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matematto non praticante

Teoria degli insiemi e analisi (libro)

copertina Visto il successo che la collana Matematica Moderna ebbe negli anni ’60 del XX secolo, e anche all’inizio degli anni ’70, Zanichelli commissionò ad alcuni giovani autori italiani testi che nelle intenzioni dell’editore sarebbero dovuti servire ai giovani universitari che si ritrovavano a studiare cose non solo mai viste ma anche spiegate in modo completamente diverso. La collana, “Lineamenti propedeutici di matematica”, era diretta dall’allora giovanissimo Bruno D’Amore e doveva appunto fare da ponte per questi studenti e tutti i curiosi della materia. Beh, con questo libretto direi che non ci sono riusciti. Nonostante i tanti esempi, la parte iniziale del testo di Alberta De Flora risulterà del tutto incomprensibile a chiunque non sappia già ciò di cui si sta parlando; la seconda parte, quella sulle nozioni di base di analisi, è un po’ migliore: ma anche in questo caso mi sembra più che altro di leggere un testo universitario del prim’anno, solo senza buona parte delle dimostrazioni. Non faccio fatica a capire perché la collana pare essersi estinta con i primi tre libri.

(Alberta De Flora, Teoria degli insiemi e analisi, Zanichelli 1976, pag. 157)

I tamponi che mancano

Il nostro pranzo di Natale vedeva a tavola solo noi quattro. Avrei dovuto prendere i miei suoceri ultraottantenni, ma giustamente mio suocero ha detto “forse sarebbe meglio fare un tampone per sicurezza”; peccato che in questi giorni tutti abbiano pensato la stessa cosa e il risultato è stato “niente tamponi faidatè da nessuna parte”. Vabbè, almeno c’è stata un po’ di attennzione sul tema che non mi pare affatto una brutta cosa, visto l’aumento dei casi. (Per chi leggesse qua per caso: Anna, io e i suoceri abbiamo tutti tre dosi di vaccino e i gemelli ne hanno due per l’ottima ragione che di più non ne possono fare. Però siamo tutti consci che il vaccino aiuta a ridurre il rischio ma non lo blocca certo)

Però ci sono anche altri problemi. Domenica Cecilia parte per il campus montano di trampolino elastico, ed è stato chiesto un tampone (oltre naturalmente al green pass vaccinale) da farsi al più tardi 48 ore prima dell’arrivo, previsto per le 18 del 2 gennaio. Venerdì 24 Anna e io siamo andati in farmacia e abbiamo fortunatamente trovato un posto per le 17.10 del giorno di Capodanno. Il 31 era tutto prenotato, immagino da quelli che sarebbero andati a fare il veglione se non fosse stato bloccato all’ultimo momento. Domenica 2 mattina era anche tutto prenotato, immagino dai novax che il 3 devono portare un tampone per andare a lavorare. Ora, è vero che chi non è vaccinato ha una probabilità maggiore di essersi contagiato e quindi ha senso fare più tamponi “preventivi” a loro. Ma siamo sicuri che la percentuale di tamponi ai non vaccinati sia in linea con questa statistica? Mi sa di no, che ne fanno molti di più. A questo punto ha senso creare una scarsità nel numero di tamponi che si possono fare? Di nuovo, mi sa di no. Insomma, i tamponi continueranno a mancare fino a che rimarremo in questa situazione, mi sa.

I grafi e le loro applicazioni (libro)

[copertina] Questo libretto ha la mia età, e lo si sente anche nella traduzione piuttosto arcaica di Luigi Maracchini. Quello che ho trovato interessante è stato il tipo di approccio di Ore, che presenta la teoria e i suoi sviluppi in modo molto più legato agli esempi pratici di quanto si faccia al giorno d’oggi. Il lettore insomma può vedere che alcuni teoremi fondamentali non nascono per caso ma arrivano in modo naturale. Il capitolo 7 sulla dualità della teoria dei grafi con quella sulle relazioni è stato per me illuminante; molto interessante, pur se piuttosto compressa, la dimostrazione che cinque colori bastano per colorare una mappa, unita al motivo per cui un approccio di quel tipo non è sufficiente per dimostrare il teorema dei quattro colori (che all’epoca della pubblicazione del libro non era ancora stato dimostrato).

(Øystein Ore, I grafi e le loro applicazioni [Graphs and Their Uses], Zanichelli 1976 (1963, 1965), pag. 156 trad. Luigi Maracchini)

Le odissee all’ufficio postale

Come avevo scritto venerdì, ho dovuto andare in un ufficio postale a pagare i due distinti bollettini postali per il rinnovo della patente. Prenoto con l’app un orario, arrivo con qualche minuto di anticipo, smadonno perché ovviamente c’è coda fuori, entro, passo il telefono sul lettore QRCode, chiamano il mio numero e immediatamente dopo un altro numero allo stesso sportello. Smadonno e riprendo un numerello, dopo essermi fatto dare i preziosissimi bollettini. Compilo il primo, prendo il secondo… e vedo che è per il passaporto. Rismadonno e mi faccio dare quello giusto; aspetto un po’ – ma tanto avevo con me un libro… – e finalmente pago, ovviamente con il bancomat.

E qui arriva la follia. Il costo del singolo bollettino è un euro e 51 centesimi. Mi spiegate la ragione di quel centesimo in più? (Se avessi pagato un euro e 60 non avrei detto molto). Se io avessi pagato in contanti avrei dovuto avere due centesimi o sperare che allo sportello mi dessero il resto? Oppure c’è una differenza? Ho provato a cercare il tariffario nel sito delle Poste: sono ragionevolmente erto ci sia, ma è nascosto troppo bene per me…

Numeri razionali e numeri irrazionali (libro)

copertina Leggendo questo libretto si vede facilmente il passare del tempo: sia nella traduzione di Maria Spoglianti che risente dei quasi sessant’anni – chi scriverebbe ancora “dicesi” per cominciare una definizione? – sia per la gestione dei vari insiemi di numeri, che stranamente lascia da parte le costruzioni di Dedekind e accenna ai risultati di Cantor solo in modo per così dire quantitativo. Dal punto di vista prettamente matematico, direi che la parte migliore è quella dove viene dimostrata l’esistenza di numeri trascendenti con i teoremi sulle approssimazioni sfruttati da Liouville, anche se a questo punto mi sarei aspettato qualcosa sulle frazioni continue.
C’è però qualcosa che rende comunque la lettura piacevole, e sono le considerazioni di Niven, che scrive esplicitamente che il suo approccio nel testo tende a lasciare dimostrazioni non perfettamente rifinite. Questo non perché lui ritenga che le dimostrazioni non siano importanti – è un matematico, in fin dei conti! – quanto perché credeva che c’è un tempo per la precisione e un tempo per la formazione delle idee matematiche, e il suo libro fa parte di quest’ultimo tempo.

(Ivan Niven, Numeri razionali e numeri irrazionali, Zanichelli 1966, pag. 160, trad. Maria Spoglianti)

macché svarione

Mi ero ripromesso di non parlare mai di Diego Fusaro. Ma Repubblica mi costringe a commentare, visto questo suo articolo.

No, non c’è stato nessuno “svarione del filosofo sovranista Diego Fusaro”. Per prima cosa a lui importa solo farsi pubblicità; quindi che sia o no uno svarione è irrilevante. Del resto, chi è convinto che vaccini e tutte le altre misure non servano a nulla non verrà mica convinto dal ragionamento prettamente numerico delle percentuali: mi immagino già tutti quelli che commenteranno qualcosa del tipo “è ovvio che se costringi la gente a fare tamponi troverai quelli senza sintomi ma positivi; quindi le percentuali non servono a nulla”. Da un punto di vista umano posso anche apprezzare lo sforzo di Repubblica per cercare di convincere le persone a prendere delle misure contro il Covid; ma sono sufficientemente vecchio e cinico per accorgermi che sono del tutto inutili.

Cento libri

La vigilia di Natale ho terminato il centesimo libro letto nell’anno. Ho ancora qualche giorno per migliorare il risultato, ma direi che sono messo bene. Non è la prima volta che mi capita: le statistiche mi dicono che nel 2017 sono arrivato a 101 libri, e sono certo che al liceo superassi quei valori, non avendo nulla da fare e nemmeno internet, ma non importa.

Cento libri sono in effetti tanti: ma come diceva Troisi sono in troppi a scrivere…

Trasformazioni geometriche: le isometrie (libro)

copertinaI libretti della serie “Matematica moderna” erano moderni mezzo secolo fa. È vero che la matematica non cambia, al limite se ne aggiunge di nuova; ma è anche vero che il modo di fare e di spiegare matematica cambia con il miglioramento della didattica. Inoltre la scuola russa mi è sempre stata più ostica di quelle europea e americana, per il modo diverso in cui procedono nell’esposizione. Beh, in questo caso mi sono docuto ricredere. Non solo il testo presenta le isometrie in modo perfettamente comprensibile, ma anche la traduzione di Pier Giovanni Donini è attualissima. Insomma, è un peccato che questo libro sia ormai fuori commercio da decenni, perché è davvero un gioiellino.

(Isaac M. Jaglom, Trasformazioni geometriche: le isometrie [Geometriceskie Preobrazovanija vol. I], Zanichelli 1972, pag. 145, trad. Pier Giovanni Donini )