Forse sono in minoranza, ma non vedo nulla di male negli accorati (in realtà il termine più adatto sarebbe l’inglese nagging) appelli al voto che gli iscritti M5S stanno ricevendo perché diano il loro giudizio sulle modifiche proposte al non-statuto pentastellato. D’accordo che – se ha ragione Vittorio Bertola – la consultazione non avrà comunque valore legale; ma in fin dei conti mi pare corretto che in un moVimento dove la partecipazione significa grosso modo essere iscritti a una mailing list ci sia un obbligo almeno morale di rispondere alle mail :-)
Il vero problema secondo me è alla base: avere creato un non-statuto pensando di essere furbi e non avere immaginato cosa sarebbe potuto succedere. Uno dei tanti motivi per cui non mi è mai passata per l’anticamera del cervello l’avvicinarmi a M5S è proprio questa carloneria nel fare le cose, carloneria che nasconde la volontà di dire “la massa non conta un tubo”. Esattamente quello che succede con i partiti tradizionali, intendiamoci, con la differenza che M5S afferma di voler essere diverso da loro. Non parliamo poi del fatto che un socio (un “non-socio”?) non può sapere chi siano gli altri iscritti, manco fosse una società segreta. Ma visto che comunque il simbolo è in mano a Grillo Grillo e Casaleggio, non farebbero davvero più in fretta a chiudere e ricominciare daccapo con un altro non-statuto, al limite dando uno status privilegiato a chi all’atto dell’iscrizione mostrasse di aver fatto parte del “vecchio” M5S?
Ultimo aggiornamento: 2016-10-13 12:26