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matematto non praticante

Canto Bach e Bruckner

locandina Domani sera (11 aprile 2025, ore 20, chiesa di sant’Antonio Abate a Milano) canterò con il coro degli Amici del Loggione il Magnificat di J.S.Bach e il Te Deum di Anton Bruckner (più un’Ave Maria a cappella, sempre di Bruckner).

Sul Magnificat non è che ci sia molto da dire. È uno di quei brani che non si vorrebbero mai smettere di cantare, e più ti metti a guardare la partitura più capisci le minuzie che Bach aggiungeva a piene mani. Bruckner è tutta un’altra cosa. Dopo Bach, è come se si passasse da Paul McCartney ai Led Zeppelin, se mi passate il paragone abbastanza irriverente. Coro e orchestra fanno di tutto: pezzi cantati all’unisono mentre la tessitura musicale cambia sotto i nostri piedi, modulazioni improvvise su tonalità lontanissime, a un certo punto anche un passaggio enarmonico che è una di quelle cose che mi fanno sempre andare per la tangente e perdere ogni segno di tonalità… Almeno sono però uscito fuori dalla mia comfort zone canora :-)

Dadi ancor meno transitivi

L’anno scorso avevo raccontato dei dadi non transitivi: una terna di dadi A, B, C con punteggi non standard sulle loro facce tali che A in media batte B, B in media batte C e C in media batte A. Avevo anche parlato dei dadi di Lake Wobegon, una terna di dadi dove ciascuno di essi batte la media degli altri due. Si può fare qualcosa di più complicato, nel caso per esempio ci siano tre giocatori e non due? La risposta è ovviamente sì, ma le cose sono appunto più complicate.

Nel 2013 James Grime scrisse un articolo in cui partendo dalla terna di dadi non transitivi di cui sopra provava per l’appunto a estendere il risultato. Per prima cosa ha costruito un insieme di tre dadi non transitivi, come in figura qui sotto:

tre dadi non transitivi

Ho lasciato il nome inglese del colore dei dadi (e quello strano “Olive”, anche se “Green” in questo caso sarebbe comunque andato bene) perché abbiamo un ordinamento Red > Blue > Olive (> Red) dal nome più breve a quello più lungo. La cosa interessante è che se dopo un po’ di partite con quei dadi l’avversario si insospettisce potete proporre che siate voi a scegliere il primo dado; per compensare fate però due lanci anziché uno. Sembra incredibile, ma con il doppio lancio l’ordine delle probabilità si inverte: Red < Blue < Olive (< Red), anche se Red vince su Olive con una probabilità di 671/1296 che è circa il 51,7%, quindi non molto visibile con pochi lanci.

Grime però prosegue con un set di cinque dadi, mostrati qui sotto. I numeri sui dadi sono i seguenti:

Red: 4 4 4 4 4 9
Yellow: 3 3 3 3 8 8
Blue: 2 2 2 7 7 7
Magenta: 1 1 6 6 6 6
Olive: 0 5 5 5 5 5

i cinque dadi di Grime

Anche in questo caso abbiamo la catena di vantaggio “per minor lunghezza del nome”: Red > Blue > Olive > Yellow > Magenta (>Red); ma abbiamo anche una seconda catena di vantaggio “per ordine alfabetico”: Blue > Magenta > Olive > Red > Yellow (> Blue), e finalmente si riesce a capire il perché il colore è Olive e non Green. Questa doppia catena vincente potrebbe ricordarvi l’estensione del gioco carta-forbici-sasso che si chiama rock-paper-scissors-lizard-spock e che è stato anche presentato in The Big Bang Theory. La catena alfabetica è più forte, nel senso che la probabilità media di vincita è maggiore, ma se il vostro avversario subodora qualcosa potete sempre passare all’altra catena per mostrare che state “scegliendo casualmente”…

Cosa succede se lanciamo due volte il dado? La catena alfabetica resta quasi la stessa, con l’unico scambio tra Red e Olive (ma Red vince su Olive con probabilità 671/1296 quindi come nel caso dei tre dadi il margine è ristretto), mentre quella per lunghezza del nome si inverte, oltre a essere quella che mediamente ci dà più vantaggio! Questo ci permette di giocare contro due opponenti, lasciando loro la scelta e decidendo alla fine se lanciare uno o due dadi, assicurandosi un vantaggio rispetto a ciascuno dei due (non rispetto a entrambi, quello sarebbe stato pretendere troppo…) Ecco, non giocate con i vostri amici se volete che restino amici, però!

catene del vantaggio con i cinque dadi di Grime.catena del vantaggio con un doppio lancio dei dadi di Grime

Per i curiosi, qui si trovano altre informazioni sui dadi di Grime.

Le immagini sono tratte dal sito di Grime citato nell’articolo

Statistiche del sito per marzo 2025

Stavolta ce l’ho fatta a preparare il post in tempo! Mi sarei aspettato un calo di accessi, ma evidentemente i crawler per addestrare le AI continuano a generare traffico, anche se verso la fine del mese vedo un rallentamento.

Visitatori unici 29.260 (+203)
Numero di visite 76.347 (+3112)
Pagine accedute 254.451 (+14338)
Hits 489.719 (-21995)
Banda usata 5,16 GB (-0,01 GB)

Nessun giorno ha avuto meno di 1000 visite, 8 con meno di 2000, la maggior parte appunto a fine mese (il minimo è stato giovedì 6 con 1706): il top è stato mercoledì 12 con 5341, e ci sono stati altri quattro giorni con più di 3000 visite. Media 2462 visite al giorno (-53).

La Top 5:

  1. Addio Stocard… e passo a Catima: 9303 visite
  2. Call center sanitari invasivi: 3311 visite
  3. Ma quanta acqua è cascata?: 1002 visite
  4. Fare esami di laboratorio in farmacia: 771 visite
  5. Il problema di Brocard: 658 visite

Sei altri post sopra le 500 visite, più uno del backup del Post. Romanaccio ha avuto 1585 visite.

Query Google di marzo: abbiamo 6637 (-284) clic da mobile, 2060 (-59) da desktop e 108 (-39) da tablet. Ecco le prime 10 query (tra parentesi le impressions, per capire quanto la mia pagina sia piaciuta a chi cerca: più il rapporto è basso, meno sono stato ritenuto interessante).

734 (6873) stocard klarna
639 (6000) 0278655540
550 (4470) stocard chiude
233 (5510) klarna stocard
136 (533) stocard non funziona piu
123 (487) insulti in romano
111 (404) stocard quando chiude
109 (331) insulti romani
83 (89) notiziole di mau
70 (111) insulti romaneschi

Non “idiota”, ma “creatore di contenuti”

La storia dello Youtuber che ha cercato di contattare una tribù isolata portandosi una lattina di Coca Cola non è “un gesto idiota”. È l’ovvia risultante del fatto che influencer e affini devono sempre trovare qualcosa di più eclatante per farsi riconoscere (e guadagnare). Almeno andassero in qualche zona di guerra, magari potremmo saperne di più. Ma il fatto che siano stupidi non significa che siano così stupidi, evidentemente.

La pubblicità sul registro elettronico

Se voi non avete figli in età scolare, non sapete cos’è il registro elettronico: un’app che permette a genitori e studenti di sapere cosa è stato fatto a scuola, dalle lezioni ai voti alle assenze. (Sì, anche gli studenti possono dover sapere cosa è stato fatto a scuola, con Jacopo è quasi la norma). Poi le cose funzionano più o meno: fino alla scorsa settimana avevo sette-otto assenze di Cecilia che io avevo giustificato online ma non erano mai state approvate da un professore.

Leggo dal Post che il ministero dell’Istruzione e del Merito ha mandato una circolare ribadendo che i registri elettronici non possono avere banner, pubblicità in generale o giochi, prendendo ad esempio ClasseViva che io conosco bene avendolo avuto per i gemelli alle medie e ora per Cecilia alle superiori. Quello che il Post non dice è che tutta questa pubblicità si trova nella versione app di ClasseViva – me ne sono accorto qualche tempo fa avendola per caso aperta – e non in quella desktop che uso regolarmente. La cosa non mi stupisce, perché sappiamo tutti benissimo che il desktop è per dinosauri come il sottoscritto, e soprattutto perché la versione desktop permette molti meno controlli da parte di chi la gestisce. Ma non mi stupisce anche perché immagino che oramai questa ingerenza sia considerata normale, e anzi è strano che qualcuno si sia dato la briga di segnalare la cosa al ministero.

Poi resta sempre il punto fondamentale, segnalato anche dall’articolo del Post: perché non esiste una piattaforma statale unica e si è lasciato tutto ai privati? Non ditemi che è una questione di costi, perché le scuole non hanno queste piattaforme gratis, e quindi in un certo senso lo Stato paga queste aziende: tanto vale pagare direttamente, no?

Sopravviverà Trump?

È il terzo giorno (lavorativo) di fila di crollo delle borse. Evidentemente la storia dei dazi non è stata presa bene da nessuno, checché ne dica Trump: saranno anche in tanti a chiamarlo, e continuerà a dire che tutto questo è solo momentaneo (ed è anche possibile che qualcuno in famiglia abbia giocato al ribasso in Borsa), ma sono in pochi a crederci.

Sono anche spuntati due video con Larry King (uno del 1987 e un altro del 1989) dove si vede che l’allora palazzinaro aveva le stesse idee di oggi, e allora come oggi non pare riuscire a comprendere che anche se metti un 100% di dazi al Vietnam costerà comunque meno produrre una maglietta là rispetto agli USA (e il costo maggiore verrà scaricato sui consumatori), ma soprattutto che gli USA non sono autosufficienti come materie prime e c’è chi le ha ed è molto più bravo a regolare il commercio.

La mia domanda è “sopravviverà Trump a tutto questo?” Non tanto per i voti popolari. Siamo seri: le interviste a suoi elettori pentiti che piangono “ma io non pensavo che sarebbe successo questo” contano meno di zero, perché su cento milioni di votanti è facilissimo trovarne qualcuno che dica la qualunque. Insomma, io non mi aspetto un grosso crollo nella percentuale di votanti: è vero che nel sistema americano bastano piccoli spostamenti in stati chiave per rovesciare la situazione, ma è anche vero che i democratici non sembrano avere idee chiare sul da farsi. Quelli che contano sono i soliti GAFAM, da Cook e Zuckerberg arrivando persino a Musk, che evidentemente pensava di riuscire a gestire Trump come un burattinaio ma non ha tenuto conto del fatto che il presidente, oltre che incattivito, sembra avere sempre più episodi di demenza senile che si estrinsecano in delirio di onnipotenza (e recupero delle vecchie idee, che evidentemente gli sono restate in testa)

Quizzino della domenica: Quadrare il rettangolo

742 – aritmetica

Il rettangolo che vedete in figura, anche se un po’ distorto, è composto da undici quadrati, tutti di area diversa. Il quadratino rosso ha area 81. Qual è l’area del quadrato più grande?

il rettangolo di quadrati
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p742.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dalla Maths Newsletter di Chris Smith.)

Chi vince non sa cosa si perde

copertina

Prima di essere un esperto di giochi, Stefano Bartezzaghi è un semiologo. E questo suo ultimo libro è fondamentalmente un testo di semiologia, il che me l’ha fatto apprezzare molto di meno, per la banale ragione che non sono chissà quale esperto nel settore e quindi mi mancano le basi. In effetti la parte che mi è piaciuta di più è stata il capitolo 5 (“Ucraina. La guerra presa alla lettera “) che riprende i brevi testi che Bartezzaghi ha scritto su Repubblica all’inizio dell’invasione russa.
Quello che invece non mi è piaciuto è il trovare materiale molto simile nei vari capitoli, soprattutto quando si parla dell’Iliade. (Non guardate il titolo “ariosteo” della seconda parte del volume: banalmente i capitoli sono intitolati a Donne, Cavallier, Arme e Amori :-) ) È quasi come se il testo fosse stato assemblato in momenti diversi senza poi essere stato armonizzato. Resta comunque interessante vedere lo sport, più che la guerra, da un punto di vista diverso dal solito.

Stefano Bartezzaghi, Chi vince non sa cosa si perde, Bompiani 2024, pag. 272, € 11,99 (cartaceo: 19), ISBN 9791221703047 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 3/5