è più importante restaurare o distribuire?

Ieri sera ho scoperto (via Macchianera) che la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è uno degli enti destinatari del 5 per mille. Nulla di male. Però, leggendo il loro progetto, io qualche dubbio ce l’avrei. Il loro progetto consiste nel restaurare parte dei libri della fondazione: per la precisione, quelli che «fanno parte della collana Universale Economica edita dalla Colip tra il 1949 ed il 1954». Ora, io non ho proprio l’animo del collezionista, e quindi potrei essere poco obiettivo: però l’idea di restaurare libri e poi chiuderli negli scaffali di una fondazione non è che mi dica molto. Preferirei di gran lunga una ristampa anastatica, per preservarne il formato (e non solo il testo, insomma); fatto così mi pare una cosa più per la fondazione che per il mondo, e non mi metto neppure a commentare sul fatto che «attravero una donazione diretta di €25 […] il nome del booksaver sarà impresso sulla copia restaurata del libro originale». Immagino poi che i testi nella collana, o meglio le traduzioni, siano tutte sotto copyright, quindi di renderle liberamente disponibili non se ne parla nemmeno.

Ecco: ora dovrei segnalare la possibilità di devolvere il 5 per mille a Wikimedia Italia. Però in questo caso sarei piuttosto fuori tema: si parla spesso di far partire un progetto per creare ebook liberi a partire dalle opere presenti su Wikisource, ma sarei un bugiardo se vi dicessi che riusciremo a farlo nel breve termine. Con i soldi che otteniamo facciamo tante cose per la cultura, ma non (ancora) i libri. Dunque volete salvare i libri? Vi consiglio allora Liber liber. Garantisco che io con loro non c’entro nulla, gli faccio pubblicità del tutto gratuitamente :-)

11 pensieri su “è più importante restaurare o distribuire?

  1. xlthlx

    Ehm per amore di precisione, la Fondazione è aperta al pubblico (adesso e quando andranno nella nuova sede), i libri quindi saranno disponibili. (comunque è quasi un mese che ho il logo di Save The Book sul mio blog, ma vabbè)

    1. .mau. Autore articolo

      @xlthx, cito dal Post: «Per consultare i libri della biblioteca ci si iscrive a una sorta di registro (non si possono chiedere i libri in prestito né portarli fuori dalla sede)» “Disponibilità” quindi è una parola molto grossa. Mentre lo scopo della fondazione comprende anche il digitalizzare (immagino i libri più antichi), Save The Book non ne fa menzione: il che non mi pare affatto strano, proprio per le ragioni di diritti d’autore. Rimane il mio meh, non per l’iniziativa in sé ma per come è stata venduta. Poi, come da mio titolo, liberissimi di pensare che la restaurazione di libri quasi contemporanei abbia un’importanza maggiore della diffusione dei libri, tutto qua.

    1. .mau. Autore articolo

      sempre dal Post: «i titoli pubblicati, però, erano fra quelli che nei decenni precedenti erano stati pubblicati quasi esclusivamente in edizioni costose o difficilmente reperibili», il che mi fa pensare che (soprattutto dopo il 1950) esistano altre edizioni di quei libri da consultare :-)

      1. Barbara

        Può ben darsi che non ne esistano altre edizioni, un problema frequente per testi datati e di nicchia. Mi consigli una pagina breve in cui sia spiegato cosa fanno esattamente quelli di liber liber? Perché io ho guardato sulla pagina ma non ci ho capito niente, tranne come fare a dargli in cinquepermille :).

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