Se dovessi riassumere in una sola frase questo Flash of Genius, direi “un’ora e mezzo pallosa, poi mezz’ora scontata”.
Il film nasce da una storia vera: un professore universitario, Robert Kearns, inventa un sistema per fare i tergicristalli a intermittenza, ma la Ford gli ruba l’idea, affermando che è stata creata nei suoi laboratori; il tutto nonostante i brevetti di Kearns. Costui è però un ingegnere, e ho detto tutto: il professore inizia una battaglia solitaria, passando per un esaurimento nervoso, sfasciando la sua famiglia e reinventandosi come esperto in legge, solo per avere una corte che affermi la colpa della Ford, sdegnando nel frattempo proposte di transazione sempre più generose.
Come dicevo, la prima ora e mezza è troppo lenta, e solo verso la fine il ritmo aumenta un po’, scadendo però nella classica commedia all’americana dove sai già che cosa succederà – tranne forse l’ultima scena, che ovviamente non vi svelo. Storia sicuramente istruttiva, ma a questo punto avrei di gran lunga preferito leggermi il libro.
P.S.: “Flash of genius” è ovviamente il lampo di genio, come viene anche detto verso la fine del film. Quello che non capisco è perché i titoli dei film sono sempre più spesso lasciati in inglese anche in casi come questo in cui non c’erano certo problemi a tradurlo.
Archivi autore: .mau.
gioco della domenica: Billit
Si può fare un gioco spara-spara senza in effetti dover sparare, ancorché virtualmente, nulla? Sì: Billit ne è un esempio. Nei trenta livelli occorre far arrivare le varie palline al loro obiettivo nell’ordine indicato. Non è possibile accelerarle, ma possiamo rallentarle, passandoci sopra il mouse. Muovendosi opportunamente è possibile introdurre i ritardi necessari per ottenere l’ordine voluto (almeno credo, io in questi giochi sono negato). Come avrebbero detto i latini, festina lente!
(via Passion for Puzzles)
“La galleria più lunga d’Italia”
Uno ci spera sempre che se ne dimentichino, un po’ come per il ponte sullo Stretto di Messina: ma anche in questo caso c’è sempre qualcuno che ritira fuori i progetti, ci fa una limatura, magari si associa con un altro suo compare e finalmente ci assicura che siamo davvero Fortunati e tra pochissimi anni potremo sentirci Veri Cittadini di una Grande Metropoli.
Sto parlando del tunnel automobilistico sotto Milano: quattordici chilometri sotto la città, dalla fine della Torino-Milano a Linate. Il tutto con nove uscite intermedie, un buco fino a 40 metri di profondità (a Garibaldi, perché bisogna passare sotto la ferrovia, la metro verde, la metro fucsia… e fortuna che al momento non si pensa di andare ancora più in giù), due imprese – Torno e Condotte Acqua – che si spartiranno la torta, e un pedaggio di 7 (sette) euro, che non si sa bene il qual modo verrà esatto (si parla di fantasmagoriche teNNologie che fotograferebbero tutte le targhe… ho qualche piccolo dubbio in proposito).
È vero che a Milano c’è fin troppa gente che non avrà nessun problema a far fatturare alla propria azienda i 7 euro per passaggio, con l’azienda che aumenterà corrispondentemente i prezzi, giusto per chiedersi come mai Milano è la città più cara d’Italia; ma in ogni caso secondo le stime – indubbiamente ottimistiche – dei nostri simpatici amministratori ci vorranno cinquant’anni perché l’opera venga ammortizzata. Detto in altro modo, ci sarebbero due aziende private che sono pronte a fare un mutuo di tutta quella durata così, senza nessun’altra contropartita. Voi ci credete? io no.
Ho visto le ronde!
Stamattina, mentre prendevo il caffè al bar, sono entrati due tipi con la pettorina azzurra nota a chiunque legga le cronache milanesi: l’A.P.I., Associazione Poliziotti Italiani, è sbarcata in forze anche in via Giacosa, il giorno prima della loro istituzionalizzazione formale (ma per un paio di settimane erano già stati assunti per pattugliare le metropolitane, a dire il vero)
Occhei, “in forze” è forse un po’ esagerato: i due si sono semplicemente presi un caffè, spiegando al barista che loro sono solo dei volontari e non fanno nulla di male. Non so se il caffè sia stato loro offerto: me ne sono uscito prima :-)
quiss: il tuo spettro politico
Questo questionario lo stanno facendo tutti su FacciaLibro, ma io sono andato direttamente sul sito originale.
Dopo essermi spupazzato 55 domande fatte evidentemente per gli ammericani – ma non credo che nessuno avesse dubbi su quello – con la doppia definizione “quanto sei d’accordo”/”quanto te ne può importare”, il risultato finale è quello mostrato qui in alto. Per la cronaca, io sono la crocetta rossa (komunista), mentre la crocetta blu è la media degli italiani che hanno provato il test. Limitandomi agli italiani ANZYANI come me la differenza non sarebbe cambiata molto, ad ogni modo; forse più strano vedere che se si prende il risultato globale per la mia decade demografica ci si sposta molto più verso il centro degli assi. Insomma, sarei uno sporco komunista liberal, o qualcosa del genere; immagino che gli sporchi komunisti tendano a collocarsi nell’angolino in alto a sinistra della mappa.
Forse sono più interessanti i punteggi parziali: sono un antimilitarista-non interventista puro e duro (-9.02 su una scala -10:+10) e un intellettuale liberale ma non troppo (-3.97). Lascio a voi decidere quanto questi risultati coincidono con quello che pensate di me :-)
Cecità cromatica selettiva
D’inverno a casa mia si spremono le arance (meglio: io spremo le arance) per colazione. D’estate a casa mia io spremo i pompelmi rosa per Anna, la mia religione mi vieta di berli.
Ieri mattina, dopo aver preso i due pompelmi-du-jour, guardo il ciotolone e vedo che ne sono rimasti solo tre, oltre a un melone e un paio di limoni. Strano, penso, sono sicuro che ce ne dovrebbero essere quattro. Chissà chi si è preso quello mancante. Ieri sera riguardo il ciotolone e, non senza un certo sforzo, mi accorgo che in effetti i pompelmi sono quattro. Solo che uno di essi ha un colore molto più chiaro degli altri, quasi giallo; a quanto pare i miei neuroni non riescono a distinguerlo dallo sfondo dell'”altra roba gialla”. Non so come sia possibile, visto che non scambiavo il pompelmo pallido con null’altro; però sto iniziando a preoccuparmi…
SymmetriSketch: giocate con la simmetria
Anche chi non ama la matematica è spesso attratto dalle forme simmetriche: chi ha la mia età si ricorderà sicuramente dei caleidoscopi. Probabilmente la simmetria è una delle cose più apprezzate dagli esseri umani, e credo che persino i sofisticatoni che dicono di preferire l’asimmetria la vedono come il negativo della simmetria stessa.
Al riguardo, Paolo mi segnala SymmetriSketch, una semplice applicazione multipiattaforma che permette di “giocare con la simmetria”, creando figure complesse a piacere ma sempre con una simmetria rotazionale (si può scegliere l’ordine della simmetria: pentagonale, esagonale…) ed eventualmente una simmetria speculare. Le figure possono divenire intrecciate, creando effetti piacevoli; le si possono poi salvare in formato PDF creato con un tratto continuo, al limite autointersecantesi, che può essere facilmente dato in pasto a un plotter.
Buon divertimento!
Quanto volete cresca Wikipedia?
Potrei citare questo articolo del Corsera, ma la minacciosa scritta “© RIPRODUZIONE RISERVATA” dopo la firma mi preoccupa, quindi non cito nessuna delle parole dell’articolo, limitandomi a far notare che tutte le modifiche dei contribuori all’enciclopedia appaiono in linea, e al limite vengono (quasi) immediatamente annullate.
Prima di parlare a vanvera della solita cricca degli amministratori fascisti, vorrei però suggerire di dare un’occhiata al significato di malthusianesimo: una crescita non può andare avanti all’infinito, perché prima o poi inizieranno a mancare le materie prime, nel nostro caso gli argomenti da trattare. Aggiungo poi che – anche tralasciando il fatto che nel 2003 Wikipedia era relativamente poco nota, e quindi chi faceva modifiche alle voci era molto probabilmente più ben disposto di chi arriva adesso giusto per dire “ci sono anch’io” un po’ come i tagger sui muri – il livello medio della qualità delle voci è cresciuto. Penso vi ricordiate tutti che è molto più facile passare da un voto 4 a un 5 piuttosto che da un 8 a un 9, nonostante la differenza assoluta dei voti sia la stessa: chiaramente capita la stessa cosa anche su Wikipedia, almeno sulla versione in inglese che è stata oggetto dello studio in questione. Su quella italiana garantisco che si può fare ancora molto per migliorare non solo la prosa ma anche l’ortografia :-)
Aggiornamento: (16:45) se volete una spiegazione più dettagliata, andate dalla capa.