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matematto non praticante

Facebook e le fake news

Avrete sicuramente letto che in questi giorni Facebook ha cominciato a testare la funzionalità di “segnalazione bufale”, che tanto clamore aveva suscitato all’atto del suo annuncio. Per il momento a quanto pare funziona solo per gli americani: almeno a me la pagina relativa di help mi dice “ciccia”. Leggendo però quanto scritto da Gizmodo concordo con loro: Zuckerberg ha fatto il miglior compromesso possibile. In pratica l’avviso è sulla singola notizia, e non su tutto il sito, e soprattutto si limita a indicare che la notizia è “disputed”, cioè controversa, e aggiungere le fonti che la indicano come tale. Devo dire che mi ha lasciato molto perplesso il fatto che tutto questo sia fatto da esseri umani: ero convinto che si potesse automatizzare praticamente tutto, anche considerato il fatto che se non erro la lista dei siti che sono stati scelti per controllare le notizie non è poi infinita. Tutt’al più mi sarei aspettato che oltre un certo numero di segnalazioni da parte degli utenti il sistema partisse per conto suo, e tutt’al più l’omino della situazione desse l’ok finale; ma leggendo il Post direi che non è così. Se questo non è possibile, vuol dire che i sistemi intelligenti non sono ancora poi così intelligenti nemmeno in un campo relativamente ben delimitato come questo; e tra l’altro i tempi di segnalazione si allungano parecchio.

Perché compromesso? Beh, semplice. Chi sceglie le terze parti che contestano un articolo è sempre Facebook, e così siti come RT possono criticare la cosa anche a ragione. Forse aggiungere anche la lista dei siti che ritengono reale la notizia aiuterebbe, perché almeno a prima vista ci sarebbe un certo qual equilibrio, ma qui si ritorna alla casella 1. Io non voglio che ci sia qualcuno che mi dica “questo è vero e quest’altro è falso”. Ma d’altra parte non ho nemmeno il tempo di informarmi su tutto a livello tale da riuscire a capire quando una notizia falsa-ma-ben-fatta è appunto falsa. È vero che almeno il 95% delle bufale su Facebook sono fatte così male che non ci vuole molto ad accorgersene, ma non è detto che in futuro sarà sempre così. Il risultato pratico è che dopo un po’ io comincio a ritenere un sito “affidabile”, il che è una cosa pericolosissima. Tanto per fare un esempio pratico, io spero di essere abbastanza affidabile quando si parla di matematica, ma sono totalmente inaffidabile se si passa alla fisica. Lo stesso capita per i siti: basta spostarsi appena un attimo dal loro core business, e prendono cantonate tanto quanto noi. Insomma bisogna continuare ad azionare il cervello (e probabilmente studiare un po’ di retorica per accorgersi dei trucchi usati nei testi, ma quello è in effetto più complicato). Vedere solo scritto “X e Y contestano la notizia Z” rischia di far passare automaticamente il concetto “Z è falso”, il tutto sotto il benevolente cappello di Facebook. Non è proprio possibile far fare un po’ di alfabetizzazione informatica, oltre a queste segnalazioni?

P.S.: Ho chiesto a un mio amico americano di copincollarmi il testo della pagina di help: ecco il risultato.

You may see that certain news stories are marked as disputed on Facebook. News stories that are reported as fake by people on Facebook may be reviewed by independent third-party fact-checkers. These fact-checkers will be signatories of the non-partisan Poynter Code of Principles. A story may be marked as disputed if these fact-checkers find the story to be fake.
To see why a news story was marked as disputed on Facebook:
Hover and click underneath the disputed story.
Click About Disputed Stories, or go directly to the independent fact-checking website.

Corsera, navigazione anonima e video

Stavo guardando un articolo del Corsera in navigazione anonima, quando sono arrivato al punto in cui ci sono due video. Solo che al posto del video c’era una finestrella nera con la scritta (in bianco)

Per visualizzare il contenuto video disattiva
la protezione antitracciamento in modalità Navigazione anonima
(MENU > IMPOSTAZIONI/OPZIONI > PRIVACY)

Ora, a me dei video non è mai importato nulla, anzi mi arrabbio se mi capita di cliccare per sbaglio su un link che ne fa partire uno automaticamente. Quello che mi chiedo però è perché in via Solferino hanno deciso che i testi si possono guardare in anomino ma i video no. Qualcuno ha idea del motivo?

La gogna dello strimi

Ieri alla Camera c’è stata un’audizione informale dei vertici TIM da parte delle commissioni Lavoro, Attività Produttive e Telecomunicazioni. L’audizione è stata «sulle prospettive industriali, sulla tutela dei lavoratori del gruppo e delle aziende dell’indotto.» Come si poteva facilmente immaginare, l’audizione non è servita assolutamente a nulla: potete leggere una nota dei deputati PD della commissione Lavoro per sincerarvene. (Se avete note di altri gruppi parlamentari, segnalatemele nei commenti e le aggiungerò al post).

Ma prima dell’audizione Roberta Lombardi ha scritto questo post su Facebook. Se non state seguendo la vertenza TIM, non potete sapere che la Cittadina Portavoce sta cavalcando la protesta, tanto che si è presentata anche alla manifestazione del primo febbraio. Però evidentemente quel post non poteva essere sul contenuto dell’audizione (nei commenti ha poi aggiunto “Domani pubblichiamo video e post di resoconto dell’audizione”, ma al momento non c’è ancora nulla). E in effetti almeno a me pare che – oltre che a lamentarsi perché l’AD Cattaneo non è voluto andare e «al suo posto manda il presidente che non ha poteri esecutivi e il direttore delle risorse umane.» – il punto fondamentale sia che «La più grande società di telecomunicazioni in Italia ha fatto altro: ha negato la diretta streaming della seduta» e così «negare che i cittadini possano sentire domande dirette e chiare poste dal Movimento Cinque Stelle.».

Ora, si dà il caso che i resoconti stenografici delle audizioni siano pubblici, e potranno essere letti tra qualche giorno sul sito della Camera; e sono ragionevolmente certo che dopo quattro anni di Parlamento la Cittadina Lombardi sia venuta a conoscenza della cosa. Se non lo saranno, sarò il primo a mettermi al suo fianco per denunciare l’ignobile silenzio. Tenuto conto che la vertenza va avanti da mesi e mesi, non sono certo i pochi giorni di ritardo a cambiare le cose. Dunque, a che sarebbe servita la diretta streaming? A sperare che Recchi e Micheli venissero impietosamente inquadrati con un filo di bava alla bocca come Arnaldo Forlani vent’anni fa? Figuriamoci se sarebbe loro capitato. Per vedere la Portavoce mettere all’angolo il duo con un fuoco di fila di domande incalzanti? Onestamente, non credo che sia successo qualcosa del genere. Molto più prosaicamente, sono convinto che le dirette streaming siano solo un’arma di distrazione di massa, che sposta l’attenzione dai temi alle facce ed espressioni della gente; e in questa situazione mi pare proprio che siano molto più importanti i temi delle facce. Per altri evidementemente non è così.

Fibra ottica e percentuali

Mi è capitato di dare un’occhiata a a questo articolo di Repubblica che riprende i risultati di un osservatorio di SOS Tariffe (che non ho trovato, quindi vi beccate la fonte secondaria), e che racconta di come “Al sud ci sia più fibra ottica che al nord”.

Può darsi. Sicuramente da come sono presentati i dati non lo si può capire. Quello che vediamo è infatti la percentuale del numero di comuni nella regione che sono raggiunti dalla fibra ottica, un dato doppiamente viziato. Innanzitutto cosa significa “comune raggiunto dalla fibra”? Quanta parte del comune ha effettivamente un accesso in fibra, non dico FTTH (direttamente in casa) ma almeno FTTC (quindi a un paio di centinaia di metri dall’edificio, e per il resto si usa ancora il caro vecchio doppino). Consideriamo poi un esempio volutamente estremo, e immaginiamo che nel Lazio il solo comune di Roma sia del tutto cablato, mentre il resto della regione non abbia nulla. Secondo quella tabella ci sarebbe meno dello 0,3% di comuni cablati, ma la popolazione con accesso alla fibra sarebbe quasi il 50% del totale. Una certa qual differenza, non trovate?

bah

Probabilmente scioperare l’otto marzo è meglio che andare tutte insieme a cena con spogliarello maschile incorporato. Ma la cosa continua a lasciarmi molto scettico.

(Ah, se le donne vogliono andare tutte insieme a cena con spogliarello maschile incorporato in uno qualunque degli altri 364 giorni dell’anno non ci sono problemi per me)

Carta sbiancata

Come sicuramente non sapete se vi limitate a ottenere le informazioni dai media italiani, noi lavoratori TIM siamo in agitazione da mesi. L’ultima grande trovata dell’azienda è quella di spostare qualche centinaio di dipendenti dello staff (no, io non c’entro) da Milano e Torino a Roma; questo perché, come ha ineffabilmente affermato il presidente Recchi, gli spostamenti «sono delle ottimizzazioni del nostro parco di real estate. Abbiamo 7 milioni di metri quadri in giro per il paese; quindi è un’operazione di efficientamento degli spazi». Presumo che tutte le altre sedi torinesi e milanesi fossero tanto piene da non poter accettare neppure un ulteriore spillo, e quindi chiudendo via Negri a Milano e via Meucci a Torino non restasse che mandare tutti a Roma.

Bene. Ieri sera sembrava che le cose potessero miracolosamente cambiare. Come vedete dallo screenshot in alto, la trasmissione #cartabianca aveva in programma per stasera una puntata “Speciale TIM”, dove magari si sarebbe potuto sentire qualche timida voce oltre a quella dell’azienda. Ma i miracoli, come si sa, non accadono quasi mai. E infatti oggi un po’ prima delle 13, a domanda specifica alla redazione se lo speciale era confermato, la risposta è stata “lo speciale è stato fatto, ma la scaletta non è ancora chiusa”. Non ci vuole molto a immaginare come la cosa è andata a finire. Stasera si parlerà di attualità politica con Dibba e Delrio, di giustizia con Davigo e Orlando, e si terminerà ripercorrendo la lunga carriera artistica di Milly Carlucci. È ovvio che i temi di stasera sono arrivati tra capo e collo alla redazione, ed erano troppo importanti per essere rimandati. Bisogna capirli.

(Ah. A differenza di tanti miei colleghi, sono relativamente certo che la settimana prossima lo speciale sarà trasmesso. Non credo che sarà esattamente identico a quello che ieri era pronto: una settimana è un tempo piuttosto lungo ed è possibile fare in modo che altri punti di vista vengano inseriti e il resto contestualizzato)

Aggiornamento: (8 marzo) Alla fine ci sono stati 60 secondi di “speciale condensato” (che non ho visto)

Spese di spedizione di libri dagli USA

Stavo cercando un libro di racconti di Alex Kasman, Reality Conditions, in versione usata. Abebooks lo trova anche, ma i venditori mi fanno pagare dagli 11 ai 13 euro di spedizione in Italia. Io ricordo che ancora qualche anno fa (i gemelli erano già nati, quindi non può essere così tanto tempo fa) le spese di spedizione dagli USA erano sui 3-4 euro. Stiamo parlando di “shipping” vero e proprio, cioè via nave, non di corriere o cosa del genere.
Anche usando Bookfinder non è che le cose cambino tantissimo. Cosa è successo?