Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

congiuntivo trapassato

Lo so, sono una persona orribile e soprattutto un grammar nazi. Con tutti i guai che ci sono al mondo, e con tutti quelli che si stracciano le vesti perché Berlusconi, pur di non arrivare al referendum sul legittimo impedimento, sta cercando di fare quello che i proponenti degli altri quesiti referendari volevano, io mi metto a fare le pulci sui tempi verbali.
Nella conferenza stampa di ieri con Sarkozy Berlusconi ha pronunciato – ho sentito l’audio io stesso – le seguenti parole:

«Se fossimo andati al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni»

Periodo ipotetico del terzo tipo, o dell’impossibilità: l’antecedente usa il congiuntivo trapassato. Peccato che a oggi non sappiamo affatto cosa decideranno quelle toghe rosse della Cassazione, e quindi il periodo ipotetico sarebbe dovuto essere del secondo tipo, o della possibilità, con un congiuntivo imperfetto: «se andassimo al referendum, il nucleare potrebbe non essere possibile per molti anni» (io aggiungo anche un “potrebbe”, perché non si sa mai, ma non è quello il concetto chiave). Ora è vero che la Cassazione non può e non deve tenere conto di quelle parole del PresConsMin che non hanno alcun valore legale, checché ne pensino Di Pietro e amici; ma è anche vero che – a differenza ad esempio di costui – ritengo possibile che la Cassazione mantenga il quesito, per l’ottima ragione che una moratoria non è un’abrogazione ma solo un rinvio. È chiaro che io non ho formazione legale a differenza del PresConsMin, ma mi picco di conoscere la lingua italiana…
(nota scorrelata: Silvio ha anche affermato che la scelta di andare a bombardare la Libia è dovuta alle richieste «dei nostri alleati e anche degli Stati Uniti d’America». Lascio terminare ai miei ventun lettori il passaggio logico)

_L’uomo sul tetto_ (libro)

[copertina] Sono passati sette anni dal caso di Roseanna, il primo della serie; il commissario Martin Beck ha sette anni in più, è divorziato e la figlia maggiore è già una donna, tanto che all’inizio si vedono padre e figlia a chiacchierare in un locale. Ma a parte queste considerazioni e l’accorgersi che la coppia Sjöwall-Wahlöö è sempre specializzata in descrizioni minutissime di luoghi, tanto che uno potrebbe farci un Google Maps coi loro libri, in questo libro (Maj Sjöwall e Per Wahlöö, L’uomo sul tetto [Den vedervärdigen mannen från Säffle], Sellerio “La memoria – 807” 2010 [1971], pag. 282, € 13, ISBN 978-88-389-2422-4, trad. Renato Zatti) sotto la trama del poliziesco c’è un romanzo di denuncia, come giustamente spiegato nel risvolto di copertina: si parla della violenza gratuita di molti poliziotti, e dello spirito di corpo che nasconde per quanto possibile le malefatte dei colleghi. L’altra denuncia che si legge nelle pagine è sul “rinnovamento” delle città, con edifici se non addirittura quartieri sventrati per costruire nuovi svincoli stradali e gli affitti che balzano alle stelle. Beck continua a essere un antieroe, e le tensioni interne tra i suoi colleghi sono più forti; per il resto, la struttura del libro è simile a quella dei precedenti, col caso che si dipana più o meno per conto suo e le ultime decine di pagine dedicate al redde rationem. Insomma, consigliato per chi apprezza il genere; dubbi per gli altri. E a proposito di dubbi: chissà come mai è stato scelto un titolo che ha più o meno senso con il libro ma non c’entra nulla con l’originale…

PEC

Non ci crederete, ma oggi mi è arrivata una notifica che mi avvisava che nella mia casella di Posta Elettronica Certificata c’era una comunicazione (dell’INPS, per la cronaca, con l’attestazione dei soldi che avevo versato).
E la cosa più incredibile è che avevo ancora la password per entrarci :-)

In bicicletta da via Padova alla Martesana – 2

Un mesetto fa avevo fatto un reportage fotografico sul progettando percorso ciclopedonale che avrebbe unito la pista di via Padova con quella sulla Martesana. Ora i lavori sono terminati, e sono sicuro che i miei ventun lettori stavano aspettando con ansia il rapporto complessivo su quanto successo. Avete perfettamente ragione: martedì scorso ho di nuovo preso la macchina fotografica per immortalare le dieci piccole differenze col passato. Dopo il salto potrete vedere il tutto e un mio commento finale: come executive summary posso anticipare che chi ha fatto il lavoro perlomeno ha usato il cervello, anche se date le premesse non si poteva aspettare molto di più.

Continua a leggere

gioco per Pasquetta: Pigs Can Fly

Questo Pigs Can Fly di Smart Kit è interessante non tanto come gioco in sé (il primo schema con un minimo di interesse è il sesto) quanto per come funziona. In pratica il cursore deve essere man mano colorato come i pezzi da spostare (o il maialino da portare alla pozione che lo farà volare). Una volta fatto il movimento necessario si richiude la fiaschetta col colore, il gioco sembra ritornare alla schermata iniziale; però quando si apre la fiaschetta del nuovo colore si vedrà automagicamente un cursore dell’altro colore ripetere tutte le mosse che sono state fatte. È più facile provarlo che spiegarlo, ve lo garantisco!

gioco della domenica: Plumber 3

Nei dieci livelli di Plumber 3 bisogna unire con un percorso, il più intricato possibile se si vogliono guadagnare più punti, la parte iniziale di un tubo con quella finale. Un po’ come il gioco che si faceva nei videoarcade venticinque anni fa, magari state pensando… e invece no. I pezzi sono già posizionati tutti, c’è un solo quadretto vuoto, e voi dovete spostare le tessere come se steste giocando al gioco del 15. Dopo un po’ vi girerà la testa, secondo me :-)
via Passion for Puzzles

due minuzie milanesi

Nella campagna elettorale milanese Letizia Moratti ricorda che il numero dei reati è calato del 48% (facendo gongolare l’Eterno Vicesindaco), e si bea dell’attenzione per i bambini e dei vigili urbani come aiuto per l’onesto cittadino. Indubbiamente.
Giovedì sera Anna è uscita per andare a trovare una sua amica: quando torna, erano le 23:30, mi fa “Ci hanno aperto la macchina”. Uscita dall’amica ha trovato la portiera destra socchiusa (gli ignoti devono essere stati molto bravi, in passato qualcuno ci ha spaccato la serratura che è inutilizzabile), le poche monetine che stavano dentro erano sparite, e il cassettino portaoggetti era stato aperto in cerca probabilmente del libretto dell’auto, che tanto non c’era. Nulla di grave, per fortuna. Ma in che zonaccia di Milano si trova l’amica di Anna? Quarto Oggiaro? Stadera? via Padova? No, piazza Insubria. Posso solo immaginare che tutte le forze di polizia spostate sui quartieri che De Corato ritiene pericolosi perché pieni di extracomunitari abbiano lasciato sguarnito il resto della città.
Stamattina ero in giro coi bimbi sul loro passeggino, all’inutile ricerca di uno stampo per dolci a forma di colomba. Ero in piazzale Minniti e dovevo arrivare in piazzale Lagosta: la matematica detterebbe il passaggio per via Garigliano che le unisce, il mercato che si tiene il sabato mi ha fatto scegliere il percorso più lungo per via Borsieri e via Perasto, visto che non mi sembrava proprio il caso di incuneare il passeggino in mezzo alla gente che giustamente va al mercato. Faccio il giro, arrivo in piazzale Lagosta, e scopro che mi è impossibile passare perché macchine e furgoni hanno parcheggiato tutti belli a lisca sul marciapiede del piazzale a massimo 60 cm tra l’uno e l’altro (il passeggino doppio è largo 78 cm). Smadonno, torno indietro di cento metri al primo passo carraio dove posso uscire, mi rifaccio via Perasto rigorosamente in mezzo alla strada, e torno all’incrocio dove continuavano a stazionare due vigili urbani che sicuramente stavano monitorando il territorio da una posizione favorevole. Mi avvicino e gli faccio “Scusate, capisco che c’è il mercato, ma di qua è assolutamente impossibile passare!” E loro: “Sì, noi facciamo sempre in modo che resti un po’ di spazio per passare, ma quella macchina là si dev’essere spostata…” indicando una BMW sotto la quale l’asfalto era asciutto (c’era stata una pioggerellina dal mattino, niente di trascendentale). Non ho osato chiedere se lo spostamento era frutto di un terremoto o di telecinesi; ho chiuso con la domanda retorica perché non avessero almeno dato una multa.
Ecco, questa è la pratica dietro la teoria morattiana.

_Discorso sulla matematica_ (libro)

[copertina] (se vuoi una recensione più seria, va’ su Galileo!)
Italo Calvino, da buon membro dell’Oulipo, è sempre stato interessato alla scienza in generale e alla matematica in particolare: ma forse rileggere il suo testamento letterario, le Lezioni americane, come se parlassero di matematica è un po’ esagerato. Questa è però stata la scelta esplicita di Gabriele Lolli, che in questo libro (Gabriele Lolli, Discorso sulla matematica, Bollati Boringhieri 2011, pag. 226, € 18, ISBN 978-88-339-2193-8) si è addirittura permesso di non parlare di coerenza – il testo della sesta lezione che Calvino non ha fatto in tempo a preparare e che pure sarebbe stato un argomento perfetto quando si parla di matematica. Il risultato è molto migliore di quello che ci si potrebbe aspettare di primo acchito; Lolli, anche se ogni tanto si aspetta che i suoi lettori abbiano una conoscenza perfetta del formalismo della logica matematica ed è capace a scrivere la famosa formula di Eulero come e^2(πi) – 1 = 0, è molto bravo a cogliere similitudini molto labili, e sfruttarle per raccontare come i matematici vedono il proprio campo di studi. In definitiva, leggendo questo libro magari non imparerete molto di letteratura ma avrete un’idea abbastanza chiara di che cos’è la matematica.