Sull’infinito si può dire di tutto, e ancora di più. Ognuno quindi può scegliere quali punti trattare con più attenzione, a seconda della sua indole. John Barrow in questo libro (John D. Barrow, L’infinito : Breve guida ai confini dello spazio e del tempo [The Infinite Book], Mondadori 2006 [2005], pag. 300, €10,50, ISBN 9788804559818, trad. Tullio Cannillo) ha scelto fondamentalmente la strada che è il peccato di orgoglio per chi ha una formazione prettamente scientifica, cioè buttarsi sul filosofico. Il risultato è un’opera che non contiene troppa matematica, e quindi si può leggere senza troppi problemi, ma poi si perde in considerazioni dubbiose o erronee. Tanto per dire, la sua affermazione del capitolo VIII secondo cui in un universo infinito ogni cosa che può capitare deve ripetersi infinite volte è falsa anche nel caso di un universo puramente meccanicistico, per non parlare di un universo con una componente casuale o se preferite di libero arbitrio, e tutto il capitolo XI, con le considerazioni su cosa succederebbe se vivessimo per sempre, è un semplice elenco di dubbi senza un vero studio. Il testo insomma può essere utile come introduzione ma non molto di più. Anche la traduzione di Tullio Cannillo mi è parsa pesante, tanto che a volte mi sono dovuto fermare a cercare di capire cosa avesse detto in realtà Barrow.
Archivi annuali: 2016
Correlazioni
BikeMIa
Oggi ho pranzato con Anna e i gemelli. Questo ha significato uscire dall’ufficio, prendere una BikeMI (mica ho voglia di tirare fuori la mia bici), pedalare e poi lasciarla nella stazione di arrivo. Quando sono arrivato ho visto – come da documentazione fotografica quivi allegata – che a qualcuno la bicicletta è piaciuta così tanto che ha tagliato (non saprei dire con cosa) il fermo e se l’è portata a casa.
Ora, non so quanti di voi abbiano mai usato quelle biciclette, ma vi garantisco che non è che siano poi così leggere e comode: e anche se fosse stata una bici elettrica, rimane il fatto che non puoi più caricare la batteria interna così semplicemente. E allora, perché rubarla?
Ultimo aggiornamento: 2016-06-17 16:05
l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio
Questa (grazie a Giuseppe Greco, da cui ho preso la foto) è la prima pagina del Giornale di oggi.
Il problema non è il titolo del Giornale, che tanto come quotidiano è irricuperabile da mo’. Non è nemmeno il senatore della Repubblica Italiana Bartolomeo Pepe che twitta “Colpirne uno per educarne cento”. In fin dei conti la voce di Wikipedia elenca unicamente i suoi tanti passaggi di gruppo parlamentare, dimenticandosi di raccontare delle sue proposte di legge, come l’ultima sul vietare la vendita degli occhiali da presbite nei supermercati.
Il punto è che siamo stati in tanti a pensare che l’omicidio di Jo Cox darà una svolta alla campagna Brexit. Certo, spero che per la maggior parte dei miei ventun lettori questo sia stato il pensiero di un attimo: ma il fatto stesso che ci sia stato mi ha fatto pensare quanto siamo scesi in basso. Non abbiamo futuro.
Ultimo aggiornamento: 2016-06-17 11:17
Basta saperlo (e lo sapevo)
Qui a fianco ho salvato una schermata con le statistiche di Medium della scorsa settimana. Medium dovrebbe essere il futuro dell’informazione “dal basso” e “meditata” (leggi: pipponi lunghi). Quel post è stato ripreso da più parti, eppure non ha raggiunto le 4000 visualizzazioni. Tanto per dire, anche se è mischiare mele con pere visto il modo diverso con cui i numeri vengono calcolati: sul mio blog, il post che a giugno ha avuto più visualizzazioni (il pippone sulle nuove regole di Trenitalia per i biglietti sui treni regionali) è arrivato a 5753 visualizzazioni. (Poi intendiamoci: i miei post sul blog tipicamente fanno dalle 150 alle 300 visualizzazioni dirette salvo casi eccezionali).
Io non guadagno nulla da quello che scrivo sui blog. (Occhei, per fare i puntacazzisti se cliccate sulla pagina Amazon dei libri che recensisco e poi comprate qualcosa mi arrivano le commissioni). Non ho nemmeno bisogno di cercare visibilità: i pochi che possono essere interessati a quello che faccio mi conoscono già. Infine, queste cose le sapevo già tutte da mo’. Però magari c’è ancora qualcuno che passa per sbaglio di qua ed è convinto che con Internet la gente potrà finalmente imparare e scoprire cose nuove di cui prima non si poteva sapere nulla: ecco, mi dispiace togliere loro l’illusione, ma non è così.
Ultimo aggiornamento: 2016-06-17 08:50
Schizofrenia aziendale
A Milano – non so se anche in altre parti d’Italia – c’è una catena di negozi di elettrodomestici ed elettronica di consumo che si chiama Euronics. La caratteristica peculiare della catena è che – sempre almeno a Milano – ci sono in realtà due Euronics diversi: Castoldi e Galimberti. Questa non è una cosa così strana: a volte succede che piccole catene si mettano insieme con lo stesso nome per avere una maggior forza contrattuale. E in effetti, guardando la voce di Wikipedia, si nota che sotto il marchio Euronics in Italia ci sono ben dodici aziende distinte.
Quello che è stato un po’ più strano è che mercoledì sera mi sono trovato nella buca delle lettere il volantino dell’Euronics versione Castoldi e il volantino dell’Euronics versione Galimberti. E le offerte erano diverse. Garantisco che è la prima volta che mi capita: in genere i volantini erano congiunti…
epiteti
La cura editoriale
Sto leggendo la prima traduzione italiana (anno 1973) di un classico della divulgazione matematica, o forse dovrei dire di un testo di invito alla matematica. (Per la cronaca: il libro non è italiano. Giusto Lucio Lombardo Radice scriveva qualcosa di simile, ai tempi). Il testo presenta alcuni refusi: per esempio a un certo punto si trova scritto
Tutti sanno che la metà di 4, 6, 10 può essere scritta 4/2, 2/6, 2/10 rispettivamente
Un classico refuso, che però dimostra come non è che quarant’anni fa i redattori – almeno per quanto riguarda i libri di matematica – fossero così attenti. Amen, sbagliamo tutti, io in primis. Essendo però io un noto cacacazz curiosone, e sapendo che questo libro è stato riedito da un altro editore nel 2010, sono andato a controllare cosa c’era scritto nell’ebook, preparato nel 2013. Provate a indovinare…
La cosa più divertente è che quelle frazioni sono state rese con un’immagine, perché non era evidentemente fattibile comporle online. Quindi qualcuno le deve aver viste per forza. Eppure…
Ultimo aggiornamento: 2016-06-15 17:36