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matematto non praticante

Qual è la probabilità che due numeri presi a caso siano primi tra loro?

Prendete due numeri naturali a caso: per esempio 42 e 2025. Come vedete, in questo caso i numeri hanno un fattore in comune, per la precisione 3. Se invece avessimo scelto 42 = 2×3×7 e 2035 = 5×11×37 non ci sarebbe stato nessun fattore in comune, e quindi sono primi tra loro. Se vi piace la matematica, una domanda sorge spontanea: qual è la probabilità che se scegliamo due numeri a caso essi siano primi tra loro?

La domanda è più insidiosa di quanto possa sembrare a prima vista. Come è possibile scegliere un numero a caso, visto che ce ne sono infiniti? La probabilità di sceglierne uno è zero, come ci insegna Kolmogorov. I matematici però non si lasciano fermare da queste quisquilie, e hanno trovato un modo ragionevole per scegliere un numero a caso: calcolare il limite per $n \to \infty$ di cosa succede se scegliamo due numeri a caso tra 1 e $n$. Questo è un semplice trucco formale: i conti li si fa lo stesso all’infinito…

Vediamo ora i conti effettivi. Preso un numero primo $p$, la probabilità che due numeri casuali abbiano entrambi un fattore $p$ è $1\!/\!p^2$, e quindi quella che non abbiano quel fattore è $1 – 1\!/\!p^2$. Dato che la probabilità è indipendente dal numero primo scelto, la probabilità che due numeri non abbiano fattori primi in comune è

$$ P = (1 – 1\!/\!2^2)(1 – 1\!/\!3^2)(1 – 1\!/\!5^2)(1 – 1\!/\!7^2)(1 – 1\!/\!11^2)\cdots $$

Ma sappiamo che possiamo scrivere $1\!/\!(1-x) = 1 + x + x^2 + x^3 + \cdots$. Sostituendo queste successioni infinite nella formula sopra ricaviamo

$$ P = \left( (1 + 1\!/\!2^2 + 1\!/\!2^4 + \cdots)(1 + 1\!/\!3^3 + 1\!/\!3^4 + \cdots) \cdots \right) ^{-1}. $$

Qui arriva il colpo di genio, che elimina uno dei due livelli di infinito nel prodotto qui sopra. Un qualunque numero è sempre esprimibile in un unico modo come prodotto di numeri primi. Questo significa che tutti e soli i quadrati dei numeri naturali si troveranno una e una sola volta come demoninatore, scegliendo opportunamente i fattori, (Chiaramente non si può ottenere un numero che non è un quadrato perfetto, se moltiplichiamo solo quadrati perfetti). Dunque la somma vale

$$ P = (1 + 1\!/\!2^2 + 1\!/\!3^2 + 1\!/\!4^2 + 1\!/\!5^2 + \cdots )^{-1} $$

Non si direbbe abbiamo fatto un grande passo avanti, vero? Ma qui possiamo farci aiutare da zio Eulero, che nel 1735 risolse il “Problema di Basilea” e dimostrò che la somma degli inversi dei quadrati dei numeri naturali vale $\pi^2\!/\!6$. (Oggi chiamiamo quella somma $\zeta(2)$, usando la zeta di Riemann, ma quella è un’altra storia). Pertanto la probabilità che cerchiamo è il suo inverso, cioè $6/\pi^2$, pari a circa il 61%.

L’avreste mai detto, che pi greco sarebbe spuntato

Trump ridurrà il costo delle medicine del 1000%

During the president's roughly hour-long address at the Tuesday night event, he predicted the policies of his administration could lead to as much as a 1,000% decrease in drug prices for Americans, if his plan comes to fruition. D’accordo. Nessuno con un minimo di raziocinio pensa che le parole pronunciate da Donald Trump abbiano un qualche senso logico, anche se purtroppo le loro conseguenze sono ben reali. Però devo dire che la promessa che il costo delle medicine negli USA potrebbe ridursi anche del 1000% è piuttosto interessante. Io ero rimasto fermo al “200% of nothing” che era il titolo di un libro di A.K. Dewdney, che era già un concetto stupido; ma togliere il 1000% è chiaramente impossibile, a meno di inventarsi una matematica alternativa dove uno riceve dei soldi per avere un bene. Non che la cosa non sia mai stata considerata: se qualcuno dei miei lettori ha dei figli (o nipoti…) piccoli, forse avrà visto l’episodio di Masha e Orso in cui i lupi hanno rapito Masha e mandato a Orso una lettera con la richiesta di riscatto. Orso guarda la lettera, la mette su un ripiano, e si mette tranquillo a leggere. Dopo qualche tempo, manda ai lupi una lettera di risposta dove specifica cosa vuole per fare loro il favore di riprendersi Masha. Però si parla appunto di cartoni animati.

Chiaramente non ha senso chiedersi cosa intendesse Trump con quella frase: le sue sono parolibere, quello che conta è sparare grandi numeri per dare un’impressione di efficienza, ma questi numeri non devono avere una relazione con la realtà. Quello che invece potrebbe avere senso chiedersi è un’altra cosa. Come avrete notato, io ho preso la notizia da Fox News, per evitare che qualche giornalista birbancello di un media sfavorevole a Trump (ma ce ne sono ancora?) avesse artatamente modificato le parole del presidente USA. Ma davvero nessuno legge più i testi e mette una manina per trasformare certi strafalcioni sesquipedali in frasi più sensate come “i prezzi diventeranno un’inezia rispetto a oggi”?

(se comprate il libro di Dewdney dal link nel post, qualche centesimo va a me. Ma non è che dobbiate comprarlo…)

P.S.: qui c’è un video, ma è tagliato dopo le percentuali: ma qui si possono sentire le frasi successive, dove Trump dice proprio che nessuno pensava che una cosa del genere potesse essere ottenibile…

Avremo davvero un pillolo?

Lo Scientific American riporta che un contraccettivo maschile non ormonale è stato definito sicuro per l’uso umano. La strada per produrre un pillolo è ancora molto lunga: il farmaco deve essere testato su larga scala (il trial aveva solo 16 partecipanti) e soprattutto bisogna anche provare che non solo non fa male, ma funziona effettivamente come contraccettivo (i volontari avevano fatto in passato una vasectomia, quindi comunque non avrebbero potuto fare figli) prima di essere approvato dalla FDA.

La cosa davvero interessante, almeno per un profano come me, è il modo in cui il farmaco funzionerebbe. Invece che aggiungere ormoni, cosa che non è mai il massimo della vita, la pillola YCT-529 blocca un metabolita della vitamina A che non può più legarsi al suo ricettore nei testicoli, e quindi previene la catena di geni che fa partire il processo di formazione dello sperma. Ancora qualche decennio fa qualcosa del genere sarebbe stato impensabile; la medicina “costruttiva” (ma forse dovrei chiamarla “anticostruttiva”, visto che fa impedire al nostro organismo di fare qualcosa) è una tecnica che apre enormi possibilità. Certo, non è per nulla economica: per dire, il Lixiana che devo prendere io, che è un inibitore del fattore Xa e quindi blocca la coagulazione, costa 96 euro per una confezione da 28 pastiglie (confezione passatami dal SSN). Potete insomma immaginare quanto le case farmaceutiche siano interessate alla cosa…

Idee opposte

Ve lo ricordate quando Umberto Eco disse “I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”? Probabilmente sì, perché i miei ventun lettori non sono anzyani come me ma hanno comunque una certa qual esperienza in rete.

Ieri Massimo Mantellini (di nuovo: i miei ventun lettori, ecc. ecc.) ha scritto un lungo post in cui afferma di aver cambiato idea su quel giudizio: al temo era d’accordo con Eco, ora pensa che il semiologo avesse torto. Più precisamente, Mantellini dice

Ciò che Eco non poteva immaginare è un fenomeno che si è sviluppato compiutamente qualche anno dopo la sua morte e cioè che gli imbecilli nelle loro varie estensioni sono diventati un format comunicativo dei grandi media: il rischio paventato dal semiologo si è in parte concretizzato non per colpa di Internet ma per colpa dei media mainstream nel momento in cui ci si è resi conto che l’idiota faceva più ascolti dell’esperto.

Ma soprattutto,

Il professore intendeva dire altro e cioè che le reti digitali offrono uguale visibilità alle parole di un ubriaco e a quelle di una persona molto autorevole. Questo ovviamente, anche volendola considerare un’iperbole seduttiva, non è vero. Non è vero oggi e non è mai stato vero, nemmeno nel momento in cui la tempesta dei social network interessava più direttamente la società italiana. Nelle reti digitali l’imbecille per la prima volta ha potuto costruirsi una sua piccola audience, numericamente superiore a quella degli avventori del bar ma – in genere – non tanto più ampia.

La cosa divertente è che io compiuto esattamente il percorso opposto. Dieci anni fa pensavo che le parole buttate al vento, anche se visibili a tutti, non avevano poi chissà quanta rilevanza, ma ormai sono convinto che invece siano rilevanti. Certo, gli imbecilli sono diventati un format comunicativo dei media: me ne accorgo anch’io che i media li seguo ben poco. Ma il punto di partenza restano sempre i social network, e non tanto le discussioni quanto il seguito di coloro che scrivono apposta per attirare gli imbecilli di cui sopra, che subito ripetono quanto letto per mostrare che loro sì che sanno essere fuori dal coro. Poi, essendo appunto io anzyano, ho perso da un pezzo ogni speranza che le cose cambino, e non ci tento nemmeno.

(Poi vabbè, un’altra cosa che non mi accomuna con Massimo è che io sono troppo pigro per scrivere più di una dozzina di righe :-) )

Quizzino della domenica: Cornice coi regoli

757 – algebretta

Se avete sottomano i regoli che si usano all’inizio delle elementari per imparare a usare i numeri, potete prenderne uno ciascuno lungo da 1 a 8 unità e formare una cornice 11×11 senza i quadretti d’angolo, come mostrato in figura qui sotto che ha come lati (1,8), (4,5), (7,2), (3,6). Qual è il numero minore successivo di regoli che ci permette di nuovo di costruire un quadrato?

Un quadrato con i regoli
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p757.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema adattato dalla Maths Newsletter di Chris Smith.)

Perplexing Paradoxes (ebook)

copertina
Io ci avevo anche provato a prendere in prestito da MLOL la traduzione italiana (I paradossi del nostro tempo, Apogeo 2025, traduttore non indicato nella versione ebook). Ma dopo un’introduzione che già mi aveva lasciato perplesso, nel primo paradosso raccontato da Szpiro mi sono trovato scritto “Solo chi aveva più di 780 amici aveva una rete di contatti mediamente più piccola rispetto a quella dei propri amici.” che è esattamente l’opposto del testo originale “Only those with more than 780 friends had friends who, on average, had smaller networks than their own.”, al che ho deciso di passare alla versione originale.

Il testo, concepito durante il lockdown per il Covid, presenta una sessantina di paradossi di vari tip. Ciascuno di essi viene presentato, poi viene sviscerato – il testo usa il termine francese “dénouement” – e infine c’è una sezione “more…” con alcuni commenti finali. Alcuni dei paradossi per me non lo sono affatto, e ho qualche dubbio su come sono stati trattati alcuni di quelli matematici: però ho trovato interesanti quelli legati alla politica o al sistema legale, probabilmente perché non ne so nulla. Diciamo che questo è uno di quei libri dove ognuno trova qualcosa di diverso.

George G. Szpiro, Perplexing Paradoxes : Unraveling Enigmas in the World Around Us, Columbia University Press 2024, pag. 336, € 26,25 (cartaceo: 35), ISBN 978-0-231-56001-6, – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me

Voto: 3/5

Font populista

Il font populista Non dite che non avete mai visto nessuna vetrina con un’insegna faidatè composta usando queste lettere, appiccicate alla bell’e meglio. Nessuno sa chi abbia ideato questo alfabeto, composto da sole lettere maiuscole alte e strette. Il grafico Alessandro Strickner ha però deciso di vettorizzare queste lettere e creare un font, da lui chiamato “Font populista” perché, come spiega, “la provenienza popolare ma anche e soprattutto l’incosciente attitudine fai-da-te con pessimi risultati, la scarsa raffinatezza del carattere e i suoi strilli di sole maiuscole, restituisce dunque la massima espressione del populismo applicato alla tipografia.”
Potete scaricare il font dall’apposito sito. Strickner ne ha preparato due versioni: quello regular e quello “storto” in omaggio all’uso pratico che se ne è sempre fatto…

Spam librario

Io continuo per abitudine a inserire le recensioni dei miei libri anche su aNobii, pur non seguendolo più. (Poi d’accordo, in questi giorni ho aggiunto delle recensioni che avevo scritto l’anno scorso… non sono molto veloce). Orbene, l’altro giorno, dopo avere appunto aggiunto alcune recensioni, mi sono trovato questi due messaggi.

“Gina Alberto” scrive «Ciao amico mio, lavoro in Libri Mondadori, voglio impiegarti in un lavoro di libro che puoi fare online e ricevere pagamenti, se puoi chiamare la videochiamate, inizierai il lavoro ora, fammi sapere se vuoi il lavoro». “Annacosta” invece scrive «Ciao amico, puoi insegnarmi come parlare italiano molto bene la videochiamata, posso pagarti se vuoi.» Paradossalmente quest’ultimo account è quasi sensato (per quanto possa esserlo un phishing): ma come può una persona scrivere su un social network dedicato ai libri in modo così sgrammaticato e pensare che qualcuno possa rispondere?