Archivi annuali: 2014

a Google piacciono i telefonini

Io ho settato il mio Google Calendar in modo che mi vengano mandati via SMS gli avvisi degli “eventi” (per mancanza di un titolo migliore) che mi sono segnato. Ai bei tempi mi ero salvato come “Google” il numero di telefonino (americano) da cui provenivano, cioè +16504509500.
Da alcune settimane, però, gli SMS mi arrivano da numeri italiani che cambiano spesso: al momento ho visto +393484775541, +393497657402, +393490038373, +393497653886, +3493420468976. Non è che stiano chiedendo ai loro dipendenti di spedire direttamente loro gli avvisi?

Ultimo aggiornamento: 2014-05-02 13:41

quiz per il dì di festa: Test Your Grammar With Beyoncé And Friends

Niente di complicato, in fin dei conti il primo maggio è la festa dei lavoratori. Solo sei domande per questo quiz, che prendono frammenti di testo da varie canzoni e chiedono se sono grammaticalmente corrette o no. Per la cronaca, ho sbagliato i Tears for Fears, anche se avrei dovuto accorgermene subito. Come si dice a proposito di Star Trek: “to boldly split infinitives that no one had split before”!

Ultimo aggiornamento: 2014-12-28 19:15

Ho esaurito il bonus-fortuna per il 2014

Stamattina ho portato all’asilo i bimbi, ho inforcato la bicicletta (la porto a mano quando sono con loro) e sono arrivato in ufficio un po’ prima del solito, anche perché dovevo andare dal dentista. Arrivo, faccio per prendere il portafoglio per timbrare, e scopro che non c’è.

A questo punto comincio a darmi del coglione sesquipedale. So perfettamente che i pantaloni che avevo addosso hanno una tasca posteriore troppo piccola, e già lunedi stavo perdendo il portafoglio, tanto che ieri me l’ero messo nella tasca della giacca; stamattina me ne ero dimenticato. Riprendo la bici, faccio tutto il percorso all’indietro (contromano) perché uno spera sempre per il meglio: nulla da fare. Arrivo a casa, per bloccare tutte le carte possibili e impossibili, e vedo che un collega mi aveva cercato. Lo chiamo, e mi dice che hanno chiamato giù dalla portineria perché una signora aveva trovato il portafoglio. Mi faccio dare il numero, chiamo, e vado.

Per la cronaca: il portafoglio conteneva tutto. Per trovare un recapito telefonico (che non avevo da nessuna parte) la signora ha provato a chiamare la palestra (dove non vado più da una vita); poi ha visto i bigliettini di resto della mensa Telecom ed è andata a cercare la sede corrispondente. (Ok: in ufficio, a parte percularmi, hanno detto che bastava digitare nome e cognome su Google… ma il numero di telefono non l’avrebbero comunque trovato). E non ha neppure voluto una ricompensa.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-30 15:24

è più importante restaurare o distribuire?

Ieri sera ho scoperto (via Macchianera) che la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è uno degli enti destinatari del 5 per mille. Nulla di male. Però, leggendo il loro progetto, io qualche dubbio ce l’avrei. Il loro progetto consiste nel restaurare parte dei libri della fondazione: per la precisione, quelli che «fanno parte della collana Universale Economica edita dalla Colip tra il 1949 ed il 1954». Ora, io non ho proprio l’animo del collezionista, e quindi potrei essere poco obiettivo: però l’idea di restaurare libri e poi chiuderli negli scaffali di una fondazione non è che mi dica molto. Preferirei di gran lunga una ristampa anastatica, per preservarne il formato (e non solo il testo, insomma); fatto così mi pare una cosa più per la fondazione che per il mondo, e non mi metto neppure a commentare sul fatto che «attravero una donazione diretta di €25 […] il nome del booksaver sarà impresso sulla copia restaurata del libro originale». Immagino poi che i testi nella collana, o meglio le traduzioni, siano tutte sotto copyright, quindi di renderle liberamente disponibili non se ne parla nemmeno.

Ecco: ora dovrei segnalare la possibilità di devolvere il 5 per mille a Wikimedia Italia. Però in questo caso sarei piuttosto fuori tema: si parla spesso di far partire un progetto per creare ebook liberi a partire dalle opere presenti su Wikisource, ma sarei un bugiardo se vi dicessi che riusciremo a farlo nel breve termine. Con i soldi che otteniamo facciamo tante cose per la cultura, ma non (ancora) i libri. Dunque volete salvare i libri? Vi consiglio allora Liber liber. Garantisco che io con loro non c’entro nulla, gli faccio pubblicità del tutto gratuitamente :-)

Siti pericolosi

Il proxy aziendale blocca una gran quantità di siti. Non so cosa succede con quelli pornografici, ma posso assicurare che quelli di condivisione file lo sono: una grande scocciatura, ma riesco a capire la logica dietro questa scelta (scambio di file: sì, li puoi scambiare anche via Facebook e Google+, ma…) e quindi mi lamento solo silenziosamente. Ci sono poi altri stranissimi casi, tipo il blog di Licia che parla solo di lessico e terminologia: ma forse il problema è che ne uccide più la lingua (italiana, inglese, italiese) che la spada.

Però il giorno di Pasqua mi sono trovato, mentre guardavo un post sul telefonino, un link bloccato per “sito pericoloso”. Il sito era web.archive.org, che come probabilmente sapete è semplicemente una raccolta di testi (nemmeno di immagini) dalla rete. Ho scritto chiedendo lumi al “supporto navigazione” e stamattina è arrivata la risposta: Il sito è bloccato perché inserito nella categoria “Anonymizing Utilities“ .

Ultimo aggiornamento: 2014-04-28 10:05

due papi + due papi

Come chiosa Spinoza, Abbey Road oggi è Popey Road. Quello che mi sta lasciando perplesso è tutta questa gente che si lamenta dell’happening della doppia canonizzazione senza averne alcun titolo o interesse diretto. Immagino che chi abiti a Roma possa avere tutti i diritti a lamentarsi; un cattolico potrebbe avercela con la santificazione di Karol Wojtyla che in fin dei conti dal punto di vista di Santa Romana Chiesa ha sì fatto audience, ma ha avuto dei seri problemi interni – e non parlo della pedofilia, ma del rafforzamento delle congregazioni rispetto al clero secolare. Peccato che tutti quelli che vedo commentare non appartengano a nessuna delle due categorie: e allora che ve ne importa? O pensate che così vi si noti di più?

Ultimo aggiornamento: 2014-04-27 12:56

_Gigolò per caso_ (film)

[locandina]Se dovessi dare un giudizio lapidario per questo Gigolò per caso, direi “un film di Woody Allen non girato da Allen”.
In realtà non è proprio così: si vede che la sceneggiatura di base è di John Turturro, ma è anche vero che sia l’ambientazione newyorkese che le battute di Allen ricordano quelle dei suoi film di trenta-quaranta anni fa (ma il doppiaggio di Leo Gullotta che cerca di fare l’Oreste Lionello è molto spiazzante, all’inizio ho avuto qualche mancamento). Il film è lento, ma forse sarebbe meglio dire tranquillo, e questa sicuramente è una cifra stilistica di Turturro: d’altra parte “festina lente” è persino riportato nei dialoghi. Devo dire che a me non è dispiaciuto: non sarà un capolavoro, ma è un’ora e mezzo che scorre bene con il punto clou del processo rabbinico – ah, è stato preso un consulente per le scene ebraiche chassidiche, e lo si vede: forse ha persino esagerato, tanto che mi ero stupito che mentre la vedova Avigail si stava vestendo sola in casa avesse già addosso la parrucca d’ordinanza. Come scrivevo, la calma di Turturro si fonde bene con la nevrosi di Allen con un piacevole mix; il cast femminile è interessante, come si suol dire, anche se a mio parere la Vergara è troppa ;-)

_Pinocchio nel paese dei paradossi_ (libro)

[copertina] La storia di Pinocchio la conosciamo tutti, o almeno crediamo di conoscerla: se abbiamo visto il cartone animato disneyano e non abbiamo letto l’originale del Collodi forse abbiamo un’idea un po’ sbagliata. Anche nel caso di questo libro (Alessio Palmero Aprosio, Pinocchio nel paese dei paradossi : Viaggio tra le contraddizioni della logica, Sironi 2012, pag. 153, € 14, ISBN 9788851802059) il racconto non è esattamente quello che ci si aspetterebbe, anche se Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe, la fata Turchina ci sono tutti. Ma la ragione è ben precisa: Palmero Aprosio prende la storia e la modifica un po’ per raccontare alcuni paradossi mateamtici e filosofici in una maniera che mi ha ricordato i libri di Robert Gilmore sulla fisica quantistica raccontata per mezzo della carrolliana Alice e del dickensiano Scrooge. L’italiano di matrice toscana di fine ‘800 si amalgama bene con le nuove avventure di Pinocchio, dal Comma 22 all’albergo di Hilbert, dal paradosso dei compleanni a quello del coccodrillo: inoltre ogni capitolo termina con l’angolo del Grillo Parlante (su sfondo grigino, così chi è allergico alle spiegazioni può saltarlo a prima vista) dove vengono appunto descritti i concetti tecnici inseriti. Stavo scrivendo “spiegati”, ma spesso la spiegazione completa non esiste proprio…
Chi è abituato a trattare questi paradossi non ne troverà nessuno di nuovo, anche se magari imparerà qualche curiosità, ma si divertirà comunque a leggere il libro; chi invece è a digiuno di questi temi farà un doppio affare!

(ps: fino al primo maggio, in occasione del mese della consapevolezza matematica, l’edizione in ebook è scontata, e costa solo 3,99 euro anziché 6,99. Fate come me e sfruttate l’occasione!)

Ultimo aggiornamento: 2014-04-26 11:00