Oscar Giannino, Mycroft Holmes e fact checking

Ieri la notizia ha avuto una discreta diffusione: Luigi Zingales, cofondatore di “FARE per fermare il declino”, ha pubblicamente affermato di lasciare il movimento, dopo aver scoperto che Oscar Giannino, il suo esponente più in vista, aveva millantato un master presso la Chicago Booth University: master che a quanto pare non è mai stato conseguito. Oggi la notizia è ripresa in prima pagina da due quotidiani nazionali – non nomino le testate, ma se avete presente che tra cinque giorni si vota potete immaginare da soli quali siano. Quello di cui non si sente parlare, e su cui voglio fare alcune riflessioni, è la fonte probabilmente principale che ha fatto partire la valanga che è cascata su Giannino: e questo, come vedrete, la dice lunga su tante cose.
Le voci su questo master si rincorrevano da tempo: però c’era una fonte apparentemente solida che confermava la sua esistenza. No, la fonte non era Wikipedia: come ormai dovreste sapere, l’enciclopedia raccoglie notizie pubblicate da altri. In questo caso la notizia era presa dall’Istituto Mario Leoni, e Wikipedia citava regolarmente la pagina web dell’istituto. Alcuni utenti dell’enciclopedia non erano però convinti della cosa, e hanno scritto sia alla Booth University che all’Istituto Mario Leoni per chiedere lumi. Alla fine Niccolò Caranti ha avuto una risposta (negativa) da quest’ultimo e ha postato tutta la storia, compresi gli screenshot che mostrano la metamorfosi della biografia “ufficiale” di Giannino, sul blog L’Olandese Volante. È interessante notare che sia l’autore che il tenutario del blog sono utenti di lungo corso di Wikipedia; il secondo è anche un amministratore di Wikinotizie, il sito fratello di Wikipedia che dovrebbe raccogliere le notizie di cronaca (che di per sé non dovrebbero stare in un’enciclopedia, no?)
Quali sono le morali che si possono trarre da questa storia? Innanzitutto che sta diventando sempre più possibile controllare la veridicità delle notizie restando comodamente seduti davanti al proprio PC: la cosa non è facile né può sempre sostituire il lavoro sul campo, ma è comunque possibile. Ne sarebbe contento Mycroft Holmes, il fratello più intelligente di Sherlock (lo dice lui, mica io!) che però è troppo pigro per alzarsi dalla sua poltrona e quindi si limita a lavorare per l’intelligence britannica nel suo ufficio o al più presso il club di cui è socio. Wikipedia ha svolto un ruolo secondario ma comunque importante: le pagine di discussione associate alle voci, che sono spesso neglette, nell’economia dell’enciclopedia sono in realtà uno strumento prezioso per chiedere aiuto. Ampliare una voce può essere complicato, ma chiedere lumi sulla pagina di discussione no: basta davvero cliccare sul tab “modifica”, scrivere il testo senza tanti fronzoli e salvare. Qualcuno che ne sa di più o ha voglia di saperne di più lo si trova (quasi) sempre.
Infine il terzo segreto di Fatim… ehm, scusate, il segreto di Wikipedia. Come potete leggere nel blog di Tooby, i due sono simpatizzanti di Fare il Declino, e la scoperta che hanno fatto – non tanto che Giannino non avesse il master, quanto che facesse finta di nulla – non gli è certo piaciuta. Però hanno deciso di pubblicare lo stesso la notizia, e di farlo non appena hanno avuto la conferma certa, pur avendo ben presente il rischio di danneggiare l’immagine di Fare. Questo perché hanno ritenuto più importante presentare la verità. Wikipedia cresce per i contributi di tutti: ma riesce a stare in piedi perché gli utenti più attivi vogliono così bene al progetto da lasciare da parte le loro credenze personali. Il senso del volontariato è proprio questo, e stavolta ne abbiamo visto un esempio preclaro.
Post scriptum: magari avete anche visto da qualche altra parte gli screenshot di cui accennavo più sopra. Magari li avete anche visti su grandi quotidiani online. Ma sicuramente non era indicato da dove erano stati presi: ed è difficile credere che avessero pronte lke vecchie schermate per l’occasione. Poi non chiedetevi perché nonostante tutti i suoi errori io mi fidi più di Wikipedia che di un giornale.

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