Archivi annuali: 2018

Giuseppe Conte e l’effetto Oscar Giannino

Ricordate la storia delle finte lauree e specializzazioni di Oscar Giannino? A quanto pare, nemmeno il presidente del Consiglio dei ministri in pectore Giuseppe Conte ne è immune, continuando così una lunga tradizione che risale come minimo al Senatur Umberto Bossi. Il NYT scrive infatti «Asked about Mr. Conte’s experience at N.Y.U., Michelle Tsai, a spokeswoman, said Monday, “A person by this name does not show up in any of our records as either a student or faculty member,” adding that it was possible he attended one or two-day programs for which the school does not keep records.» (I diversamente anglofoni possono leggere il Post)

Ora, tutti noi siamo abituati ad abbellire un po’ i nostri curriculum per fare bella figura. Per esempio, io dico di avere contribuito alle modifiche degli standard internet sulla posta elettronica e su HTTP, ma non è che abbia fatto chissà che cosa. Una differenza però c’è: se andate a prendere gli RFC 1945 (HTTP 1.1) e 2822 (Internet Message Format) trovate il mio nome in mezzo a un centinaio di altri che hanno in effetti dato un contributo anche se piccolo allo standard. In definitiva la mia frase è verificabile e tecnicamente corretta (quando la uso scelgo sempre attentamente le parole :-) ) Perché Conte non ha fatto così? E perché – quando ci sono stati i primi contatti – non è comunque andato a riassestare il curriculum?

Ultimo aggiornamento: 2018-05-22 09:33

Il Carnevale della matematica dal vivo: resoconto

Io e i paradossi (foto: MaddMaths!)

Venerdì e sabato scorso sono stato a Napoli, ma non è che ne abbia visto molta: sono restato chiuso nell’ex convento dei santi Marcellino e Festo per il Carnevale della matematica dal vivo.

C’è stato un ottimo successo di pubblico studentesco ai laboratori, tutti esauriti. Nel caso delle presentazioni il risultato è stato più altalenante in termini di pubblico, con le scuole che a volte partecipavano e altre no e soprattutto con pochissimi partecipanti per il cosiddetto “grande pubblico”. Soprattutto il venerdì pomeriggio, nella sessione in cui ho parlato anch’io, la parola d’ordine sembrava essere “Attenzione! Un non-matematico in sala!” (Poveretta che visti gli enormi ritardi nelle presentazioni precedenti mi ha visto raccontare in mezz’ora scarsa le slide che avevo preparato per un’ora di intervento). Questo fa capire che abbiamo ancora parecchi margini di miglioramento nel pubblicizzare l’evento, però ci ha dato un vantaggio inaspettato: siamo riusciti a condividere i nostri vari modi di fare divulgazione matematica, cosa che non è affatto facile da fare quando come capita sovente le interazioni sono solo per posta elettronica. Questo per me è stato fondamentale.

Poi, a parte pizza e sfogliatelle :), ho rivisto un po’ di amici dal vivo (Piotr e Rudi dei Rudi Mathematici e l’organizzatore Roberto Natalini), visto di persona tanta gente che al massimo conoscevo per telefono (Roberta Fulci, Alberto Saracco, Davide Passaro, Nicola Ciccoli, Sandra Lucente, Silvia Benvenuti) e conosciuto tanti nuovi amici matematti (Nicola Parolini, Chiara Andrà, Francesca Carfora, Maria Mellone… più tutti quelli che ho sicuramente dimenticato data la mia età non più verde). Insomma, un’iniziativa bellissima che spero sarà ripetuta!

Quizzino della domenica: il cavallo suicida

Un cavallo degli scacchi, che si trova su una casella di una scacchiera infinita, ha deciso di suicidarsi. A ogni mossa distrugge la casella da cui è partito, fino a che non finirà in una casella da cui non ci saranno più mosse possibili. Qual è il numero minimo di mosse necessario per raggiungere il suo scopo?



(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p318.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Varsity Math)

Benefici che non ci sono

Sono sul treno che mi riporta a Milano dopo il Carnevale della Matemaica dal vivo a Napoli. Il mio vicino ha La Stampa, che titola a tutta pagina sulla sedicente flat tax giallo-verde, chiosando “per 6 italiani su 10 nessun beneficio”.
Devo dire che la cosa mi stupisfe: ero convinto che i benefici ci fossero al più per due italiani su dieci, ovviamente i maggiori contribuenti. Quello che continua a stupirmi è che credo che la maggior parte di coloro che vota quei partiti fa parte di quelli che non ci guadagneranno nulla. È bello sapee che ci sono tanti altruisti.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-19 19:10

_Sapiens: da animali a dèi_ (ebook)

La tesi che Harari espone in questo suo libro (Yuval Noah Harari, Sapiens: da animali a dèi : Breve storia dell’umanità [From Animals into Gods : A Brief History of Humankind], Bompiani 2014 [2011], pag. 544, € 9,99, ISBN 9788858766811, trad. Giuseppe Bernardi, link Amazon) è semplice: L’Homo sapiens ha fatto fuori tutti i suoi concorrenti (e ce n’erano!) perché grazie a chissà quale mutazione ha imparato a “credere a sei cose impossibili prima di colazione”. Le religioni sono messe allo stesso piano delle leggi o degli enti giuridici: parlano di cose che non esistono, ma che tutti (o quasi) accettano.
Il punto di vista di Harari è sicuramente spiazzante e quindi ci costringe ad azionare il cervello e ripensare a quanto abbiamo sempre dato per scontato: per esempio il motivo per cui gli europei sono riusciti a dominare è per lui fondamentalmente la loro curiosità e il pensare in grande. L’unica parte che mi ha convinto poco è quella sul presente, dove l’autore è molto ottimista sulla nostra capacità di trovare tutta l’energia che vogliamo. È vero che finora siamo sempre riusciti a trovare qualcosa di nuovo, ma questa è per me soprattutto fortuna.
Nota negativa sulla traduzione di Giuseppe Bernardi. Se in tre pagine io trovo due frasi che evidentemente sono errate vuol dire che c’è qualcosa che non va.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-19 23:14

Il restyling della Stampa

Sabato scorso la Busiard… ehm, La Stampa ha modificato la grafica dell’edizione cartacea. Io non ho avuto tempo di prenderla in questi giorni, ma visto che oggi ero in treno me la sono comprata dopo non so quanto tempo. (direi il luglio scorso quando ero su dalla mia mamma)
Devo dire che il formato “5+1 colonne”, con l’ultima leggermente più stretta e soprattutto con caratteri un po’ più piccoli, non è poi così male. La pagija degli editoriali, con le quattro colonne larghe, segna anche una differenza visiva; ho qualche dubbio sulla doppia pagina “7 notizie da tutto il mondo” che mi pare un cercare di inseguire uno stile da rotocalco.

A questo riguardo, ammetto di essere stato favorevolmente stupito nel notare che la qualità dell’edizione cartacea continua ad essere buona, a differenza di quella elettronica che è riuscita nella non semplice impresa di diventare peggiorw di Cor&Rep. Ecco, questa è una cosa che non capisco. Mi sta bene che non si vogliano cannibalizzare le vendite cartacee lasciando tutto il materiale liberamente disponibile. Però abbassare così tanto il livello mi pare ancor più deleterio, perché non fa venire voglia di comprare il cartaceo… Bah.

Sempre più Amazon a Milano

Ieri mattina ho scoperto che domenica ik duo era invitato a una festa di semicompleanno (è una lunga storia che per il momento sta andando bene). Oggi e domani non ci sono, perché sono a Napoli al Carnevale della matematica dal vivo; anche Anna è impegnata. Ma da questa settimana Amazon offre a Milano la consegna gratuita in serata per ordini di almeno 29 euro per chi ha Prime: risultato, alle 18.45 avevo il mio bel pacco con il Legocity.
La mia domanda è: quanto pagano i corrieri (quello che è arrivato da me era italiano) per queste consegne serali? Di per sé può anche essere più tranquillo dei giri durante il giorno, essendoci meno traffico…

Ultimo aggiornamento: 2018-05-18 10:06

Capienza (per organizzatori e questura)

Per colpa di Facebook mi sono trovato a leggere questo articolo di The Vision sulla morte dei centri commerciali. Naturalmente non trovo più il post originale, grazie alla politica di Zuckerberg “quello che hai visto si è perso come lacrime nella pioggia”; ricordo solo che qualcuno faceva notare che 32.000 metri quadri non erano poi tanti rispetto chessò al megacentro di Arese. Evidentemente Giulio Silvano, l’autore del pezzo, ha copiato l’introduzione del sito ma si è dimenticato di aggiungere la parolina magica “urbano” che rimette le cose nella loro giusta prospettiva.

Io mi limito a fare una divisione. Le 700.000 persone di capienza, divise per 32.000 metri quadri, danno circa 22 persone per metro quadro. In una manifestazione in cui ci si trovi tutti pigiati si contano tipicamente quattro persone per metro quadro: quindi non solo non ci si muove, ma bisogna anche fare cinque livelli di piramide urbana. (Quando si parla di metri quadri in genere si fa la somma delle superfici dei vari livelli: ad ogni modo sempre dal sito vedo che i livelli sono due). Così ad occhio Giulio Silvano ha preso un testo tipo quello scritto qui (“a catchment area of 700.000 users”, cioè un bacino d’utenza) e l’ha fatto diventare una capienza… il tutto senza chiaramente mettersi a fare una banale divisione se proprio non aveva voglia di accendere il cervello e vedere l’assurdità della cosa. Ecco il livello a cui ci troviamo.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-09 21:42