Archivi annuali: 2018

_Ragazze con i numeri_ (libro)

I quindici racconti di questo libro (Vichi De Marchi e Roberta Fulci, Ragazze con i numeri, Editoriale Scienza 2018, pag. 205, € 18,90, ISBN 9788873079255, link Amazon) non sono vere e proprie biografie, anche se sono tutti narrati in prima persona: le autrici hanno spesso scelto di focalizzarsi su una parte specifica della vita delle protagoniste, con l’intento di mostrare come anche una donna può diventare una scienziata. Scopo dichiarato del libro è infatti l’avvicinare le ragazze dai dieci anni in su al mondo STEM (Scienza, Tecnologia, Engineering, Matematica). Occhei, io l’ho preso per mia figlia Cecilia che di anni non ne ha ancora nove, ma comunque la prosa è molto chiara. L’unico appunto che mi sento di fare al libro è nella pagina riassuntiva, che dopo una succinta biografia minima lascia tre o quattro punti sul perché la protagonista è importante ma lo fa in modo da sembrare più una scheda da libro scolastico. A Cecilia ho detto di saltare quei pezzi, le farò un debriefing io…

Vendite 2017 dei miei libri #altramatematica

Ricordate, vero, che tra i libri che ho scritto ci sono anche tre ebook per ? La collana è ferma, principalmente perché non ce la faccio a trovare altri scrittori, però ogni tanto qualcuno compra ancora i libri.
Per completezza, ecco qua il numero di copie vendute nel 2017. Matematica e infinito ha venduto 104 copie, giungendo a un totale di 1047; Fantamatematica ne ha vendute 80, per un totale di 578; Alfabeto matematico infine ne ha vendute 85, per un totale di 134 (sì, non è stato proprio un successone…)

ah, le interfacce utente!

Ieri mia zia mi ha chiesto se potevo aiutarla con la prenotazione via internet di un esame clinico urgente, perché al centralino non rispondeva mai nessuno. Passo da lei col mio furbofono e mi accingo a fare la registrazione al sito della Multimedica – San Giuseppe. Primo ostacolo: ci vogliono sia un numero di cellulare che una email. Per la seconda ne creo una al volo (basta aggiungere un +qualcosa a un nome gmail e sperare che chi ha scritto il programma conosca RFC 2821 e RFC 2822), per la prima chiedo a mia zia il suo numero di cellulare. Peccato che sbagli a scriverlo; e ancora più peccato che non viene mandata una mail per confermare la registrazione, ma un codice PIN via SMS. Vabbè, ricomincio da capo: mi arriva errore sul codice fiscale. Vedo che il copincolla aveva aggiunto uno spazio finale: lo tolgo, ma continua a darmi errore, al che penso che il programma abbia controllato sulla base dati l’esistenza di quel codice fiscale e sia fatto così male da non dare un errore specifico “Codice fiscale già usato” ma uno generico.
Che fare? Da buon informatico, penso che un programma fatto così male può anche essersi dimenticato di fare altri controlli: cambio da minuscola a maiuscola una lettera del codice fiscale, e come d’incanto funziona tutto. Riceviamo il codice, lo inserisco, entro nella schermata di prenotazione… e scopro che quell’esame non è prenotabile via web :-(
Spero che i loro esami clinici siano meglio delle interfacce utente.

Salvini il reaganiano

Oggi Matteo Salvini non ha detto «È giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse». Ha detto «Se uno fattura di più e paga di più, è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più, e crea lavoro in più».

A dirla tutta, la frase effettivamente pronunciata fa un po’ acqua: abbassare le tasse ai ricchi li fa indubbiamente risparmiare di più ma non è detto che li faccia pagare di più se fatturano di più. Esempio pratico: se prima fatturavo 60.000 euro e pagavo il 30% di imposta, il totale era 18.000 euro; se ora fatturo 80.000 euro e pago il 20% di imposta il totale è 16.000 euro. Facciamo insomma finta che Salvini non abbia detto “e paga di più”, perché Salvini non direbbe mai volontariamente bugie. La frase ora diventa più logicamente coerente. Il problema è che è vecchia: l’avevano già usata Reagan e Thatcher, e i risultati si sono visti. Forse c’è più lavoro in più, ma se c’è è mal pagato e precario, perché l’operaio non viene assunto a tempo indeterminato e i macchinari arrivano sempre più spesso da fuori Italia (o forse parlava dell’ennesimo suv? Mannaggia al linguaggio poco preciso). Ma a parte questo c’è un errore di base: tutto questo potrebbe valere per abbassare le tasse alle imprese nel caso facciano investimenti e assunzioni. Altrimenti quei soldi forse muovono l’economia – se non si fa nulla in nero – ma sicuramente non creano lavoro.

Salvini non è stupido e queste cose le sa. I suoi elettori?

Ultimo aggiornamento: 2018-06-06 14:29

pesi politici diversi

Sono tanti anni ormai che quasi ogni giorno creo una battuta che non fa ridere (occhei, statisticamente qualcuna mi è anche riuscita). Visto che il tema è la cronaca, è abbastanza normale che parli anche dei personaggi politici; tipicamente quelli che riescono meglio sono coloro che stanno al governo. C’è così stato il periodo Silvio e quello Matteo (Renzi). Certo, Matteo (Salvini) e beppegrillo™ ogni tanto facevano capolino, ma erano comparse. (Gentiloni non c’è mai stato, in effetti).

Ora abbiamo il governo Conte, ma penso concordiate con me che non è che l’attuale PresConsMin conti qualcosa: rimane la coppia Matteone-Giggino. Bene: mi sono accorto che faccio una fatica enorme a trovare spunti da quello che fa il secondo, mentre il primo rende le cose persino troppo facili. Sì, potrei scrivere che quando ha incontrato i rider avrebbe detto “tenete duro, e potrete farcela come me!” ma è persino sotto i miei bassi livelli. Se io fossi un elettore pentastellato mi preoccuperei di questa cancellazione del moVimento.

Ultimo aggiornamento: 2018-06-05 09:13

La finta quota 100

Eravate già pronti a pregustare la pensione, con il nuovo governo pronto ad abolire la legge Fornero e introdurre la famigerata quota 100? Rimettete pure a posto le pantofole.
Quota 100 significherebbe la somma degli anni di età e di contribuzione sufficiente per andare in pensione: chi ha cominciato a lavorare a 20 anni e non ha mai smesso avrebbe potuto quindi farcela a 60 anni. Ma casualmente un piccolo riquadro a pagina 2 del Corsera di ieri segnala che “saranno introdotti minimi per l’età anagrafica e i contributi, che potrebbero essere rispettivamente 64 e 38 anni”.
Non credo che una frase del genere sia stata inserita così per sbaglio, senza una soffiatina; e a parte questo, tutti tacciono sul particolare di quanto verrebbe decurtata la pensione andandosene prima (cosa che è prevista sin dalla legge Dini).
Dal mio punto di vista tutto questo è rassicurante, perché significa che al governo c’è comunque qualcuno che si rende conto dei conti pubblici: per chi questo governo l’ha votato, non saprei.

Quizzino della domenica: ricoprire il piano

È possibile tassellare completamente il piano, senza lasciare insomma nessun buco, usando “piastrelle” della forma mostrata qui sotto? Per intenderci, anche se sembra che ci siano due parti distinte quella è una singola piastrella. Potete immaginare che il quadrato in mezzo sia trasparente, e che il ricoprimento sia tale che in ogni quadrato del piano ci sia uno e un solo quadrato colorato e un numero qualsiasi di quadrati trasparenti.


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p320.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Stan Wagon)

_Viaggi nel tempo_ (libro)

Questo libro (James Gleick, Viaggi nel tempo [Time Travel: A History], Codice 2018 [2016], pag. 257, € 22, ISBN 9788875787394, trad. Laura Servidei, link Amazon) non parla dei viaggi del tempo, nonostante quello che dice il titolo: Gleick parla infatti di come i viaggi nel tempo sono stati trattati nella letteratura, a partire da H. G. Wells. Fortunatamente il libro non è un semplice elenco di scrittori e di opere, ma l’autore – ben tradotto da Laura Servidei – evita quella trappola con il suo stile sempre ironico e il suo notare come gli scrittori di solito glissino sul come esso può avvenire. Non che manchino i riferimenti scientifici, come la banale constatazione che le equazioni della fisica, almeno a livello non subparticellare, non mostrano nessuna direzione specifica del tempo: ma sono appunto secondari. Molto più divertente, almeno per me, sono i punti in cui Gleick seziona i racconti, come La fine dell’eternità di Asimov, notando come siano intrisi di retorica anni ’50. In definitiva, una lettura piacevole.

Ultimo aggiornamento: 2018-09-23 21:31