Archivi annuali: 2017

Quizzino della domenica: quasi Vitruvio

Nella figura qui sotto vedete un quadrato e un cerchio: il cerchio passa per due vertici del quadrato ed è tangente al lato opposto. Se il lato del quadrato è 2 cm, quanto misura il raggio del cerchio?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p269.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Solve My Maths)

Ultimo aggiornamento: 2017-09-17 12:47

_Dizionario di linguistica_ (libro)

La linguistica è una scienza complicata. Ci si perde facilmente, e chi come me non è certo un esperto del campo si confonde molto spesso. Ecco quindi l’utilità di questo dizionario (Gian Luigi Beccaria (ed.), Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi 2007, pag. 882, € 30, ISBN 9788806169428), con un gruppo di studiosi capitanato da Gian Luigi Beccaria, che raccoglie non solo le voci di linguistica ma anche quelle di filologia, metrica, retorica, come indicato nel titolo. Lo stile è molto asciutto, appunto da dizionario; per fortuna che proprio come nei dizionari gli esempi spesso abbondano e permettono di intuire i concetti anche senza una competenza specifica (Sì, l’ho letto tutto, da cima a fondo: ci ho messo sei mesi a spizzichi e bocconi, ma l’ho letto). A mio parere la complessità delle singole voci è disuguale: quelle di linguistica teorica per esempio mi sono risultate più ostiche, ma il risultato complessivo permette di accettare tali differenze e farsi un’idea dei temi trattati anche per chi come me ne è abbastanza a digiuno. Un’ultima curiosità: l’origine di Beccaria si vede dai tanti esempi presenti in piemontese.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-16 11:04

La tabaccheria Mory Cry e la cresta sui francobolli

Stamattina mi è capitato di dovere acquistare un francobollo. A volte succede ancora. Lasciati a scuola i bambini, mi fermo alla tabaccheria Mory Cry di piazzale Maciachini 10 a Milano e chiedo se hanno francobolli da lettera. Avendone dovuto comprare uno quest’estate per una cartolina che Cecilia ha spedito, sapevo due cose: (a) il francobollo costa 95 centesimi; (b) non c’è più scritto il prezzo ma solo una lettera B, immagino per semplificare i successivi aumenti. Bene: la tabaccaia me l’ha fatto pagare un euro dicendo che il prezzo era quello.

Ovviamente, per il punto (b), non ho potuto verificare la cosa al volo. Però tornato a casa mi sono connesso al sito delle Poste e ho verificato che il prezzo non è affatto cambiato.

È chiaro che avere pagato un francobollo cinque centesimi di troppo non mi cambia la vita. È anche chiaro che per il numero tipico di francobolli venduti in un anno cinque centesimi di cresta su ciascun francobollo non cambia loro la vita. Ma come dice il vangelo (Lc 16,10) «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto» e io non ci sto a essere preso per i fondelli così. Potete stare certi che quel tabaccaio non mi vedrà più, e non certo solo per i francobolli.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-15 10:11

Le visite al blog al tempo delle ricerche compulsive

Il mio blog è un dinosauro. Sta su da sedici anni e ho perso da mo’ la voglia di pubblicizzarlo. Inoltro automaticamente i post (completi, tranne i link per colpa di Zuckerberg) su Facebook, il che riduce il numero di visitatori sul sito: poco male, visto che non avendo pubblicità non perdo certo soldi. Restano insomma i soliti amichetti che cliccano più o meno compulsivamente qui: gli accessi giornalieri viaggiano tra i 200 e 300. Però ogni tanto ci sono dei picchi: per esempio lunedì scorso si sono registrati quasi 800 accessi. Per curiosità ho provato a sfrucugliare tra le statistiche per vedere se si capiva cosa fosse successo: cosa resa un po’ più difficile da quando parecchi anni fa Google ha deciso di non inviare le stringhe di ricerca che portano a un sito.

Quello che ho capito è che qualche decina di visite è arrivata da chi guarda i trackback di Wittgenstein (che evidentemente di accessi ne ha ancora tanti :-) ), ma il grosso è arrivato da una ricerca via Google che ha portato a questo post su un codice di emergenza che avevo sentito diffondere all’Ikea l’anno scorso. Il picco precedente – ma credo che quel post abbia un accesso abbastanza costante – era dovuto a un mio pippone di maggio sugli stupri, e anche il post sui funerali nei giorni festivi compare spesso tra i più visitati, come ben sa chi guarda i miei post di statistiche.

Non ne so abbastanza di SEO per capire se un blog prende più punti di un sito web a parità di (non) ottimizzazione, né se Google usa un algoritmo “accumulante” (nel senso che più gente clicca su un post più viene considerato pertinente: la cosa avrebbe senso ma può essere sfruttata per falsare i risultati di ricerca, quindi potrebbe essere disabilitata). Quello che però vedo è che l’idea per cui i blog erano nati, essere cioè un diario, è ormai seppellita; ma soprattutto vedo che non solo le visite ai siti, ma persino le ricerche sono irreggimentate, anche in assenza di notizie importanti (dopo che il terremoto ha distrutto la regione di Oaxaca, è naturale che si vada a cercare informazioni sulla zona; ma un codice di emergenza non appare nelle notizie sui giornali). Non me lo aspettavo.

Aggionamenti a metà

Come gli appassionati di libri sanno, a fine luglio Anobii ha fatto un restyling del sito che è stato pesantemente criticato dagli affezionati fruitori. A parte tutte le parti che non funzionano (a livello backend, soprattutto), il nuovo sito sembra nato per essere visto sul telefonino dal lettore casuale che cerca informazioni sull’ultimo bestseller, dimenticandosi che in questi siti sociali il grosso del lavoro di inserimento informazioni è fatto dai lettori forti che dovrebbero essere coccolati e non tarpati.

Non ci credete? Per esempio, quando inserisco i dati di un libro non ancora presente nella base dati (la schermata è cambiata, ma funziona come quella vecchia), la schermata di ringraziamento ha ancora la vecchia grafica. Evidentemente nessuno degli sviluppatori c’è mai passato :-)

Ultimo aggiornamento: 2017-09-14 10:42

Carnevale della matematica #111: GOTO Proooof

Dopo lo iato estivo, torna alla grande il Carnevale della matematica! Zar indossa i panni del Vero Matematico e dimostra il teorema di fattorizzazione unica, oltre che fornire una quantità di link ai post degli altri matematti in giro… perché il Carnevale dormiva ma gli autori no!

Aggiornamento: Esiste anche la versione 111.5!

Ultimo aggiornamento: 2017-09-14 18:11

l’ottimismo di Microsoft

Tra domenica e lunedì mi è stato installato sul PC il nuoverrimo aggiornamento di Windows. A parte avermi chissà perché tolto Classic Shell :-) e avere fatto grandi casini con le VPN :-(, dopo una mezza giornata di ruminio è ripartito da zero con le opzioni di condivisione dati, tra cui quella sui “relevant ads” (“pubblicità pertinenti”, o come l’hanno tradotto in italiano). Io gli ho gentilmente detto che no, non mi interessa che mi scelga la pubblicità, e il commento è stato “The number of ads you see won’t change, but they may be less relevant to you”.

Posso capire che Microsoft voglia guadagnare con la pubblicità. Però non capisco perché qualcuno dovrebbe avere un incentivo ad avere pubblicità pertinenti, anche ammesso e non concesso che si riuscisse davvero a scremarle dalle altre: chi è che si diverte a guardare le pubblicità? (la buonanima del catalogo Postal Market non conta) Aggiungiamo poi un altro punto. Posso immaginare che Microsoft guadagni un po’ dal numero di visualizzazioni delle pubblicità e un po’ di più dal numero di clic su di esse; questo significa che più le pubblicità sono pertinenti più è probabile che guadagni. A questo punto, se proprio vuole cercare di intortare l’utente, non gli converrebbe dire “Avrai più pubblicità totale (di tipo generico) rispetto a quella con l’opzione con le pubblicità pertinenti”? A questo punto l’utente potrebbe anche essere incentivato a scegliere l’opzione :-)

_Scripta volant_ (libro)

I creativi non possono più essere quelli di un tempo. Il mercato è completamente mutato; gli steccati tra i vari mezzi tecnici per convincere la gente a comprare sono stati buttati a terra non tanto da Internet intesa come nuovo medium, quanto da una commistione di generi e stili dove ogni tanto qualcuno se ne esce con un successo che tutti gli altri cercano di copiare, senza pensare che occorre sempre qualcosa di nuovo, e che questa è una delle poche cose che non sono cambiate. Paolo Iabichino racconta in questo libro (Paolo Iabichino, Scripta volant : Un nuovo alfabeto per scrivere (e leggere) la pubblicità oggi, Codice Edizioni 2017, pag. 153, € 16, ISBN 9788875786960), partendo da ventun termini – uno per lettera dell’alfabeto – come è cambiato il mondo pubblicitario intorno a lui. Non aspettatevi un testo tecnico: ci sono esempi di campagne pubblicitarie, sensazioni varie e soprattutto l’idea che non basta parlare di “social” ma bisogna pensare in maniera completamente diversa, anche se non bidirezionale come in tanti pensano.