È da ieri sera che sento – e vedo – zanzare in casa. Non ci facciamo mancare nulla.
Archivi annuali: 2020
Oggi ricordiamo…
Oggi è l’anniversario della nascita di Douglas Adams. Visti i tempi, dovremmo farlo diventare patrono degli sterilizzatori di telefoni…
Ultimo aggiornamento: 2020-03-11 08:36
_Rise of the Smyrnians_ (ebook)
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Ho dei forti dubbi su come è stato scritto questo libro. (David O. Bullock, Rise of the Smyrnians, Black Rose Writing 2020, pag. 291, € 6,27, ISBN 9781684333752) Non ho nulla in contrario all’assunto di partenza, che cioè l’improvvisa sparizione di centinaia di milioni di persone era il simbolo dell’inizio dell’Apocalisse nelle parole specifiche di san Giovanni. Né ho nulla in contrario al che i protagonisti ci credano. Accetto anche le visioni mistiche (le trovate negli ultimi capitoli). Insomma, fosse solo per questo la storia potrebbe essere interessante. Ma da come ha scritto il libro, direi che Bullock crede esplicitamente di dover convertire i lettori alla vera fede (anche se non necessariamente alla fine del mondo) e scrive in modo troppo ingenuo, con i personaggi che di punto in bianco vedono la Luce e inserendo spoiler che rovinano la fruizione della storia. Non parliamo poi delle ripetizioni; la storia del Rapture (“rapimento”, ma anche “estasi”) è ripetuta in modo praticamente identico non so quante volte. Bisogna dire che le ultime pagine, quelle che preparano il secondo volume, sono un po’ migliori; ma non mi fido di continuare la lettura. Ah, comunque vi ricordo Mt 25,13: «Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Ultimo aggiornamento: 2020-09-04 18:40
notifiche tempestive
#lascuolaconta
Come avevo raccontato, gli amici di MaddMaths! hanno pubblicato un appello dicendosi pronti a fare il possibile per la didattica a distanza in queste settimane di chiusura delle scuole, ma soprattutto per ricordare che una volta finita l’emergenza bisognerà rimboccarsi le maniche e rivedere il modo con cui la società si rapporta con la scuola. Nel contempo, hanno lanciato il tag #lascuolaconta, invitandoci a descrivere perché e come la scuola ha contato nella nostra vita. Oltre a cercare di fare qualcosa per la prima parte – non aspettatevi grandi cose, spiegare ai liceali è facile ma farlo a bambini e ragazzi molto meno – vi racconto una mia esperienza personale… che non riguarda affatto la matematica.
Io ho frequentato lo scientifico dai salesiani, a Torino Valsalice. Ai tempi i professori erano praticamente tutti preti, chi più bravo e chi meno a insegnare. Voglio però parlare del nostro professore di italiano nel triennio, don Ernesto Bellone. Diciamola tutta: io di letteratura italiana non è che ne sappia così tanto. Per la capacità di scrivere (silenzio, su in loggione!) diciamo che si è affinata in questi quasi vent’anni in cui tengo il blog; non ho mai avuto problemi a buttare giù un testo, ma non è che la sua leggibilità al tempo fosse eccezionale. Però don Bellone mi ha insegnato molto di più. Le sue lezioni generalmente partivano dall’argomento del giorno, ma viravano quasi immediatamente su temi apparentemente diversissimi, dalla storia dell’arte medievale (la materia che insegnava all’università) agli avvenimenti del giorno, per poi tornare a bomba al punto di partenza. La sua idea – e questo l’ho capito solo dopo aver terminato il liceo – era che noi adolescenti dovevamo imparare a non compartimentalizzare lo studio, pensando semplicemente all’interrogazione, bensì comprendere che la conoscenza non è fine a sé stessa ma serve per comprendere anche il mondo.
Ma c’è di più. Ogni tanto usciva con espressioni spiazzanti, contro il pensare comune: me ne ricordo ancora qualcuna. L’abbonamento studenti ai mezzi pubblici non serviva per risparmiare, ma perché i genitori potevano così essere certi che i figli non provassero a viaggiare a scrocco per tenersi i soldi; durante un’emergenza sanitaria in cui si chiedeva di donare sangue commentava che donare sangue è un’ottima cosa, ma che questa richiesta non serviva tanto per l’emergenza quanto per riuscire ad avere scorte in generale. (Poi seguiva con il suo leitmotiv, che tutto questo era “romanticismo”, nella sua scherzosa guerra con don Pederzani che ci insegnava storia e filosofia). Bene. Per me la scuola serve anche a questo: a insegnare a non accettare ciecamente le notizie, ma usare la nostra testa per vedere se forse le cose possono essere diverse da quello che sembrano, pur senza cascare nel complottismo. Matematica me la sarei potuta studiare per conto mio e spesso l’ho fatto, ma la scuola serve anche per formare le persone, al di là del voto nelle verifiche. Ed è per questo che il materiale didattico prodotto in questo periodo è importantissimo, ma non potrà mai supplire del tutto al ruolo della scuola. Ricordiamocelo per quando l’emergenza sarà finita.
Quizzino della domenica: Toblerone
Avete presente il Toblerone? La struttura è quella di tanti prismi triangolari attaccati tra di loro. Immaginate di avere una barretta formata da n pezzi e di volerla mangiare in un modo particolare, staccando – sempre dallo stesso lato – un certo numero di pezzi e mangiandoveli tutti insieme. Se siete golosi, vi mangerete tutta la barretta in un colpo solo; se siete morigerati, vi durerà n volte, perché toglierete un pezzetto singolo per volta. Bene: in quanti modi diversi potete terminare la barretta? Naturalmente mangiare prima un pezzo e poi due è considerato diverso da mangiarne prima due e poi uno.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p437.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema ispirato da Math StackExchange.)
_Il fascino della matematica_ (libro)
Sono tanti i libri che cercano di spiegare a chi matematico non è che cosa si sta perdendo. Andando avanti negli anni, e soprattutto avendo cercato di scriverne qualcuno anch’io, sono arrivato alla conclusione che è una battaglia persa, e che si parla solo a chi è convertito. Nemmeno questo caso (Antonio Ambrosetti, Il fascino della matematica : Un viaggio attraverso i teoremi , Bollati Boringhieri 2009, pag. 102, € 18, ISBN 9788833920030) fa eccezione. Aggiungiamo poi il fatto che Ambrosetti parte direttamente in quarta; non sarà così vero che ogni formula matematica in un testo dimezza le vendite, ma sicuramente paginate di equazioni non fanno una buona impressione al lettore casuale. Peccato soprattutto per la parte sul calcolo delle variazioni, che è un tema che non è solitamente trattato in libri come questo ma rimane comunque ostica per i non addetti ai lavori; anche il capitolo finale sul baratro che si è aperto tra gli insegnanti liceali e i professori universitari è condivisibile, ma non mi pare porti a chissà quale risultato pratico.
Didattica remota: un casino
Per quanto riguarda il mio lavoro, la situazione è complicata ma non impossibile. Fortunatamente la mia azienda ha liberalizzato il lavoro agile e il mio lavoro è fatto di scrittura documenti e audioconferenze, quindi può essere fatto più o meno ovunque. In realtà quando posso cerco di andare in ufficio, perché lavorare da casa con due gemelli che non hanno nulla da fare è una tragedia.
Ed è proprio di questo che vorrei parlare. Il secondo grande problema di avere i bambini a casa da scuola (il primo è naturalmente quello di evitare che la casa in questione sia distrutta senza anestetizzarli con televisione videogiochi e smartphones) è che stanno perdendo settimane di lezione. Che si può fare? Boh. Probabilmente avete letto che nel decreto con le misure per rallentare la diffusione del coronavirus il governo ha dato ordine ai dirigenti scolastici di avviare «modalità di didattica a distanza». Magari avete anche letto che nel Trentino, a Mezzolombardo, ci sono state diffide al riguardo da parte del sindacato. Non entro nel merito di quella storia perché non ne so abbastanza; vorrei però raccontare altre storie.
Per prima cosa, c’è sicuramente chi ha pensato che la situazione può comunque servire a fare affari, magari non adesso ma nel futuro. Come vedete dalla pagina creata dal Ministero dell’Istruzione, Google e Microsoft si sono affrettate a concedere l’uso delle proprie piattaforme. Vabbè, vi segnalo che esiste anche un’applicazione libera, Jitsi, con vari server disponibili. Gli amici wikipediani hanno anche un tutorial – lo trovate su Wikibooks – per spiegare come lo si può usare.
Ovviamente però le cose non sono così facili. Io vedo almeno tre tipi di problemi. Innanzitutto non è detto che tutti i ragazzi abbiano accesso a risorse elettroniche e abbiano la possibilità di avere abbastanza banda per una connessione a larga banda. Poi bisogna ricordare che un bambino di sei anni e un diciottenne quasi uomo hanno delle diverse necessità e capacità; e collegato a questa differenza c’è il tema dei contenuti (tra l’altro, Treccani è indicata nella pagina del ministero che ho segnalato prima, ma non so quanto del loro materiale è adatto a bambini e ragazzi di elementari e medie. Lo stesso vale naturalmente per Wikipedia: piuttosto vi ricordo dell’esistenza di Vikidia). Infine, per quanta buona volontà gli insegnanti abbiano, anche per la maggior parte di loro tutto questo è nuovo, e non si può pensare che facciano un corso accelerato senza neppure il supporto di qualcuno davvero esperto (No, io non sono esperto né di didattica né di interazioni video).
Si deve lasciare perdere tutto, allora? Mannò. Bisogna semplicemente non fare il passo più lungo della gamba, ma mettersi comunque a camminare. Male non fa, e a qualcosa il tutto servirà. Come si dice in piemontese ma non solo, “piutòst che nient, l’è mej piutòst”.Per esempio, la maestra di Cecilia ha trovato un sito svizzero, LearningApps.org, che permette di creare e usare delle semplici animazioni che possono utilmente servire come ripasso delle nozioni studiate a scuola. Poi c’è la parte che mi sta più a cuore, la matematica. Gli amici di MaddMaths! stanno per lanciare l’iniziativa #lascuolaconta e preparare materiale da lasciare a disposizione: ma credo che sia davvero necessario uno sforzo di tutti per tirare fuori idee prima ancora di metterle in pratica. Insomma, non siate timidi!
Ultimo aggiornamento: 2020-03-06 13:52