggio vedere che la magistratura è considerata affidabile solo dal 35%. Anche qua mi sembra che ci sia un capitale completamente perso: nemmeno troppo per “la magistratura giacobina” (altrimenti il gradimento del premier sarebbe maggiore) quanto proprio per le lotte interne che certo non aiutano.
In definitiva, una brutta situazione, un regimicchio rassegnato.

Lo sciopero Telecom di ieri

[presidio in piazza Einaudi] Visto che ieriavevamo uno sciopero di tutta la giornata contro la scelta di Bernabè di far fuori cinquemila persone; visto che per un lavoro come quello che faccio io limitarmi a stare a casa non serve a nulla; visto che tanto avevo l’imbianchino a casa e quindi non potevo starmene a dormire: e visto che il presidio si teneva in piazza Einaudi, cioè a dieci minuti a piedi da casa mia… ieri mattina me ne sono andato a manifestare, da Vero Lavoratore in Lotta. (Non che la partecipazione serva a molto, lo so bene: l’unica cosa seria che avrei potto fare contro Telecom sarebbe stato passare in ufficio, timbrare e uscire. Però sono troppo serio per una cosa del genere. Almeno nel presidio faccio numero)
Non so dire quanti siano stati a scioperare: le persone presenti al presidio regionale saranno state 250 (tiro a indovinare i numeri “ufficiali”: 150 per la questura, 1000 per il sindacato), escluse naturalmente le forze dell’ordine: due camionette della polizia con una decina di poliziotti col casco in mano ma senza scudo, che immagino fossero lì a evitare che qualcuno facesse dei picchetti (non che qualcuno ne avesse voglia); una decina di vigili urbani che avevano l’aria di chiedersi “che diavolo facciamo anche noi”; e un’auto dei carabinieri giusto per far figura. C’era poi il solito camioncino che sparava musica a palla, non so esattamente se per rompere le scatole ai dirigenti nel palazzone Telecom, rompere le scatole a noi che eravamo lì a fare un po’ flanella, o effettivamente per rallegrarci il morale. Ad ogni modo, verso le 10 i sindacalisti hanno deciso che tanto non arrivava più nessuno e hanno iniziato il microcomizio. Peccato solo che a nessuno fosse venuto in mente di portarsi una ventina di metri di prolunga: così hanno usato i megafoni a pile e non si riusciva a sentire praticamente nulla. Non che la cosa non abbia avuto una sua certa qual utilità: ad esempio, sono stati ben pochi a sentire l’assessore Casati (direi Bruno e non Ezio, qua hanno tutti lo stesso cognome!) che dopo averci paragonato ai Rom è anche riuscito ad affermare che la privatizzazione in Telecom è arrivata nel 2001 con Tronchetti Provera. In compenso il nostro territoriale CGIL, a cui avevo dovuto ricordare quando sono passato a salutarlo che non sono un settimo livello ma un quadro, era così contento della cosa che ha comunicato a tutti i duecentocinquanta partecipanti più forze dell’ordine che “per la prima volta abbiamo anche dei quadri alla manifestazione”. Fossi in lui non sarei così felice: io sono notoriamente un tipo piuttosto inclassificabile, e il fatto che il sindacato non sia riuscito a far capire agli alti livelli che forse è meglio vedere tutti insieme le politiche aziendali non depone a loro favore. Ah: del mio gruppo di lavoro ad essere presenti in piazza Einaudi eravamo il 15% della forza lavoro, vale a dire tre persone.
Finito il silenzioso comizio, si doveva decidere il da farsi. Dopo un po’ di confabulazioni varie, alla fine si è deciso che a stare fermi ci si stufava e così si è fatto un minicorteo per via Pirelli, via Vittor Pisani e viale della Liberazione. L’unico problema è che duecentocinquanta partecipanti più forze dell’ordine sono davvero pochini, e quindi il tamtam era “state più sparpagliati possibile per sembrare di più”. All’inizio la cosa funzionava anche, ma via Vittor Pisani è abbastanza larga perché scomparissimo quasi del tutto. Curiosità: c’erano anche delle bandiere dell’UGL, oltre a quelle della Triplice, e qualcuno le ha anche portate in corteo. Solo che se ne stavano a chiuderlo…
Alle 11:30 non c’era proprio più nulla da fare, e me ne sono ritornato a casa dagli imbianchini. Visto che tinteggiavano la camera da letto non ho potuto nemmeno fare una pennica, ci ho guadagnato ben poco da questo sciopero :-(
Ho scattato qualche foto: le trovate su Picasa.

vu’ cavare denti?

Il decreto legge 112/08 del 25 giugno, quello della manovra estiva, è sicuramente ipertrofico. C’è dentro di tutto: la versione gentilmente fornitaci da Il Sole-24 ore è di 64 pagine, diviso in due PDF (prima parte e seconda parte). Tra le tante, troppe cose che sono presenti nel decreto, e che mi sa tanto richiederanno un voto di fiducia a inizio agosto, c’è anche l’abrogazione di 3574 leggi, come promesso da Simpli(fi)cius Calderoli. L’elenco, sempre grazie al Sole, lo trovate qui.
Tanti si sono fermati alla prima pagina, dicendo “Toh, c’erano leggi che risalivano al 1864!” Io sono riuscito ad arrivare al fondo di pagina 7 (su 274) e trovare questa, al numero 129 dell’elenco: “Legge 298, 31/03/1912, che prescrive l’obbligo della laurea in medicina e chirurgia per l’esercizio della odontoiatria”.. Insomma, finalmente potrò mettermi anch’io a fare il dentista!
No? mi dite che non si può? Lo immagino anch’io. La mia sensazione è che noi abbiamo una pletora di leggi semplicemente perché abbiamo la pessima abitudine di non abrogarle mai esplicitamente. Ci limitiamo a terminare la nuova legge con le paroline magiche “ogni legge precedente in contrasto con quella attuale è abrogata”. Immagino insomma che ci sia stato nel corso del ventesimo secolo una nuova legge che regola l’esercizio dell’odontoiatria, ma che nessuno abbia mai abrogato esplicitamente la legge 298/1912.
Sia comunque plauso a Simpli(fi)cius, visto che un po’ di pulizia fa sempre bene: certo però che se si iniziasse a fare le leggi in maniera organica, e non attaccando emendamenti “comodi” qua e là, magari sarebbe più facile abrogare man mano le leggi che non servono più!

chissenefrega

Qui sono due giorni che tutti (e quando dico tutti non parlo dei blogh, ma dell’italica stampa) parlano del vero motivo per cui Sìlviolo vuole bloccare le intercettazioni: perché ci sono telefonate in cui si vanta/bea/compiace di essersi fatto qualche signora o signorina che ora fa parte dell’esecutivo Berlusconi IV. Secondo il Corsera lo dice lui stesso («fango gettato sul presidente del Consiglio e sui ministri»); D’Avanzo su Repubblica ci fa sapere che lui ha sentito tutto, ma ormai la parte più “succosa” è stata cancellata dal GIP milanese Marina Zelante (che bel cognome che ha).
Mi secca dirlo, ma sono quasi d’accordo con il pippone odierno di Paolo Guzzanti: quasi, perché il suo elogio della fica-con-la-c-perché-noi-siamo-romani (e quindi prendiamo l’originale greco) è piuttosto ridicolo. È però vero che non è un problema mio né di sessanta milioni di altri italiani con chi afferma di essere andato a letto l’attuale PresDelCons; al limite è un problema di donna Veronica… e quelli sono affari loro, comunque. Gli affari miei e degli altri 60 milioni di italiani sono il fatto che perché Lui non deve far sapere ufficialmente che dice di aver messo le corna (cosa che non mi pare sia un reato civile o penale) allora bisogna bloccare tutte le intercettazioni… e tanto le voci circolano lo stesso. Bellino, vero?

Dimissioni telematiche 4: scomparse!

A quanto sembra, la saga delle “dimissioni telematiche” (vedi le precedenti puntate: [1], [2], [3]) è arrivata al termine.
Sleepers mi scrive dicendo che la legge 188/07 è stata abolita. In effetti ho trovato questo articolo che spiega come nel decreto legge del 25 giugno scorso è stata appunto abolita la legge sulle dimissioni telematiche… immagino su proposta di Simplificator Calderoli. Il tutto appare come lettera l), comma 10, dell’articolo 39 del DL 112/08. Non so se ci fossero i requisiti di urgenza, ma tant’è.
Onestamente non mi metto a piangere: come avevo scritto a suo tempo, l’idea era di per sé buona, ma “persino le cose buone riusciamo a farle male”… e allora tanto vale lasciar perdere.

impronta tu, ch’impront’anch’io

Leggendo i commenti di questo post di Leonardo, scopro che mentre nella vecchia carta d’identità cartacea l'”impronta del dito indice” veniva fatta apporre solo ai pregiudicati – non che ne vedessi l’utilità, ma vabbè – nella nuova carta d’identità elettronica viene presa e scansionata a tutti. Qualche rapido commento:
– già c’è meno spazio “viisuale”, visto che la nuova carta d’identità è più piccina. Non sarebbe bastato salvare una copia digitalizzata nel chip, se proprio si ritiene di avere bisogno di averla? Che poi veniva anche un bel gioco di parole con l’impronta digitale in formato digitale :-)
– come mai nessuno ne aveva ancora parlato? È vero che tanto sono in pochi ad avere la carta d’identità elettronica, e visto che il MINIstro Brunetta ha prolungato per decreto la validità a dieci anni invece che cinque il problema non si pone per un po’; ma è sempre un’ulteriore schedatura
– ma poi serve davvero catalogarci tutti così? Ho grandi dubbi sul fatto che queste restrizioni che ci vendono come “per la nostra sicurezza” portino a vantaggi. Pensate solo al divieto di portare liquidi in aereo (come la maggior parte dei divieti relativi ai voli aerei, del resto).
– Per quanto riguarda le uniche impronte che sembrano attualmente degne di nota, una volta che hai quelle di un bimbo Rom che te ne fai? Controlli se le avevi già prese prima? sai a chi darlo se due coppie di genitori se lo contendono? La prima volta che lo becchi a compiere un reato non lo metti in riformatorio, ma la seconda sì?
Se non lo si fosse capito, sono della scuola che dice di stare molto attenti quando ti parlano di “sicurezza”, perché in genere non intendono la sicurezza tua ma la loro. Solo che mi sa di essere in minoranza estrema.

cos’è l’umorismo?

Questa notiziola è piuttosto inutile, anzi è ancora più inutile di quelle che scrivo di solito. Però è una cosa che stamattina mi ronzava in testa, e magari qualcuno può dare il suo punto di vista.
Tutto nasce dalla vignetta di oggi del fumetto Mutts. Se non conoscete Mutts, la vignetta non vi dirà assolutamente nulla, se non magari un sorrisino a vedere un gattino e un cagnolino ordinare un gelato, mentre io (ma anche Anna l’ha apprezzata tantissimo) mi sono messo a sghignazzare da solo come un cretino.
La risata è nata da due fatti. Il primo è che il “little pink sock” è un’entità ricorrente nel fumetto: un calzino rosa (appunto) che il gatto Mooch ama alla follia e con cui gioca sempre. Abbiamo quindi la “running gag”: in genere, quando si parla di pink sock, un affezionato lettore è già indotto al sorriso. Se si vuole, però, questo è un po’ barare, cercare la battuta scontata. In questo esempio, però, c’è sicuramente qualcosa di diverso: lo slittamento del significato. È vero che la gelateria raffigurata ha tanti gusti e quindi si può chiedere qualcosa di non standard, ma il passaggio del little pink sock dall’essere un calzino al diventare il gusto di un gelato è uno spiazzamento che almeno per uno come me è assolutamente umoristico: vedo insomma qualcosa dove non mi aspetterei affatto di vederlo.
Credo che il famigerato “umorismo matematico”, quello che nessuna persona non-matematica possa capire, sia fondamentalmente legato allo slittamento di significato, anche se a volte noi sorridiamo perché gli altri sghignazzano nelle barzellette “un ingegnere, un fisico e un matematico…” (esiste anche una metabarzelletta al riguardo, ma non me la ricordo bene quindi non la scrivo). Sarà limitativo, ma sempre meglio del cazzoculofigatette che in genere indica un qualche problema del (generalmente sguaiato) ridente con le parti del corpo proprie e altrui.
Se siete arrivati fino a qua, avete anche voglia di raccontare cos’è che a voi fa ridere?

impegni mondani

Domani sera sarò a Bologna a salutare il buon Doug Hofstadter, che come tutti gli anni fa un periodo europeo e ne approfitta per salutare gli amici (e lasciare i figli con gli amici dei figli). L’unica fregatura è che visti gli orari dei treni sono costretto ad andare in macchina, con la mia voglia di guidare che mi salta addosso.
Venerdì invece dovrei essere a manifestare sotto Telecom, in occasione dello sciopero.
Il tutto mentre l’imbianchino ci rifà la camera, visto che finalmente sono riusciti a riparare la perdita dal terrazzino del piano di sopra (e con tutta la pioggia che è caduta a maggio ne siamo ragionevolmente certi!)
Non faccio previsioni più a lungo termine, se non che vorrei tanto dormire :-)