Il 25 novembre è stata la giornata di contrasto alla violenza sulle donne. Laura Boldrini aveva scritto un post per il blog che tiene sull’Huffington Post, ma il direttore Mattia Feltri ha bloccato la pubblicazione. Da qui è nato un battibecco tutto a mezzo stampa: Boldrini ha poi visto pubblicato il suo post dal manifesto, Feltri ha replicato adducendo le sue ragioni e tirando in ballo il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che subito ha ribattuto piccato. In tutto questo è anche apparso un comunicato del CdR dell’HuffPost, che però possiamo tranquillamente trascurare.
Secondo Boldrini, la censura di Feltri jr è legata a una frase dove lei se la prendeva con Vittorio Feltri, il padre di Mattia; la frase in questione è «Cosa dire del resto dell’intervento di Feltri su Libero, in cui si attribuiva la responsabilità dello stupro non all’imprenditore Genovese ma alla ragazza diciottenne vittima?». Ovviamente Feltri sr è furbo, e non ha scritto quella cosa ma l’ha semplicemente insinuata, almeno a quanto ho letto dalle trascrizioni in giro (di nuovo, “stranamente” sul sito di Libero non si trova il testo dell’editoriale. Ripeto: mai sottovalutare certa gente).
Secondo Feltri jr non è così. Devo dire che non ho esattamente capito quale sia il suo punto: comincia dicendo «Non ne parlo [di suo padre] e non voglio che se ne parli sul giornale che dirigo» ma continua con «Di sicuro non deleghiamo la pratica a un blogger, cioè a un ospite: se nel blog di Laura Boldrini il bersaglio fosse stato Luciano Fontana o Maurizio Belpietro, avrei fatto una telefonata molto simile», chiedendo di togliere il riferimento. Dal mio umile punto di vista è lapalissiano che un direttore ha pieno diritto di non pubblicare il post di un blogger. Se il peraltro direttore del Post volesse cassare qualcosa che ho scritto sul blog che tengo là, non batterei ciglio; mi limiterei a ripostarlo qui nel mio blog personale, dove sono il padrone di casa. Probabilmente comincerei a pensare di chiudere il blog sul Post, ma sicuramente non mi lamenterei di una censura che per me sarebbe una mera scelta editoriale. (Poi vabbè, parlando di matematica non so cosa potrei scrivere di così offensivo… anche se effettivamente su Gallera e la sua spiegazione dell’indice Rt ho sparato a zero). La mia sensazione è che Boldrini abbia voluto mettere apposta il riferimento a Feltri sr – sarebbe bastato non mettere il nome e parlare di un direttore di quotidiano, e il post avrebbe funzionato allo stesso modo; e anche lei non è certo stupida – e che Feltri jr abbia perso la lucidità; altrimenti avrebbe scritto un commento lungo un terzo, limitandosi appunto a scrivere che non poteva né voleva permettere che un blogger sparlasse di un qualsivoglia collega.
Anche il testo di Carlo Verna non è così lineare come auspicabile; inoltre pare dimenticarsi che la sua “semplice critica” non era così semplice, visto che non è un “semplice giornalista”; e che la sua definizione di blog è abbastanza ambivalente, oltre ad avere un concetto di libertà di stampa che assomiglia più alla libertà del singolo giornalista. Insomma, a me pare tanto che tutti abbiano torto, nelle migliori tradizioni di queste liti. Certo però che l’Huffington avrà avuto un balzo del numero di lettori :-)