Archivi annuali: 2018

Leoni da microfono

È ovvio che in tantissimi abbiano manifestato solidarietà alla capotreno che ha annunciato “zingari, avete rotto i coglioni”. È una di loro: la frase l’ha pronunciata dietro un microfono, mentre se ne stava al sicuro.

Ultimo aggiornamento: 2018-08-11 16:49

_Come non scrivere_ (libro)

Claudio Giunta è bravo a raccontare le cose. In questo libro (Claudio Giunta, Come non scrivere, UTET 2018, pag. 328, € 16, ISBN 9788851156978, link Amazon) fa un “manuale alla rovescia”, nel senso che spiega soprattutto cosa non fare per ottenere un testo che si faccia leggere, partendo dalle tre regole d’oro: la legge di Borg (impegnarsi sempre, per qualunque cosa); la legge di Silvio Dante (il mafioso di Sopranos: quello che devi dire, dillo chiaro); la legge di Catone (se conosci ciò di cui vuoi scrivere, le parole arrivano da sole). Mi sono sentito un po’ a disagio quando ho letto nelle prime pagine che non bisognerebbe mettere citazioni nell’esergo, soprattutto se in lingue diverse dall’italiano: nel libro che sto scrivendo ce n’è una per capitolo e inizialmente le avevo lasciate in inglese ma anche in latino (Non preoccupatevi, in bozza sono state tutte tradotte e comunque sono irrilevanti per comprendere il resto), ma poi ho fatto buon viso a cattivo gioco: in fin dei conti quel giocherellone di Giunta si è divertito a infrangere le regole che ma mano presentava “in negativo” (cioè mostrando esempi da non seguire e spiegando cosa c’era che non andava). In fin dei conti bisogna conoscere bene le regole per sapere quando si può e si deve evitare di seguirle! Ricordo infine che – come fa spesso UTET – chi compra il cartaceo può anche prendersi gratuitamente la versione in epub. Sono brava gente.

Ultimo aggiornamento: 2018-10-27 21:33

Genitore 1, genitore 2, genitore X

È ironico che Salvini, non esattamente in regola con i sacramenti, abbia annunciato ai cattolici ultrareazionari della Nuova Bussola Quotidiana la sua Grande Controrivoluzione: nei moduli per la richiesta della carta d’identità per i minori non ci dovranno più essere le scritte “Genitore 1 / Genitore 2” ma si tornerà a “Padre / Madre”.

D’altra parte, se quanto riportato da Repubblica è vero – e come del resto ho trovato anch’io – nel modulo c’è scritto “Firme dei genitori o del tutore”.

Ora, c’è bisogno che qualcuno lo dica: inventarsi “genitore 1 / genitore 2” è stata un’idiozia di prima categoria, una di quelle cose in cui il PD ha sempre eccelso. Non c’era nessuna ragione per non scrivere direttamente “i genitori”, evitando un burocraticismo ridicolo e ottenendo lo stesso risultato voluto, anzi qualcosa in più perché si elimina la gerarchia implicita di quell’1-2. Il risultato pratico di quell’alzata d’ingegno è stato uno spot a favore del Ministro di Tutto-o-quasi, che essendo poi un furbo di tre cotte riesce anche a far credere quello che non c’è. Complimenti davvero.

Ultimo aggiornamento: 2018-08-10 17:35

Flat tax

Lasciamo perdere le promesse elettorali salviniane, e guardiamo con attenzione le promesse di flat tax (che poi tanto flat non può essere, perché la Costituzione parla di progressività delle imposte: ma quello significa relativamente poco, perché si può dire che fino a una soglia S l’imposta è zero e da lì in poi è X e il precetto costituzionale è formalmente assolto).

Quello che mi pare non sia chiaro a molti è che il passaggio alla flat tax implica una rivisitazione completa della struttura delle imposte: per abbassare l’aliquota finale e non perdere soldi si toglieranno le detrazioni attuali. Io, che guadagno piuttosto bene, ho preso il mio 730 e fatto un po’ di conti. L’anno scorso ho pagato il 30,5% del mio reddito in imposte statali (più il 2,6% in imposte locali che non verrebbero immagino toccate dalla legge), e non avevo nemmeno troppe detrazioni. Una flat tax al 25% insomma mi darebbe sì un po’ di soldini in più, ma nemmeno troppi. Detto in altro modo, si farà come Superciuk che ruba ai poveri per dare ai ricchi: fate pure i conti sulla vostra dichiarazione dei redditi e non state a guardare l’aliquota marginale, che serve solo a farvi capire quanto valga la pena di lavorare (e guadagnare, e pagare in tasse) di più.

Scienziati e politici

fiato alle trombe, Turchetti Non ho problemi a dire che io avrei paura di un governo scientocratico (scusate l’ircocervo), nel quale fossero gli scienziati a decidere cosa bisogna fare. Se per quello, io sono anche contro il concetto di “ministro tecnico”: i tecnici devono sì esserci, ma all’interno dei ministeri. I ministri, però, devono essere politici, perché la politica è una cosa seria e non una roba da dopolavoro. Che la scienza sia neutrale o no è irrilevante, perché chi la mette in pratica sono gli scienziati, che sono tutto tranne che neutrali – come chiunque di noi, del resto – e soprattutto non hanno in genere le capacità di vedere più in là del qui-ed-ora e di mediazione che sarebbero richieste ai politici.

Il punto è che naturalmente il discorso di Barillari dell’altro giorno non è stato questo. Quando scrive

Se vogliamo fare un passo in avanti, allora politica e scienza devono eliminare tutti i conflitti di interesse per ricostruire un sano dialogo.
Oggi il politico fa lo scienziato e lo scienziato fa il politico. Non funziona.

non si rende conto che non ci sono conflitti di interesse, perché scienza e politica si occupano di cose diverse, e non ci può essere “dialogo”. Non è che il politico dica allo scienziato “mi fai uno studio su questa cosa qua, che mi interessa tanto?”, né lo scienziato può dire al politico “questa è la legge da fare, copia e promulga”. Quello che dovrebbe succedere è che lo scienziato presenta evidenze e il politico decide cosa fare avendo compreso il significato di quelle evidenze e allo stesso tempo comprendendo le conseguenze di una scelta oppure dell’altra. Da questo punto di vista è molto più coerente la ministra Grillo che dice «bisogna accettare le morti da morbillo». (No, io ritengo che non si debbano accettare, e d’altra parte la ministra stessa ha affermato che lei vaccinerà il figlio. Però la scelta di dire “meglio qualche morte da morbillo” è indubbiamente una scelta politica).

L’unica cosa che posso aggiungere, e che è anche il motivo per cui non solo non ho scritto subito ma non mi passa certo per la testa di rispondere a Barillari o chi per lui, è che non perdo tempo con chi aizza volontariamente la gente, né perdo tempo con i pecoroni pronti a copincollare insulti. È possibile che tra chi legge quei post ci siano anche persone genuinamente interessate a sapere: ma io non sono capace di rivolgermi a loro in quel contesto, mi spiace.

Ultimo aggiornamento: 2022-11-07 13:04

_Missing Signal_ (ebook)

[Disclaimer: ho ricevuto una copia per recensione] Questo romanzo, o forse è più corretto dire racconto lungo (Seb Doubinsky, Missing Signal, Meerkat Press 2018, pag. 206, € 13,60, ISBN 9781946154125, link Amazon) è ambientato in un prossimo futuro alternativo, in cui notizie vere e fake news sono più o meno allo stesso piano: il protagonista è in effetti un agente della controinformazione di uno dei tre blocchi mondiali, che opera sotto varie coperture come esperto di avvistamenti di extraterrestri. Il punto è che a un certo punto viene contattato da una donna che afferma di provenire da un altro pianeta, scappata da una guerra interstellare…
L’idea è gestita molto meglio di quanto possa apparire da queste note: l’unico neo è che termina un po’ troppo sbrigativamente. I miei dubbi sono sulla parte di “stream of consciouness” che permea il testo, con molti capitoli di poche righe. Io non sono riuscito a comprendere esattamente la relazione di questi capitoli con la trama principale, ma magari è un problema mio.

Facebook e i contenuti “da fuori”

[logo Facebook] Non so se ve ne siete accorti, ma è diventato praticamente impossibile per un sito terzo postare su Facebook per conto di un utente. In queste ultime due settimane ho scoperto che né Goodreads né Tumblr permettono più la condivisione, e mi dicono che lo stesso succede con Twitter e Youtube (dove però non l’ho mai provata). Per il momento Zapier (che copia queste mie notiziole sulla mia fanpage Facebook) sembra funzionare, ma a questo punto non so per quanto; il risultato pratico è che non vedrete più le condivisioni Goodreads delle mie recensioni di libri (ma tanto erano repliche di quelle dei miei post) né i miei rari post su tumblr, se non andate direttamente alla fonte. A me cambia poco, a voi ancora meno.

Quello che mi chiedo è però la logica di questo cambio di impostazione, che ripeto è da parte di Facebook e non delle varie applicazioni. Finora la filosofia di Zuckerberg era “facciamo diventare FacciaLibro il lavandino dove viene riversato tutto quello che si produce in giro, in modo che la gente si fermi qui e veda la pubblicità che gli inserzionisti pagano a me”. Una scelta di per sé logica. Ma ora sembra che le cose siano cambiate, qualcosa del tipo “sono abbastanza grande per convincere tutti a postare direttamente da me i loro contenuti”. È una mossa preoccupante, dal mio punto di vista: non tanto per me ma per Internet in generale. Ma la mossa potrebbe anche ritorcersi contro di loro, anche se mi sa che i tempi dei feed RSS per le masse sono ormai passati. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2018-08-08 17:03

brutte nuove

[croce rossa] Alla visita di controllo dicevano che tutto andava bene, la retina si è riattaccata, il gas sta andando via, eccetera eccetera. Peccato che io continui a vedere a bitorzoli, nel senso che messa più o meno a fuoco una riga vedo un po’ di lettere, poi due o tre che formano una specie di dosso, e così via. Quando è arrivato il chirurgo mi ha fatto rifare la scansione oculare e ha bofonchiato agli specializzandi “fotoricettori”. A mia domanda specifica ha detto che potrebbero essersi rovinati, essendo la retina comunque fragile, e che bisogna aspettare per sapere che succederà :-(

Ultimo aggiornamento: 2018-08-07 17:19