Visto che le nostre gatte tendono a mangiare al volo tutto quello che trovano nelle ciotole (ammesso che piaccia loro!), probabilmente per evitare che la compagna freghi loro il cibo, quando siamo a casa tendiamo a dare loro la pappa in dosi omeopatiche. Oggi pomeriggio ho aperto così una busta di “deliziosi bocconcini con pesce oceanico” e ne ho data mezza. Momo si è subito fiondata, mentre Ariel se n’è stata ben lontana, guardandomi con un muso che sembrava dire “quella robaccia te le mangi tu”.
Stasera ho dato la seconda metà della busta: Momo l’ha annusata e ha cominciato subito a coprirla, manco fossero le sue deiezioni, mentre Ariel si è accinta con buona lena a mangiare.
Almeno si mettessero un po’ d’accordo su cosa piace loro!
_La magia dei numeri_ (libro)
Clifford Pickover lavora(va?) a Yorktown Heights, il mitico centro di ricerca dell’IBM. Come secondo lavoro, si è sempre dilettato di matematica ricreativa. In questo libro (Clifford Pickover, La magia dei numeri [Wonders of Numbers, Adventures in Mathematics, Mind and Meaning], RBA Italia – Sfide Matematiche 4 – 2008 [2001], pag. 350, € 9.99, trad. Angela Iorio e Rossella Pederzoli) troviamo il suo alter ego, il dottor Francis O. Googol (no, non è un gioco di parole su Google: al limite è Google che prende il nome dal googol) troviamo vari problemi e fatti matematici. Alcuni dei problemi, come la terza sezione sulle Delizie Digitali Diabolicamente Difficili, sono interessanti soprattutto per chi è interessato a programmare un computer e vedere cosa riesce a tirarci fuori… anzi per un professore di informatica che voglia far capire ai propri studenti che scrivere un algoritmo decentemente veloce non è immediato. Di per sé dovrebbe anche essere possibile scaricare codice già pronto, ma il sito http://www.oup-usa.org/sc/0195133420/ non era raggiungibile mentre scrivo queste note. La sezione sulle liste di matematici e numeri è anche interessante, soprattutto per chi non è affatto a conoscenza della materia. In definitiva, però, non è poi un libro così interessante: inoltre – ma mi chiedo se sia proprio la sfortuna di Pickover – la traduzione lascia in vari punti a desiderare e ci sono numerosi refusi, alcuni che rendono anche impossibile capire il gioco. Sulla pagina di aNobii trovate una lista di errata corrige.
È di nuovo tempo di multe?
Prima, mentre andavo a comprare il giornale (e il libro della collezione Sfide Matematiche, e il lettore di smart card per la carta regionale della sanità… mancava solo che l’edicola avesse degli sfilatini) ho notato con un certo qual piacere che qualche vigile era passato a multare le macchine in sosta selvaggia dalle parti di piazzale Lagosta. D’altra parte, nella piazza c’era qualche dipietrista che stava immagino facendo proselitismo, e si sa che Tonino è un uomo d’ordine.
Il piacere però si è notevolmente ridotto quando ho visto che il talloncino della multa era stato messo anche su un paio di macchine all’inizio di via Taramelli, subito dopo piazza Appio Claudio.
È possibile che i solerti tutori dell’ordine abbiano deciso che non c’erano cinque metri dall’inizio della via (anche se con una piazza tonda in mezzo è un po’ difficile fare i conti). È possibile che i solerti tutori dell’ordine abbiano deciso che, visto che a fianco del marciapiede correva una riga bianca continua, la riga indicasse divieto di sosta. Resta il fatto che subito prima delle due auto parcheggiate c’era un bel cartello con su raffigurato “Divieto di sosta e di fermata – fine” (il divieto è su tutta la piazza), e quindi uno può anche immaginare che da lì in poi si possa parcheggiare.
Proprio perché sono contrario alla sosta selvaggia, mi chiedo il vantaggio di punire in maniera così indiscriminata. Per guadagnare pochi euro in più si finisce che la gente si convince che tanto vale lasciare la macchina a caso: se va bene, bene altrimenti tanto la multa la si paga lo stesso. Bel modo di gestire.
Ci si mette anche l’ora solare!
Nervosismo nei mercati finanziari per il passaggio di stanotte dall’ora legale all’ora solare. Alcuni broker fanno notare come in un periodo di forti ribassi generalizzati dei corsi azionari allungare una giornata ancorché festiva possa generare ancora nuove perdite.
Si vocifera che S.E. il Cav. Silvio Berlusconi stia preparando un decreto per riportare le lancette al 2006: “se proprio devono tornare indietro, tanto vale farlo per bene, cribbio! E poi adesso ho imparato anche a mettere le schede giuste!”
Per un triste caso della storia, adesso che viene tolta l’ora legale la maggior parte degli allora socialisti è in Forza Italia. O forse è triste ma non un caso?
achtung Batterien!
Stamattina ho ripreso dopo un paio di settimane il vecchio telefonino con la sim Vodafone che prima o poi butterò via. Provo ad accenderlo: nulla. Lo metto in carica: nulla. Lo apro, pulisco i contatti, lo richiudo, lo riattacco alla corrente: si carica.
Stasera prima di andare in palestra ho preso il mio Creative Zen che avevo usato mercoledì. Arrivo, provo ad accenderlo: nulla. Torno a casa, lo attacco al PC con un cavo che credo vada bene: nulla. Scendo in cantina alla caccia dedl suo carichino, lo attacco: nulla. Lo apro, pulisco i contatti, lo richiudo: riparte tranquillamente (sì, era mezzo carico).
Qualcuno ha idea di cosa possa succedere a casa mia? c’è la fatina dei contatti elettrici? il clima milanese di questi giorni è così fetido da bloccare tutto? (l’altro giorno c’era anche il wifi che non funzionava; alla fine, non so perché, rimettendo la stessa password è ripartito)
Senato (cileno) e bancomat
Il messaggio di spam del giorno ha come titolo ATM CARD PAYMENT e come mittente SENATE HOUSE [macarena@surnet.cl]. Mi promette questo:
This is to officially inform you that(ATM Card Number; (4278763100030014) has been accredited in your favor.Your Personal Identification Number is 2900. The ATM Card Value is $6.8MILLION USD. You are advice to contact Mr. Charles Brown via Email:(mrslindahi@rocketmail.com) with the following information’s;
[lista di tutti i dati possibili e immaginabili]
Regards,
Senator David Mark
Please call +2347055489752 for Verification
Occhei, non è venuto così bene, visto che continua e si vede che è la risposta a un messaggio praticamente identico, con l’unica differenza che l’email di Charles Brown è deskofprofmark@live.com e il telefono di David Mark è +2348064682129. Però volete mettere la quantità di riferimenti, da Charlie Brown alla Macarena (e al capitano Mark, ma io sono un po’ rovinato)? Un tuffo nel passato!
Quod est wikiveritas?
Da Slashdot sono finito su questo articolo di Technology Review. Così a prima vista l’articolo sembra essere uno della solita serie “perché wikipedia è brutta e cattiva”, e probabilmente in parte è così, anche se Garfinkel è costretto ad ammettere che le voci presenti sono sorprendentemente accurate (perché “miriadi di volontari apparentemente insonni sono costretti a passare buona parte del loro tempo a togliere quello che non sembra sufficientemente vero”, aggiunge in due punti diversi dell’articolo).
Fosse tutto qua, non mi sarei messo a commentarlo. Ci sono però due punti molto interessanti, che secondo me meritano di essere ponderati. Il primo, quello che si nota di più, è che secondo l’autore la comunità di wikipedia ha ridefinito il significato di “verità”. In pratica, “vero” non è più basato su consistenza e osservabilità, ma quello che conta è la verificabilità. In pratica, una cosa è vera-per-wiki se è riportata da un’altra fonte, possibilmente disponibile gratuitamente in rete (e in inglese, perché qua si parla sempre di en.wiki, e si sa che gli anglofoni sono forse più in difficoltà persino dei francesi ad accettare il concetto che ci siano delle altre lingue oltre alla loro). In un certo senso, questo è vero. La frasetta “citazione necessaria” viene aggiunta sempre più spesso alle voci di wikipedia, come chiosato anche da xkcd. D’altra parte, non è che tutte le fonti siano considerate uguali; ad esempio, garantisco che non dico il mio blog ma nemmeno il mio sito verrebbe considerato fonte sufficientemente valida. In pratica, insomma, l’epistemologia di wikipedia è demandata ad altri; è sicuramente più debole di un peer review (per l’ottima ragione che la comunità in genere non può essere definita di conoscenze pari a chi ha scritto la fonte), ma non è nemmeno così grave.
Ma forse il “maoismo digitale” invocato da Jaron Lanier (vedi qua) è un problema ben più grave. Lanier afferma che non è riuscito a togliere dalla voce a lui dedicata il fatto di essere anche un regista (negli anni ’90 ha girato un film sperimentale, definito da lui “spaventoso”). Tutte le volte che modificava la voce, qualcun altro rimetteva la scritta “che era stata tolta senza fonti”… fino a che non ha scritto il saggio che ho citato qui sopra. A questo punto la fonte c’era, e da allora Lanier non è più un regista :-) Naturalmente, e Garfinkel è pronto ad ammetterlo, nessuno poteva essere certo che l’utente che stava modificando la voce di Lanier fosse lo stesso Lanier; però l’esempio mostra come le politiche di wikipedia, almeno nella versione inglese, sono piuttosto inconsistenti quando si scende nel dettaglio. Infatti modificare la voce su sé stesso, almeno in en.wiki, viene considerata una cattiva procedura; non solamente in caso di autoelogi e promozione, ma in generale (per quanto ne so, nella versione italiana le migliorie a una voce esistente da parte del diretto interessato sono anzi gradite). C’è chi afferma che è vero che una persona è il miglior conoscitore di sé stesso, ma che si ha una “ricerca originale”, il Grande Peccato Wikipedico. Epperò, c’è tutta una parte dell’enciclopedia, quella dei fatti sulle trasmissioni televisive o sui fumetti, che in effetti è una ricerca originale: sì, la trasmissione o il fumetto esistono, ma non ci sono saggi ufficiali sull’argomento.
Che vuol dire tutto questo? Beh, che Wikipedia è incoerente. Nulla di realmente tragico: la filosofia moderna ci mostra una quantità incredibile di cose incoerenti. Onestamente non so se abbia un senso cercare di rendere le regole più coerenti: tutto è migliorabile, ci mancherebbe altro, ma per quanto sballato il meccanismo per adesso funziona, e quindi è meglio evitare riparazioni che potrebbero essere peggiorative. Detto tra noi, non credo nemmeno troppo alla possibilità di definire qualcuno “esperto del campo X”. A parte la difficoltà pratica, mi sa che rischieremmo guerre ancora peggiori tra due esperti.
Riassunto finale: Wikipedia è la tua amica, ma non è la Bibbia. Fìdatene il giusto necessario.
Me pareva…
Non più tardi di ieri mi ero detto inusualmente d’accordo col Codacons.
Oggi l’ineffabile Rienzi comunica urbi et orbi che “il nostro ufficio legale sta studiando la possibilità di intentare una class action in favore dei giocatori rovinati dal Superenalotto, non appena entrerà in vigore la legge sulle azioni collettive.”
Fortuna che noiseFromAmeriKa mi ha fatto sapere la nuova notizia (oltre a far notare che la speranza di una class action potrebbe indurre la gente a giocare di più pensando che tanto potrebbe riottenere i suoi soldi…)