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matematto non praticante

Il market delle recensioni

Se siete abituali frequentatori delle mie notiziole, sapete che io leggo molti libri e che li recensisco regolarmente tutti. Se siete miei stalker, saprete anche che posto le mie recensioni anche nei social network legati ai libri (Anobii e Goodreads). È meno probabile che sappiate che posto le stesse recensioni anche su alcune librerie online. Non ci guadagno nulla, ma ci perdo poco tempo e magari qualcuno può essere incuriosito dai miei commenti e usarli per decidere se prendere o no il libro che ha adocchiato. Si direbbe però che non tutti facciano come me: è notizia del mese scorso che Amazon ha fatto causa a più di mille recensori [*], anche se immagino le recensioni siano per prodotti diversi dai libri. Ma scavando un po’ in rete si trova un articolo di Punto Informatico che a gennaio 2013 racconta la stessa cosa.

Io posto le mie recensioni su Amazon, e giuro di non essere stato chiamato a giudizio. Ma storicamente postavo le recensioni dei libri in italiano anche su Internet Bookshop. Uso l’imperfetto perché è una ventina di giorni che non trovo più il pulsante per aggiungere una recensione. Quando lo notai, scrissi subito all’assistenza chiedendo lumi, e il 26 ottobre mi fu risposto «con la presente sono a comunicarle che si tratta effettivamente di un problema tecnico e a breve verrà ripristinata la possibilità di inserire recensioni.» A ieri pomeriggio il “problema tecnico” persisteva: a pensare male probabilmente commetto un peccato, ma la mia sensazione è che non verrà più risolto. Sicuramente non controllerò più per un po’ se la situazione cambierà, tanto come dicevo non ci guadagno mica nulla, io :-)

[*] potrei anche mettere questo post sotto la categoria “Italica stampa”: se leggete il catenaccio dell’articolo di Repubblica, trovate scritto «Commenti ingannevoli e non autentici a pagamento da parte di utenti anonimi che postavano col nome John Does» mentre ovviamente “John Doe” è semplicemente il nome fittizio usato nella denuncia di Amazon e non quello usato effetivamente dagli utenti…

_L’infinito_ (libro)

linfinitoQuesta (Lucio Lombardo Radice, L’infinito : Itinerari filosofici e matematici di un concetto base, Editori Riuniti 2014 [1981], pag. 142, € 12,50, ISBN 9788864731421) è stata probabilmente la prima opera divulgativa italiana sull’infinito in matematica “e dintorni”. Paradossalmente però è l’unica che io conosca che cerchi di dare un’idea del forcing, la tecnica con cui Cohen dimostrò che con gli assiomi matematici che tutti noi usiamo di solito non possiamo dimostrare l’ipotesi del continuo. L’approccio di Lombardo Radice è più filosofico, e anche questo non è poi così comune in un’opera matematica, e permette di vedere meglio lo sviluppo storico del concetto soprattutto nell’età eroica tra Cavalieri (sconfessato da Galileo…) e Dedekind. Poi per quanto mi riguarda ho trovato davvero curiosa la prima appendice, dove Lombardo Radice da buon marxista non solo distrugge la prova ontologica dell’esistenza di Dio, affermando che richiede comunque un atto di fede a priori, ma suggerisce una teoria cristiana del Dio come divenire, tralasciando però di rimarcare la differenza con YHWH che per denominazione è il Dio dell’Essere.

Il segreto del latte Esselunga

microfiltratoGiovedì, quando ha fatto la spesa, Anna ha comprato all’Esselunga del latte fresco e del latte microfiltrato, che notoriamente ha una scadenza più lunga. Domenica mattina, mentre facevamo colazione, c’era sul tavolo l’ultima bottiglia di latte fresco e una di microfiltrato. Visto che io sono davvero uno che se non ha nient’altro da leggere si mette a guardare le etichette dei cibi, mi sono dedicato a quelle delle bottiglie di latte e ho scoperto una cosa curiosa.

Chiaramente Esselunga non produce il latte ma se lo fa confezionare da altre aziende. Nella bottiglia di latte fresco c’è così scritto “Prodotto per Esselunga SpA (Limito di Pioltello) da Soresina, negli stabilimenti di XXX” (sono indicati due stabilimenti, con una lettera che identifica da quale dei due arriva effettivamente la bottiglia). In quella di latte microfiltrato c’è invece scritto “Prodotto per Esselunga SpA (Limito di Pioltello) negli stabilimenti di Albano S.Alessandro” (un paese nel bergamasco, ma questo è abbastanza irrilevante per la nostra storia). Notata la differenza ? Nel primo caso c’è scritto chi produce il latte, nel secondo no. Tra l’altro ho dei dubbi su quell’etichetta, ma non sono certo un esperto del ramo.

Ma d’altra parte trovare il produttore è semplice: per legge c’è un indicatore dello stabilimento di produzione – è all’interno di un ovale – e una rapida googlata a “IT 03 7 CE” mi ha tirato fuori la pagina dello Zymil. Nulla di così strano, a posteriori: è stata Parmalat a tirare fuori il latte microfiltrato, con Tanzi che ha fatto il possibile e l’impossibile per farlo chiamare “fresco”. Resta il dubbio di come mai non sia indicato che quel latte sia Parmalat, mentre quello Soresina riporta il nome senza alcun problema. Non si vuole fare pubblicità a un concorrente?

Gli appendini

appendiniIeri Vittorio Bertola ha comunicato con un post su Facebook che avrebbe lasciato la politica attiva. Personalmente ho trovato il suo testo un po’ piagnucoloso, soprattutto nella frase «Per quanto mi riguarda, mi sono offerto di aiutare Appendino in questa avventura come suo vice o comunque come parte della futura amministrazione, ma la proposta è stata da lei respinta. Riconoscendo di non avere più la fiducia del candidato sindaco e del Movimento 5 Stelle, ho dunque deciso di lasciare la politica alla fine del mio mandato da consigliere comunale»; ma ognuno ha il suo modo di vedere le cose.

Quello che sembra sia capitato è che non è stata – almeno ufficialmente – il candidato sindaco Chiara Appendino a respingere la proposta di Bertola, quanto l’assemblea stessa. Di nuovo, non ho dati per entrare nel merito della cosa: è vero che avrebbe un moVimento che si candida a governare da solo non si limiti a scegliere con sei mesi di anticipo il candidato sindaco ma anche la squadra di governo, ma è anche vero che non prendi una decisione simile al volo e senza prima avere discusso con la base. Insomma, io mi sarei aspettato una votazione del tipo “sceglieremo la squadra a gennaio”: penso che voi iniziate a capire perché non potrei mai fare il politico. Bene. Cosa è successo? Una serie di commenti fotocopia al post di Bertola che spiegavano appunto che non è stata Appendino a votare contro ma l’assemblea. È vero che in genere la gente scrive senza prima leggere, ma sembra incredibile che ci sia stata una convergenza così precisa sul testo. Poi si guarda gli avatar e arriva l’illuminazione.

(Credo che gli avatar siano stati cambiati tra ieri sera e stamattina, oppure ieri pomeriggio non mi ero accorto di nulla)

Scuola all’opera

Sabato scorso c’è stata una chiamata alle armi alla scuola dei gemelli. Nella fattispecie, almeno per noi genitori di prima elementare, c’era da rimettere in sesto una piccola classe che dovrebbe diventare un laboratorio, da quello che ho capito. Come sapete, quella scuola è molto multietnica: il volantino che pubblicizzava l’iniziativa – e che avrebbero anche potuto mandare un po’ prima… – era scritto in italiano, inglese, spagnolo, cinese e arabo. Risultato: sabato mattina c’era una quindicina di persone: italiani (maschi e femmine: c’era anche da fare un collegamento elettrico volante ad altezza fuori dalla portata dei bambini) e alcune donne arabe e musulmane (a quanto pare c’è una mamma che è molto impegnata e convoca le sue amiche). Nessun maschio arabo, nessun ispanico, nessun cinese.

Non ho dati a sufficienza per tirare fuori un’analisi: per quanto ne so, quei genitori il sabato mattina lavorano come e più degli altri giorni e quindi non potevano essere a scuola. Non so nemmeno dire quale sia la percentuale di italiani (e di donne arabe) che si è presentata sul totale dei genitori: e detto tra noi se ci fosse stata più gente non si sarebbe saputo cosa fare loro. Però lo sguardo di insieme è stato interessante.

Quizzino della domenica: In medio stat virtus

Forse non ci crederete, ma il numero 1.525.354.555.657.585.950 è esattamente divisibile per 99 – il risultato è 15.407.621.774.319.050. In questo numero le cifre 5 sono sicuramente preponderanti: è vero che il cinque è a metà tra 1 e 9, e in medio stat virtus, ma manca un po’ di equità. Sceglietene dunque una a caso, prendete anche le altre nove cifre da 0 a 4 e da 6 a 9, lasciate fissa la posizione degli altri nove 5 e rimettete le dieci cifre che avete preso in una posizione casuale – ma diversa da quella originaria! – all’interno del numero. Potete per esempio scegliere il primo 5 e quindi riempire i buchi del numero _.__5._5_.555._5_.5_5._5_. Qual è la probabilità che il numero ottenuto sia ancora divisibile per 99?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p185.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema ispirato da New York Times – Wordplay)

_Lauren Ipsum_ (libro)

9781593275747Si possono insegnare le basi dell’informatica a un ragazzino di dieci anni per mezzo di un’opera di narrativa? Non lo so, però con questo libro (Carlos Bueno, Lauren Ipsum : A Story about Computer Science and Other Improbable Things, No Starch Press 2014, pag. 192, $16.95, ISBN 9781593275747) l’ex dipendente di Facebook Carlos Bueno ci tenta. (Ex-dipendente perché poi ha deciso di entrare in una startup, non perché è stato licenziato per aver scritto questo libro!) Io posso dire che mi sono divertito molto a leggere il libro, ritrovando concetti classici e meno classici dell’informatica teorica, oltre a qualche divagazione standard: ma per l’appunto io questi temi li conosco già. Forse si può tentare di fare un debriefing ai ragazzi, dopo che hanno letto tutto il testo, e spiegargli i concetti informatici citando le varie avventure di Lauren e dell’anticamaleonte XOR? Non so. Ma se voi siete già grandi potete limitarvi a divertirvi e ad annuire quando trovate concetti che dovrebbero esservi noti; e se non lo sono c’è sempre la postfazione dove vengono spiegati.
Nota per i non anglofoni: esiste anche la traduzione italiana di Isabella Polli per Apogeo, Loren Ipsum. A una rapida scorsa mi sembra ben fatta, ma confesso di non averla controllata a fondo.

tutto bloccato o memoria corta?

Oggi c’è uno sciopero di otto ore del trasporto ferroviario milanese. Chi non è di Milano probabilmente non sa che per tutti i sei mesi di Expo l’allora prefetto Tronca ha continuato a precettare gli autoferrotranvieri che volevano scioperare, per evitare disagi all’esposizione universale. Passata la festa, gabbato lo prefetto, che tanto ora è a Roma come commissario e immagino precettatore di autoferrotranvieri locali causa giubileo, ma questo è un altro problema.

Leggo su Repubblica il titolo “Milano, lo sciopero blocca tutto: raffica di soppressioni. Infuriati i pendolari: ‘Disagi inauditi'”, e raccontano di treni soppressi anche se viaggiavano nelle fasce protette. Io non conosco la percentuale di lavoratori che ha scioperato, ma essendo abituato a sentire gli annunci di treni soppressi per una qualunque ragione le rare volte in cui prendo il passante, e tenendo anche conto di questi sei mesi di pacchia con il 30% di corse in più rispetto all’orario standard sarei pronto a scommettere che lo sciopero avrà avuto un’adesione piuttosto alta ma non poi così diversa da quelli dell’anno scorso. Solo che la memoria di tutti (anche la mia…) è sempre corta.