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Uno su tre oppure uno su cinque?

Dai Wu Ming potete leggere un’accurata considerazione sulla probabilità che la persona che ci passa a fianco abbia votato Lega: non è una su tre (il 34%) ma una su cinque (il 34% del 56% che è andato a votare). Il tutto naturalmente tagliato con l’accetta: Milano, la val Brembana e Cosenza hanno percentuali diverse.

Però c’è un però: ci sono due persone sulle cinque che incontriamo a cui comunque va bene la Lega. Certo, possiamo allo stesso modo dire che a loro sarebbe andato bene M5S oppure il PD. Quello che però vorrei rimarcare è una di quelle cose su cui picchio sempre: i numeri di per sé non significano nulla, se non prendiamo anche tutte le condizioni al contorno. Ricordatelo sempre.

Ultimo aggiornamento: 2019-05-28 13:30

Carnevale della matematica #124

[Carnevale della matematica]

“canta, canta, nero”
(dalla Poesia gaussiana)

Benvenuti all’edizione numero 124 del Carnevale della Matematica! Tema di questo mese è “matematica per le feste”. Per chi è davvero vecchio, il 124 era un modello di auto della Fiat (mio padre ne ha avuta una); per chi è amante dell’aeronautica, l’Antonov An-124 Ruslan è stato il più grande aereo prodotto in serie. E per i matematici? Beh, è un numero nontotiente, perché l’equazione φ(x)=124 non ha soluzioni, ed è difettivo (la somma dei suoi divisori propri è 100); ma è anche un numero intoccabile, perché non è la somma dei divisori propri di alcun numero, e se scritto in base 5 diventa il simpatico 444.

Prima di passare ai contributi del mese, ecco la cellula melodica, proposta come sempre da Dioniso:

Il fatto che ci sia una terza minore implica forse un Carnevale in tono minore? Spero proprio di no!

Dioniso questo mese si è tra l’altro anche autocelebrato, perché la sua pièce “I pitagorici” è andata in scena al Politecnico di Torino. E non è una festa, forse?

Anche Annalisa Santi ha voluto restare in tema, con un post dal titolo “La Matematica del Natale…tra libri e sfere temari” (teMari, non teRNari, lo so che voi pensate sempre male). Il post parla di piccoli libri (ovviamente matematici, ma semplici e divertenti) da regalare alla Vigilia di Natale, secondo l’usanza islandese del “Jolabokaflod” o “Christmas Book Flood” e di decorazioni per il giorno di Natale: a stella icosaedrica, con digressione sui solidi platonici, e a sfera, derivate dalla tradizione giapponese delle “palle temari” ricamate.

Davide Passaro per Math is in the Air ci propone tanta roba.
Un’intervista ad Alessandro Giuliani, professore di Fisica Matematica all’università di Roma Tre. La frase “Lasciatevi guidare dal piacere e dalla curiosità per lo studio della matematica e della fisica” scelta come sottotitolo dell’intervista fa già intuire che l’intervista offre spunti interessanti. Nell’intervista si parla di meccanica statistica, modello del grafene e della formula di Osanger per la magnetizzazione spontanea.
Un contributo esterno di Giordano Colò che affronta l’affascinante tema della teoria delle stringhe, intitolato “Stringhe che vibrano e simmetria speculare”. In questo articolo, primo di una serie, si parla dello spazio di Calabi-Yau e della congettura SYZ.
Segue un affascinante articolo di Maria Mannone del titolo: “Dante Gaudì, Dalì: un dialogo fra geometria, natura e fede”.
La seconda parte di una serie scritta da Valerio Novelli sul modello di Ising (la prima parte, se l’avete persa, è qui)
Infine Davide segnala la pubblicazione di un articolo sulla rivista “Didattica della Matematica” frutto dell’indagine realizzata da “Math is in the Air” in collaborazione con i proff. Pietro Di Martino e Rosetta Zan della facoltà di matematica dell’Università di Pisa.

Gianluigi Filippelli questo mese si è lanciato! Su Dropsea potrete leggere
In L’arte matematica di Piero della Francesca racconta come Piero della Francesca non fosse solo un grande pittore, ma anche un valente matematico.
Per la serie dei Rompicapi di Alice, un rompicapo proposto da Martin Gardner: Cubi, cubi, sempre cubi “È possibile tagliare un cubo in un numero infinito di altri cubi più piccoli nessuno dei quali identico a un altro?”, rompicapo a cui segue un brevissimo esame della sfida logica tra Achille e la tartaruga. Il tutto nel segno della regressione infinita.
Più legato alla fisica, Misurare la velocità della luce in classe. Il titolo è già di per sé esplicativo. Attenzione: ci sono formule!
Passando al Caffé del Cappellaio Matto:
Pico e Paperoga profeti del caos. Partendo da una storia breve uscita su Topolino #3288 con Paperino, Paperoga e Pico de Paperis, un articolo sulla teoria del caos e i biliardi.

Roberto Zanasi presenta invece l’ultima parte di Minacce Aliene, con la funzione di Ackermann usata nel computo dei numeri di Ramsey. Attenzione: ci sono numeri davvero grandi!

Da MaddMaths! la solita messe di contributi.
Dopo Atiyah: a che punto siamo con la congettura di Riemann? – Lunedí 24 settembre 2018, Sir Michael Atiyah, in una conferenza tenuta nell’ambito dell’“Heildeberg Laureate Forum,” ha annunciato la dimostrazione della Congettura di Riemann. La notizia ha destato sensazione anche al di fuori della comunità matematica: approfittiamo di questa occasione per ricordare di che cosa si tratta e anche per descrivere con qualche dettaglio il processo di “validazione” della ricerca in matematica. Un articolo di Alberto Saracco & Alessandro Zaccagnini.
L’importanza della formazione iniziale degli insegnanti: la necessità assoluta di non tornare indietro di 30 anni – Comunicato della CIIM sulla discussione parlamentare relativa alla revisione del sistema di formazione e reclutamento dei docenti di scuola secondaria (modifiche al D.L. n.59 del 13 aprile 2017). Apparso anche sulla pagina della CIIM, questo comunicato è stato condiviso con tutti i componenti delle commissioni permanenti per Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport del Senato e e per Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
Caro Vaime, ci dispiace davvero, non sa cosa si è perso! – Enrico Vaime, popolare autore e conduttore radiofonico e televisivo, ha dedicato alla Matematica il suo editoriale per la trasmissione Black Out su Rai Radio 2 di Sabato 24 Novembre 2018. I membri del comitato editoriale di MaddMaths! hanno ascoltato questo intervento che ci racconta una matematica che non riconosciamo, molto diversa da quella che pratichiamo e insegniamo. E francamente c’è dispiaciuto che per lui la nostra materia preferita fosse così triste e poco creativa. Abbiamo provato a rispondergli con due testi, uno di tono giocoso di Sandra Lucente, una specie di “inversione” creativa dei temi ascoltati nell’editoriale, e l’altro di Pietro Di Martino, sul rapporto che le persone instaurano con la matematica.
Superpermutazioni: che nome dare a un Teorema? – Recentemente molti siti di divulgazione scientifica hanno riportato la soluzione di un problema di combinatoria: la stima del limite della lunghezza di una superpermutazione minima di n elementi. Molto probabilmente il problema non avrebbe attratto tanta attenzione se non fosse per la curiosità offerta dall’identità degli scopritori: un anonimo in una lista di discussione e lo scrittore di fantascienza Greg Egan. Ce ne parla Nicola Ciccoli, che riflette sulle nuove forme di comunicazione dei risultati.
È tutto calcolato — recensione del libro di Lorenzo Baglioni – Lorenzo Baglioni, classe 1986, grossetano di nascita, ma fiorentino d’adozione, già da tempo noto al popolo del web, ha sfondato con il grande pubblico grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo 2018 con la canzone didattica Il congiuntivo. Attore, cantante, comico, youtuber, ma anche matematico. Ora ha scritto un libro e Alberto Saracco ce lo racconta.
John Urschel è un professionista – In Italia è praticamente sconosciuto, ma la sua storia è veramente notevole. Stiamo parlando di John Urschel, 27 anni, matematico americano di origini canadesi, che ha giocato da professionista nella National Football League. Di seguito trovate l’intervista raccolta per il sito Hmm Daily da Jordan Ellenberg, professore di matematica presso l’Università di Winsconsin-Madison, qui nella traduzione in italiano a cura di Roberto Natalini.

I Rudi Mat(h)ematici sono in ritardo per il numero di dicembre della rivista, ma hanno comunque pubblicato varie cose, riassunte telegraficamnte qui sotto:
Dalla triremi all’automobile è uno strano Paraphernalia che parte da Antikythera per arrivare fino alla Fiat Dedra (che non esiste, perché era una Lancia).
L’enigma del frate e dell’apparitore continua la tradizione degli indovinelli di Canterbury.
Che la scopa sia con voi è il solito post risolutivo e istituzionale.
Infine un quick&dirty che tira in ballo Paperino: Operazioni paperinesche.

Che cosa ho scritto io, infine?
Sul Post ho due interventi. Ah, la discalculia! non parla in realtà della discalculia ma dei due errori di matematica fatti dal titolista del Corriere; Enrico Vaime e la “sua” matematica” parla del brano di Enrico Vaime trattato anche da MaddMaths! sotto una luce un po’ diversa.
Qui sulle Notiziole, i quizzini della domenica sono stati Cartello (poco matematico, ve lo dico subito), Dimezzare, Stella a otto punte e Successione. Per le recensioni, Il tempo di Stefan Klein, troppo spezzettato per i miei gusti; Infinito di Umberto Bottazzini, forse più filosofico ma con spunti molto interessanti, e Furor Mathematicus di Leonardo Sinisgalli, dove di matematica c’è solo una piccola parte ma il punto di vista è piuttosto peculiare.

Buona lettura e buone feste a tutti! L’anno prossimo troverete il Carnevale, sempre il 14 del mese, da Math is in the Air con tema “Matematica e libertà”.

Maturità scientifica 2018

Vi siete lamentati della bicicletta a ruote quadrate dell’anno scorso? Peggio per voi, quest’anno vi siete trovati le piastrelle :-)

Non ho avuto il tempo di guardare il compito più di tanto. Posso dire che chi ha letto Martin Gardner con le superellissi di Piet Hein ha avuto qualche vantaggio, e che ho dei dubbi che un liceale riesca ad arrivare al limite di polinomi a dimensione infinita. Vedo comunque che continua l’uso di sbocconcellare i problemi per aiutare a capire cosa fare. Per quanto riguarda il primo quesito, io sono una capra in geometria solida: ma siamo certi che si possa supporre che il cilindro sia con la base concentrica a quella del cono (e lì i conti sono facili) e non sdraiato o peggio storto? Altrimenti i conti diventano ben più difficili…

Ultimo aggiornamento: 2018-06-21 16:00

Carnevale della Matematica #114

[Carnevale della matematica]

“il merlo canta nella luce”
(dalla Poesia gaussiana)

Benvenuti all’edizione numero 114 del Carnevale della Matematica! Il 114 è il prodotto di tre divisori primi distinti (2×3×19) il che porta ad alcune conseguenze interessanti: un verso pregno di significato nella poesia gaussiana (vedi sopra), l’essere un numero abbondante, e avere una cellula melodica che – come dice Dioniso che l’ha preparata – «è caratterizzata da un salto di sesta minore, come a voler far riflettere il merlo sulle possibili peripezie del suo ardito salto nella luce.»

Il numero 114 è nontotiente, perché l’equazione φ(x)=114 non ha soluzioni; però è un numero di Ulam e un numero di Padovan, oltre che palindromo se scritto in base 5 (4245) o in base 7 (2227). Per il resto, segnalo solo che è il numero delle sure del Corano e che è il numero atomico del flerovio, elemento del quale sono stati “visti” 80 atomi in tutto.

i numeri di Padovan all’opera (immagine da WIkipedia, di Gandalf61 e Burn)

Bene, è ora dei contributi! Cominciamo con Dioniso, che oltre alla cellula musicale ci manda un contributo a detta sua più musicale che matematico (ma non è vero!): Ansermet, il musicista matematico contrapposto ad Adorno e alla dodecafonia: Stravinsky o Schönberg?. Ansermet, contro Schönberg e i dodecafonici, ha teorizzato matematicamente che il nostro orecchio è tarato sulla musica tonale.

Annalisa Santi è stata l’unica a seguire il tema che avevo lasciato per il Carnevale, cioè “matematica festiva”, chiedendosi se se la matematica avrebbe potuto fornire una valida guida alla scelta e all’addobbo dell’albero di Natale per creare così l’albero di Natale “perfetto”. L’albero di Natale perfetto….matematico? che passa dall'”albero decisionale” del Dott. Gordon Hunter (Kingston University of London) per la scelta dell’albero, alle formule della Britain’s University of Sheffield per determinare gli addobbi perfetti, con incursioni all’albero allestito quest’anno in piazza Duomo a Milano, nonché al suo albero imperfetto “sessantennale”.

I curatori di Math is in the Air ci fanno sapere che è in finale al Premio Nazionale della Divulgazione Scientifica promosso dall’Associazione Italiana del Libro, nella categoria blog; un importante riconoscimento per il progetto. Non paghi del risultato, stanno promuovendo un’indagine dal titolo “Io e la Matematica”, in collaborazione con i prof. Pietro Di Martino e Rosetta Zan del dipartimento di matematica dell’università di Pisa, che cerca di analizzare la percezione che le persone hanno della matematica. Siete tutti invitati a rispondere al breve questionario anonimo e a chiedere ai vostri amici di rispondere anch’essi. Tra gli articoli del loro sito, abbiamo poi
La logica dei draghi: una questione di sguardi, un post di Francesco Bonesi con un bellissimo problema di logica che sfida le capacità di ragionamento dei nostri lettori;
la nuova collaboratrice Maria Mannone ha un post multimediale con tanto di musica da lei composta e suoi disegni, dal titolo Matematica creativa: un’applicazione della teoria delle categorie;
Cecilia Natalini ha infine scritto Campionamento statistico: come far parlare correttamente i numeri.

Zar continua a parlare di numeri trascendenti e di loro approssimanti (beh, no, stavolta di trascendenti non ne abbiamo) con il suo post Ma tu guarda questa radice di 5. Temo che dovrete aspettare il 2018 per sapere come mai √5 spunti anche in questo caso.

I blog di gruppo sono sempre pieni di contributi: MaddMaths! anche questo mese ci dà tantissimo da leggere. Siete pronti?
In Illusioni geometriche Nicola Ciccoli ci guida nello strano mondo delle illusioni ottiche basate su effetti puramente geometrici.
Esce poi in questi giorni con l’editore Mondadori un manuale di Didattica della Matematica. Gli autori sono Anna Baccaglini-Frank, Pietro Di Martino, Roberto Natalini e Giuseppe Rosolini. Nel post potete leggere il testo dell’introduzione e l’indice generale.
Sempre sulla tema, è online il secondo numero della rivista “Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula”, realizzata dal Dipartimento formazione e apprendimento, Scuola universitaria professionale della svizzera italiana (SUPSI) e diretta da Silvia Sbaragli: ce ne parla Pietro Di Martino.
In Pitagora e policromia di Shalom Eliahou e Jean Fromentin, tradotto da Elena Toscano, vedremo come degli oggetti matematici molto antichi e di natura elementare continuino a porre problemi anche ai matematici di oggi. Troviamo poi un resoconto sulla giornata sull’insegnamento di matematica e scienze organizzata dall’UMI in collaborazione con il CNR e tenutasi il primo dicembre, presso l’Aula Marconi del CNR a Roma; il tema è stato la formazione insegnanti per la classe di matematica e scienze nella scuola secondaria di primo grado.
Continua la rubrica di giochi matematici “un anonimo giochista”, con la soluzione del problema posto nella scorsa puntata e un nuovo problema sulle terne pitagoriche.
A molti matematici piace poi leggere romanzi e racconti, ma a volte ci si dimentica che ci sono opere letterarie in cui la matematica e i matematici occupano un posto importante, molte più di quanto possiate immaginare. Nella rubrica “Ho letto un teorema…”, Barbara Fantechi ci presenta quelle che le sono piaciute di più. Questo mese ci parla di “Notte e giorno” di Virginia Woolf e “I reietti dell’altro pianeta” di Ursula K. Le Guin.
Questa estate Alberto Saracco è stato docente di un corso al Campus di Matematica, Fisica e Sport che si è tenuto a Bardonecchia. Ci racconta come è andata.
Una cartolina da Hanoi scatena una serie di associazioni che impediscono
a Davide Palmigiani di svolgere al meglio le sue ripetizioni. O forse no? Puntata 19: “Cartolina”
In Un pomeriggio tra tanti, con Daniela Lucangeli Nicola Ciccoli ci racconta di una conferenza molto affollata tenuta a Perugia da Daniela Lucangeli, ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova e da anni esperta di psicologia della didattica con particolare riguardo alle difficoltà in Matematica, dal titolo: “L’emozione dell’errore… (in matematica e non solo)”:
Dopo il successo riscosso dall’articolo “I colori della grammatica”, la rubrica “Esperienze transdisciplinari di Matematica” torna con un nuovo contributo di Gianluigi Boccalon, L’ottava nota, che esplora le potenzialità della Musica per introdurre i concetti di frazione e potenza.

I Rudi Mathematici sono solo tre, ma contano per tanti. In questo mese ci danno:
L’enigma dell’allodoliere, che poi sarebbe l’ennesimo enigma dei “Canterbury Puzzles”, in cui il GC come al solito diffonde Dudeney, loda Chaucer, e fustiga i traduttori. [Nd.mau.: poveri traduttori]
La gilda degli abacisti, che poi in realtà non di vero e proprio abaco si tratta, ma del leggendario regolo calcolatore, strumento potente e misterioso che un tempo stava agli scienziati e agli ingegneri più o meno come Excalibur stava a Re Artù. [Nd.mau.: posseggo un regolo calcolatore, naturalmente] Se tutto va bene, in contemporanea al Carnevale troverete la seconda puntata: prende il volo, tra l’altro, dovrebbe librarsi sul nostro blog anche una seconda puntata, La gilda degli… ordini minori [Nd.mau.: sempre che il link sia corretto e non voglia il carattere “puntini” al posto dei tre puntini]
Nel problema di novembre, Empirismo e logica, il trio ha persino scimmiottato il titolo di un noto saggio del mai abbastanza lodato Bertrand Russell al mero scopo di veicolare il post istituzionale di soluzione al quiz pubblicato sul numero di novembre di “Le Scienze”.
Il compleanno del mese è uscito il 5 dicembre: Buon compleanno, Werner!, per celebrare il genetliaco di Werner Heisenberg. Ma poiché in realtà è un compleanno doppio (si chiamava “Il maestro e il discepolo”, infatti), che voleva celebrare anche – forse persino di più – il meno celebrato Max Born, nato anch’egli in dicembre, nell’undicesimo giorno. l’undici dicembre hanno rilinkato il pezzo come Buon compleanno, Max! [Nd.mau.: voglio vedere quanti cliccheranno su entrambi i link]

Infine Pietro Vitelli torna in un certo senso nel tema festivo del Carnevale. Occhei, non è il gioco della tombola, ma quello delle “Pile di Gergonne” sempre un gioco è: dopo avere scritto in passato del gioco, stavolta fa un approfondimento, naturalmente matematico.

Poi ci sarei io. Non che abbia scritto molto. Sul Post trovate solo una pillola, Approssimazioni pandigitali, che mostra una simpatica approssimazione per e e una per π che usano le cifre da 1 a 9. Qui sulle notiziole avete i quizzini della domenica: Fattoriali a gogoTriangolo isosceleLe due etàNumeri brillanti. Tra le recensioni potete leggere quelle di Travolti dal caso di Joseph Mazur (vi mostrerà come i casi della vita non siano poi così casuali), Introduzione alla filosofia della scienza a cura di Giulio Giorello (diciamo che potete farne a meno e vivere felici lo stesso), e Matematica : stupore e poesia di Bruno D’Amore (più che cronaca, appunto poesia).

Termino ricordando che il mese prossimo il Carnevale (parola in codice “delizioso tra i cespugli”) sarà ospitato da Math is in the Air. Buone feste e buona matematica!

Ultimo aggiornamento: 2017-12-14 06:57

Mi hanno fregato l’idea!

O meglio l’hanno fregata ad Anna, che mi aveva detto ieri “perché non scrivi della matematica di Paperopoli?”
Ho scoperto da Maddmaths! che l’anno scorso è partito un progetto di divulgazione scientifica su Topolino, che era partito con fisica, chimica e scienza dei materiali; mercoledì prossimo su Topolino 3232 ci sarà invece una storia matematica, Paperino e i ponti di Quackenberg, la quale a quanto pare avrà persino la dimostrazione di un teorema matematico da parte di Eulero De Paperis :-)

Ultimo aggiornamento: 2023-07-03 19:05

Invalsi e terza media

Stamattina ho parlato a Radio3 Scienza sui test Invalsi di matematica per gli studenti di terza media (trovate il podcast nel sito: sono anche presenti i collegamenti al sito con le prove e soprattutto quello con le risposte). Qui, con la calma che contraddistingue un blog, provo a dare un giudizio globale.

Come prima cosa, io sono assolutamente contrario a questa tendenza di mettere gli Invalsi come prova di esame. A me il concetto alla base degli Invalsi è sempre piaciuto, ma come sistema per valutare non la capacità del singolo studente quanto le competenze scolastiche in genere, soprattutto per capire almeno a posteriori come migliorare i programmi. Ma capite che se i test fanno media allora gli insegnanti sono spinti a fare una “preparazione da test” che è una cosa completamente diversa…

Detto questo, le prove di quest’anno non erano di per sé troppo complicate, se non per il poco tempo a disposizione degli studenti: 75 minuti per 29 domande sono meno di tre minuti per domanda, che sommati alla tensione degli esami sono un miscuglio terribile. A merito degli estensori, le domande sono esposte in maniera completa, addirittura aggiungendo informazioni che secondo me erano superflue: dire che un litro è composto da 1000 millilitri dovrebbe essere ben noto a un ragazzo quattordicenne. Solo in un caso mancava una specificazione: quando bisognava disegnare un rombo non è stato specificato che non era ammesso disegnare un quadrato (il divieto aveva senso nel contesto del problema, ma se non lo si esplicita non si può poi non accettare la risposta); in un paio di domande era richiesta poi un’interpolazione ad occhio che non sempre è facile da fare. (Il caso della macchia sul dipinto di Van Gogh era più semplice, perché anche la risposta poteva essere spannometrica; ma anche in questo caso non so quanto un ragazzo di terza media sia abituato a dare risposte volutamente approssimate).

Le prove di matematica nascono di solito con l’idea di presentare casi della vita di tutti i giorni, proprio per mostrare come la matematica non sia una costruzione che se ne sta sulla sua torre d’avorio. Diciamo che forse l’esempio del bancomat non corrisponde a qualcosa che i ragazzi fanno già, ma è positivo l’uso pesante di grafici di tutti i tipi. Le infografiche fanno ormai parte integrante delle notizie, ed è bene che i giovani si abituino a riconoscerle e comprenderle al volo. Sarei stato ancora più perfido, e anziché fare un esempio in cui l’asse delle ordinate non aveva le didascalie che erano da trovare ne avrei messo uno con le didascalie errate, ma non si può avere tutto dalla vita. Il problema con il detersivo RAIN e l’acqua dura o dolce ha suscitato il maggior numero di battute più o meno salaci: in effetti sembrava essere preso da un corso di economia domestica. La mia speranza è che qualcuno dei ragazzi, dopo aver postato una gif ironica su Instagram, si sia chiesto cosa diavolo sia l’acqua dura, cosa che gli potrà servire più di avere risposto correttamente alla domanda. Lo stesso per le curve di livello (che in trasmissione ho erroneamente chiamato isoipse: quelle sono le linee con la stessa pressione), che per chi ha la mia età sono qualcosa con cui abbiamo avuto a che fare ma di cui nell’epoca dei GPS mi sa si sia persa la conoscenza.

Ci sono poi due domande (la D14 con le quattro circonferenze e la D25b sull’affermazione “4n-1 è sempre un multiplo di 3” che credo risultino complesse per un quattordicenne. In genere ci vogliono ancora un paio d’anni prima di avere abbastanza chiaro il concetto di dimostrazione. Nel primo caso in realtà la risposta corretta (la figura non è un quadrato perché due delle circonferenze non sono tangenti) richiede uno sforzo ulteriore, perché presuppone il prosieguo “quindi le due diagonali sono diverse e pertanto la figura non è un quadrato”. Nel secondo caso la risposta corretta è un controesempio: siamo sicuri che un ragazzo comprenda già la differenza tra il controesempio che falsifica la tesi e gli esempi che la corroborano ma non la possono dimostrare?

Bene, adesso che vi ho dato qualche aiuto potete provare anche voi a rispondere…

Ultimo aggiornamento: 2017-06-16 15:42

Chiude MATE

Con un’immagine (nemmeno un post…) sulla pagina Facebook e una cancellazione totale della sua esistenza dal sito di Centauria, ho scoperto che con il 2017 MATE chiude le pubblicazioni: l’ultimo numero insomma è l’8, di dicembre, pubblicato il 20 novembre. Il motivo della chiusura, sempre a detta del comunicato, sembrerebbe essere la mancanza di inserzioni pubblicitarie; evidentemente non si aspettavano di andare in pareggio con le copie vendute, ma a questo punto mi chiedo su quali inserzionisti pensavano di puntare.

Anche se ho comprato tutti i numeri usciti per sostenerla, non è che la rivista mi abbia mai attratto più di tanto: la mia sensazione è che tendesse più a cercare di essere l’equivalente di Voyager. C’erano degli articoli interessanti, ma in generale mi pareva che si cercasse di stupire il lettore con effetti speciali, come se più che di matematica si parlasse di magia. Intendiamoci: non pensavo affatto a una rivista in cui si facesse matematica, per quanto semplice la si potesse presentare. È chiaro che l’idea era quella di un rotocalco, e di per sé lo capisco anche. Ma almeno dare un’idea di cosa sia in pratica davvero la matematica poteva esserci, no?

Prendiamo l’ultimo numero uscito, per esempio, e lasciamo da parte le mie idiosincrasie personali, tipo la rubrica Lo Smatematico e il giallo matematico; a me non piacevano, ma avevano comunque un loro senso. Le news matematiche iniziali erano come al solito più o meno matematiche (a meno che voi non siate pitagorici e pensiate che tutto sia numero), ma sicuramente mancano di un link di approfondimento alla notizia originale, come appunto se non fosse importante far capire quanto stupire. L’intervista (in questo numero a Cabezón) è stata come quasi sempre un punto positivo, perché permette di far capire cosa fa un matematico; il day-by-day sul problem solving è sufficiente, a parte il riquadro gossip… ehm, celebrities, come anche quello su Micmath: ma mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca. Molto bella l’intervista a Simone Lepore, del tutto inutile (matematicamente parlando…) l’esperimento sull’altezza.

Veniamo ora allo speciale, in questo caso sui risparmi. Secondo voi, se uno trova scritto «Tali modelli sono basati sulla specificazione di un processo stocastico esogeno che governa l’evento default: tipicamente si assume che si tratti di un processo di tipo Poisson e spesso si ipotizza che il tasso di recupero sia esogeno al modello», uno che non sappia già di che si parli capisce qualcosa? Se l’idea era “abbiamo mezza pagina per scrivere un articolo, perché sennò diventa troppo complicato”, tanto vale lasciare perdere. Che ci siano pezzi come il paradosso dell’agente immobiliare che siano molto più chiari non basta ad apprezzare il tutto.

La parte sulle università mi pare più che altro una marchetta; la pagina di didattica sugli equivoci geometrici era interessante, come anche il paradosso dei troppi antenati; la parte di storia dei matematici (Abel, Peano e Cardano in questo numero) era sicuramente adatta al taglio della rivista, mentre per Lamarr avrei almeno aggiunto qualche dettaglio sul FHSS; l’articolo su Joyce (ciao Popinga!) era carino. Comoda la pagina sulle uscite librarie, del tutto inutili le due pagine sulle fiabe sonore, e infine i giochi confesso di non averli mai provati (ne devo già cercare troppi per i quizzini), ma penso fossero comunque un buon asset.

In definitiva un risultato che sarebbe potuto andare bene per il numero 1, ma che almeno a mio parere arrivati al numero otto mostra di non aver trovato una propria strada. Né mi pare di aver mai visto il tentativo di chiedere ai lettori cosa fare; può darsi che abbiano cercato un campione di non-lettori (che è l’altra cosa che si può immaginare per creare una linea editoriale vendibile), ma ovviamente non lo so. Chissà se ci sarà mai un altro esperimento di questo genere…

Chi ha votato per Trump?

Il lavoro degli statistici non termina quando si sono completamente sbagliate le previsioni :-). L’analisi del voto effettivo è fondamentale perché serve a tarare meglio i modelli previsionali per cercare di fare meno peggio la volta successiva: sbagliare la composizione del campione elettorale porta inevitabilmente a un errore di partenza (un bias) che non può essere corretto. Ecco dunque che Nate Silver è tornato sui risultati dell’elezione del Presidente degli Stati Uniti e si è messo a cercare qualche correlazione a partire dai risultati per singola contea, prendendo i dati estremi per vedere se spuntava qualcosa. Il risultato è davvero interessante. Mentre i risultati delle contee con il reddito medio più alto e di quelle col reddito medio più basso non mostrano nessun trend specifico, se si guarda le prime cinquanta con la percentuale maggiore e minore di laureati le cose cambiano eccome. Nel primo caso Clinton ha guadagnato 8 punti e mezzo sul risultato di Obama nel 2012, cioè più del 4% dei votanti si è spostato verso di lei (escludendo in prima approssimazione gli altri candidati), nel secondo Trump ha migliorato le performance di Romney di più di 11 punti, con uno spostamento di quasi il 6%. Il bello è che queste contee a volte sono fortemente polarizzate verso un partito, ma il trend si vede ugualmente: quindi non è un problema di zone democratiche o repubblicane. Silver ha poi testato altri insiemi di contee per eliminare possibili correlazioni spurie, sia per quanto riguarda il reddito medio che per eventuali presenze di minoranze etniche, e l’ipotesi “più laureati → voto per Clinton” sembra proprio essere valida.

Silver termina facendo ipotesi su cosa può significare questo bias. No, non è necessariamente “solo uno stupido può voler votare per Trump” :-) Questo è importante da un punto di vista politico ma anche statistico, per quello che dicevo all’inizio: ma si va troppo fuori dalle mie competenze, quindi vi risparmio il pippone!

(grazie ad Alessio Bragadini per la segnalazione dell’articolo di Silver!)

Ultimo aggiornamento: 2016-11-23 15:43