Archivi annuali: 2012

Genova per noi

Se qualcuno dei miei ventun lettori è dalle parti di Genova, sappia che giovedì primo novembre alle 16 terrò una conferenza su “Wikipedia e la scienza immaginaria” insieme a Frieda Brioschi, Federico Cantoni e Andrea Sales.
Conferenza è un parolone: diciamo che sarà una lunga chiacchierata, e siamo in quattro proprio per evitare che il pubblico si addormenti.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-30 07:00

ancora sugli esodati

Visto che il post precedente ha preso una strana deriva, penso potrebbe interessare a qualcuno dei miei ventun lettori che venerdì scorso Telecom (con SSC e Sparkle, per chi è addentro alle sigle della galassia) e sindacati hanno siglato un accordo che prevede la riassunzione di chi, accedendo alla mobilità nel periodo 1° gennaio 2012 – 31 dicembre 2012, al termine della stessa non avesse raggiunto i requisiti pensionistici.
Apprezzo la serietà aziendale, e apprezzo che in mezzo a una trattativa molto pesante per il contratto di categoria i sindacati abbiano voluto intavolare una discussione con l’azienda. Chi mi conosce sa che è difficile che io sia così positivo :-)

Ultimo aggiornamento: 2012-10-29 14:15

se non funziona, sapevàtelo!

Sto cercando di capire perché il blog va sempre più a pezzi (per esempio, adesso non accetta più le categorie, ma solo da Firefox: su Chrome gira) e così tolgo e rimetto pezzi a caso. Se non funziona nulla, non stupitevi.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-28 22:48

Quizzino della domenica: Odometro

Il contachilometri digitale della mia macchina è appena passato da 099999,9 a 100000,0 – come vedete, segna anche gli ettometri. Qual è il numero totale di cifre 1 che è apparso sul cruscotto dall’inizio della sua carriera?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p063.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Il problema è tratto da Anany e Maria Levitin, Algorithmic Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 13:01

_I frattali a fumetti_ (libro)

[copertina] Devo dire che mi sarei aspettato molto di più da questo libro (Nigel Lesmoir-Gordon, Will Rood, Ralph Edney, I frattali a fumetti [Introducing Fractal Geometry], Raffaello Cortina 2010 [2000], pag. 177, € 12, ISBN 9788860303554, trad. Gianbruno Guerriero). Ha sicuramente un vantaggio, e cioè che costa poco; però dovrenmo tutti ricordarci bene che non possiamo avere un pasto gratis. Iniziamo dal titolo, che è fuorviante: non ci sono fumetti ma disegni. Capisco che parlare di disegni nel caso di frattali è ancora peggio; e infatti il titolo originale “Introducing Fractal Geometry” è per me molto più chiaro.
Il secondo punto che non mi piace del libro è la sua estrema semplificazione: ogni concetto viene trattato in poche righe e quindi non si capisce molto di che si stia parlando, soprattutto in tutti gli esempi in cui si dice “ah sì, con i frattali si potrebbe fare bla bla bla…” e ovviamente non si spiega nulla. Poi non è che io mi fidi molto di un testo che dice (pag. 68) che il piano complesso è stato inventato da John Wallis un secolo abbondante prima di Caspar Wessel e Jean-Robert Argand… qualcuno avrebbe dovuto spiegare agli autori che Wallis ha introdotto la retta dei numeri.
Anche sulla traduzione di Gianbruno Guerriero ho qualche dubbio. Capisco la difficoltà del non avere un testo ampio, ma scrivere “Bill Hirst, lo scienziato e filosofo britannico” non è esattamente italiano.
Detto tutto questo, bisogna però dare anche conto che molte spiegazioni sono sufficienti per una persona non esperta del campo ma curiosa; per costoro il libro può risultare interessante e piacevole, anche se non cambierà loro la vita.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-27 07:00

supercazzole liberiste attuariali

Non so se vi sia capitato di leggere il post odierno di Alberto Bisin “Gli esodati e la matematica”. Con un po’ di esempietti numerici l’economista di Noise from Amerika mostra come in realtà non c’è nessun problema per quanto riguarda gli esodati: la matematica attuariale mostra come lasciare due anni senza lavoro e senza pensione una persona ha lo stesso costo che tagliargli dell’8% percento la pensione, e quindi basterebbe appunto rimodulare il valore della pensione e saremmo tutti felici e contenti.
Numericamente parlando i conti sono fondamentalmente corretti. Ho dato un’occhiata alle tabelle attuariali 2002 e vent’anni di speranza di vita per un sessantasettenne maschio sono un po’ eccessivi, ma diamoglieli per buoni. Peccato che ci siano almeno due punti che non funzionino in tutto ciò.
Il primo è stato anche indicato in un commento a quel post, ed è banale: la riforma Fornero serve solo e unicamente per fare cassa oggi, cioè avere un minore esborso in un anno in cui c’è bisogno non solo di raschiare il fondo del barile ma anche di venderne dei pezzi. È un po’ la scommessa fatta quindici anni fa dal governo Prodi con la tassa sull’Europa: prendiamo oggi, confidando che così in futuro la situazione migliori e si guadagni automaticamente. Spalmare il valore della pensione in questo modo porterebbe alla stessa spesa nel lungo periodo, ma non è di quello che il governo ha bisogno. Che sia “allucinante” o no è irrilevante: quella è la pratica, ed è inutile fare conti teorici. Se per questo, per me è ancora più allucinante che uno debba aspettare almeno un anno da quando ha ottenuto i requisiti per la pensione a quando può andare effettivamente in pensione. Un minimo di onestà avrebbe detto “non bastano più 40 anni di lavoro, ma ce ne vogliono 41”, non “sì, con quarant’anni di lavoro puoi andare in pensione, ma tanto non te la diamo”.
Il secondo motivo è più sottile, e uno deve leggere attentamente il testo, con l’esempio fittizio presentato all’inizio del post, per accorgersene. Bisin scrive «il signor B non avra’ problemi a campare con 100-x monete l’anno invece di 100 (se ha problemi e’ perche’ li aveva anche con 100 monete – e’ un altro discorso, nulla a che fare con gli esodati)». Ecco il liberista che spunta. Se io ho accettato di andare via dal lavoro oggi sapendo che avrei preso 100 a partire dall’anno prossimo, oltre che avere avuto un indennizzo per quell’anno senza lavoro, è perché io ritenevo giusto 100, non 100-x. Ho fatto insomma una scelta basata su dati precisi. Se mi cambiate le carte in tavola, io esigo il diritto di rifare la scelta: magari mi può star bene 100-x, ma magari dico “allora no, mi rimetto a lavorare quell’anno in più per cui non volete darmi la pensione”. Perché non si fa così? Ovvio, perché le aziende non accetterebbero mai di riprendersi gente che hanno volentieri fatto fuori. Però a Bisin questa idea stranamente non è neppur venuta in mente.
(Inutile aggiungere che quello che mi fa arrabbiare di più è vedere usata la matematica per avvalorare una tesi a priori)

Ultimo aggiornamento: 2012-10-25 15:42

Grandi rischi, piccole logiche

Poi dite che i processi in Italia non si fanno. I membri della Commissione Grandi Rischi che non hanno previsto il terremoto dell’Aquila e anzi hanno rassicurato la popolazione sono stati condannati in primo grado a 6 anni di carcere per omicidio colposo plurimo: più di quanto chiesto dallo stesso PM che si sarebbe accontentato di soli quattro anni. La loro colpa è di aver dato «informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie» sulla pericolosità dello sciame sismico dei mesi precedenti il terremoto del 6 aprile 2009.
Le motivazioni della sentenza naturalmente non le abbiamo ancora, ma possiamo provare a fare un po’ di fact checking, visto che la parola proprio oggi è di moda. Testi di riferimento: la memoria del pubblico ministero [A] e il verbale integrale della riunione della Commissione del 31 marzo 2009 [B].
La riunione aveva come scopo «l’obbiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane», e la «”valutazione dei rischi connessi” all’attività sismica in corso sul territorio aquilano dal dicembre 2008» sarebbe stata «approssimativa, generica ed inefficace in relazione alle attività e ai doveri di “previsione e prevenzione”» ([A], pagina 2). Sia con «dichiarazioni agli organi di informazione sia con redazione di un verbale» la commissione avrebbe fornito «alla cittadinanza aquilana, informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, sulle cause, sulla pericolosità e sui futuri sviluppi dell’attività sismica in esame» ([A], pagina 3)
Passiamo al verbale dalla riunione. Lo scopo era «1) fare una valutazione oggettiva degli eventi sismici in atto in relazione a quanto si possa prevedere; 2) discutere e fornire indicazioni sugli allarmi diffusi nella popolazione.» Per chi non avesse memoria storica, il punto 2 si riferisce alla previsione di Giampaolo Giuliani, che basandosi sulle emissioni di radon prevedette per il 29 marzo un terremoto distruttivo a Sulmona. A dire il vero l’aveva anche previsto per il 13 marzo, sempre con epicentro a Sulmona; la riunione venne indetta in tutta fretta proprio per quella ragione. Giuliani venne denunciato per procurato allarme: non so cosa sia poi successo.
Vediamo che hanno detto gli esperti sul punto 1, con una mia traduzione tra parentesi quadre dopo ogni affermazione.
– Barberi evidenzia come sia estremamente difficile fare previsione temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici. [insomma, boh]
– Eva spiega cha la casistica è molto limitata, anche perchè terremoti così piccoli non venivano registrati nel passato. In tempi recenti non ci sono stati forti eventi, ma numerosi sciami che, però, non hanno preceduto grossi eventi (esempio in Garfagnana). Ovviamente essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non ci saranno terremoti. [di nuovo, boh]
– Boschi spiega che […] la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore. Guardando l’Italia nel suo complesso probabilmente c’è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti. […] Ma questa logica non è ancora nota e non è perciò possibile fare previsioni. E’ invece molto noto che il Comune di L’Aquila è classificato in zona 2, e dunque è caratterizzato da una sismicità che richiede una particolare attenzione verso le costruzioni, che vanno rafforzate e rese capaci di resistere ai terremoti. [in Abruzzo di terremoti ce ne sono sempre stati, e quindi ce ne saranno con ogni probabilità altri anche forti. Non si sa però quando, e non si può che costruire bene]
– Calvi fa notare, sulla base del documento distribuito dal DPC, che le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di accelerazione, ma con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi millimetri, e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle strutture. C’è quindi da attendersi danni alla strutture più sensibili alle accelerazioni, quali quelle a comportamento fragile. [questo è l’unico punto su cui si può discutere. Calvi ha generalizzato il comportamento dello sciame sismico, cosa che non avrebbe dovuto fare]
– Selvaggi evidenzia come ci siano stati anche alcuni terremoti recenti preceduti da scosse più piccole alcuni giorni o settimane prima, ma è anche vero che molte sequenze in tempi recenti non si sono poi risolte in forti terremoti. [di nuovo, boh]
Qual è stata la conclusione? Eccola: «Il Prof. Barberi conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.». Provo a dirlo con altre parole: il fatto che ci siano tante piccole scosse è indipendente dall’arrivo di una grande scossa. Può darsi che la scossa ci sarà, ma non è certo. Per chi ama la logica proposizionale, non abbiamo P⇒Q, ma due affermazioni P e Q indipendenti tra loro.
Passiamo al punto 2. Cito praticamente tutto l’intervento di Barberi:
«riferendosi a quanto sta accadendo a L’Aquila, spiega come le misurazioni del gas Radon ai fini previsionali dei terremoti sia un problema molto vecchio e oramai a lungo studiato, senza arrivare a soluzioni utili. Sicuramente in preparazione o in concomitanza dei fenomeni sismici ci sono fenomeni geochimici, la cui complessità è, però, tale da non poter essere utilizzati come precursori. Dunque, oggi non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha fondamento scientifico. Il problema va, invece, visto nei termini generali, perché l’unica difesa dai terremoti consiste nei rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto. Un altro importante aspetto da curare ai fini di protezione civile è migliorare il livello di preparazione a gestire un’emergenza sismica. Tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione.».
Rimettiamoci a parafrasare il testo: ci può essere una correlazione tra radon e terremoti, ma non si riesce a capire bene quale. [Tanto che nelle due date di Giuliani per il terremoto non è successo nulla, e Sulmona non era comunque l’epicentro del terremoto. Nota scientifica: non commettete anche voi l’errore della logica inversa. Anche se fosse vero che radon⇒terremoti, questo non significherebbe affatto che non_radon⇒non_terremoti, ma semplicemente che non_terremoti⇒non_radon. Però Giuliani ha trovato radon nel posto sbagliato al momento sbagliato: quindi la sua previsione è stata semplicemente inaffidabile e pertanto inutile se non dannosa per i sulmonesi]
Insomma, non vedo proprio – a parte al più quelle del professor Calvi – quali fossero nel verbale le «informazioni contraddittorie». Certo erano «incomplete e imprecise», ma erano le uniche informazioni possibili. A leggerla così si direbbe che queste Commissioni dovrebbero solo rispondere “no comment”: almeno non sbaglieranno… Proviamo allora a vedere dal reperto [A] se si possono evincere alcune di queste informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie dalle informazioni date alla stampa.
Le due frasi virgolettate al riguardo a pagina 3 (sono di De Bernardinis, vedi pagina 42 ss) sono «lo sciame sismico […] “si colloca diciamo in una fenomenologia senz’altro normale dal punto di vista dei fenomeni sismici che ci si aspetta in questo diciamo in questa tipologia di territori che poi, è centrata attorno all’Abruzzo però, ha colpito un po’ il Lazio, un po’ le Marche, oscillata diciamo nella zona del centro Italia”» e «”non c’è un pericolo, io l’ho detto al Sindaco di Sulmona, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole perciò uno scarico di energia continuo, e quindi sostanzialmente ci sono anche degli eventi piuttosto intensi, non sono intensissimi, quindi in qualche modo abbiamo avuto abbiamo visto pochi danni”». Notate che De Bernardinis era il vice di Bertolaso, e ci tiene in tutte le interviste a far notare che sì, era accademico ma ormai “è un operativo” e quindi riporta quanto detto dagli esperti. La prima è di nuovo una frase banale che non dice nulla; la seconda è una frase mal scritta. Non parlo della sintassi, immagino che sia la trascrizione di una risposta a voce, ma proprio del contenuto. Certo, è vero che uno sciame sismico abbassa l’energia di un eventuale successivo grande terremoto. È un po’ come dire che se scoppia una pentola a pressione è meglio che prima la valvola abbia fatto sfiatare un po’ d’aria. Ma anche se è vero che questo non è equivalente a “statevene pure tranquilli nelle case”, ed è anche vero che per i sulmonesi alla fine il giudizio è stato corretto, la gente può aver capito male il significato; questo è vero soprattutto per chi ha una visione fideistica dello “scienziato”. Sono andato a vedere allora le trascrizioni integrali delle registrazioni audiovisive.
[A, pagina 41, servizio televisivo a cura della rete televisiva ABRUZZO24ORE]
Cronista: Si possono prevedere i terremoti?
Barberi: Qui la risposta è molto semplice, non si possono prevedere i terremoti, […]
Più chiaro di così, per quanto mi riguarda, è impossibile.
Oltre a quella a Barberi e due interviste a De Bernardinis ce n’è un’altra al sindaco dell’Aquila Cialente, che anch’egli minimizza. Insomma: gli esperti sono stati fumosi, i politici (diretti e indiretti) hanno rassicurato, ma alla fine a essere condannati sono stati i primi perché erano loro che dovevano dare una risposta netta e definitiva su un qualcosa a cui non si poteva dare una risposta netta e definitiva. Sì, si sarebbe potuto fare una comunicazione come quella suggerita (a posteriori…) da Peter Sandman e riportata da Anna Meldolesi. Secondo voi, un’omessa comunicazione equivale a un omicidio colposo plurimo?
Mi pare che siamo passati dall’accettazione fideistica della scienza all’immolazione dello scienziato come capro espiatorio: insomma, siamo scesi ancora più in basso nell’educazione culturale delle persone. E dire che non possiamo neppure dare la colpa all’oppio dei popoli… per una volta di religione di qualunque tipo non se ne parla.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-11 10:53

salvarne uno per azzopparne tanti

Più passa il tempo, e più resto convinto che Alessandro Sallusti abbia scientemente deciso di fare il martire. Non sta a me sindacare sui suoi motivi, e posso solo augurargli che abbia effettivamente quello che vuole. Possiamo poi interrogarci sulla “corsia preferenziale” che la magistratura sta avendo contro di lui: scegliete voi se il motivo è “perché è andato contro uno di noi”, oppure “semplicemente perché è una persona nota, con tutti gli annessi o connessi” o chissà per quale altro motivo. In fin dei conti io concordo con un punto specifico testo della condanna d’appello, quando il giudice scrive «per Sallusti non è possibile formulare una prognosi favorevole e ritenere che egli si asterrà dal commettere in futuro ulteriori episodi criminosi avuto riguardo alle numerose condanne già da lui riportate per reati della stessa indole».
La cosa che però mi fa più specie è un’altra. Non tanto che il Parlamento volesse fare a tamburo battente – anche se sembra che ci sia qualche intoppo – una legge “salvaSallusti”; quanto che la legge in realtà, con la scusa di evitare il gabbio al direttore del Giornale, inasprirebbe le pene pecuniare per chi diffama. A essere buoni, si può pensare che l’intento dei legislatori sia fare un’equipollenza tra il costo del carcere e quello dell’ammenda…

Ultimo aggiornamento: 2012-10-22 11:39