Archivi annuali: 2008

Avete fatto trenta…

È molto bello scoprire che i Rudi Matematici (senza la h) finalmente hanno il blog. Magari Piotr avrà un po’ di tempo in più per le risposte ai lettori, immaginando che ci sia anche qualcun altro che risponda.
Però prima sarebbe opportuno aprire il blog ai commenti VEL dare la possibilità di iscriversi per commentare…

Ultimo aggiornamento: 2008-05-21 09:09

individua la fermata!

Ho scoperto come sono riusciti a evitare l’imbottigliamento del bus MonzaCelere, che dovendo passare per il controviale di Zara/Fulvio Testi era praticamente un MonzaFermo: adesso fa capolinea in Bicocca, esattamente come il MonzaOrdinario che non si chiama più così perché continua dopo Monza. Ma questa, ammetto, come notizia vale pochino.
Molto più interessante scoprire come Brianza Trasporti scriva i comunicati per spiegare le novità.
Il primo comunicato [PDF} recita:
Si avvisa la Gentile Clientela che,
a partire dal 12 MAGGIO 2008 nel Comune di Milano il capolinea delle autolinee in oggetto è individuato in via dell’Innovazione angolo Padre Beccaro.
Viene soppresso il capolinea/fermata posto in via dell’innovazione ang. via Polvani.
La fermata più vicina è individuata in via Polvani ang. via Pirelli.
Io sono bastardo dentro, ed espongo al pubblico ludibrio anche la virgola dopo il “che”. Ma quello che realmente mi chiedo è “chi o cosa diavolo è che individua le fermate?” C’è un novello Sherlock Holmes in mantella pipa e lente d’ingrandimento che scruta le vie e infine sentenzia “Elementare, mio caro utente”? Se apro Google Maps saltano fuori le bandierine per individuare le fermate?
Ma anche il secondo comunicato [PDF], sempre dotato di virgola dopo il “che”, non è affatto male.
Si avvisa la gentile Clientela che,
- da mercoledì 23 aprile 2008 verrà posizionato un palo provvisorio Brianza Trasporti presso la fermata di CHIESE/SARCA posizionata in prossimità della fermata della linea 51
ATM.

Pertanto la fermata sarà effettuata regolarmente.
- La fermata di CHIESE/PIRELLI non verrà effettuata in quanto non autorizzata.
Anche qua potrei lamentarmi del posizionare un palo provvisorio presso una permata, pardon, fermata, posizionata in prossimità di un’altra permata, pardon fermata. Lasciamo perdere. Ma il pensiero di una fermata non autorizzata (e non soppressa) mi lascia davvero basito. Arriveranno forse i bravi a sentenziare “questa fermata non s’ha da fare”? Mancherà un modulo compilato con la firma di un aiutosottovicedirigente per autorizzare questa povera fermata? E poi, autorizzata a far che cosa? A esistere? È ammessa l’eutanasia delle fermate?
Ma tanto per andare da Milano a Monza il mezzo più veloce è il treno :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-05-20 14:30

Risparmio energetico

Lo scorso anno, come Grande Novità, i nostri PC di lavoro sono passati a una gestione remota degli aggiornamenti, con obbligo di lasciare acceso il desktop la sera in modo che gli aggiornamenti potessero appunto essere inviati al PC.
Adesso finalmente qualcuno si è accorto dell’illogicità, e ieri pomeriggio mi è arrivata un’email con titolo “Risparmio energetico”, che sulle prime avevo preso come spam.
Invece no: era la Grande Novità di quest’anno. Dalla prossima settimana, le postazioni desktop verranno spente da remoto la sera e nei weekend, a meno che uno non compili una serie di moduli (elettronici) spiegando perché mai il proprio PC dovrebbe restare acceso (in effetti ci sono dei casi dove il PC fa anche da server per roba di lavoro, non è che la gente lo usi per scaricare dal Mulo… anche perché il firewall lo impedirebbe). Nell’email si sono persino ricordati di avvisare di spegnere il monitor!
Vabbè, prendiamola bene: meglio tardi che mai.

Ultimo aggiornamento: 2008-05-20 11:20

Ragione di (un altro) Stato

Ricordate che a dicembre Romano Prodi spiegò che non avrebbe incontrato il Dalai Lama perché c’è la ragione di stato? Ne avevo parlato anch’io, lamentandomi della cosa. Bene, oggi leggo che il ministro dell’economia tedesco ha avuto un incontro ufficiale con il Dalai Lama. In Germania si sono lamentati che né la cancelliera Merkel né il ministro degli Esteri abbiano accettato di fare un incontro; io però mi sarei già accontentato di vedere TPS come rappresentante del vecchio governo.
Ora però si aprono interessanti prospettive. Non è che Giulio Tremonti, storicamente contro il “predominio cinese” e propugnatore di dazi, vorrà seguire le orme della signora Heidemarie Wieczorek-Zeul? Oppure le sue sono state solo chiacchiere ad uso elettorale?

Ultimo aggiornamento: 2008-05-19 17:12

Storia linguistica dell’Italia unita (libro)

[copertina] Premetto che io ho letto la quarta edizione del libro (Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita, Laterza “Manuali – 16” 19914, pag. 573, €32, ISBN 978-88-420-3742-2), datata 1991, e non la quinta del 2005 che potrebbe essere diversa, anche se il fatto che sia stato usato lo stesso ISBN mi fa pensare al più all’aggiunta di un’appendice. Nonostante il tema mi interessasse, ho fatto molta fatica a terminare il libro. La prima edizione del libro è del 1963, immagino un ampliamento della tesi di laurea del De Mauro, e lo si sente. La prosa è infatti pesante, e troppo accademica, dando per scontate una serie di nozioni linguistiche che non sono proprio da tutti, a parte i vezzi come usare l’abbreviazione “scil.” che non è nemmeno presente nel Dizionario De Mauro (per i curiosoni, sta per scilicet, “vale a dire”, “cioè”). È un peccato, perché le idee presentate sono interessanti e spesso opposte a quello che si pensa: ad esempio, già nei primi anni ’60 ci si lamentava per la barbarizzazione dell’italiano (a opera del francese soprattutto, che al tempo era conosciuto quasi dal triplo di persone rispetto all’inglese), e le interazioni tra italiano e dialetti sono molto maggiori di quelle tra italiano e fiorentino dell’Ottocento, nonostante gli sforzi del Manzoni in proposito. Un’ultima nota storica. Nel 1963 la linguistica computazionale era in fasce; per avere un’idea delle modifiche nello stile e nell’uso, non si poteva dare in pasto a un elaboratore tutto il testo di un libro; allora si pigliavano le prime frasi a pagina 1, 11, 21, 31… sperando fossero sufficientemente rappresentative. Non so voi, ma io ho avuto un moto di simpatia al pensiero della fatica necessaria!

Ultimo aggiornamento: 2008-05-19 11:49

Impari opportunità

Se qualcuno dei miei lettori è stato attento, avrà notato che non ho ancora parlato della signorina [1] Mara Carfagna, neoministro delle Pari Opportunità; in particolare non ho parlato delle (piacevoli, dal mio punto di vista) opportunità che ha sfoggiato in passato. La cosa per me era assolutamente irrilevante: un ministro lo giudico da quello che fa come ministro, non da quello che ha fatto in precedenza. Ergo, ne parlo oggi, data la sua intervista riguardo il (non) patrocinio del Gay Pride.
Giusto per mettere le cose in chiaro, se io fossi omosessuale mi darebbero probabilmente fastidio quei pochi – ovviamente gli unici che vengono mostrati dai telegiornali, che si guardano bene dal mostrare il grosso del corteo – che si vestono manco fosse una giornata di moda ultratrash. Non essendolo, non betto becco su quelle scelte. Premetto anche che non ho mai capito l’istituto del patrocinio, pardon Patrocinio, in generale. Una volta ero convinto che “patrocinio=soldi elargiti come sponsorizzazione”; ma credo che almeno in Italia la cosa sia diventata “ti concedo di usare il mio nome, ma non ti do un euro”.
La signorina Carfagna, oltre a parlare dei suoi “amici omosessuali” più o meno come fanno tutti quelli che devono darsi un contegno nei riguardi di una categoria X, afferma che loro non le «dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese»: immagino che la frase si possa tradurre in italiano come “non ci sono ronde che vanno a tirare fuori gli omosessuali dalle loro case per pestarli e cospargeli di catrame e piume”. Quindi la commissione per i diritti LGBT che sta sotto il suo ministero è per lei inutile, e la signorina Carfagna, dopo averci resi edotti che non ha ancora «preso bene visione di cosa sia e a cosa possa servire» – in effetti, se non hanno discriminazioni perché dovremmo avere una commissione per verificare ciò che non esiste? – è già comunque pronta a usarla «per occuparmi anche di altro». Bontà sua, c’è un “anche”.
Credo che sia inutile farvi osservare come la signorina Carfagna avrebbe potuto esprimere gli stessi concetti in maniera positiva e non negativa, ma immagino che lei voglia mettere subito in chiaro le cose. Non so, ma in questi casi io sogno che un mattino la signorina Carfagna si svegli innamoratissima di un’altra donna e scoprendo che i maschi le fanno improvvisamente schifo. Almeno potrebbe verificare di prima mano se di discriminazioni ce ne sono oppure no.
[1] il termine è stato scelto apposta.

Ultimo aggiornamento: 2008-05-19 09:47