Poi dite che i processi in Italia non si fanno. I membri della Commissione Grandi Rischi che non hanno previsto il terremoto dell’Aquila e anzi hanno rassicurato la popolazione sono stati condannati in primo grado a 6 anni di carcere per omicidio colposo plurimo: più di quanto chiesto dallo stesso PM che si sarebbe accontentato di soli quattro anni. La loro colpa è di aver dato «informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie» sulla pericolosità dello sciame sismico dei mesi precedenti il terremoto del 6 aprile 2009.
Le motivazioni della sentenza naturalmente non le abbiamo ancora, ma possiamo provare a fare un po’ di fact checking, visto che la parola proprio oggi è di moda. Testi di riferimento: la memoria del pubblico ministero [A] e il verbale integrale della riunione della Commissione del 31 marzo 2009 [B].
La riunione aveva come scopo «l’obbiettivo di fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane», e la «”valutazione dei rischi connessi” all’attività sismica in corso sul territorio aquilano dal dicembre 2008» sarebbe stata «approssimativa, generica ed inefficace in relazione alle attività e ai doveri di “previsione e prevenzione”» ([A], pagina 2). Sia con «dichiarazioni agli organi di informazione sia con redazione di un verbale» la commissione avrebbe fornito «alla cittadinanza aquilana, informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, sulle cause, sulla pericolosità e sui futuri sviluppi dell’attività sismica in esame» ([A], pagina 3)
Passiamo al verbale dalla riunione. Lo scopo era «1) fare una valutazione oggettiva degli eventi sismici in atto in relazione a quanto si possa prevedere; 2) discutere e fornire indicazioni sugli allarmi diffusi nella popolazione.» Per chi non avesse memoria storica, il punto 2 si riferisce alla previsione di Giampaolo Giuliani, che basandosi sulle emissioni di radon prevedette per il 29 marzo un terremoto distruttivo a Sulmona. A dire il vero l’aveva anche previsto per il 13 marzo, sempre con epicentro a Sulmona; la riunione venne indetta in tutta fretta proprio per quella ragione. Giuliani venne denunciato per procurato allarme: non so cosa sia poi successo.
Vediamo che hanno detto gli esperti sul punto 1, con una mia traduzione tra parentesi quadre dopo ogni affermazione.
– Barberi evidenzia come sia estremamente difficile fare previsione temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici. [insomma, boh]
– Eva spiega cha la casistica è molto limitata, anche perchè terremoti così piccoli non venivano registrati nel passato. In tempi recenti non ci sono stati forti eventi, ma numerosi sciami che, però, non hanno preceduto grossi eventi (esempio in Garfagnana). Ovviamente essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non ci saranno terremoti. [di nuovo, boh]
– Boschi spiega che […] la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore. Guardando l’Italia nel suo complesso probabilmente c’è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti. […] Ma questa logica non è ancora nota e non è perciò possibile fare previsioni. E’ invece molto noto che il Comune di L’Aquila è classificato in zona 2, e dunque è caratterizzato da una sismicità che richiede una particolare attenzione verso le costruzioni, che vanno rafforzate e rese capaci di resistere ai terremoti. [in Abruzzo di terremoti ce ne sono sempre stati, e quindi ce ne saranno con ogni probabilità altri anche forti. Non si sa però quando, e non si può che costruire bene]
– Calvi fa notare, sulla base del documento distribuito dal DPC, che le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di accelerazione, ma con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi millimetri, e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle strutture. C’è quindi da attendersi danni alla strutture più sensibili alle accelerazioni, quali quelle a comportamento fragile. [questo è l’unico punto su cui si può discutere. Calvi ha generalizzato il comportamento dello sciame sismico, cosa che non avrebbe dovuto fare]
– Selvaggi evidenzia come ci siano stati anche alcuni terremoti recenti preceduti da scosse più piccole alcuni giorni o settimane prima, ma è anche vero che molte sequenze in tempi recenti non si sono poi risolte in forti terremoti. [di nuovo, boh]
Qual è stata la conclusione? Eccola: «Il Prof. Barberi conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.». Provo a dirlo con altre parole: il fatto che ci siano tante piccole scosse è indipendente dall’arrivo di una grande scossa. Può darsi che la scossa ci sarà, ma non è certo. Per chi ama la logica proposizionale, non abbiamo P⇒Q, ma due affermazioni P e Q indipendenti tra loro.
Passiamo al punto 2. Cito praticamente tutto l’intervento di Barberi:
«riferendosi a quanto sta accadendo a L’Aquila, spiega come le misurazioni del gas Radon ai fini previsionali dei terremoti sia un problema molto vecchio e oramai a lungo studiato, senza arrivare a soluzioni utili. Sicuramente in preparazione o in concomitanza dei fenomeni sismici ci sono fenomeni geochimici, la cui complessità è, però, tale da non poter essere utilizzati come precursori. Dunque, oggi non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha fondamento scientifico. Il problema va, invece, visto nei termini generali, perché l’unica difesa dai terremoti consiste nei rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto. Un altro importante aspetto da curare ai fini di protezione civile è migliorare il livello di preparazione a gestire un’emergenza sismica. Tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione.».
Rimettiamoci a parafrasare il testo: ci può essere una correlazione tra radon e terremoti, ma non si riesce a capire bene quale. [Tanto che nelle due date di Giuliani per il terremoto non è successo nulla, e Sulmona non era comunque l’epicentro del terremoto. Nota scientifica: non commettete anche voi l’errore della logica inversa. Anche se fosse vero che radon⇒terremoti, questo non significherebbe affatto che non_radon⇒non_terremoti, ma semplicemente che non_terremoti⇒non_radon. Però Giuliani ha trovato radon nel posto sbagliato al momento sbagliato: quindi la sua previsione è stata semplicemente inaffidabile e pertanto inutile se non dannosa per i sulmonesi]
Insomma, non vedo proprio – a parte al più quelle del professor Calvi – quali fossero nel verbale le «informazioni contraddittorie». Certo erano «incomplete e imprecise», ma erano le uniche informazioni possibili. A leggerla così si direbbe che queste Commissioni dovrebbero solo rispondere “no comment”: almeno non sbaglieranno… Proviamo allora a vedere dal reperto [A] se si possono evincere alcune di queste informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie dalle informazioni date alla stampa.
Le due frasi virgolettate al riguardo a pagina 3 (sono di De Bernardinis, vedi pagina 42 ss) sono «lo sciame sismico […] “si colloca diciamo in una fenomenologia senz’altro normale dal punto di vista dei fenomeni sismici che ci si aspetta in questo diciamo in questa tipologia di territori che poi, è centrata attorno all’Abruzzo però, ha colpito un po’ il Lazio, un po’ le Marche, oscillata diciamo nella zona del centro Italia”» e «”non c’è un pericolo, io l’ho detto al Sindaco di Sulmona, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole perciò uno scarico di energia continuo, e quindi sostanzialmente ci sono anche degli eventi piuttosto intensi, non sono intensissimi, quindi in qualche modo abbiamo avuto abbiamo visto pochi danni”». Notate che De Bernardinis era il vice di Bertolaso, e ci tiene in tutte le interviste a far notare che sì, era accademico ma ormai “è un operativo” e quindi riporta quanto detto dagli esperti. La prima è di nuovo una frase banale che non dice nulla; la seconda è una frase mal scritta. Non parlo della sintassi, immagino che sia la trascrizione di una risposta a voce, ma proprio del contenuto. Certo, è vero che uno sciame sismico abbassa l’energia di un eventuale successivo grande terremoto. È un po’ come dire che se scoppia una pentola a pressione è meglio che prima la valvola abbia fatto sfiatare un po’ d’aria. Ma anche se è vero che questo non è equivalente a “statevene pure tranquilli nelle case”, ed è anche vero che per i sulmonesi alla fine il giudizio è stato corretto, la gente può aver capito male il significato; questo è vero soprattutto per chi ha una visione fideistica dello “scienziato”. Sono andato a vedere allora le trascrizioni integrali delle registrazioni audiovisive.
[A, pagina 41, servizio televisivo a cura della rete televisiva ABRUZZO24ORE]
Cronista: Si possono prevedere i terremoti?
Barberi: Qui la risposta è molto semplice, non si possono prevedere i terremoti, […]
Più chiaro di così, per quanto mi riguarda, è impossibile.
Oltre a quella a Barberi e due interviste a De Bernardinis ce n’è un’altra al sindaco dell’Aquila Cialente, che anch’egli minimizza. Insomma: gli esperti sono stati fumosi, i politici (diretti e indiretti) hanno rassicurato, ma alla fine a essere condannati sono stati i primi perché erano loro che dovevano dare una risposta netta e definitiva su un qualcosa a cui non si poteva dare una risposta netta e definitiva. Sì, si sarebbe potuto fare una comunicazione come quella suggerita (a posteriori…) da Peter Sandman e riportata da Anna Meldolesi. Secondo voi, un’omessa comunicazione equivale a un omicidio colposo plurimo?
Mi pare che siamo passati dall’accettazione fideistica della scienza all’immolazione dello scienziato come capro espiatorio: insomma, siamo scesi ancora più in basso nell’educazione culturale delle persone. E dire che non possiamo neppure dare la colpa all’oppio dei popoli… per una volta di religione di qualunque tipo non se ne parla.
Ultimo aggiornamento: 2014-11-11 10:53