Archivi annuali: 2008

sì, lo so già

Visto che oggi tutti me lo chiedono e non riesco a lavorare, comunico ufficialmente che questo video di questo dirigente Telecom l’ho (purtroppo) visto.
Vi lascio immaginare quanto la motivazione mia e dei miei colleghi si sia rafforzata, a una settimana dalla visita del nostro nuovo capo al quadrato che ha scoperto che non sapeva assolutamente quello che facciamo. (Io non so quello che faccio, ma sono un’eccezione)
Aggiornamento: (16:30) Con una performance veramente ottima, il video è stato cancellato da YouTube. Ma le relazioni esterne si sono dimenticate della versione su Repubblica.it.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-03 15:39

Criptomnesia

Devo avere già parlato della causa che negli anni ’70 ha visto George Harrison costretto a pagare una vagonata di soldi perché My Sweet Lord era un po’ troppo simile a He’s So Fine delle Chiffons. Sembra che il termine tecnico, almeno secondo Wikipedia in inglese, sia appunto “cryptomnesia”. In effetti, se uno ascolta attentamente le due canzoni si accorge che la melodia è la stessa, anche se l’arrangiamento è così diverso che a prima vista non sembrerebbe.
Stamattina in compenso ho ascoltato via Musicovert Fight Test dei Flaming Lips (i curiosi possono guardare il video), e mi sono detto “Toh, una cover di Father and Son. In effetti pare che le royalties vadano a Yusuf Islam, già noto come Cat Stevens: ma il meglio è l’affermazione del cantante dei Flaming Lips, che ha sostenuto che non si era accorto della somiglianza fino a che il produttore non gliel’ha fatto notare.
Continuo a dire che – non appena la legge sul diritto d’autore me lo permetterà – devo preparare una galleria criptomnetica!

Ultimo aggiornamento: 2008-04-03 12:39

Repubblica della Pizza

Nella nostra simpatica Italia, dove per presentarsi alle elezioni politiche basta convincere due parlamentari qualunque una settimana prima – non che i due parlamentari debbano poi correre per quella lista, sarebbe troppo semplice – succede che un partito presenti un simbolo ritenuto troppo simile a quello di un altro partito. La risposta della Giunta per le Elezioni, invece che dire “quel simbolo s’ha da cambiare” è stata “quella lista non s’ha da presentare”.
Così l’ineffabile Giuseppe Pizza, segretario di un partito che sarà la DC in quarantottesimo ma ha comunque il nome di Democrazia Cristiana, prende la palla al balzo, si ricorda che in Italia un qualche organismo che ti dà ragione c’è sempre, e va al Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato chiama tutti, ma nessuno gli dà retta (tranne l’UDC, che ovviamente vuole mantenere con le unghie e con i denti il suo scudo crociato); così se la lega al dito e emette un’Ordinanza con la O maiuscola nella quale dice sostanzialmente “il ricorso non è sui candidati ma sulle liste, quindi è robbba nostra, e noi il ricorso lo ammettiamo”.
Pizza fa la voce grossa e dice che gli altri sono stati dei cattivoni e gli hanno tolto venti giorni di campagna elettorale senza i quali non possono più vincere le elezioni: subito Giuliano Amato va a dire che si potrebbe dover rinviare le elezioni, prima che qualcuno faccia sommessamente notare al costituzionalista di vaglia quale lui è che magari c’è un insignificante problemuccio: la Costituzione (articolo 61) dice che le elezioni debbono essere tenute entro settanta giorni dallo scioglimento delle precedenti, e si suppone che in Italia la Costituzione sia ancora un po’ più importante degli organismi amministrativi. A questo punto il governo ha pensato bene di ricorrere in Cassazione, mentre – immagino – fa stampare subito una nuova serie di schede elettorali perché non si sa mai.
In tutto questo, l’ineffabile Giuseppe Pizza si deve essere sentito scavalcato nella gara a chi la spara più grossa, ed è uscito con quella che secondo me dovrebbe essere la frase migliore del 2008: i settanta giorni prima delle elezioni devono essere effettivi (immagino lavorativi…) e quindi si può anche andare a 90 giorni dopo: immagino a questo punto facendo le elezioni di lunedì e martedì, perché la domenica non è un giorno effettivo. Per amor di verità, il testo non è virgolettato, e quindi magari è un’idea venuta al giornalista. Lascio ad altri più esperti di me scoprire il vero ideatore del concetto di “giorno effettivo”.
Ricapitolando: per colpa di una legge elettorale che permette di presentarsi alle elezioni senza dover dimostrare un seguito popolare ancorché minimo, di una commissione elettorale che non distingue il concetto di lista da quello di simbolo presentato e di un organo dello Stato che aspetta tre settimane prima di dare una risposta ci troviamo nella solita situazione all’italiana. Posso tranquillamente immaginare che la soluzione sarà anch’essa all’italiana, con la Cassazione che respingerà il ricorso intorno a venerdì 11 nel pomeriggio; ma il risultato finale per quanto mi riguarda non cambia di una iota.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-03 11:05

Mese della consapevolezza matematica

Le maggiori associazioni matematiche statunitensi (AMS, ASA, MAA, SIAM) ricordano che anche quest’anno aprile è il Mathematics Awareness Month. Non che sia la migliore delle scelte, dati tutti gli ormoni che salgono a mille, ma tant’è. Interessante il tema scelto quest’anno: “la matematica del voto”. Chissà se conoscono il Porcellum.
Come i miei lettori più attenti si sono di certo accorti, io mi ero portato avanti col lavoro in maniera serendipitica, proprio sul tema prescelto: garantisco che non l’avevo fatto apposta. È anche vero che a quanto pare tutti questi conti sembrano spaventare la gente, ma su quello mi sa che io ci possa fare poco: lamentatevi con Calderoli. D’altra parte sono in un momento propositivo, e quindi lancio due idee.
– per i lettori che con la matematica non vanno molto d’accordo ma sono così compulsivi da essere riusciti a leggere fino a qua: c’è qualche tema dove secondo voi potrebbe entrare la matematica e che vorreste raccontato dalla mia spumeggiante prosa? Il tema non deve essere necessariamente sulla matematica del voto, in fin dei conti ci sono tante altre cose.
– per le amiche, gli amici, i compagni e le compagne [1] che un blog ce l’hanno e che si dilettano di matematica: ma secondo voi ci riusciamo a fare un Carnevale della Matematica [2] in italiano? Raccogliere insomma non dico ogni due settimane, ma una volta al mese i post di tema matematico (da quelli più ricreativi a quelli didattici: credo che i post a livello universitario siano scritti direttamente in inglese, e quindi sarebbero fuori tema qua). Che ne pensate?
[1] Tra la correttezza politica e il mischione del PD ormai è difficile indirizzarsi alle persone…
[2] Letteralmente “carnival” è più “sagra, festa popolare”. Ma “sagra della matematica” è un po’ troppo persino per me!

Ultimo aggiornamento: 2008-04-02 10:04

Porcellum alla lombarda: sempre più difficile!

Non è un caso che abbia posposto al due aprile la data di questa notiziola: assomiglia troppo a un pesce d’aprile, e qualcuno potrebbe non crederci. Invece è tutto vero, e con dati verosimili: in Lombardia lo spostamento di voti tra PdL e UDC, oppure tra PD e SA, dà dei risultati incredibili, ancora più che in Umbria.
Premessa: la Lombardia assegna 47 senatori. La coalizione di maggioranza ne ha almeno 26 (il 55% arrotondato per eccesso); se il riparto dei voti glieli dà, bene, altrimenti glieli si assegna a forza e gli altri 21 seggi vengono divisi tra il resto dei partiti.
Premessa 2: quando scrivo “PdL” intendo la coalizione con la Lega: non mi interessa come saranno divisi i seggi al loro interno. Lo stesso per “PD”, dove c’è la coalizione con IdV.
Premessa 3: dai sondaggi ho ricavato come plausibile, almeno alla scorsa settimana, questa distribuzione: PdL 51%, PD 32%, SA 7%, UDC 6%, altri 4%. Calcolerò i seggi secondo quattro scenari: questo, quello in cui due punti percentuali passano da PdL a UDC, quello in cui un punto percentuale passa da PD a SA, quello in cui capitano entrambi questi spostamenti di voto.
Scenario 1: in questo caso solo PdL e PD raggiungono il quorum; i seggi rispettivi (compresi i resti) saranno 28+1 e 18.
Scenario 2: il quorum è raggiunto da PdL, PD e UDC; i seggi rispettivi saranno 25+1, 16+1 e 4. In pratica i quattro seggi dell’UDC sono presi tre dal PdL e uno dal PD. Fin qua nulla di strano.
Scenario 4: (sì, 4 e non 3. I fuochi d’artificio vanno alla fine). il quorum è raggiunto da PdL, PD, SA e UDC. Il riparto proporzionale darebbe solo 24 seggi al PdL, e quindi scatta il premio di maggioranza; la ripartizione definitiva sarà PdL 26, PD 13+1, SA 3+1 e UDC 3. La differenza tra SA e UDC è dovuta al sorteggio, visto che hanno lo stesso numero di voti :-) Anche in questo caso non c’è nulla di strano: l’UDC ha preso i seggi persi dal PdL e la SA quelli persi dal PD. È vero che quest’ultimo ha perso meno voti, ma si sa che il maggioritario è spesso perfido.
Scenario 3: i partiti che prendono seggi sono PdL, PD e SA. I seggi assegnati saranno 26+1, 16 e 4 rispettivamente. Questo significa che i quattro seggi vinti dalla SA sono stati rosicchiati equamente ai due partiti maggiori: detto in altre parole, la differenza relativa tra PdL e PD è rimasta costante, ma chi ci ha perso è stato il PdL, per cui magari quei due senatori in più avrebbero fatto comodo. Uno spostamento di voti tra due partiti in minoranza ha fregato così quello di maggioranza; notate la differenza con il caso dell’Umbria, dove si regalavano semplicemente dei voti perché la maggioranza era ampia.
Ma se uno vuole raggiungere davvero il top, può provare lo Scenario 3a: i punti percentuali che passano da PD a SA sono due, e quindi le percentuali diventano PdL 51%, PD 30%, SA 9%, UDC 6%, altri 4%. In questo caso i seggi calcolati diventano 26.63, 15.66 e 4.70; i due resti vengono assegnati a PD e SA e in totale si ha 26, 16, 5 seggi rispettivamente. Il PD ha perso voti, ma ha ridotto il distacco dal PdL. Niente male, vero?
P.S.: per chi ci stesse pensando davvero su, l’1% dei voti al Senato in Lombardia sono 60000 (sessantamila).

Ultimo aggiornamento: 2008-04-02 00:24

Pesci d’aprile nelle RFC

Le RFC (Request for Comments) sono i documenti ufficiali dell’IETF (Internet Engineering Task Force), vale a dire quanto di più simile ci sia a uno standard all’interno della Rete. Però i Veri Internettari sono persone assolutamente serie in modo serio, e quindi c’è una tradizione per cui il primo aprile si pubblicano degli “standard” scherzosi, come quello sul trasporto dei pacchetti dati per mezzo di piccioni viaggiatori e la risoluzione dell’Y10K bug (il 2000 è stato semplice, ma che faremo nel 10000 d.C.?)
Quest’anno sono stati così pubblicati due importanti standard, il primo che prevede il finanziamento di Internet mediante la vendita dei nomi dei campi all’interno dei protocolli di rete ad aziende in cerca di pubblicità, tipo “Garmin GPS Destination Address”, e il secondo dal pomposo titolo A Generalized Unified Character Code: Western European and CJK Sections, che significa praticamente “ricodifichiamo i caratteri latini come se dovessimo scrivere degli ideogrammi”. Abbiamo così che non esiste più la A maiuscola, ma si scrive a<UC> (<UC> è il modificatore che rende maiuscolo il carattere); oppure la b diventa o<VerticalLine><PositionLeft> (leggasi, una o con una riga verticale a sinistra). Il tutto con il bonus di una maggiore sicurezza, perché i siti di phishing non potranno più usare caratteri simili, visto che saranno tutti costruiti allo stesso modo…

Ultimo aggiornamento: 2008-04-01 22:58

Fortuna che scherzo coi santi!

È appena arrivato a vedere il mio calendario un visitatore il cui browser invia la seguente stringa di identificazione:
Mozilla/4.0 (compatible; MSIE 7.0; Windows NT 5.1; Guardia di Finanza - Servizio Informatica; snprtz|dialno; .NET CLR 2.0.50727; .NET CLR 3.0.04506.30; Guardia di Finanza - Servizio Informatica; Guardia di Finanza - Servizio Informatica)
Direi che per il momento dovrei scamparla :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-04-01 16:41

di chi è quel sito?

Nel caso si voglia sapere chi ha registrato un sito, può essere utile andare su Who Is The Owner?, un’interfaccia al servizio Whois che a partire da un URL (e da un codice CAPTCHA per evitare che uno lo sfrutti automaticamente) ti ritrova le informazioni.
Purtroppo il servizio non fa anche lo stesso lavoro a partire da un indirizzo IP, però è comunque veloce da usare se il sito ha un nome.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-01 12:05