Notizia di oggi: ATM ha affermato, per bocca dei suoi legali, che «si può comprendere, dunque, se il Legislatore italiano ha ritenuto di limitare l’accesso all’impiego nel settore dettando determinati requisiti, tra i quali quello della cittadinanza, ritenendo – forse – che il legame personale del cittadino allo Stato dia maggiori garanzie in relazione alla sicurezza e incolumità pubblica». Il tutto nella memoria difensiva contro il ricorso fatto da un elettricista marocchino, che afferma di non poter essere assunto dall’azienda dei trasporti milanese perché il Regio Decreto 148 del 1931 impone di avere la cittadinanza italiana.
Vabbè, ci sono alcune cose che non quadrano in tutto l’articolo. Innanzitutto non si capisce se l’elettricista ha presentato o no domanda ufficiale, né è chiaro perché gli avvocati non si siano limitati a dire “abbiamo seguito la legge”: per amor di pignoleria non il Regio Decreto di cui sopra ma il suo regolamento attuativo. Tale regolamento tra l’altro prevede anche che «deve essere data la precedenza a coloro che appartengono al partito nazionale fascista ed ai sindacati fascisti, nonchè le altre precedenze stabilite dalle disposizioni della legge 6 giugno 1929, n. 1024, portante provvedimenti sullincremento demografico.» (art. 9) e che «Nelle località designate come malariche dalla direzione generale di sanità, lazienda somministra gratuitamente a tutti gli agenti ed alle persone di famiglia, conviventi ed a carico, i chinacei ed adotta tutte le altre misure e difese prescritte dalla legge per la prevenzione e per la cura delle febbri palustri.» (art. 8), giusto per dare un’idea. Potrebbe anche valere la pena rileggere l’affermazione dei legali ATM, e ricordarsi chi era il Legislatore cui fanno riferimento: ma credo che per molti tutto ciò sarebbe assolutamente naturale e anzi finalmente qualcosa di serio.
Ma la cosa che non quadra a me è che o il regolamento è stato cambiato nei decenni oppure non è già rispettato: l’articolo 10 dice anche che gli assunti in prova non devono avere superato «i trentanni di età per i servizi attivi ed i trentacinque per gli altri servizi», e ad esempio questo bando di concorso per autisti a Gorizia prevede un’età massima di 40 anni. Quindi, caro Simplificius: non è che a suo tempo ti sia dimenticato qualcosa? E quindi, cara pseudoopposizione: non è che magari provate a chiedere lumi su questa cosa?
Dietrologia spicciola sull’Airbus
Non so voi, ma a me questo improvviso aprirsi di una pista terroristica come causa che ha fatto precipitare l’Airbus francese (vedi ad esempio La Stampa, ma lo scrivono tutti) puzza molto di un tentativo di tirare fuori un colpevole – che pure stranamente non si era nemmeno preso la briga di rivendicare l’attentato – ed evitare così che si continui a parlare dei problemi di sicurezza meccanica che sono stati riscontrati.
Penso troppo male?
fine del “fattore amministrative”?
A differenza dei post precedenti, questo non è basato su nessun numero, ma solo su sensazioni a pelle: tenetene conto.
Quando ero ragazzo e giovane, insomma negli anni ’70 e ’80, in Italia capitava un fatto curioso: nelle elezioni amministrative in genere il PCI prendeva più voti che alle politiche. Il motivo? Boh, c’è chi diceva che nel territorio, i comunisti governassero meglio, chi diceva che la gente non si fidava di un governo comunista, ecc. ecc.
Poi i comunisti sono scomparsi ed è arrivata Forza Italia. Negli ultimi quindici anni, capitava che FI pigliasse molti più voti nelle politiche che nelle amministrative. Il motivo? Boh, c’è chi diceva che essendo un partito di plastica non aveva gente sul territorio, chi diceva che la gente voleva Silvio, e se non c’era in lista era meno interessata a votare, ecc. ecc.
Quest’anno mi pare che i voti alle europee siano in linea con quelli alle provinciali. Il motivo? Beh, oserei affermare con tutta la mia forza un forte e chiaro “boh”. Diciamo che se fossi un maggiorente del piddì proverei a pensare anche a questo, oltre che al non avere più rappresentanti di lista ai seggi. (ai tre milioni di voti persi in un anno forse qualcuno ci sta già pensando, anche se non si può mai esserne certi :-) )
partiti o coalizioni?
A quanto pare, ieri mi sono sbagliato: come potete vedere dall’articolo sulla Stampa, qualche giornalista che ha fatto notare come in un anno il PD+L ha perso sei milioni di voti c’è stato.
Peccato che Marco Castelnuovo mi sia caduto sulle percentuali. Il suo articolo infatti si apre con la frase “Se solo un anno fa i due partiti maggiori superavano abbondantemente l84% dei voti lasciando ai «piccoli» le briciole dopo il voto di ieri, i due grandi partiti raccolgono uniti un misero 61,4%.”. In effetti il sito del ministero dell’Interno, l’84% dei voti riferiti al 2008 erano quelli delle due coalizioni maggiori, e PdL e PD avevano il 70.5% dei voti. Percentuale indubbiamente maggiore di quella di quest’anno, ma non così tanto…
Aggiornamento: (10 giugno) come si vede nei commenti, Calstenuovo si è accorto dell’errore e ha corretto l’articolo. A me sembra molto più importante la correzione che l’errore originale. Tutti possiamo sbagliare, come ben sa chi frequenta questo posticino e vede le cancellazioni dopo che i miei ventun lettori mi fanno notare le cappelle che prendo. Un plauso al giornalista, quindi!
screensaver milanese
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Occhei, lo sfondo standard di windows ha i colori molto più vivi, però questa foto è assolutamente genuina e non ritoccata, ed è milanese pura: per la precisione, si tratta del Parco Nord vicino alla fine di via Arezzo. Sono 650KB, 2048×1536 pixel. Capita così raramente che si possa avere una foto milanese decente… ;-)
Europee 2009 vs europee 2004 in Italia
Per la gioia degli amici di FacciaLibro dove queste mie notiziole appaiono in differita, ecco un confronto su voti e percentuali di queste elezioni rispetto a quelle di cinque anni fa. Attenzione: il conteggio dei seggi è completamente al di fuori, perché come magari ricordate il PD+L ha deciso di applicare il massimo quorum permesso dall’UE a queste elezioni. I dati sono ricavati dal ministero dell’Interno: qui il 2009 e qui (che la persona che ha preparato il database possa patire tutte le fiamme dell’inferno) il 2004.
– Votanti: tre milioni in meno (32.7 milioni contro 35.7 milioni) nonostante mezzo milione di elettori in più (50.3 milioni contro 49.8 milioni).
– Bianche e nulle: parecchie meno. Nel 2004 erano rispettivamente 1.6 e 1.6 milioni, quest’anno 1.0 e 1.1 milioni. Questo non me lo aspettavo: in pratica il numero di voti validi è sceso solo di due milioni.
– FI+AN+UDEUR facevano il 33.7% con 11.0 milioni di voti; il PDL fa il 35.3% con 10.8 milioni di voti.
– la Lega faceva il 5.0% con 1.6 milioni; fa il 10.2% con 3.1 milioni.
– l’Ulivo faceva il 31.1% con 10.1 milioni di voti; il PD fa il 26.1% con 8 milioni di voti.
– Di Pietro faceva il 2.1% con 0.7 milioni di voti; fa l’8% con 2.4 milioni di voti.
– l’UDC faceva il 5.9% con 1.9 milioni; fa il 6.5% con 2.0 milioni.
– le millanta sinistre facevano il 13% (!) con 4.2 milioni; fanno il 7% con 2.1 milioni.
– Mussolini, Fiamma, Pensionati, Segni facevano il 3.6% con 1.2 milioni; MPA, Fiamma, FN fanno il 3.5% con 1.1 milioni.
– i radicali facevano il 2.25% con 731.000 voti, fanno il 2.42% con 743.000 voti.
– poi ci sono le scartine varie.
Devo dire che vista così la cosa è ancora più incredibile di quanto ricordassi. Ulivo+Di Pietro sono rimasti uguali come voti rispetto a cinque anni fa, esattamente come il PDL; lo spostamento è stato semplicemente il dimezzamento della sinistra e il raddoppio della Lega. Ovviamente i flussi sono più complicati, ma i macrorisultati sono interessanti :-)
Dove la Lega ha davvero vinto
Dando un’occhiata in giro, ho scoperto che il secondo partito britannico è l’UK Indipendence Party. Per la cronaca, l'”indipendenza” in questo caso è nei confronti dell’Unione Europea: in pratica la politica britannica, che pure non si può definire filoeuropeista, viene da loro considerata lesiva degli interessi del popolo padan… scusate, albionico. L’Umberto ne ha ancora da fare, di strada.
eurovoto: due analisi al prezzo di una
Ora che tutte le sezioni – almeno quelle sull’italico suolo – hanno terminato lo spoglio delle schede per le europee, posso dedicarmi a un rapido commento sui voti. Ma di commenti in realtà ne farò due, uno sulle percentuali e uno sui voti assoluti.
Innanzitutto, io faccio i confronti con le politiche dello scorso anno. Non mi pare che nessuno dei partiti in lizza abbia fatto una campagna “europea”, anzi: quindi i dati sono confrontabili, a differenza di quanto capiterà con le amministrative. Per la precisione, uso i risultati della Camera 2008 e quelli odierni. Quello che hanno fatto notare tutti è che il PdL ha perso, sia rispetto all’anno scorso (da 37.4% più lo 0.3% di Ferrara a 35.3%) che rispetto ai sondaggi. Anche quelli clandestini di Notapolitica, che pure l’anno scorso erano sostanzialmente corretti, quest’anno hanno sbagliato di ben cinque punti percentuali, che non sono mica pochi. Quello che fanno anche notare tutti è che il PD ha perso un casino di voti: il 26.1% contro il 30.8% delle politiche una volta scorporati i radicali (cosa che nessun commentatore fa mai). Ma proviamo invece a fare i conti sulle coalizioni o presunte tali; per fare questo conto divido a metà il risultato dell’MpA, distribuendolo tra destra e destra estrema. [*]
– destra (PdL + Lega + Ferrara 2008 + MpA/2): passa dal 47.1% al 46.6% (-0.5%)
– sinistra (PD + Di Pietro + Radicali): passa dal 37.6% al 36.5% (-1.1%)
– centro (UDC): passa dal 5.6% al 6.5% (+0.9%)
– sinistra estrema (millanta sigle): passa dal 5.4% al 7.0% (+1.6%)
– destra estrema (FN + Fiamma + La Destra 2008 + MpA/2): passa dal 2.7% al 2.4% (-0.3%)
– altri passano da 1.6% a 1.0% (-0.6%)
Si vede insomma un leggerissimo spostamento a sinistra dell’elettorato rispetto all’anno scorso (spostamento assolutamente ininfluente, visto che è spalmato su partiti che non raggiungono il quorum e quindi non esistono), con consensi travasati verso le millanta sinistre dal centrosinistra e verso l’UDC dal centrodestra, oltre che una serie di spostamenti interni PdL-Lega e PD-Di Pietro. Nulla di eclatante, però, rispetto al ribaltone dell’anno scorso.
Se però prendiamo i numeri dei voti ai singoli schieramenti, le cose cambiano.
Immaginando che tutti i radicali avessero votato PD l’anno scorso (ipotesi meno peregrina di quanto sembri), abbiamo che
– il PdL ha perso 2.800.000 voti (più i 135.000 di Giulianone Ferrara)
– il PD, anche sommando i radicali, ha perso 3.300.000 voti
– l’UDC è stabile
– la Lega ha guadagnato 100.000 voti
– IdV ha guadagnato 800.000 voti
– le sinistre hanno guadagnato 100.000 voti
– per gli altri, non ho voglia di fare i conti
Vista in questo modo la cosa appare piuttosto diversa, vero? L’astensionismo che l’anno scorso aveva colpito pesantemente la sinistra adesso si è spostato anche a destra. I sinistri duri e puri paradossalmente tengono, ma naturalmente essendosi divisi non contano nulla. L’exploit della Lega esce molto ridimensionato, e l’unico vero successo è di Tonino Di Pietro. Peccato che sui quotidiani non vedrete questo tipo di analisi, e vi dovete accontentare di qualche sparuto blog (non sarò il solo: scommetto su almeno due tra i miei amichetti)
Noticina finale: a questo giro non mi sono assolutamente curato di exit poll, proiezioni et similia. Me ne sono andato a dormire quando forse qualcosa era già apparso da qualche parte, ma non l’ho visto: e mi sono svegliato tranquillo e beato. Dovrei farlo più spesso.
[*] le etichette sono molto teoriche. Non riuscirei mai a definire Di Pietro di sinistra.