Archivi annuali: 2012

Sindacato più che unitario

Stamattina, aprendo la casella postale aziendale, mi sono trovato un comunicato sindacale che comunica che stamattina alle 10 le OO.SS. (che belle le sigle con le iniziali raddoppiate, fanno tanto anni ’70) del settore telecomunicazioni saranno in presidio davanti a Montecitorio per sollecitare provvedimenti in favore dei call center.
Nel merito la cosa è molto importante: nonostante nel 2000, quando il contratto dei telefonici divenne “delle telecomunicazioni”, l’asticella fu spostata parecchio verso il basso proprio per convincere chi Telecom non era a passare al contratto senza troppi oneri, Asstel (l’equivalente di Confindustria) ritiene che comunque sia ancora troppo oneroso soprattutto per quanto riguarda i call center, e infatti le trattative per il rinnovo del contratto sono bloccate da un bel po’. A settembre ci saranno degli scioperi, vedremo con quali risultati.
Ma la cosa che mi ha stupito di più è vedere che il “comunicato unitario” (altra frase che fa tanto anni ’70) è siglato da SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCom-UIL e UGL Comunicazioni. Ecco, questo non è affatto anni ’70: la CISNAL – diretta antecedente dell’UGL – era tenuta rigorosamente da parte proprio come il MSI. C’era già stato un avvicinamento formale: scrivevo qui come l’ultimo contratto era stato siglato contemporaneamente da Triplice e UGL, anche se con due premesse diverse per salvare le apparenze; ma questo comunicato della Quadruplice è una rivoluzione copernicana.
P.S.: io ricevo comunicazioni da tutti e quattro i sindacati. I primi a inviare il comunicato sono stati quelli dell’UGL.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-17 09:02

la massa oscura di lavoratori tedeschi

Oggi il Corsera (pagina 5, taglio basso) fa un confronto tra i lavoratori pubblici in varie nazioni europee, con relativa grafica che potete vedere qui. L’infografica mostra la popolazione, il numero di dipendenti pubblici, la loro percentuale rispetto alla forza lavoro complessiva, e la spesa per i dipendenti pubblici sul PIL.
In Italia ci sarebbero 3.250.000 dipendenti pubblici, pari al 14.3% della forza lavoro, che a questo punto corrisponderebbe a 22.700.000 persone; quindi i lavoratori sono un po’ più di un terzo della popolazione complessiva. Per dire, in Francia ce ne sarebbe più del doppio, 7.539.000 pari al 26,7% della forza lavoro che corrisponderebbe circa a 28.200.000 persone: la percentuale dei lavoratori rispetto a tutta la popolazione sale a oltre il 40%, il che può ancora avere un senso. Magari in Italia c’è molta più gente che non si dichiara né lavoratore né in cerca di lavoro, e le statistiche sono un po’ falsate.
Però la Germania ha 9.200.000 dipendenti pubblici, pari al 10,4% della forza lavoro; si deduce che la forza lavoro è di 88.500.000 persone, superiore all’intera popolazione che, dai lattanti agli ultracentenari, assomma a 82,4 milioni. Magari poi veniamo a scoprire che più di metà dei lavoratori tedeschi sono in realtà turchi, romeni e polacchi, e i conti tornano; ma ho dei forti dubbi al riguardo. Eppure la giornalista ha preso questi dati e ci ha costruito su l’articolo senza proprio pensare a questo paradosso. È bello avere delle certezze nella vita.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-16 15:07

Commenti e commentatori

Qualche giorno fa Arianna Ciccone ha scritto un bell’articolo su Valigia Blu, riprendendo una polemica con Michele Serra sull’utilità (e la validità…) dei commenti in rete: nella fattispecie dei commenti agli articoli dei quotidiani online. Secondo Serra, «sull’edizione online di un quotidiano io cerco le notizie, non una gragnuola di commenti generalmente sciatti o livorosi o ininfluenti».
La mia sensazione – corroborata dalle Colonne Infami e dai Boxini Morbosi di Corsera e Repubblica – è che sull’edizione online di un quotidiano la gente cerchi il gossip. Dove mi sento di essere d’accordo con Serra è che la maggior parte dei commenti sui quotidiani online, ma non solo, sono livorosi o ininfluenti: per quanto riguarda la sciatteria credo che sia un non-problema, per l’usuale brevità del singolo commento e soprattutto perché non è da un commento che io mi aspetti il nuovo vincitore del Pulitzer. Sono però convinto che la qualità dei commenti dipenda molto da due fattori: il tipo di notizia e l’importanza della sorgente. Per quest’ultimo punto appare chiaro il tentativo da parte di molti commentatori di appiccicarsi un po’ di notorietà riflessa: “se commento sul sito di XYZ, anch’io faccio parte in un certo senso di XYZ!”. Ma anche il tipo di notizia conta molto: siamo una nazione di esperti tuttologi, ma ho visto che su certi temi non necessariamente ipertecnici i commenti arrivano sotto forma di discussioni anche accalorate ma comunque civili. No, non mi aspetto che su Repubblica questo possa succedere, e ho molto apprezzato la scelta di Stefano Bartezzaghi di lasciare Lessico e Nuvole sotto forma di rubrica e non farla diventare un blog.
Abolire del tutto i commenti però mi pare come buttare via il bambino insieme all’acqua calda sporca, e quindi trovo interessante l’idea di Gawker di stilare una “classifica dei commenti”, riportando in cima con un algoritmo proprietario quelli che sembrano più interessanti per tutta una serie di motivi. Nulla di veramente nuovo sotto il sole, se si pensa che Slashdot ha da anni un sistema di punteggi che dà la possibilità al lettore di indicare una soglia di irrilevanza personalizzata; e non leggendo Gawker non so quanto la cosa stia funzionando in pratica. Però l’idea mi pare interessante e da seguire.
Voi invece che ne pensate? Ha senso una classificazione dei commenti? Qua potete tranquillamente commentare :-), tanto i numeri sono così bassi che è facile buttare via il rumore.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-16 07:00

Quizzino della domenica: niente primi

Un numero primo, come sapete, è un numero maggiore di 1 che ha come unici divisori possibili 1 e sé stesso. Qual è il più piccolo numero intero tale che modificando una qualunque delle sue cifre non si ottiene mai un numero primo?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p043.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:22

Carnevale della Matematica #51: GOTO Popinga

Sentite: farà caldo, ma i blog di matematica continuano a sfornare materiale a tutto spiano. Questo mese il supremo orchestratore è messer Popinga: doppio tema (e stavolta sono persino riuscito a scrivere anche qualcosa in tema…)
Andate e leggete, ché merita!

Ultimo aggiornamento: 2012-07-14 09:45

_È l’enigmistica, bellezza!_ (libro)

[copertina]Ennio Peres è un giocologo: non provate a chiamarlo “ludologo” perché si offende. Ha scritto numerosi libri di giochi di vari tipi; questo (Ennio Peres, È l’enigmistica, bellezza!, Ponte alle Grazie 2012, pag. 297, € 13, ISBN 978-88-6220-443-9) è una specie di raccolta del meglio di quanto ha prodotto nei vari decenni. La cosa detta così però è un po’ sminuente, nel senso che il libro non solo è godibile per conto suo ma non ha affatto l’aria di essere un centone. Delle tre parti di cui è composto, “lettere”, “cifre”, “lettere e cifre” la più riuscita secondo me è la prima, che in fin dei conti è anche quella che dà il titolo al libro stesso. Peres parla di enigmistica classica in maniera niente affatto classica, il che può aiutare chi è sempre rimasto spiazzato dai giochi in versi delle riviste enigmistiche per capire esattamente di che si parla; inoltre può permettersi il lusso di inserire giochi che farebbero storcere il naso ai puristi (ma curiosamente omette per esempio il lucchetto). Nonostante sia stato insegnante di matematica, le parti sui giochi coi numeri – con o senza lettere – li ho trovati meno interessanti; ma è vero che la numerologia per me è sempre stata indigesta.
Un’ultima segnalazione: Peres scrive in maniera piacevole, ma un giorno deve aver comprato una confezione di virgole extra-large, perché ne usa il doppio di quella che per me è una dose equa…

Ultimo aggiornamento: 2012-07-14 07:00

Strane coincidenze

Silvio Berlusconi scopre che senza di lui il suo partito colerebbe a picco, e annuncia urbi et orbi che si ricandida.
Ventiquattr’ore dopo, e tra l’altro non durante il weekend come di solito si usa fare, Moody abbassa di due scalini il rating sull’Italia.
Io generalmente non sono un complottista e sicuramente non sono un filoberlusconiano, però qualcosa di strano c’è.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-13 09:48

Popsophia e il Giardino della Scienza

Forse l’ho già detto altre volte: se qualcuno mi scrive in maniera educata e personalizzata (non basta una captatio benevolentiae) e io trovo interessante il tema, ne parlo qui sul blog. Non so se si possa tecnicamente parlare di marchetta, considerando che non ci guadagno nulla; decidetelo da soli.
Da ieri fino al 5 agosto Civitanova Marche ospita Popsophia, il “festival del contemporaneo”. Il nome non mi piace, però il programma è effettivamente interessante e ampio; da buon matematico non posso che apprezzare gli appuntamenti col Giardino della Scienza, cioè – cito dalla brochure – un «rassegna curata dal matematico Giorgio Bolondi, che unisce discipline come la matematica e la fisica alla riflessione filosofica e all’intrattenimento». Soprattutto lo sportello “La scienza ti parla
senza supponenza”, un modo per estendere i dubbi e le domande che ci assillano la mente (ooops, scusate, mi ero lasciato portar via da Edoardo Bennato… ricominciamo) dicevo, un modo per estendere i dubbi e le domande che sorgono dagli eventi del festival in una dimensione fuori linea, sulla pagina Facebook di Popsophia (nessuno è perfetto).
Non posso garantire che le promesse siano mantenute, e Civitanova è troppo lontana perché io pensi di andarci; però le premesse sono interessanti, e insomma se qualcuno è da quelle parti secondo me potrebbe andare a darci un’occhiata!

Ultimo aggiornamento: 2012-07-13 07:00