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matematto non praticante

Rosatellum (bis) vuol dire fiducia

Premetto: secondo me il Rosatellum bis è una schifezza. L’idea iniziale era buona, la realizzazione attuale no. Detto ciò, definire anticostituzionale il ricorso alla fiducia per evitare gli emendamenti ai primi tre articoli mi pare eccessivo: certo però che c’è qualcosa che non va, se un disegno di legge che accorpa non so quante proposte (il primo firmatario formalmente è il pentastellato Toninelli) e sulla carta ha una maggioranza trasversale che lo supporta con PD, Forza Italia e Lega deve ricorrere alla fiducia per avere una qualche speranza di passare (alla Camera, per di più). Ma forse il problema è un altro: in questo modo si evita di dover votare non so quanti emendamenti. Ma se il problema è questo, non è che forse bisognerebbe tornare a discutere – nella prossima legislatura, ormai – sul regolamento delle Camere e trovare un compromesso tra il diritto di modificare una legge e quello di fare proposte sensate. Non credo però capiterà :-(

Ho (auto)pubblicato _Matematica in relax 2_!

Sei anni fa avevo pubblicato il mio primo libro, Matematica in relax. Per festeggiare la sua uscita in edicola, e considerato che non ho più bisogno di cercare un editore a tutti i costi perché le mie medagliette ce le ho già, ho compilato un’altra raccolta di problemini matematici “facili” (davvero, e c’è anche un aiutino se sembrano troppo difficili) e me li sono autopubblicati su su Amazon: i link sono http://amzn.to/2wKsrXM su Amazon.it e http://amzn.to/2wK7iNH su amazon.co.uk, ma il libro è acquistabile anche su amazon.com / amazon.de / amazon.fr / amazon.es, naturalmente sempre in italiano :-)

Ho fissato il prezzo di copertina a 8 euro; ma per festeggiare la pubblicazione e favorire gli amici che mi leggono fino a venerdì lo vendo a prezzo di costo, vale a dire 5,20 euro (per l’Italia; a seconda della nazione il prezzo anche in euro è leggermente diverso, a causa delle diverse aliquote IVA). Per i fanatici dell’epub, occorrerà aspettare ancora un paio di mesi, mi spiace.

La struttura è quella del libro precedente: 99 problemini che non solo non richiedono matematica avanzata (nemmeno nel senso di cose che si fanno al liceo, nella stragrande maggioranza dei casi), ma nemmeno carta e penna, per essere risolti. Ciascun problema ha un aiutino che – spesso – dovrebbe aiutare ad avvicinarsi alla risposta; la risposta è comunque presente, ed è seguita da un post scriptum che spiega qual è la matematica dietro il problema. Detto questo, lo stile dei problemi è spesso molto poco serio, con citazioni a iosa nascoste; una caccia al tesoro interna, insomma. So già che non ci guadagnerò praticamente nulla, ma è così importante?

Gli aumenti striscianti

Avete visto tutti come le compagnie telefoniche ma non solo, con il banale espediente di far pagare ogni 4 settimane e non ogni mese, siano riuscite a inventarsi un “tredicesimo mese” e guadagnare più dell’8% in più facendo finta di nulla. Ma non è l’unico caso!

Venerdì, mentre facevo la spesa, ho visto con la coda dell’occhio un tabellone pubblicitario Esselunga. Mi fermo a guardarlo e scopro che dal 16 ottobre cambierà il modo in cui i punti Fìdaty possono essere cambiati in sconto. Finora, a parte comprare i regali delle collezioni, c’era sempre la possibilità di togliere 1000 punti e avere uno sconto di 10 euro; in pratica un punto valeva un centesimo. D’ora in poi, invece, i punti potranno essere tolti solo 3000 alla volta e lo sconto sarà di 27 euro, vale a dire l’equivalente di 0,9 centesimi per un punto. Piccole cose, ma piuttosto scoccianti.

I sedicenti referendum sull’autonomia lombarda e veneta

Come sicuramente tutti i lombardi sanno, non foss’altro che per la quantità assurda di poster seipertré e affissioni sui mezzi pubblici, il 22 ottobre i cittadini lombardi voteranno per un “referendum sull’autonomia”. Anche i cittadini veneti hanno un referendum simile. I veneti sono più stringati e generici, e sulla scheda hanno scritto “Vuoi che alla regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?” (potevano fare di peggio, vedi la legge regionale, mentre i lumbard sono molto più precisini e specificano tutto:

“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”

Entrambi i referendum sono consultivi, a dire il vero; la differenza è che in Veneto perché il governo regionale si attivi occorre che il referendum, oltre che la maggioranza dei voti, sia stato anche votato dalla maggioranza degli elettori mentre in Lombardia prendono molto sul serio la parola “consultivo” e quindi non esiste alcun quorum. Se votasse una sola persona ed essa fosse favorevole la Regione si impegnerebbe. Tutto molto interessante. Peccato che di per sé non servisse nemmeno chiedere il parere dei cittadini ma la Regione avrebbe potuto attivarsi direttamente, come per esempio ha fatto l’Emilia-Romagna (occhei, quelli lì ora hanno altri problemi). Per la cronaca, il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione afferma

Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.

Lasciamo perdere che avere un'”istruzione lombarda” mi preoccuperebbe assai, e lasciamo anche perdere i 23 milioni di euro per i tablet “lasciati in comodato d’uso alle scuole”, che per me sarebbero già ragioni sufficienti. Io andrò a votare al referendum e voterò NO proprio perché l’unico risultato di questa consultazione sarà di far sprecare un (bel) po’ di soldi alla Regione, e a questo punto voglio partecipare anch’io sprecando un po’ del mio tempo. Certo, potrei votare scheda bianca; ma se proprio devo perdere tempo tanto vale che mi diverta un poco.

Quizzino della domenica: ettagoni

Non ci vuole molto a tassellare un piano usando triangoli equilateri, quadrati o esagoni regolari. Se passiamo ai pentagoni, con quelli regolari non si può tassellare il piano; ma se ci accontentiamo di pentagoni equilateri, quindi con gli angoli diversi, si può costruire una tassellazione come quella in figura qui sotto. È possibile tassellare il piano con ettagoni equilateri?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p277.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema e immagini da Puzzling Stack Exchange)

_Matematica e mondo reale_ (libro)

Il titolo di questo libro (Zvi Artstein, Matematica e mondo reale : Il ruolo decisivo dell’evoluzione nella costruzione matematica del mondo [Mathematics and the Real World – The Remarkable Role of Evolution in the Making of Mathematics], Bollati Boringhieri 2017 [2014], pag. 380, € 32, ISBN 978-88-339-2775-6, trad. Simonetta Frediani, link Amazon) è un po’ fuorviante, sia in italiano che nell’originale inglese. Quello che Artstein intende davvero fare è raccontare – in maniera divertente, tra l’altro – come lui pensa che si dovrebbe insegnare la matematica. Per farlo, però, non segue un percorso diretto ma comincia con quella che sembra una storia delle conquiste matematiche (non “della matematica”, notate) facendo varie digressioni per esempio sul calcolo delle probabilità. Le conquiste però vengono viste pensando a cosa sia “facile” e “difficile” per il nostro cervello, che si è evoluto per sopravvivere in un ambiente dove il ragionamento logico e le inferenze probabilistiche non sono la via migliore per non essere mangiati da una tigre. Ecco dunque che il formalismo logico è per Artstein fondamentale per essere sicuri che le nostre basi siano solide, ma non è quello che usiamo per capire le cose, né tanto meno possiamo usarlo per impararle. Purtroppo nella traduzione di Simonetta Frediani sono rimaste alcune imprecisioni che in certi punti rendono più complicata la lettura. Ah: Artstein è israeliano, e nel testo i risultati dei suoi connazionali hanno un rilievo simile a quello del Popov che nelle barzellette sull’Unione Sovietica aveva inventato tutto…

donazioni Wikipedia (e Wikimedia): dove vanno?

Vi siete scocciati di vedere regolarmente quei banneroni che invitano più o meno gentilmente a fare una donazione per Wikipedia? Non siete i soli. (Ah, un trucchetto: se consultate Wikipedia come utenti registrati, potete chiudere il banner e almeno in teoria non vederlo più… almeno fino alla prossima campagna di fundraising).

Quello che però molti non sanno è che quei soldi non vanno a Wikimedia Italia né a Wikipedia in italiano (o tanto meno a chi ci scrive su). Detto in altri termini: se siete convinti che Wikipedia in italiano faccia schifo e quella in inglese sia fatta molto meglio potete continuare a donare senza problemi :-) I soldi vanno infatti direttamente alla Wikimedia Foundation (gli americani, insomma) che li usa per pagare i server dove gira Wikipedia, le connessioni (che sono la parte più costosa…), i suoi dipendenti; inoltre con quei soldi vengono fatti progetti vari soprattutto nelle zone più povere del mondo, dove anche con tutta la buona volontà soldi “locali” non ce ne sono; infine possono venire dati a progetti specifici; per esempio ci sono contributi per le varie Wikimania, compresa quella dell’anno scorso a Esino Lario.

Anche Wikimedia Italia accetta con gioia donazioni: c’è una pagina apposta sul sito. I soldi ricevuti, come anche quelli di chi ha scelto di destinarle il 5 per mille, servono per gli scopi associativi e paradossalmente non servono direttamente a Wikipedia: poi è chiaro che se si promuove una maratona di creazione voci il vantaggio per l’enciclopedia c’è lo stesso. Una differenza maggiore è che le cosiddette “donazioni liberali” a Wikimedia Italia, se fatte con tutti i crismi, sono deducibili dalle tasse, mentre quelle alla Wikimedia Foundation, cioè “a Wikipedia” non lo sono.

Detto tutto questo, voglio rassicurare chi per principio è contrario a Wikipedia. Se non la usate, non vi accorgerete delle richieste di soldi: non facciamo pubblicità in giro…