Mi è capitato di vedere sul feed BBC un articolo intitolato “Italian nurse accused of 13 murders in Piombino”>. Beh, ho immediatamente tradotto “nurse” con “infermiera” al femminile.
Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 10:18
Mi è capitato di vedere sul feed BBC un articolo intitolato “Italian nurse accused of 13 murders in Piombino”>. Beh, ho immediatamente tradotto “nurse” con “infermiera” al femminile.
Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 10:18
Tra poco più di due settimane andremo alle urne per il referendum “sulle trivelle”, come è stato chiamato: d’altra parte i quesiti referendari sono spesso così incomprensibili che è meglio dare loro il nome. Se vi siete mai chiesti perché non vi ricordate di una raccolta di firme su questo referendum, la risposta è semplice: non è di iniziativa popolare ma regionale. In effetti la scorsa estate Possibile aveva lanciato la raccolta di firme anche per questo tema, ma con risultati più che deludenti; ma poi dieci regioni (anche se l’Abruzzo si è successivamente sfilato) li hanno richiesti, come del resto previsto dalla legge. Perché ho usato il plurale? Semplice: i referendum erano sei. Però poi Renzi nella legge di stabilità per il 2016 ha modificato alcune norme, e la Cassazione ha stabilito che le modifiche andavano secondo i desiderata dei promotori, tranne che per un unico caso, quello per cui si voterà. (Per amore di precisione, come spiega bene il Post, su due quesiti pende un conflitto di attribuzione tra poteri).
Cosa farò? Andrò a votare (terminando la collezione di bollini sulla mia scheda elettorale, il che mi porterà a una gita in Via Larga a chiederne una nuova…) e voterò NO, chiedendo insomma che la legge rimanga così com’è. Perché farò così? Beh, io sono sempre stato contrario all’andazzo per cui invece che votare no ci si astiene per non raggiungere il quorum. (Tra l’altro vi ricordo che per il referendum costituzionale di quest’autunno che praticamente elimina il Senato il quorum non c’è. Non dite che non lo sapevate.) Nel merito, cosa succederebbe se passasse questo referendum? Semplice. Quando le trivellazioni già esistenti entro le dodici miglia marine dalla costa termineranno la loro concessione trentennale, non potranno chiedere un prolungamento anche se il giacimento contiene ancora petrolio o più probabilmente gas naturali. Non vieta nuove trivellazioni (che ormai non sono più possibili), non chiude immediatamente gli impianti (anche perché molti di essi hanno già chiesto il rinnovo e dunque non entrano nel campo d’azione del referendum). Tutto qua. Il mio punto di vista è che me ne frego se la percentuale di idrocarburi che perderemmo è minuscola (ma neppure tanto, perché altrimenti chi trivella avrebbe già lasciato perdere di suo); concordo che non è bello mettere le trivelle vicino alla costa, ma non è che con la vittoria dei sì le toglierebbero, e quindi tanto vale usarle finché ci sono.
Certo, i propugnatori del sì dicono che la loro vittoria sarebbe un segnale per un cambio di gestione della produzione dell’energia, proprio come per il nucleare dove nessuno dei due quesiti serviva a stoppare di per sé le centrali. Beh, io sono contrario anche a questa idea. A parte che vi ricordo che c’è stato un referendum dal testo indubbiamente chiaro (“Volete abolire il ministero dell’Agricoltura?”) che è passato e ha portato come risultato la creazione di un nuovo ministero delle Politiche Agricole e Forestali, questa logica avrebbe avuto senso se ci fossero stati tutti e sei i quesiti iniziali. Il cambio di gestione c’è insomma già stato ed è certificato, e attaccarsi all’ultimo pezzetto rimasto mi pare ben lontano dal buonsenso e dalle parti del celolunghismo.
Detto tutto questo, fate come vi pare: io non debbo spostare voti da nessuna parte :-)
Ultimo aggiornamento: 2016-04-01 12:49
Antefatto: nel mezzo di una diatriba tra Giuseppe Cruciani e i vegani puri e duri, il cui unico risultato per me interessante sarebbe un’annichilazione reciproca, a un certo punto Cruciani è andato all’attacco brandendo un salame e se ho ben capito è stato picchiato. La sua arma non convenzionale ha trovato in rete alcuni seguaci, tra cui Luca Bizzarri che si è fatto fotografare con un salame in mano e ha postato l’immagine su Facebook.
Ora il Corriere scrive che Bizzarri ha affermato che quella foto gli è stata cancellata da Facebook perché “non rispetta gli standard della comunità”. Ammesso che ciò sia vero – lo sapete che sono un malfidente… – secondo voi a Menlo Park gliene può fregare qualcosa? Posso presumere che l’algoritmo usato da Facebook parta quando ci sono tot segnalazioni su un’immagine e non venga ricontrollato da un essere umano: ma dal loro punto di vista non cambia assolutamente nulla e anzi tutta la storia è pura pubblicità (a Facebook, a Bizzarri e perché no al Corsera che ne parla). Insomma, in casi come questo non vale nemmeno la pena che io rispolveri la mia solita massima “se non vuoi che ti censurino quello che dici, scrivitelo su un posto che hai pagato per avere”.
Ultimo aggiornamento: 2016-03-30 13:55
Sto (finalmente…) mettendomi di buona lena a scrivere il mio nuovo libro, e visto che ho citato del materiale presente nel libro Coincidences, Chaos and All That Math Jazz ho fatto una ricerca su Amazon per vedere se c’era una traduzione italiana. In effetti c’è, pubblicato da Dedalo: ma quello che mi ha ha stupito è che il libro ha solo due recensioni ed entrambe negative, da due stelle su cinque. Io ai tempi gliene avevo date quattro, ed ero addirittura sotto la media dei giudizi di Amazon in inglese (e leggermente sopra quelli di Goodreads, dove la media è 3,77).
Lasciamo perdere la recensione di Dario, che evidentemente aveva dei problemi a trovare del contenuto suo e si è limitato ad approvare il lavoro del suo precedessore, e prendiamo quella di Saverio. Troviamo scritto che «nonostante gli argomenti siano vari e ben illustrati, si percepisce immediatamente la ridondanza che rende la lettura noiosa»; questo perché «quasi tutti i capitoli sono costruiti intorno ad poche frasi». Saverio non si perita di sconsigliare il testo «a quanti abbiano già conseguito un diploma di scuola media superiore ed abbiano una conoscenza seppur minima delle nozioni di matematica». Tra l’altro, quello sarebbe proprio il target da me consigliato: è ovvio che un libro di matematica divulgativa non lo legge uno che la matematica la sa (a meno che non sia un matematto come me, ma a me interessa vedere come vengono trattati gli argomenti). Avrei potuto pensare che il guaio fosse la versione italiana, considerato il fatto che il testo inglese è scritto in maniera brillante: ma conosco bene Daniele Gewurz, e mi fido ciecamente della sua traduzione.
Poi sono andato a vedere le recensioni di Saverio. Ce ne sono tre: questa, quella di una custodia in silicone per furbofono (con titolo “perfetto” e quattro stelle: immagino che per metterne cinque sarebbe dovuto essere piuccheperfetto) e quella di Il ritratto di Dorian Gray che dice testualmente «Ottimo prodotto in termini di qualità della carta, della rilegatura, dell’impaginazione, chiarezza e pulizia del font e infine bella copertina rigida.». Evidentemente Saverio è un collezionista wildiano o un fine esteta, e ha finalmente trovato un testo da mettere in bella vista nella sua libreria.
Seriamente, qualcuno mi sa spiegare perché della gente compra un libro che chiaramente non è per loro e poi perde il tempo a bistrattarlo? Era stato loro imposto come testo per le vacanze estive, vista anche la data delle recensioni? Sono cose che davvero non capisco.
Lo fa il Politecnico in collaborazione con FIAB, Ciclobby, Cyclopride. Lo trovate a http://goo.gl/forms/UIQn7j0zHP. Se siete milanesi (e soprattutto se non usate la bicicletta…) vorreste mica compilarlo?
Perfino la BBC afferma che la nuova versione del regime egiziano, secondo la quale Giulio Regeni è stato ammazzato da una banda specializzata nel rapire e torturare gli stranieri – evidentemente ispirata all’Arancia Meccanica, visto che i membri inopinatamente tutti uccisi in uno scontro a fuoco non pensavano nemmeno di cercare di guadagnare soldi con il tutto – è “implausible”; tradotto dall’understatement albionico, stanno prendendoci per i fondelli.
Ultimo aggiornamento: 2016-03-26 09:25
Confesso di non avere esattamente capito qual era lo scopo di questo libro. (Umberto Bottazzini, Numeri : Raccontare la matemativa, Il Mulino 2015, pag. 208, € 14, ISBN 9788815254146) La prima parte non parla in realtà tanto dei numeri, quanto piuttosto della nascita della matematica nell’antichità: la lettura dovrebbe essere alla portata di tutti, e ho trovato alcune considerazioni che non conoscevo affatto. Dei numeri veri e propri si parla nell’ultimo terzo del libro: l’approccio mi pare però ondivago, con punti fin troppo semplici e punti che invece sono assolutamente incomprensibili per chi non sa già quelle cose: né ci sono considerazioni di filosofia della matematica, se non in minima parte. Il risultato finale secondo me è un testo che non è né carne né pesce, perché non riesce ad avvicinare la persona curiosa che però non ha una solida competenza matematica e non attira chi la matematica la sa ma vorrebbe conoscerla.
Ultimo aggiornamento: 2016-04-08 20:44