Archivi categoria: pipponi

“stupro della brutta” e Cassazione

In questi giorni si è parlato parecchio della sentenza della Cassazione, che avrebbe annullato una condanna per stupro “perché la vittima sembra un maschio”. Ora sappiamo bene che i giornali spesso fanno fatica a spiegare per bene le cose, ma stavolta l’articolo di Repubblica mi pareva abbastanza chiaro: la Cassazione ha annullato con rinvio – quindi ha detto che si deve fare un nuovo processo – la sentenza di secondo grado che era stata di assoluzione, perché le motivazioni della sentenza indicavano un pregiudizio delle giudici. Questo tra l’altro torna, perché come ben noto la Suprema corte giudica solo sul metodo e non sul merito; ed è per questo che ci vorrà un nuovo processo.
Quello che mi chiedo è perché allora si parla tanto della Cassazione e non delle giudici d’appello. È Repubblica che non ha capito nulla, e quindi la mia ricostruzione basata su quell’articolo è completamente errata? È la gggente che quando vede la parola “Cassazione” decide che sono il Male Supremo?

Ultimo aggiornamento: 2019-03-11 10:35

Indro verniciato

Montanelli in rosa Sulla storia della statua di Indro Montanelli imbrattata di vernice rosa (ma la vernice lavabile non è quella che stesa sui muri può essere appunto lavata, cosa un po’ diversa da “può essere tolta con l’acqua”?) io ho solo un pensiero, nemmeno troppo profondo.
Discutere sul fatto che Montanelli meriti o no di essere ricordato è una cosa perfettamente lecita, non ci sono dubbi. Per quello che mi riguarda, avrei anche trovato comprensibile che qualcuno gli avesse buttato addosso una latta di vernice quando era in vita. Farlo su una statua che evidentemente non può fare nulla mostra solo che si è forti con i deboli.

(foto: La Repubblica. Se ci cliccate sopra finite sulla loro rassegna fotografica)

Ultimo aggiornamento: 2019-03-10 12:56

Tassa sulla cittadinanza

Da oggi è possibile fare domanda per il reddito di cittadinanza, sperando per i beneficiari che inizi ad essere elargito prima del 29 maggio prossimo venturo: ma non correte, conta semplicemente il mese di presentazione e non il giorno. Leggo però che la cosiddetta “Carta RDC” fornita da PosteItaliane prevede dei costi per le operazioni: un euro per prelievo da Postamat, 1,75 per prelievo da Bancomat, 1 euro per bonifico e 50 centesimi per postagiro.

Non ho voglia di entrare nelle diatribe sul reddito di cittadinanza, e quindi parto dalla definizione data al di fuori dei proclami per la gggente: si è voluta fare una revisione delle politiche del welfare per semplificare. Perfetto. Possiamo anche immaginare che la semplificazione abbia portato alla scelta di un unico soggetto elargitore di RDC, anziché affidarsi alla concorrenza del mercato. Perfetto. Ma a questo punto tratti con questo soggetto (leggi, dai loro un po’ di soldi) in modo che non ribalti le sue spese di gestione sugli aventi diritto. Posso comprendere i bonifici e il bancomat, ma postamat e postagiro sono operazioni interne, non ha senso che vengano pagate da chi evidentemente non ha soldi altrimenti non avrebbe il reddito. È un costo maggiore per lo Stato? Certo. Ma tutta l’operazione Reddito di Cittadinanza è un costo per lo Stato. Si è scelto di farlo, e allora lo si fa bene… Ah no, scusate, stiamo parlando del governo verde-giallo.

La caduta del Celeste

Che Formigoni vada o no in carcere a me importa relativamente poco. Più interessante è stato notare come gli siano rimasti ben pochi amici, nonostante quanto troviamo scritto in Luca 16,8: non è sempre Vangelo, insomma.

A me quello che non è mai piaciuto di Formigoni è stata la sua doppiezza, dalle vacanze generosamente offerte da chi era stato da lui beneficiato con soldi pubblici alla megalomania del Formigonio. Mi chiedo però una cosa a più ampio spettro. Com’è che a Milano mi capita spesso che mi convenga fare un esame medico come privato, perché pago meno del ticket? È solo perché nel modello lombardo alla sanità i fondi pubblici servono per le spese correnti e quindi si può risparmiare sul costo vivo? Purtroppo questo sembra un segreto mantenuto molto meglio di Fatima, che alla fine è stato svelato…

Ultimo aggiornamento: 2019-02-22 10:06

SharingMI

SharingMi è “una nuova iniziativa che promuove soluzioni per stili di vita più sostenibili”. Almeno questo è quanto troviamo scritto nel sito, oltre all’indicazione che il 21 febbraio ci sarà l'”Evento di lancio”.
Ho provato a dare un’occhiata al sito, e non sono ben riuscito a capirne l’utilità. A parte la oramai onnipresente gamification, con le BankoNuts elargite a chi mostra di aver compiuto azioni sostenibili (e vorrei sapere a chi è venuto in mente un nome simile che a me fa più che altro venire in mente le noccioline lanciate alle scimmie in gabbia allo zoo). Vedo che il progetto ha ottenuto fondi europei, c’è tutta una parte dove i negozianti possono partecipare (e quindi pagare, direttamente o indirettamente…) ma quello che almeno per me manca è un vero accesso dal basso. Non è che io aumenti la sostenibilità di Milano andando a lavorare in bicicletta. Lo farei di più se potessi indicare dove ci sono buche sulle strade, oppure semafori girati e che puntano nella direzione sbagliata, o al limite facendo notare idiozie come l’avere disegnato un attraversamento pedonale e ciclistico affiancati, ma collocati opposti rispetto alla pista ciclabile e al marciapiede successivi. A volte c’è un modo per fare le segnalazioni, come per i lampioni A2A, altre volte no, ma comunque manca un’unica app per interfacciarsi con tutti i sistemi senza far impazzire il povero cittadino che vuole contribuire e deve trovarsi la vita più semplice possibile. Ma mi sa che tutto questo non sia abbastanza sexy…

Porta Littoria

Il solito Massimo Manca mi ha fatto leggere questo articolo della Stampa che racconta di un valdostano nato nel 1942 a La Thuile che si è trovato come luogo di nascita sulla carta d’identità “Porta Littoria”.

Prima di dare un giudizio su cosa è successo vorrei fare un esempio personale. Se mio padre fosse ancora vivo e dovesse rinnovare la carta d’identità, quale luogo di nascita si troverebbe scritto? Lui nacque a Carrara San Giorgio, un comune della bassa padovana che non esiste più perché si è fuso con il confinante Carrara Santo Stefano per formare una nuova entità chiamata con ben poca fantasia Due Carrare. Dunque era nato a Carrara San Giorgio oppure a Due Carrare? Certo, se pensiamo a un centenario nato nell’allora Girgenti probabilmente troveremo scritto “Agrigento” e non faremo una piega, vista la continuità del luogo pur con il cambio del nome.
Il punto è che l’Italia è la patria dei legislatori. Penso che siamo tutti d’accordo che al momento della nascita il protagonista della storia si trovava a Porta Littoria, come anche siamo tutti d’accordo che al termine della guerra una legge abbia cancellato le “denominazioni fasciste” tornando ai toponimi ufficiali. Ma cosa dice effettivamente la legge? Se si sono dimenticati di aggiungere un comma per specificare che i nomi del Ventennio vengono eliminati anche retroattivamente per gli usi successivi, tecnicamente quel signore deve avere Porta Littoria come luogo di nascita. Mi starebbe benissimo se il ministro dell’Interno smettesse per un attimo di twittare cosa sta mangiando e preparasse una leggina al riguardo, ma quello è forse chiedere troppo. Sarebbe già più semplice cercare la legge del dopoguerra per scoprire che dice, ma ammetto di essere troppo pigro…

(ah, io per decenni ho abitato in una via parallela a via La Thuile. Però il quartiere nacque dopo la guerra, quindi non ci fu mai via Porta Littoria :) )

Ultimo aggiornamento: 2019-02-13 22:11

Foibe

Quest’anno la Giornata del Ricordo è stata un po’ peggio del solito, con il presidente dell’Europarlamento Tajani che ha mostrato che il suo lato migliore si mostra quando tace; le sue affermazioni (e quelle del Ministro di Tutto e Ancor Più) hanno portato a malumori maggiori in Slovenia e Croazia, con il presidente sloveno Pahor che ha scritto a Mattarella.

Io non ho grandi conoscenze storiche; tutt’al più posso vantare un suocero triestino di padre italiano e madre slovena. Quello che ho capito io è che diciamo fino al 1918 le città costiere istriane e dalmate avevano una buona maggioranza di italianofoni (o forse sarebbe più corretto dire venetofoni), mentre l’interno era tipicamente slavofono. Il crollo dell’impero austroungarico che non era stato previsto dagli italiani quando entrarono in guerra (non che oggettivamente fosse credibile nel 1915) lasciò una situazione di stallo, con Zara annessa all’Italia (e passi) assieme all’interno dell’Istria e al retroterra triestino che di italiano avevano poco. L’italianizzazione forzata che fece il fascismo non aiutò certo la convivenza, così come la seconda guerra mondiale con l’invasione della Slovenia e il regno fantoccio croato. Il risultato pratico furono le foibe, ma non solo: ci fu tutto un sentimento antitaliano che notai ancora nel 1981, quindi decenni dopo la fine della guerra. Questo non lo si può negare, anche se palrare di pulizia etnica mi sembra esagerato, a meno che non chiamiamo così anche tutti gli altri spostamenti di massa conseguenti alla ridefinizione dei confini europei dopo il 1945.

Detto tutto questo, e ricordando che per decenni non si poteva parlare di foibe perché il PCI non voleva, quello che io mi chiedo è se è proprio necessario questo revanscismo. Lo so, è una domanda retorica. Quello che però io vorrei è un ricordo di quei morti in gran parte innocenti ma che non faccia da base per un revanscismo. Si dice congiuntamente “è stata una cosa non bella, non intendiamo più farla” e via. Troppo utopistico? (mi rispondo da solo: sì)

No al 5G?

Stamattina, tra le pubblicità passate su Radio Popolare, ce n’era una di un’associazione contro le antenne per i telefoni 5G. Il mio commento è uno solo: non si sono svegliati un po’ tardi? Secondo loro gli operatori telefonici non si farebbero ridare tutti i miliardi sborsati per poter usare le frequenze, insieme ai soldi spesi per le infrastrutture?

Ultimo aggiornamento: 2019-01-31 15:39