Leggo sul Post che il prolungamento della linea C della metropolitana è slittato di sei mesi. Nulla di strano, a Milano abbiamo avuto ritardi ben più lunghi. Ma a quanto pare il motivo di questo ritardo è dovuto al fatto che la stazione Fori Imperiali si chiama ora Colosseo. Cito la commissaria di Governo per la linea C e per i nuovi tram di Roma, Maria Lucia Conti: «Il cambio di nome della stazione da Fori Imperiali a Colosseo ha determinato la necessità di ricalibrare da zero il programma informatico di gestione delle vetture». Causando anche una spesa di 859.271 euro, aggiunge Repubblica.
Ora di scuse ne ho sentite tante, ma questa è davvero forte. D’accordo, esiste già una stazione Colosseo, ma non credo che il software di gestione di una linea si debba preoccupare di cosa fanno altre linee…


ok, è una settimana che piove e quindi gli inquinanti si sono abbassati, ma le polemiche sono rimaste in sospensione, tra chi dice che la qualità dell’aria nella pianura padana è molto migliore di 30, 20 e anche 10 anni fa e chi commenta che non basta. E tra le misure che vengono chieste c’è chi (se non ricordo male un consigliere comunale o regionale pentastellato) riprende la vecchia proposta di rendere gratuiti i mezzi pubblici “per convincere la gente a usarli”.
Ieri e oggi sono andato a farmi mettere e restituire l’holter in un ospedale (privato, ma questo è irrilevante nella questione). L’ospedale in questione è a una decina di minuti a piedi da casa mia, ma in teoria c’è una linea di bus che ha il capolinea quasi lì e mi porta sotto casa. Non è un vero problema, nel senso che io cammino volentieri. Però ieri mattina il bus in direzione ospedale era atteso in 7 minuti, e in effetti non mi ha raggiunto; quello del ritorno aveva un’attesa di 12 minuti. Stamattina non ho guardato all’andata: il ritorno in compenso segnava 20 (venti) minuti di attesa.
Stamattina sono arrivato in ufficio in bici, e mi sono trovato un camion che bloccava l’accesso carraio (e il marciapiede). Il motore era acceso. Mi metto dietro a una certa distanza, do un paio di colpetti di clacson (sì, ho un clacson tosto sulla bici). Il camion si sposta di qualche centimetro in avanti, di qualche centimetro indietro per due o tre volte, poi si ferma lasciando uno spazio a malapena sufficiente per andare. Comincio a tenere continuo il clacson, dopo un po’ scendo dalla bici; intanto l’autista era sceso e incazzato mi ha detto “c’è lo spazio!”
Insomma il Tar della Lombardia 