Quando c’era LVI, si sente sempre dire, i treni arrivavano in orario. Adesso c’è LEI (ma non credo abbia molto a che fare con i treni: lì era il Cognato che aveva esperienza sul campo). Ad ogni modo, Trenitalia ha già da un pezzo allungato i tempi di percorrenza dei treni, per ridurre i ritardi: cosa bruttina ma secondo me accettabile. Meno accettabile che quattro ore prima della partenza di un treno si decida di anticiparlo di 50 minuti. (“Ma noi abbiamo inviato comunicazione a tutti!”, come se uno fosse libero di anticipare tutti gli impegni per arrivare in orario).
Ovviamente la domanda è “ma di questi lavori sull’alta velocità ve ne eravate accorti quel giorno?”, ma forse è meglio non farsi di quelle domande.
Ultimo aggiornamento: 2024-11-11 15:48


ok, è una settimana che piove e quindi gli inquinanti si sono abbassati, ma le polemiche sono rimaste in sospensione, tra chi dice che la qualità dell’aria nella pianura padana è molto migliore di 30, 20 e anche 10 anni fa e chi commenta che non basta. E tra le misure che vengono chieste c’è chi (se non ricordo male un consigliere comunale o regionale pentastellato) riprende la vecchia proposta di rendere gratuiti i mezzi pubblici “per convincere la gente a usarli”.
Ieri e oggi sono andato a farmi mettere e restituire l’holter in un ospedale (privato, ma questo è irrilevante nella questione). L’ospedale in questione è a una decina di minuti a piedi da casa mia, ma in teoria c’è una linea di bus che ha il capolinea quasi lì e mi porta sotto casa. Non è un vero problema, nel senso che io cammino volentieri. Però ieri mattina il bus in direzione ospedale era atteso in 7 minuti, e in effetti non mi ha raggiunto; quello del ritorno aveva un’attesa di 12 minuti. Stamattina non ho guardato all’andata: il ritorno in compenso segnava 20 (venti) minuti di attesa.
Stamattina sono arrivato in ufficio in bici, e mi sono trovato un camion che bloccava l’accesso carraio (e il marciapiede). Il motore era acceso. Mi metto dietro a una certa distanza, do un paio di colpetti di clacson (sì, ho un clacson tosto sulla bici). Il camion si sposta di qualche centimetro in avanti, di qualche centimetro indietro per due o tre volte, poi si ferma lasciando uno spazio a malapena sufficiente per andare. Comincio a tenere continuo il clacson, dopo un po’ scendo dalla bici; intanto l’autista era sceso e incazzato mi ha detto “c’è lo spazio!”
Insomma il Tar della Lombardia