Ho recuperato questo libriccino (Umberto Eco, De Bibliotheca, Biblioteca Sormani 1995 [1981], pag. 34, ISBN 9788885262225) in una visita alla Sormani in occasione dei 60 anni della biblioteca: i curiosi possono comunque liberamente scaricarlo da Liber liber. Il testo raccoglie quella che oggi definiremmo una lectio magistralis tenuta da Eco durante i festeggiamenti per i 25 anni dela biblioteca stessa. È interessante notare come anche in un testo così breve si trovino alcuni dei cavalli di battaglia del semiologo, oltre naturalmente al suo stile di scrittura leggero: un accenno alla combinatorica – in questo caso ancora più lulliano del solito, anche perché collegato alla borgesiana biblioteca di Babele; un lungo elenco di cose da (non) fare, qui legato al funzionamento della biblioteca e a cui mancano due punti rispetto ai 21 promessi; una critica del mondo accademico, o meglio degli editori che pubblicano libri in poche carissime copie che poi vengono rigorosamente fotocopiate. Ecco, sarebbe stato bello sapere cosa Eco pensasse della internetciviltà che ha soppiantato la xerociviltà da lui narrata: diciamo che era stato profetico – come non essere d’accordo sulla sua conclusione «E poi il problema finale; bisogna scegliere se si vuole proteggere i libri o farli leggere»? – ma non abbastanza.
Archivi autore: .mau.
Milano da leggere
In questi giorni ai mezzanini della metropolitana di Milano si possono trovare dei poster con i QR code per scaricare alcuni libriccini che raccontano Milano. Il progetto Milano da leggere è partito dal Sistema Bibliotecario di Milano, con il sostegno (immagino qualche soldino…) di Regione Lombardia: nella pagina relativa del Comune di Milano trovate i link ai libri.
Trovo l’idea simpatica e soprattutto molto più fattibile degli esperimenti di qualche anno fa, quando i libri disponibili erano stampati e lasciati nelle stazioni della metropolitana per essere immagino presi e gettati subito dopo: i costi in questo caso sono assai minorie la fruizione maggiore. Insomma, mi pare una bella iniziativa, a differenza di quello del prestito di e-reader (con alcuni libri preinstallati) che è partito ieri in Sormani e che oggettivamente non sono riuscito a comprendere.
Carnevale della matematica #95: GOTO Dropsea
Essendo oggi il Pi Day, ed essendo i matematici gente che ama ricondursi al caso precedente, come negli anni passati il Carnevale della matematica è ospitato da Dropsea, e come negli anni passati troverete anche notizie pigreche, oltre agli interessantissimi nostri contributi!
L’olio di oliva tunisino
Su Facebook – e dove altro? – vedo gente che si lamenta perché l’Unione Europea ha deliberato di importare per il 2016 e 2017 35.000 ulteriori tonnellate di olio d’oliva tunisino senza imporre dazi.
Non entro nel merito della misura, nata ufficialmente per aiutare la Tunisia. Non entro nemmeno nel campo spinoso della qualità dell’olio tunisino, per l’ottima ragione che non so quale sia tale qualità. Mi limito ad osservare che l’Italia nel 2010 produceva il 17% dell’olio totale e nel 2005 ne consumava il 30%. È vero che i dati non sono direttamente confrontabili, ma direi che possiamo affermare senza troppi dubbi che Xylella o non Xylella noi siamo degli importatori d’olio, presumibilmente dalla Spagna. Diciamo che più che gli italiani dovrebbero essere gli spagnoli a preoccuparsi di vedersi eroso il mercato, e che chi vuole olio d’oliva italiano continuerà a trovarlo esattamente allo stesso modo di prima.
Poi c’è chi afferma che rischiamo di trovarci olio ufficialmente italiano ma che è un mischione con oli di qualità inferiore, ora che c’è anche il vantaggio di pagarlo di meno. Capisco bene questo timore. Mi chiedo solo se a costoro non venga in mente che il problema non è l’olio tunisino ma i produttori (e truffatori) italiani… o se più probabilmente se ne fregano.
Post Scriptum: incuriosito dal poster con i dodici Traditori della Patria piddini che hanno votato sì alla risoluzione sono andato a vedere il risultato della votazione (è la numero 4 a pagina 12). Ci sono stati 500 sì, 107 no e 42 astenuti.
Uso privato di blog privato
Io vivo a Milano ormai da quindici anni. Ma dal 1970 al 2001 (e saltuariamente ancora per un paio d’anni) ho abitato a Torino, in Borgata Lesna. Un microcosmo – chiuso tra ferrovia ed ex caserma ora centro di espulsione – dove tutti si conoscevano tra di loro e che sento ancora come mia casa. Potete immaginare come mi sono sentito ieri quando ho saputo che erano morte due persone che ho frequentato per decenni.
Carlo Oddone è stato il maestro elementare di mio fratello: ma considerando che anche mia madre insegnava all’Ottino e – pur non essendo nello stesso anno – collaboravano spesso per varie iniziative era una figura di casa da noi. Sempre tranquillo, una persona affidabilissima e generosa.
Adriano Bulgarelli è stato il mio medico della mutua per anni, anche dopo che mi ero trasferito a Milano: e le volte in cui mi capitava di passare in settimana a Torino non mancavo comunque di fare un salto nello studio per salutarlo. Era una persona meravigliosa, sempre di ottimo umore nonostante tutte le traversie anche fisiche che gli erano capitate.
Che dire? Anche queste sono le radici che si stanno man mano seccando.
Quizzino della domenica: cubi
Disponete i numeri da 1 a 15 in modo che la somma di tutte le terne consecutive di numeri sia un cubo perfetto.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p196.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Math StackExchange).
Complimenti a “Willis Branscomb”
Se in un post dal titolo “Medie mobili” viene fatto un commento dal testo «La semplicità di costruzione e, nondimeno, la possibilità di ottenere segnali operativi dall’incrocio fra i prezzi e la loro media, o – come subito vedremo – direttamente fra due medie di diverso dominio temporale, hanno fatto delle medie mobili lo strumento grafico di gran lunga più utilizzato dagli analisti.», ancorché fuori tema, il commento potrebbe rischiare di passare: anche Akismet mi ha delegato il controllo.
Vabbè, avrete capito che è spam e che l’indirizzo email fidelPl@gmail.com probabilmente non esiste nemmeno (o se esiste non è mai stato indicizzato prima di oggi). Quello che mi chiedo è perché fare tutta questa fatica per mandare a un sito di assicurazioni auto americano.
_Professor Stewart’s Incredible Numbers_ (libro)
Avete presente il libro di Piergiorgio Odifreddi Il museo dei numeri? Ecco, Ian Stewart ha scritto esattamente lo stesso libro ma in modo completamente diverso. Anche in questo caso (Ian Stewart, Professor Stewart’s Incredible Numbers, Profile Books 2016 [2015], pag. 352, Lst 7,99, ISBN 9781781254516) si parla di numeri, piccoli e grandi: ma non necessariamente interi, a differenza del libro di Odifreddi, né necessariamente reali o se per questo finiti. Ma anziché trattarli per mezzo di fattoidi e opere d’arte, Stewart scegli di limitarsi a qualche proprietà matematica e spiegarla – non “dimostrarla”, non è mica un manuale scolastico! – ricordando tra l’altro che quando i matematici trovano qualcosa di impossibile ma che pare loro interessante trovano sempre il modo di farla diventare possibile. Non so se la differenza sia dovuta alla diversa percezione degli interessi del pubblico italiano rispetto a quello anglofono; però ritengo che sarebbe molto più bello che anche da noi la divulgazione entrasse più nel merito dei temi e non si limitasse a stupire con effetti speciali. Ah, l’ultimo capitolo è dedicato a un numero molto importante, come vedrete: il 42.