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matematto non praticante

pizza a domicilio

Nonostante la nostra nuova casa disti meno di un chilometro e mezzo dalla vecchia, c’è una differenza significativa almeno per una cosa: i volantini di pizzerie con servizio a domicilio. Nella vecchia casa non ne arrivavano; c’è giusto stato quello che l’altr’anno ha aperto un nuovo locale dove prima c’era una panetteria, e che chiaramente doveva farsi conoscere. Per il resto arrivava di tutto, ma non pizzerie a domicilio. Qua invece non passa settimana che non ci sia un volantino: devo decidermi a fare la raccolta, tanto per capire se sono sempre gli stessi che spediscono in un ordine predefinito oppure c’è davvero un mondo a me totalmente sconosciuto…

Posterous è impazzito!

Avevo per sbaglio mandato un post (quello su come zittire i messaggi con cui windows chiede di riavviare) sull’account posterous che rimbalza qua invece che su quello giusto. Vabbè, dico, lo cancello e amen.
Peccato che posterous continui a ripostarlo, lamentandosi di “non aver ricevuto alcuna risposta”. Mi sembra di essere Topolino apprendista stregone :-(
(Ora ho disabilitato l’autopost, speremm…)

Dopo gli scontri, il nulla

Sono appena tornato dall’aver preso una yufka dal solito kebabbaro, che si trova in via Padova proprio dove avete visto le foto degli incidenti di sabato.
In genere il posto è sempre pieno, oggi non c’era praticamente nessuno; e non credo fosse a causa della pioggerella.
(ah, sul vetro del negozio c’era attaccato un pezzo di carta con disegnata una bandierina “Riprendiamoci Milano” :-) )
((ah, alle 16:30 ci sarà un presidio o qualcosa del genere di Sinistra Ecologia e Libertà in via Padova angolo via Predabissi – non dite che non vi ho avvisati))
Aggiornamento: (18 febbraio) sono passato davanti al presidio ieri verso le 17:15. Venticinque persone da un lato della strada, una dozzina di poliziotti dall’altro.

Costituzione a senso unico

Se si va a leggere questo post di Gilioli (e i commenti) sulle richieste di dimissione di Paola Binetti dopo che ha lasciato il PD per l’UDC, si può notare come molta gente, dallo stesso Gilioli in giù, trovi la cosa non dico onesta e opportuna ma quasi obbligatoria, visto che l’attuale legge elettorale, il ben noto Porcellum, non permette agli elettori di scegliersi il proprio rappresentante e quindi non ci si può appellare all’articolo 67 della Costituzione, quello che afferma come i parlamentari non abbiano vincolo di mandato.
Voi potete pensarla come volete, ma per me il concetto “una legge, pessima o no che sia, è più importante della Costituzione” è aberrante. E mentre capisco perfettamente che l’opposizione non abbia nessuna voglia di proporre una legge elettorale che dia di nuovo all’elettorato la possibilità di scegliere i propri rappresentanti (lo status quo fa comodo anche a loro…), mi preoccupo che il concetto sia ormai considerato naturale anche dalla gente.

Scorte che non si esauriscono

Mentre l’altro giorno facevo colazione con Anna, mi è saltato l’occhio sul cartone del latte (della Centrale del Latte di Milano, per i più curiosi) che riportava la scritta * Offerta speciale - solo €1,29. Possiamo discutere se sia un prezzo equo o no per il latte fresco, da mucche allevate in Lombardia; a dire il vero non lo so, e io non bevo latte. Quello che mi ha colpito è stato l’asterisco, che in un altro lato del cartone veniva esplicato come Offerta valida dal 17/07/2009 fino ad esaurimento scorte.
Va benissimo avere un’offerta speciale che dura da sette mesi, intendiamoci. La vera domanda è: “Ma quali saranno le scorte che si possono esaurire?” Non certo quelle di latte, che deve essere consumato entro sei giorni. Forse quelle delle mucche? Oppure quella delle confezioni Tetrapack?

molto paperless

Mentre cercavo di rimettere a posto un po’ di opzioni della mia carta di credito corporate Bankamericard Deutsche Card, ho visto che c’era l’opzione di ricevere online la lettera di addebito. Che bello, dico, almeno non devo tenerle da parte.
Bene, ho scoperto che per la “spedizione”, cioè per inviarmi una email, dovrei pagare un euro per ogni invio. Il bello è che io non pago per l’invio cartaceo, come da convenzione Telecom.
Per amor di completezza, c’è una sibillina frase che recita «Per il costo delle Spese di Generazione della Lettera di Addebito verrà applicato l’importo minore tra l’invio online e l’invio cartaceo (valori riportati nel Documento di Sintesi inviato annualmente).», quindi potrebbe essere possibile che – bontà loro – non pagherei per le email; ma non mi fido affatto della cosa, e comunque un sistema informativo decente avrebbe dovuto controllare la mia situazione e scrivere qualcosa tipo “il servizio costerebbe 1 euro a invio, ma per Lei è gratuito”… tralasciando la logica di dover pagare per una cosa di costo nullo.

dev’essere proprio così

Da uno spam arrivatomi stamattina:
sotto [NOME SITO] potete inserire il testo desiderato, calcolare i costi online ed inviarcelo.
I nostri traduttori sono esclusivamente di madrelingua. Così è garantita una traduzione perfetta.
Veloce - professionale - a prezzo conveniente = [NOME SITO]
Cordiali saluti
Il Vostro team di traduttori
Sì, il testo è in italiano formalmente corretto. Ma io non lo scriverei certo così, e non credo nemmeno un altro madrelingua lo farebbe. O no?
(ah, lo spam afferma di arrivare dalle Seychelles :-) )

Matematica in camicia nera (libro)

[copertina] Questo (Angelo Guerraggio e Pietro Nastasi, Matematica in camicia nera, Bruno Mondadori “Matematica e dintorni” 2005, pag. 279, € 26, ISBN 978-88-424-9863-6) non è un libro di matematica. Non è neppure un libro di storia della matematica. Al più, lo si può definire un libro di storie di matematici: i matematici italiani dall’inizio del XX secolo – con una minima prefazione postrisorgimentale per avere un contesto – fino all’inizio della seconda guerra mondiale. Se volete, è un modo un po’ diverso dal solito di leggere la nostra storia, anche se i risultati finali non è che siano così diversi da quelli usuali; voltafaccia e appiattimento sempre maggiore sulle posizioni del regime da parte di quasi tutti, con una china che giungerebbe al ridicolo con l’espunzione dei nomi degli ebrei in nome dell’autarchia, se non fosse che dietro c’era qualcosa di molto più tragico. Il testo è molto interessante, anche leggendolo tra le righe; la “scuola italiana” che agli inizi del secolo scorso era la terza mondiale in realtà era costituita da poche punte di vera eccellenza – ma in fin dei conti non servono grandi investimenti in matematica… – ma non è stata in grado di essere una vera e propria scuola: un po’ come in tanti altri campi, insomma.
L’appunto che farei agli autori, oltre a non aver parlato se non di sfuggita di cosa è successo nel secondo dopoguerra (i due piu importanti matematici sopravvissuti, Severi e Picone, si sono riciclati senza problemi…) è che ci hanno messo troppa matematica; certe formule di equazioni differenziali alle derivate parziali non è che servissero a far comprendere meglio il contesto in cui si stava operando!