Stamattina mi è stato segnalato questo articolo di Mariano Tomatis su Wu Ming: La «neutralità» che difende Golia. Scienza, feticismo dei “fatti” e rimozione del conflitto. Arrivato faticosamente al termine del muro di testo – ma da Wu Ming se non si scrivono almeno ventimila battute si viene considerati delle nullità? – mi pare di aver capito il motivo per cui Tomatis stronca il libro di Dario Bressanini e Beatrice Mautino Contro natura, che racconta tante cose a proposito di cibi “bio” e OGM viste da un punto di vista scientifico. Scrive Tomatis:
Con quale credibilità il giornalismo scientifico può definirsi neutrale? E più in generale, il lavoro del giornalista scientifico è compatibile con l’espressione di una chiara e argomentata posizione politica?
e potete immaginarvi la risposta. Cito ancora dall’articolo di Tomatis:
Quando sostengono – con argomenti peraltro solidi – che alcuni OGM «non fanno male», Bressanini e Mautino si riferiscono esclusivamente agli effetti valutabili dal punto di vista scientifico: essi, infatti, non ritengono sia compito di un divulgatore estendere l’analisi agli aspetti politici e sociali della questione e che – anzi, il divulgatore scientifico che si avventurasse in un compito del genere si corromperebbe automaticamente, trasformandosi (orrore!) in “attivista”.
Ora, se Tomatis avesse scritto “Scientificamente gli OGM non danno alcun problema, ma bisogna considerare che esistono anche effetti non misurabili scientificamente e sono parimenti importanti” la sua sarebbe stata una posizione assolutamente lecita: si può essere a favore o contro di essa, ci si può discutere e così via. Ma quello che afferma Tomatis è altro [NOTA: questa è una mia parafrasi e non testo di Tomatis. Leggete l’aggiornamento sotto]: “Non importa che scientificamente gli OGM non danno alcun problema, perché hanno anche effetti non misurabili scientificamente e se fai solo fact checking stai facendo disinformazione”. E qui io non ci sto.
Ci sono i fatti, e ci sono le interpretazioni dei fatti. Lo stesso fatto può essere interpretato in più modi, e le interpretazioni possono essere opposte. Poi ci possono essere interpretazioni che vengono stabilite come uniche e indiscutibili. Anathema sit: molte religioni funzionano in questo modo. C’è anche chi prende la scienza come religione: i fatti devono avere quella interpretazione. Dal mio punto di vista non c’è molta differenza tra la “religione della scienza” e un’altra religione. Ma Bressanini e Mautino non dicono questo: Tomatis cita la frase di Bressanini
«in generale secondo me ci si deve astenere da dare consigli di comportamento. Qualsiasi. In questo senso il fack checking deve essere “solo”. Non sta a me giudicare o dire che [è] “meglio” questo o quel comportamento sociale.»
Presupponendo che questo punto sia chiaramente spiegato anche nel libro – che non ho letto, confesso – io non vedo nulla di male in questo approccio, anzi. Gli autori esplicitano che si limitano a esporre e documentare fatti, e che non è loro compito né interesse dettare la linea. Tomatis sceglie invece di mettere insieme fatti e interpretazioni, promuovendo queste ultime a fatti: chiaramente con questo approccio non può che arrivare la stroncatura, perché il libro non solo è incompleto, ma permette al lettore di cascare nell’eresia, fuori dalla religione dei Wu Ming. La reductio ad Palestinam del testo ne è chiara prova.
Ma questo significa che non si può discutere sul valore degli OGM perché scientificamente è provato che non c’è differenza con le specie viventi che non sono state sottoposte a modificazione genetica in laboratorio? Ma figuriamoci! Certo che si può discutere, e anzi credo che se ne debba discutere. Però la discussione non ha nulla a che fare con il contenuto del libro di Bressanini e Mautino. È come se si discutesse del piacere o meno di fare le vacanze in alta montagna, e lamentarsi perché ci viene fatto notare che la quantità di ossigeno a 2000 metri è minore di quella a cui siamo abituati. Mica significa che quindi non si deve andare al Sestriere, no?
Aggiornamento: (3 settembre) Sono stato accusato su Twitter di aver fatto un “virgolettato-caricatura”, concetto che mi sfugge. (Anzi, no, forse ho capito il busillis. La frase “Non importa che scientificamente gli OGM non danno alcun problema, perché hanno anche effetti non misurabili scientificamente e se fai solo fact checking stai facendo disinformazione” è una mia interpretazione di quanto scritto da Tomatis. Per me i “virgolettati” sono quelli inseriti come citazione, che sono naturalmente copiati verbatim dal post originale. Rileggendomi ho capito il problema e mi scuso con Tomatis)
Le mie conclusioni possono naturalmente essere errate: ognuno può leggere però l’articolo originale e trarre le sue conclusioni. Rileggendo per l’ennesima volta il post originale posso dire che Tomatis è contrario al pensiero di Bressanini e Mautino scrivendo «essi, infatti, non ritengono sia compito di un divulgatore estendere l’analisi agli aspetti politici e sociali della questione», e visto che questa frase sta nella parte dell’articolo dedicata a Contro Natura immagino sia parte della critica al libro.
Poi probabilmente ho sbagliato analisi: quello che Tomatis dice (rectius: quello che ho capito all’ennesima lettura) è che in realtà Bressanini e Mautino fanno finta di essere neutrali ma in realtà prendono posizione a favore delle multinazionali (vedi il caso Schmeiser). Il mio commento però non muta: se stiamo parlando dei motivi scientifici pro o contro gli OGM, tutto quello che non fa parte dei motivi scientifici non ha cittadinanza. Poi Bressanini e Mautino hanno usato argomenti retorici nel libro? È possibile (ripeto, il libro non l’ho letto). Io ho usato qui argomenti retorici? È certo. Tomatis ha usato argomenti retorici? È certo anche quello.
Ultimo aggiornamento: 2015-09-03 10:58