Non voglio sapere cosa si sia sognato Niccolò Mavalà Ghedini per trovare una differenza tra l'”efficacia” dei vecchi atti del processo Mills a carico del suo capo e la loro “utilizzabilità”. Ma con i legulei non si può mai dire.
Su una cosa però gli devo dare ragione: quando dice «Il 4 dicembre il presidente del Consiglio è legittimamente impedito, perchè ha Consiglio dei Ministri». Il 4 dicembre è un venerdì, e i consigli dei ministri nell’ultimo anno si sono sempre tenuti di venerdì. Ci voleva molto a fissare la data dell’udienza per un lunedì? (dal martedì al giovedì sono gli avvocati ad avere da fare in Parlamento, anche se nessuno ha mai capito esattamente che cosa debbano fare)
aggiornamento: (1. dicembre) Beh, no… Alessandro Gilioli mostra infatti come il 4 dicembre non ci sarà consiglio dei ministri, visto che il PresConsMin ha un impegno istituzionale imprescindibile: presenziare «all’abbattimento dellultimo diaframma della galleria Barritteri, tra Barritteri nord e Barritteri sud, nellambito dei lavori del V microlotto dellA3, il cui completamento è previsto nel dicembre del 2011». Mi scuso con tutti.
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Buon compleanno, Rocky e Bullwinkle!
Dovete essere davvero ANZYANI, per ricordarvi del duo creato da Jay Ward; però in quel caso probabilmente ve ne ricordate, perché sono stati qualcosa di ben diverso dai cartoni animati classici; quello che contava non era il disegno (malfatto) ma i testi assolutamente surreali.
Leggo ora dalla CNN che si sono festeggiati i cinquant’anni della prima puntata delle avventure dell’alce stupidotta e dello scoiattolo volante… un po’ in ritardo, visto che la prima puntata fu trasmessa il 19 novembre 1959. L’unica macchia nella celebrazione è che sembra vogliano fare un film animato, e a vedere il fotogramma in stile pseudo-3d non vorrei che la magia se ne fosse andata via tutta…
nuova interfaccia di Google
Ora che ne ha parlato Attivissimo probabilmente lo sapete anche voi: la notizia circolava però almeno da un paio di giorni, io l’ho vista su dotTech.org.
Se uno usa google.com (e non google.it) come motore di ricerca, può modificare l’interfaccia e avere in anteprima quella nuova. Basta aprire la pagina di google (se vi si apre google.it nella pagina c’è un lilnk piccino picciò che vi fa arrivare al posto giusto, e poi scrivere nella barra degli indirizzi questa bookmarlet:
javascript:void(document.cookie="PREF=ID=20b6e4c2f44943bb:U=4bf292d46faad806:TM=1249677602:LM=1257919388:S=odm0Ys-53ZueXfZG;path=/; domain=.google.com");
Le prossime ricerche avranno la nuova interfaccia. Se volete ritornare a “Google Classic”, dovete cancellare il cookie: su dotTech ci sono le istruzioni per alcuni browser.
Quali sono le differenze nella nuova interfaccia? Che i pulsanti sono blu elettrico :-) Scherzi a parte, la pagina con i risultati permette di cercare quelli modificati entro un certo periodo di tempo, il che spesso può essere utile anche se non funziona con le pagine rigenerate automaticamente. Che poi vi serva o no, non lo posso sapere…
A2A – sezione elettricità
Oggi Anna ha telefonato ad A2A (già AEM: per i non milanesi, l’azienda milanese di luce e gas) per il contratto per la casa nuova. Le è stato detto che per default hanno messo il contatore a 4.5 kW, e che per portarlo a 3 kW occorre mandare l’omino e sganciare 80 euro di uscita. Mentre era in attesa con il call center, mi chiama raccontandomi la cosa: io le suggerisco di ricordare che ci hanno rotto le palle con il contatore elettronico e queste cose le possono fare in remoto da almeno cinque anni, e non credo proprio che in un palazzo finito l’anno scorso abbiano montato i vecchi contatori. Le domando poi se le hanno detto qual è la differenza di costo fisso, che se non è molto può valer la pena rischiare meno che salti per troppa tensione sovraccarico; mi risponde che il callcentrista non lo sa.
Dopo un quarto d’ora Anna mi richiama. Il tipo le ha spiegato che sì, in teoria il nuovo contatore permetterebbe l’aggiornamento della potenza massima da remoto, ma ci sono dei problemi e quindi preferiscono mandare l’omino (che tanto strapagherà l’utente, alla faccia del fatto che è un problema loro se non possono fare quanto pubblicizzato). Quanto alla differenza di quota fissa, sembra che il callcentrista abbia trovato i dati; a quanto pare il contatore da 3 kW costa 5 euro il mese e quello da 4.5 kW 17 euro il mese (più IVA, ça va sans dire). Non che dal sito lo si riesca a capire, tra l’altro. A questo punto, considerando che tanto la corrente consumata in più ce la paghiamo, ho suggerito ad Anna di far comunque uscire l’omino A2A.
Prossima puntata: il mercato liberalizzato del gas.
Simon’s Cat (libro)
Molti dicono che con il Web e il concetto del “tutto gratis” gli artisti inizieranno a fare la fame; io non ne sarei così certo. Prendiamo ad esempio Simon’s Cat, il gatto casinista eternamente affamato – disegnato con uno stile simile a quello di Bristow, per chi ha una certa età – i cui filmini postati su YouTube hanno spopolato tra i gattofili e si possono vedere nel sito http://www.simonscat.com. Sono certo che molti dei fan del gatto (quorum ego) hanno comprato questo libro (Simon Tofield, Simon’s Cat Canongate 2009, pag. 231, Lst 12.99, ISBN 978-1-84767-481-4) con una serie di tavole raffiguranti il nostro eroe. A dire il vero, l’ambientazione delle vignette, un po’ più bucolica e campagnola, non rende pienamente giustizia, anche se le scene con lo gnomo da giardino meritano; ma garantisco che molte immagini mi hanno fatto davvero sghignazzare!
Regio Catasto torinese – reprise
Quando venerdì scorso andai al Catasto di Torino, oltre alla visura dei posti auto chiesi anche una fotocopia delle mappe catastali relative. Mi consegnarono un pacco di fogli A3 che non guardai, limitandomi a verificare che il testo della visura fosse corretto. Oggi li ho finalmente aperti: sono di posti completamente diversi da quelli che ho chiesto, ma proprio con numeri di mappa diversi.
strisce blu in viale Monza: presa per i fondelli
Sono mesi che si sentono alti lai contro l’ingiusta vessazione che riguarderebbe i poveri abitanti nel primo tratto di viale Monza (da piazzale Loreto alla Ferrovia) che con la prossima istituzione delle strisce blu nella zona non avrebbero potuto parcheggiare sotto casa durante la giornata. Pensate: si era fatto vivo persino il PD! Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua esistenza e invece era vivo e lottava insieme a non so bene chi!
Ma non preoccupatevi: adesso che la fazenda è tornata saldamente tra le mani dell’Eterno Vicesindaco De Corato, le cose cambiano. Anche i 170 posti sul viale saranno liberamente utilizzabili dai residenti nella microzona 30, esattamente come gli altri 4010 tutt’intorno. Sì, perché i poveretti di Viale Monza potevano semplicemente girare l’angolo e parcheggiare nelle altre strisce blu di zona, esattamente come adesso gli altri residenti nella microzona potranno parcheggiare in viale Monza.
Avete capito bene: tutta la cagnara fatta da queste parti era per il quattro percento dei posti auto. Conoscendo l’intelligenza media della popolazione, non mi stupirei che i vialemonzisti fossero davvero convinti di essere stati trattati diversamente dai loro vicini; e così alla fine chi rimane fregato siamo io e mia moglie, che per andare dalla pediatra speravamo in qualche posto auto che fosse davvero a rotazione e per cui avremmo pagato volentieri gli ottanta centesimi l’ora.
processo breve
Anche ammesso che siano veri – notate che si parla di “processi a rischio”, non “processi che non si svolgeranno” – il 50% di processi eliminati dalla nuova legge Alfano a detta dell’ANM ci sarà solo nelle procure più ingolfate, come si vede leggendo più attentamente il comunicato. D’altra parte l’1% millantato da Alfano non può assolutamente essere vero, perché altrimenti non avremo un “problema giustizia” e non avremo dunque bisogno di fare una legge al riguardo. (Faccio ovviamente finta che al PresConsMin la promulgazione di questa legge non importi affatto).
Il guaio è che il problema c’è, ma la soluzione non è certo quella. Non so chi ha detto che è l’equivalente di dire “l’Eurostar Milano-Roma deve impiegare al più quattro ore; dopo duecentoquaranta minuti si deve fermare e fa scendere i passeggeri ovunque ci si trovi”. E tralasciamo incongruenze come l’esclusione del reato di immigrazione clandestina dalla lista dei processi accorciabili, tanto per far piacere alla Lega. Un processo di quel tipo si risolve in un attimo, quindi non ha certo problemi di fretta.
Ma perché i processi in Italia sono così lunghi? Ci sono almeno quattro motivi. Pochi giudici (e cancellieri e personale dei tribunali); farraginosità delle procedure; pubblici ministeri che cercano di allungare i tempi; difensori che cercano di allungare i tempi. Preso atto che questo governo, come del resto i precedenti, non si sogna nemmeno di fare qualcosa per i primi due punti, restano gli altri due. Come sa chiunque abbia studiato un po’ di ottimizzazione, occorre trovare un modo per mettere l’un conto l’altra le due parti con interessi opposti. Difficile? Nemmeno troppo. Ad esempio il rito abbreviato serve proprio a quello. L’imputato sa che se si dichiara subito colpevole ha comunque uno sconto non indifferente di pena, e se è convinto di non avere troppi cavilli legali da giocare la cosa gli può convenire; il PM vede comunque condannato il reo, cosa che dal suo punto di vista dovrebbe essere l’unica davvero importante.
Il processo breve potrebbe essere ad esempio concepito in questo modo: si dà un tempo anche minore dei due anni proposti ora per il primo grado di giudizio, ma escludendo il tempo concesso alla difesa (e modulando il tempo totale per la gravità del reato e per il numero di imputati). In questo modo l’accusa dovrebbe selezionare quelle che ritiene prove e indizi davvero importanti, mentre la difesa non potrebbe più sfruttare tattiche dilatorie, che tra l’altro sono inerentemente ineguali visto che chi ha più soldi può permettersi il lusso di far perdere tempo e soldi. Ma chissà perché non credo che una riforma simile sia di interesse.